COME PENSARE :SAGGI CarloSini Rln1esis l$AGGl<D; DI INTERPRETAZIONE X SPIRALI , I' .. ; Porre a confronto la semiotica e l'ermeneutica contemporanea è· il progetto culturale che sottende l'itinerario di questo libro. Di qui il riferimento ad alcuni pensatori chiave del nostro tempo, come Peirce e Husserl, Nietzsche e Heidegger, maanche il rin vio al senso profondo di una tradizione che, da Platone in poi, ha determinato il destino tecnologico e infine nichilistico della nostra cultura. Interpretare i segni del nostro tempo e scoprirne l'infinito ed enigmatico rimando conduce allora a compiere.un' esperienza di pensiero che non può acquietarsi in alcun "luo go" comune dell'essere e delle tradizionali distinzioni disciplinari e scientifiche. La domanda, fatalmente, si sposta oltre: di là dal segno e verso quell'evento che, accadendo, invia proprio il se gno al suo nulla e così, nel contempo, al suo significato verita tivo e peculiare. Ma questo "nulla", che si annuncia nei capitoli conclusivi del libro, non ha, o non riveste più, il segno del nichi lismo dispiegato e impotente, cioè il senso di un·pensiero circo scritto dal luogo della metafisica, della scienza e della tecnica: con esso si profila invece l'istanza di un nuovo interpretare e di un nuovo pensare, come "possibilità più propria" delle nostre at tuali impossibilità e contraddizioni. Carlo Sini, ordinario di Filosofia teoretica dell'Università· Statale di Ml~ lano, dirige la rivista di filosofia e cultura "l'ucimò, un segno'', ,.ra le sua opere più recenti: Passare il segno. Semiotica, cosmologla, tecnl~a; ,Il Saggiatore, Milano 1981; Immagini di verità, Spira!I, MIiano 1985, CL 97-0085-4 ISBN 88-7770-135-8 Carlo Sini KINESIS Saggio d'interpretazione SPIRALI EDIZIONI Prima edizione italiana: febbraio 1982 Copyright by © Spirali Edizioni Milano Avvertenza La prima parte di questo libro presenta otto saggi dedicati, se condo varie prospettive, al problema del segno e del suo rimando. Questi lavori (ancora inediti, tranne i primi due) costituiscono anzi tutto lo scheletro e alcune tappe essenziali della più articolata ricerca da me condotta in un recente volume 1; in secondo luogo essi presen tano alcuni approfondimenti applicativi dedicati in particolare ai concetti ,di realtà psichica e di inconscio. Credo che, per la natura dei loro riferimenti e per i temi che affrontano, questi saggi possano offrire un'indicazione efficace di quella interpretazione "cosmo logica'' del segno che vado sostenendo da tempo. Ciò comporta una "fusione" dell'orizzonte semiotico e di quello ermeneutico. Se si vuole, una integrazione e una correzione di Peirce con Heidegger e di Heidegger con Peirce. Mi rendo conto di come. tali accostamenti possano suscitare pro blemi e perplessità. Molti ''heideggeriani'' ritengono sicuramente che il riferimento a Peirce, cioè a un autore così "empirista" o così "metafisico" (a seconda di come lo si V1,J.ole intendere), rappresenti un passo indietro per un pensiero che ha già "scontato" tutta la tra dizione della ratio occidentale e che, consapevole dell'impossibilità del pensare nell'età della scienza e della tecnica, se ne sta sospeso sull'orlo del mistero, oppure sì rassegna a ''giocar di maschera'' con i simulacri del presente. In compenso gli ' 'antiheidegg(:riani'', e in generale tutti gli odierni empirico-razionalisti "disincantati", avver tono, nel riferimento alle tematiche heideggeriane, un intollerabile stravolgimento irrazionalistico del pensiero di Peirce; notoriamente "padre" della logica e della semiotica contemporanee. La proposta da me avanzata rischia dunque di non piacere a nessuno, di non tro- ' Passare il segno. Semiotica, cosmologia, tecnica, il Saggiatore, Milano 1981. 7 vare alleati e di tirarsi addosso critiche da entrambi gli opposti schie ramenti della filosofia dei nostri giorni. Tuttavia, a me sembra che sia impossibile portare sino in fondo i problemi della semiologia senza imbattersi, prima o poi, nella do manda heideggeriana circa i fondamenti della ragione filosofico scientifica occidentale, e perciò nella ineluttabile scoperta della no stra assenza di fondamenti. Due temi, in particolare, ci costringono a tale conclusionè: il riconoscimento che ogni cosa e l'uomo stesso sono ''segni'' e il carattere di inarrestabilità delle interpretazioni o semiosi infinita. Peirce si avvide che tali questioni, da lui stesso sollevate, esi gono un ampliamento (c erJo problematico) della semiotica alla me tafisica e alla cosmologia. E naturalmente possibile sorvolare su tale situazione con lo stabilire delle pratiche delimitazioni alla ricerca empirica. Dubito molto della efficacia e legittimità di una tale scelta; chi comunque decide di chiudere la propria ricerca entro cippi di confine appositamente istituiti non ha poi alcun diritto, né alcuna autorità, per giudicare il lavoro di coloro che affrontano le cose per -quel che sono, senza immaginare stratagemmi pratico-tecnici al fine di celarsene il carattere enigmatico. Parlare perciò di "irrazionali smo,,, di "idealismo" e di chissà che altro è fare delle vuote chiac chiere; invece di affibbiare etichette terroristiche, meglio varrebbe il decidersi tra il pensare o il tacere. Nel contempo non sono convinto, per mia disgrazia o fortuna, che l'impasse heideggeriana relativa all'' 'impossibilità di pensare'' sia corretta. L'ermeneutica contemporanea non ha riflettuto abba stanza sul fatto per cui 9gni interpretazione pone in gioco il carattere di rimando del segno. E dunque proprio sul rimando e sul segno che bisogna rivolgere l'attenzione, prima di proclamare-la fine di ogni pensiero. Queste nozioni sono certo più ampie e complesse di quan to la logica e la semiotica abbiano sinora ritenuto: non c'è dubbio che esse pongano in questione la ratio e quell' "epoca" che Heideg ger indica come '' storia della metafisica' ' o ' 'storia dell'essere'' . Ciò non significa che noi dobbiamo o possiamo disinteressarci della "provenienza" della metafisica, dell'essere, in una parola della ra tio. Ciò equivarrebbe, per una prospettiva ermeneutica, a non pen sarne più neppure il destino; col che anche la tecnica è "lasciata a se stessa''. Così ci riduciamo a improbabili attese -che qualcosa (c hissà come) "accada", e alla speranza che un bel mattino, Ereignis adiu vante, noi ci si alzi dal letto e - oh meraviglia - non "pensiamo" più; invece ''cantiamo'': la parola ineffabile ci ha ''sopraggiunti'' 8 per darci un (nuovo) "buon tempo". Che invece si debba ancora "pensare", senza_paura di apparir ''metafisici'' e senza volontaristiche quanto astratte fughe da ciò che ancora siamo e possiamo, è quanto io credo si tratti di fare. Il "silen zio della ragione" è una conclusione "malintesa" per un itinerario, come quello heideggeriano, che in realtà tanto ha pensato e insegna to a pensare. Bisogna però trovare l'accesso a un pensiero adeguato a ciò che oggi è da pensare e non si può non pensare. Che questo signi fichi pensare il segno e il suo evento è la tesi che sostengo. Per il pri mo rispondono i saggi della prima parte del volume; per il secondo la ricerca che ne costituisce la parte conclusiva. In quest'ultima l' "evento", in quanto è la questione decisiva circa il pensare e anzi il poter e dover ancora pensare, è visto in maniera antipodale rispetto all'Ereigms heideggeriano. Sicché non me ne avrò a male, se qualcu no penserà che "lo si è fatto apposta". c. s. Il problema del segno in Husserl e in Peirce è il testo di una conferenza tenuta alla Biblioteca Filosofica di Torino nel maggio 1978, in seguito pubblicata su "Filo sofia'' (XXIX, IV, ottobre 1978). Il problema del segno in Heidegger e Dai segni ai signa riproducono due relazioni tenute rispettivamente nel luglio 1978 e nel luglio 1979 ai convegni internazionali organizzati a Monteripido (Perugia) dal Collegium Phaenomenologicum. La prima di esse è apparsa su "L'uomo, un segno" (III, 1-2, gennaio-agosto 1979). Tecnica e violènza è il testo della relazione letta al convegno interdisciplinare sul terrorismo svoltosi a Tagliacozzo nel settembre 1979. Modelli di razionalità e scienze umane è il testo di una conferenza tenuta all'Istituto Gramsci di Genova nell'aprile 1980. Realtà psichica e funzione del segno è il testo di una conferenza tenuta alla "Casa della Cultura" di Milano nel dicembre 1980. Il luogo dell'inconscio (o riginariamente Inconscio e alterità) e L'oggetto della ftlosofza sono il testo di due interventi ai congressi internazionali organizzati a Milano da "Spirali" nel gennaio 1980 e nel gennaio 1981. La parte seconda del volume riproduce, con al cune modifiche e integrazioni, il testo di una parte delle lezioni tenute presso l'Uni versità di Milano nel 1980-81, pubblicate come Materiali universitari dalle Edizioni Unicopli (Milano 1981). Al prof. Augusto Guzzo, Direttore della rivista "Filosofia", agli amici di ''L'uomo, un segno'' e alle Edizioni Unicopli va il mio ringraziamento per avermi consentito di ristampare in questo volume i testi citati. Questo libro è dedicato alla memoria della dolce Melissa dagli occhi di malva. Riposi in pace presso il mare di Cerveteri, sognando scorpacciate di buona frutta e quella libertà che non ha conosciuto per colpa della stupida ferocia dei suoi malvagi cugini senza coda. 9 Parte I PER UN'ERMENEUTICA DEL SEGNO