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Judo Kyohan PDF

63 Pages·2003·3.028 MB·Italian
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JUDO KYOHAN Sakujiro Yokoyama - 横山作次郎 1915 Traduzione a cura di P.Crugnola. Il judo e i documenti di P.Crugnola Nel corso di quest’anno mi é capitata la ventura di trovare l’edizione inglese originale del libro “Judo Kyohan” di Sakujiro Yokoyama del 1915. Ho pensato fosse cosa saggia e giusta tradurla e metterla a disposizione su internet per tutti coloro che fossero interessati a tale argomento. E‘un libro molto interessante e, per certi versi, sorprendente e la sua lettura ha influito, e non poco, sul mio modo di pensare al judo e, in particolare, al judo attuale. La prima cosa che salta all’occhio é che il judo che si pratica oggi é ben diverso da quello di allora, di quei tempi. Ma “quei tempi” sono anche quelli in cui Jigoro Kano, il fondatore, insegnava di persona e difficilmente possono essere messi in discussione o confutati sotto il profilo tecnico. La seconda cosa é una riflessione sul judo attuale e sulle sue basi storiche. Come architetto, mi é stato sempre insegnato che i “documenti” Sakujiro Yokoyama sono la base su cui impostare qualsiasi studio o ricerca di tipo storico, atteggiamento tuttora confermato in tutti quei settori (storico, archelogico, ecc.) che da sempre e ai livelli pi ù alti si occupano di queste faccende. Per “documento” s’intende qualcosa di concreto, tangibile e visionabile qualora la necessit à l’imponga, come un testo, un libro, una fotografia, un filmato, un reperto fisico, ecc. La cosiddetta “tradizione orale” non ha invece una grande importanza, come documento, perché di scarsa attendibilità per ovvi motivi di possibili falsificazioni, aggiunte arbitrarie, tagli e così via. Il libro di Yokoyama é quindi, a tutti gli effetti, un “documento”. Qualcuno potrebbe dire “Judo d’altri tempi!” suggerendo con ci ò una evoluzione della disciplina in cui lo stato attuale dovrebbe rappresentare la versione pi ù aggiornata e quindi anche la pi ù “giusta”. Ma il judo non ha avuto uno sviluppo regolare e, soprattutto, coerente. Intorno al 1948 gli americani, i vincitori, occupano il Giappone e Copertina di nel tentativo di domare lo spirito bellico dei giapponesi decidono di Judo Kyohan far tabula rasa di tutto quanto abbia anche solamente un vago richiamo con la sua tradizione guerriera. In questa opera di “formattazione” della memoria storica giapponese il judo é il primo a farne le spese scomparendo totalmente dalla scena nazionale. Riapparirà solo pi ù tardi grazie alla mediazione di Risei Kano, ma “sub condicio” di essere e rimanere solo sport. Il judo che pratichiamo, che abbiamo praticato é quindi quello “sportivo” e non certo quello originale, d’anteguerra, pensato e praticato come sistema educativo dal suo fondatore. Da allora é passato mezzo secolo e ormai anche il judo “sportivo” ha una sua storia e una sua tradizione. Per ò, oggi, grazie (qualcuno dir à “per colpa”) ad una serie di “documenti” ritrovati e tradotti 1, tra cui anche il libro di Yokoyama, non é più possibile far finta di niente ed ignorare la realt à. Quale? Che esistono due tipi di judo: un judo “sportivo” ed un judo “tradizionale”. Il primo é legato al concetto e alla cultura della competizione sportiva ed in questo senso ha mantenuto sempre una sua coerenza interna, aggiornando regole e tecniche in quella direzione. Il Prima pagina di secondo é un sistema educativo che mira ad altre cose: un migliore Judo Kyohan impiego delle energie proprie ed altrui in un clima di collaborazione e reciproco vantaggio. Il libro di Yokoyama appartiene a questo secondo filone e ci consente di fare un poco più di luce sulle tenebre che da troppo tempo avvolgono questa realtà. Carpe diem! Dicembre 2003 1 Vedi, ad esempio, gli scritti di Jigoro Kano tradotti e riportati nei “Quaderni del Bu Sen” - Ed. Kyu Shin Do Introduzione CAPITOLO 1 1. Origine del Kodokan Judo 2. Oggetto del Judo CAPITOLO 2 Teoria del combattimento 3. Tipi di tecniche 4. Le componenti della vittoria 5. Shizentai (Posizione Naturale Fondamentale) 6. Perdita dell'equilibrio 7. Come rompere la "Posizione Naturale" 8. La posizione nel Ne Waza 9. Necessità della forza 10. Armonia di ossa e muscoli 11. Senso di percezione dei muscoli 12. Attività mentale CAPITOLO 3 Direttive per gli allievi di judo 13. Forte Determinazione. 14. Età e fisico degli allievi di Judo. 15. Energia mentale e conoscenza degli allievi di Judo. CAPITOLO 4 Preparazione degli allievi di judo 16. Tsukuri e Kake 17. Randori e Kata 18. Tori e Uke 19. Come cadere 20. Come avanzare e indietreggiare 21. Dove afferrare 22. Come afferare l'abbigliamento dell'avversario CAPITOLO 5 Nomi delle tecniche e loro classificazione 23. Classificazione del Nage Waza 24. Nomi del Katame Waza 25. Nomi del Atemi Waza CAPITOLO 6 Spiegazione del Nage no Kata 26. Kodokan Nage no Kata 27. Uki Otoshi 28. Seoi Nage 29. Kata Guruma 30. Uki Goshi 31. Harai Goshi 32. Tsuri Komi Goshi 33. Ashi Barai 34. Tsuri Komi Ashi 35. Uchi Mata 36. Tomoe Nage 37. Ura Nage 38. Sumi Gaeshi 39. Yoko Gake 40. Yoko Guruma 41. Uki waza CAPITOLO 7 Spiegazione del Go Kyo 42. Go Kyo 43. Hiza Guruma 44. Sasae Tsuri Komi Ashi 45. Uki Goshi 46. Tai Otoshi 47. O Soto Gari 48. De Ashi Barai 49. Yoko Otoshi 50. Sumi Gaeshi 51. Ko Soto Gari 52. O Goshi 53. Koshi Guruma 54. Seoi Nage 55. Tomoe Nage 56. Tani Otoshi 57. Okuri Ashi Barai e Harai Goshi 58. Ushiro Goshi 59. Ura Nage 60. Uchi Mata 61. Obi Otoshi 62. Hane Goshi 63. Uki Otoshi e Uki waza 64. Daki wakare 65. Kata Guruma 66. Ikikomi Gaeshi 67. Tsuri Goshi 68. Soto Makikomi 69. Utsuri Goshi 70. O Soto Otoshi 71. Tawara Gaeshi 72. Yoko Guruma 73. Yoko Wakare 74. Uchi Makikomi 75. Ko Uchi Gari 76. Ashi Guruma 77. Harai Tsuri Komi Ashi 78. Seoi Otoshi 79. Yama Arashi 80. O Soto Guruma 81. Yoko Gake CAPITOLO 8 Spiegazione del Katame Waza 82. Lineamenti del Katame Waza 83. Kami Shiho Gatame 84. Kuzure Kami Shiho Gatame 85. Yoko Shiho Gatame 86. Kesa Gatame 87. Kata Gatame 88. Nami Juji 89. Kata Juji 90. Gyaku Juji 91. Hadaka Jime 92. Okuri Eri 93. Kata Ha Jime 94. Ude Garami 95. Ude Hishigi 96. Jumonji Gatame 97. Ude Gatame 98. Hiza Gatame 99. Ashi Garami CAPITOLO 9 Spiegazione dell'Atemi Waza 100. Allenamento dell'atemi waza 101. Dove e come applicare l'atemi waza Introduzione Il numero di persone che pratica judo é aumentato parecchio ultimamente, ma gli insegnanti sono proporzionalmente pochi. Ci sono persone che, sebbene desidirino praticare l’arte, abbandonano l’idea semplicemente perché non riescono a trovare un insegnante adatto. Anche coloro che sono cos ì fortunati da averne uno non riescono a praticare le lezioni come vorrebbero perch é gli allievi sono troppi. Per questi motivi, il judo é praticato in modo sbagliato e con metodi errati. Tutto ci ò é molto increscioso. Il presente libro é stato fatto con l’intento di colmare in parte questa lacuna e Sakujiro Yokoyama fornire un aiuto agli allievi. (1860 - 1938) Soprannominato In questo libro abbiamo provato a trattare i "oni" (diavolo), per il suo principali argomenti del judo in un linguaggio carattere violento e aggressivo chiaro e semplice, evitando difficili teorie e fu uno dei quattro "shitenno" spiegazioni scientifiche. Non é necessaria (guardiani del tempio), preposti un’approfondita conoscenza per comprendere alla difesa fisica e spirituale del questo libro; qualunque persona che abbia primo Kodokan. Dotato di forza e completato le scuole elementari pu ò capirlo. muscolatura prodigiose, sotto la Molta attenzione é stata prestata nella guida di Jigoro Kano progred ì spiegazione delle tecnica in modo che il lettore nella tecnica judoistica fino a possa facilmente comprenderne il rapporto con raggiungere, per primo, il grado la posizione dell'avversario. Le relazioni fra 8°dan. Fedele all'etica samurai al tecnica e tecnica e gli innumerevoli cambi di punto di condividerne gli aspetti situazione non possono essere previsti. Perci ò, più estremi, come il disprezzo come portare l’avversario in una posizione per la propria vita e per tutto ciò svantaggiosa, come evitare questa o quella che ad essa potesse nuocere, tecnica, o come ricondurla a nostro vantaggio, compreso l'alcool (di cui era un sono tutte cose che non possono essere spiegate fortissimo consumatore!), mor ì solamente a parole. Inoltre, in una questione ucciso in un duello per strada. Il così delicata come la tecnica, la parola scritta, motivo fu l'osservanza di una ancor più di quella parlata, mal si presta ad una vecchia abitudine samurai, il esauriente spiegazione. Alcune cose possono katana-ate, un costume isterico essere percepite solo telepaticamente. E‘, perciò, secondo il quale chiunque nostro più serio desiderio che i lettori considerino sfiorasse anche solo il fodero questo libro come stimolo per approdare a studi della katana, la spada che ogni superiori. samurai portava al proprio Alcune delle immagini sono tratte dal Dai fianco, fosse passibile di essere Nippon Butokukai (Societ à Giapponese per la sfidato a duello. Promozione del Bushido), ma la maggior parte sono state fatte appositamente per questo libro dagli autori. Il combattimento non é illustrato e si raccomanda ai lettori di far riferimento alla numerazione. I principi proposti in questo libro sono quelli di Jigoro Kano, fondatore e istruttore del Kodokan, e su nostra richiesta egli ha gentilmente revisionato la nostra edizione dandoci suggerimenti molto preziosi. Siamo molto grati di questo onore ed esprimiamo i nostri sinceri ringraziamenti per il suo aiuto. Infine, abbiamo molto piacere nel riconoscere l’aiuto, diretto e indiretto, per le immagini a: K.Imai, K.Aoyagi, M.Tanab é, Y.Yamashita, H.Isogai, S.Nagaoka, H.Sato, K.Samura, K.Mifune, K.Osumi, T.Karino, Y.Handa, K.Kuga, K.Yasukuni, A.Suwabe, tutti esperti dell’arte del judo. CAPITOLO 1 1. Origine del Judo Kodokan Nel periodo feudale il popolo giapponese si allenava nelle arti militari, impiegando armi come arco e frecce, la spada e la lancia. Poich é spesso capitava di combattere o arrestare ladri ed altri generi di furfanti, l’arte di difendersi o attaccare con manganelli e coltelli era naturalmente praticata un po’ ovunque. Essa si sviluppo gradualmente con il passare del tempo e diede il via alla nascita di varie scuole di jujitsu, taijitsu, yawara, torité, judo, ecc. Così l’arte di combattere senza armi crebbe gradualmente e divenne predominante in tutto il paese. Alcuni intuirono i segreti di queste arti e fondarono le proprie scuole mentre altri davano lezioni senza saperne nulla, instillando così impressioni sbagliate nei loro allievi. In tal modo, arti aventi lo stesso nome non sempre erano le stesse e, viceversa, la stessa arte poteva avere nomi differenti. E‘ perciò impossibile dire esattamente cosa fosse il jujitsu o il tai jitsu solamente dal nome. Comunque, ciascuna di esse era un tipo di arte per la difesa e l’attacco ed il loro unico obiettivo era ottenere la vittoria sul nemico. Il prof.Kano riassunse tutte queste scuole sotto il nome di jujitsu, di cui diede la seguente definizione. Jujitsu é l’arte in cui un uomo, senza armi o con armi corte, attacca o si difende da un nemico con o senza armi. Così indicato, il principale obiettivo del jujitsu di quei tempi consisteva nell’ottenere la vittoria sul nemico. Ogni attenzione era riservata al modo di combattere trascurando completamente lo sviluppo fisico e mentale. Alcuni dei fondatori di queste scuole, é vero, avevano corpi ben sviluppati e menti allenate, ma non praticavano con lo scopo di migliorare la mente e il corpo. Il fatto di avere un buon fisico era solamente il frutto di un costante allenamento. Alla fine dell’era Tokugawa, questi insegnanti si ritrovarono sparsi in varie parti del paese, molti di loro competenti nella loro arte, é vero, ma senza avere alcuna conoscenza su quanto concerneva lo studio della mente e del corpo. Conseguentemente essi erano completamente incapaci di dimostrare il vero principio del judo e divulgarlo. All’incirca in quel periodo, le armi, nel nostro paese, stavano subendo un grande cambiamento. Arco e frecce furono sostituite da pistole e fucili, mentre il combattimento corpo a corpo aveva ceduto il passo al combattimento fra truppe. Il risultato fu che i maestri di jujitsu non servivano pi ù. Specialmente dopo la Restaurazione (Meiji ndr), tutti questi maestri persero le loro posizioni ufficiali e furono costretti a cercarsi altri modi per campare. La maggior parte di questi maestri era capace di fare solo quel mestiere, era di mentalit à rigida e poco pratica della vita di tutti i giorni. Essi, perci ò, non avevano modo di provvedere alla propria sussistenza. Sebbene provassero ad istituire scuole di jujitsu, erano pochi, se mai ci fossero, coloro che si iscrivevano come allievi, e anche quelli che stavano imparando smettevano di praticare. La gente non simpatizzava con tutto ci ò che “sapeva” di militare, perch é tutti, di qualunque estrazione, erano completamente affascinati dalla cultura occidentale, dimentichi di tutto quanto poteva avere un legame con la passata era feudale, buono o cattivo che fosse. Stando così le cose e non potendo far niente, alcuni maestri di jujitsu si unirono a lottatori professionisti facendo dimostrazioni qua e l à e riuscendo cos ì a sopravvivere. Tutto ciò portò ad un graduale degrado dell’arte agli occhi della gente. Allo stesso tempo, si poteva prevedere che questa nobile e valente arte sarebbe completamente scomparsa da lì a poco tempo. Ma da quando Jigoro Kano, fondatore e capo del Kodokan inizi ò ad insegnare, nel Giugno 1882, il numero dei suoi allievi é aumentato giorno dopo giorno, anno dopo anno, al punto che oggi possono essere contati in termini di migliaia. Oltre a loro, ci sono circa non meno di 4/5 migliaia di ragazzi che in questo momento stanno imparando judo nelle loro scuole o altre istituzioni, ricevendo lezioni da allievi di Jigoro Kano. Alcuni dei maestri di jujitsu delle vecchie scuole, che avevano smesso l’insegnamento della propria arte, sulla scia del judo, cominciano a dare lezioni e alcuni di loro stanno praticando il Judo Kodokan. Il Judo si é sviluppato non solamente attraverso il Giappone, ma anche all’estero. Insegnanti sono stati mandati in Europa e in America. Stranieri sono arrivati in Giappone per studiare il Judo. Infine, esso si sta espandendo rapidamente in tutto il mondo, come un incendio nella prateria. Questo grande sviluppo del Judo é dovuto, é vero, alla sua grande utilit à, al suo grande valore e al suo essere uno splendido modo d’intendere la cultura fisica, ma non dobbiamo perdere di vista il fatto che esso é principalmente dovuto all’energia, perseveranza e onestà del Prof.Kano. Certamente egli ha dovuto lottare molto e superare Jigoro Kano molte difficolt à prima di rendere il (1860 - 1938) Judo così come é adesso. 2. Obiettivo del Judo Che cos’é il Judo? E‘ preciso compito di questo libro rispondere a questa domanda, ma é difficile farlo in modo completo entro questi limiti. Consentiteci quindi, di delineare quest’arte per sommi capi. Va oltre il potere della parola scritta lo spiegare i delicati punti del Judo ed il misterioso potenziale mentale che esso porta con s é. Anche se questi argomenti possono essere scritti, difficilmente essi potrebbero essere capiti da qualcuno che non conosca i segreti del Judo. Stando cos ì le cose, non é affatto facile spiegare i segreti di quest’arte. E‘ comunque possibile spiegare l’obiettivo ultimo del Judo, come praticarlo e con quale atteggiamento mentale dovrebbe essere praticato. L’obiettivo del Judo può essere diviso in tre parti: - sviluppo fisico (Renshinho) - competenza nel combattimento (Shobuho) - sviluppo mentale (Shushinho) Da un punto di vista pratico, gli esercizi di Judo possono essere divisi in tre fasi: - Renshinho (Metodi per allenare il corpo). - Shobuho (Tattica nel combattimento). - Shushinho (Cultura mentale e forza di volontà) Sebbene il Judo sia diviso in queste tre fasi o metodi per comodit à, essi sono interdipendenti e non sono praticabili separatamente. Vediamo di spiegarli brevemente. In ginnastica tutti i movimenti sono meccanici. Cos ì come sono strutturati, ad eccezione di alcuni movimenti delle braccia e delle gambe, essenziali per lo sviluppo di particolari gruppi muscolari, tutti gli esercizi sono senza significato e, di per se, di poco interesse o utilità. Il Renshinho (Metodi per allenare il corpo) del Judo, é sempre eseguito con l’idea di un combattimento, non per lo sviluppo fisico risultante dagli esercizi. Un allievo di Judo usa continuamente la propria mente ed é sempre all’erta per trovare il modo di sconfiggere l’avversario e allo stesso tempo per perfezionare la propria difesa. E‘ sempre alla ricerca di aperture nei movimenti dell’avversario o di modi per parare i suoi attacchi. Non ci sono movimenti meccanici di braccia o gambe che interessino l’esercizio in s é stesso. Questo rende i contendenti mentalmente attivi alla stessa stregua di un esercizio morale e intellettuale. Ancora, nella ginnastica, gli esercizi sono limitati ad alcune parti del corpo e non sviluppano tutti i muscoli, mentre nella pratica del Judo essi sono tutti sollecitati. Quindi, se il Judo é praticato, sotto un insegnante competente, tutte le parti del corpo sono ugualmente sviluppate. Una prova é meglio di una discussione. Se guardate la figura 1, che é una fotografia del M° Kosei Maeda(4°dan) é sufficiente per mostrare Fig.1 - Kosei Maeda quale sviluppo globale egli abbia raggiunto. C’é un ulteriore beneficio derivante da un fisico costruito con il Judo e cio é che il fisico é flessibile e perfettamente controllato. Per questo motivo e grazie all’abilit à acquisita con il Judo, un esperto pu ò spesso evitare incidenti anche molto seri. Oggigiorno sono stati introdotti molti esercizi, ma secondo la mia opinione gli Renshinho (Metodi per allenare il corpo) restano i migliori. Il loro obiettivo é la difesa personale e l’attacco al fine del combattimento. Ma nessuno pu ò sperare di vincere senza un perfetto controllo di mente e corpo che lavorino all’unisono. Coloro che volessero praticare lo Shobuho (Tattica nel combattimento) quindi dovrebbero studiare la teoria della cultura fisica prima di provare a sviluppare il loro fisico. Per ultimo, ma non di meno, dovrebbero coltivare la loro mente. Il Shushinho (Cultura mentale e forza di volont à) é un ramo del Judo che mira a formare il carattere in parte con la teoria della lotta e in parte attraverso la pratica del Renshinho (Metodi per allenare il corpo) e del Shobuho (Tattica nel combattimento). Ci sono pochi esseri viventi che sono assolutamente liberi dall’indole del combattimento. Se questa teoria del combattimento fosse applicata alla vita di tutti i giorni, ci darebbe pi ù forza per sopportare le avversit à e ci porterebbe a quel desiderabile stato di tranquillit à e pazienza utile per superare le circostanze difficili. Per praticare lo Shushinho (Cultura mentale e forza di volontà) non é necessario avere un compagno cos ì come nel Shobuho (Tattica nel combattimento) o nel Renshinho (Metodi per allenare il corpo). Al contrario, non é impossibile per voi sedervi tranquilli nella vostra stanza e coltivare la mente, cos ì come prescritto dalla teoria del combattimento. Ma quando praticate gli esercizi con i vostri avversari, otterrete senza dubbio più esperienza e profitto, buone abitudini e una volont à di ferro, in modo tale da darvi un perfetto controllo su voi stessi in tutte le occasioni. In breve, non c’ é molta differenza fra il Renshinho (Metodi per allenare il corpo) e lo Shobuho (Tattica nel combattimento). Il Renshinho (Metodi per allenare il corpo) é la pratica per lo sviluppo del corpo, non in contrasto alla teoria del combattimento, ma attento ad evitare gli esercizi in cui esistono elementi di pericolosit à. Spesso gli esercizi praticati in questo metodo sembrano inadatti per il combattimento, ma sono vantaggiosi per lo sviluppo fisico.

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