AMERICAN DREAM Jim Dine Sam FranciS robert inDiana In mostra: Franz Kline robert rauSchenberg larry riverS marK tobey anDy Warhol AMERICAN DREAM AMERICAN DREAM AMERICAN DREAM Sommario / Contents Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia 29.10.2012 – 16.03.2013 Mostra e catalogo a cura di Si ringraziano particolarmente Exhibition and catalog curated by Special thanks to Dominique Stella Famiglia Donati Roberto Agnellini 9 American Dream Ringraziamenti / Thanks to Direttore / Director On. Avv. Adriano Paroli, Comune di Brescia 23 American Dream Roberto Agnellini Sindaco della Città di Brescia Assessorato alla Cultura Avv. Andrea Arcai, e al Turismo Dominique Stella Direzione artistica / Art direction Assessore alla Cultura e al Turismo Dominique Stella della Città di Brescia Lanfranco Cirillo 39 Motociclette / Motorbikes Organizzazione e coordinamento Armando Donati 61 Opere / Works Organization and coordination Emanuele e Mario Dora Giancarlo Patuzzi Ettore Marchina Alessandro Medici Apparati / Appendix Direzione commerciale / Commercial direction Angelo Medici Ugo Ruggeri Cesare Medici 161 Note Biografiche / Biographical Notes Roberto Morigi Ufficio stampa / Communication Roberto Pellizzari La mostra è stata realizzata con il sostegno di Spaini & Partners Alberto Riva The exhibition is realized with the support of Nicola Sebastiani Progetto grafico / Graphic project Marco Setti Guglielmo Losio per Tipografia Camuna S.p.A. Marinella Spagnoli Redazione / Editing Domenico Pertocoli Traduzione / Translation Dal francese e dall’inglese all’italiano From French and English to Italian: Silvia Denicolai Dal francese e dall’italiano all’inglese Le motociclette d’epoca provengono dalla collezione From French and Italian to English: “Le Americane” del Signor Tiberio Lonati, Timothy Stroud al quale rivolgiamo i nostri più sentiti ringraziamenti The vintage motorbikes come from the collection Fotografie delle opere / Artworks photos “Le Americane” of Mr Tiberio Lonati, © Fabio Cattabiani whom we warmly thank Crediti / Copyright © testo / text: Dominique Stella, Galleria Agnellini Arte Moderna © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York Copertina / Cover Robert Indiana, Love, 1966-1998 L’ American Dream America del dopoguerra ha prodotto un modello di società che negli anni a seguire si è imposto al mondo. Dal 1945 al 1960 l’egemonia politica, economica e culturale degli Stati Dominique Stella Uniti si è costruita sull’estromissione dell’Europa indebolita dalla guerra. Questo periodo consacra l’idea di progresso e di avanzata tecnologica al rango di dogma che si applica tanto all’industria quanto all’economia e alla cultura. La superpotenza americana, nel 1945, si fondava innanzitutto su una schiacciante egemonia economica, certo illusoria poiché eretta sulle rovine dell’Europa e del Giappone e di conse- guenza necessariamente provvisoria, ma che ciò nondimeno raggiungeva, in termini di cifre, un livello senza precedenti nella storia. Questa mostra, attraverso opere significative di artisti espressionisti o pop che animarono la scena americana degli anni Sessanta, vuole illustrare lo spirito di entusiasmo e di libertà che s’impose nel paese in quegli anni in cui l’arte, l’industria e l’economia parteciparono a uno slancio creativo che sconvolse le abitudini di vita. La meccanizzazione produceva già da lungo tempo oggetti di desiderio che l’arte, grazie alla pop art, trasformò in icone moderne, rappresentazioni spesso moltiplicate di simboli di una civiltà potente e dominatrice. Gli Stati Uniti, in uno stesso slancio, sep- pero altrettanto bene esportare il loro modello di società e imporre un’ar- te che ne era il principale sostegno. Questa rassegna ci mostra, in un pa- rallelo tra le mitiche moto Harley-Davidson e Indian, e le opere di artisti come Mark Tobey, Franz Kline, Andy Warhol, Jim Dine, Robert Rau- schenberg, Sam Francis, Robert Indiana, Larry Rivers, il rapporto sottile che esistette tra l’industria e l’arte in quegli anni di totale euforia. Il mito americano Il desiderio di conquista che anima gli Stati Uniti in questi anni di cresci- ta e di prosperità collettiva trae origine dallo sviluppo intenso dell’attività economica del paese tra la fine del XIX secolo e i primi cinquant’anni del XX. In questo periodo l’industrializzazione trasforma gli Stati Uniti. L’a- gricoltura e l’industria si meccanizzano, mentre i servizi conoscono una standardizzazione precoce. Le innovazioni tecnologiche e l’utilizzo delle macchine utensili sono molto più importanti qui che altrove. Il telefono, inventato da Alexander Bell, è già diffuso in un milione di esemplari nel Alle pagine precedenti / Previous pages 1900. Lo spirito d’invenzione e la capacità di trasformarla in modello in- Harley-Davidson dustriale innovativo costituiscono la base di una società in pieno svilup- FL Panhead Hydra Glide, 1949 (particolare / detail) po. Un dinamismo straordinario, combinato con il desiderio individuale 9 Logo della Indian Lee Marvin in The Wild One Motorbike Indian logo di bicicletta su pista, mette a punto un tandem motorizzato per l’allena- Ma le Indian conservano la loro leggenda e restano tra gli oggetti mitici mento dei corridori, ispirandosi a un motore del costruttore di automo- di un’epoca in cui l’invenzione favorisce i sogni e permette di sviluppare bili De Dion-Bouton per creare il proprio propulsore. George Hendee, sistemi innovativi, che devono tuttavia rispettare strette regole di compe- rappresentante di biciclette, rimane talmente affascinato dalle prestazio- titività. La macchina economica non tollera il fallimento. La spietatezza ni di questo tandem che propone a Hedström di mettersi in società con del sistema impone una legge di vita o di morte sulle imprese come sugli lui. Nasce così, nel 1901, la loro prima motocicletta, alla quale danno il individui. E alcuni soccombono, malgrado il loro talento. nome Indian, modello rivoluzionario per l’epoca. Ben presto attorno a queste moto nasono leggende, sfide. Il marchio pro- L’aspetto trionfante dell’“America vincente” è ben illustrato dall’epopea gredisce e s’impone partecipando a varie competizioni. Le gare per dimo- Harley-Davidson. Questa marca, adottata da attori cult come Marlon strare la supremazia di una casa sulle altre diventano cosa frequente già a Brando, è un simbolo degli Stati Uniti: Harley-Davidson, del resto, è tra di ricchezza e di successo, spingono i pionieri dell’industria a sviluppare quell’epoca: per rispondere a una sfida lanciata da Collier, fondatore (in- i dieci marchi americani più conosciuti al mondo, insieme a Coca-Co- sistemi di produzione su ampia scala. Basti citare la perseveranza di Hen- sieme al fratello) della Matchless, Jake De Rosier, pilota di Indian, giunge la e Disney. La sua storia appartiene alla leggenda americana che tocca il ry Ford, fondatore della celebre Ford Motor Company di Detroit, per il- a chiedere alla casa omonima di preparargli una moto specifica per bat- suo apogeo negli anni Sessanta con un film come Easy Rider, diretto da Ben presto, nel 1908, la Harley-Davidson debutta in gara e Walter Da- lustrare questa tenacia nell’imporre un’idea che si rivelerà rivoluzionaria: tere il concorrente sulla celebre pista di Brooklands. È così che nasce la Dennis Hopper nel 1969, entrato nel repertorio del National Film Re- vidson vince la New York’s Catskill Mountain sulla sua Silent Grey Fel- il montaggio in serie di veicoli destinati al grande pubblico. Nel 1908 la famosa moto a motore bicilindrico di 994 cm3 a otto valvole: una delle gistry nel 1998 per il suo apporto significativo al cinema e alla cultura low davanti a 62 avversari. Grazie a questa vittoria le vendite prendono prima Modello T esce dalla fabbrica Ford di Detroit, fondata nel 1903. prime, se non la prima in assoluto della storia. Per la cronaca, era sprov- americana. Questo road movie, destinato a diventare un emblema del- il volo. Lo stesso anno la polizia di Chicago ordina un lotto di Harley- La costruzione dell’autovettura è semplificata e ne rende il costo partico- vista di acceleratore. la generazione hippy degli anni Sessanta-Settanta, racconta il viaggio di Davidson (che allora è prodotta in 450 esemplari all’anno). Nel 1909 la larmente interessante. Nel 1914 il costruttore di automobili americano Nel 1913 Indian è forse uno dei costruttori più innovativi d’America, se due giovani motociclisti (Peter Fonda e Dennis Hopper) a bordo dei lo- casa lancia il suo primo motore bicilindrico e diventa la moto più velo- istituisce un nuovo metodo di lavoro: la catena di montaggio. Grazie a non del mondo. Tuttavia, malgrado una tecnologia sempre più moderna, ro “choppers” Harley attraverso gli Stati Uniti, da est a ovest, sulla Route ce sul mercato. questa innovazione i tempi di produzione della Ford T si riducono con- la marca attraverserà con difficoltà la crisi del 1929 e uscirà dalla seconda 66. Durante la loro “cavalcata” i protagonisti incontrano una comunità Il famoso logo “Bar and Shield” (barra e scudetto) vede la luce nel 1910, siderevolmente, passando da sei ore a un’ora e mezza. La produttività del- guerra mondiale debolissima. Il mondo industriale non perdona gli im- hippy e scoprono quel modo di vita. Dopo varie peripezie proseguono la conferendole un’autenticità visiva e un’identità culturale. Nel 1919 l’im- la fabbrica si moltiplica per quattro. L’operaio sta quasi fermo e assembla prenditori sfortunati, e la Indian Motor Company continuerà il suo de- loro traversata confrontandosi con l’America profonda, razzista e conser- presa ha già più di duecento concessionarie negli Stati Uniti e a partire i pezzi che sfilano davanti a lui: è nato il fordismo. Tra il 1908 e il 1927 clino fino al 1953, anno in cui cesserà di esistere. vatrice che rifiuta le novità degli anni Sessanta. dal 1913 domina il mercato americano con una produzione di 12.904 saranno prodotti più di 15 milioni di Ford Modello T. Il film rafforza l’immagine della marca Harley, ancorandola alla sfera di moto. Alla fine della seconda guerra mondiale sono uscite dalla fabbrica Il mito americano si costruisce sulla produzione di oggetti che cambiano una mitologia moderna, sostenitrice della libertà e della provocazione. 90.000 motociclette in versione armata. Nel 1946 la casa riprende l’at- la vita quotidiana degli individui apportando profonde modificazioni nel- Questa simbologia la rende un oggetto di culto al pari delle opere pro- tività civile e inaugura una nuova fabbrica a Wauwatosa, nel Wisconsin. la loro esistenza. La meccanizzazione trasforma le realtà più comuni, come dotte dagli esponenti della pop art. Il chopper di Peter Fonda, nel film, Nel 1953 esce negli Stati Uniti il film The Wild One (Il selvaggio), che il- l’uso della cucina, della sala da bagno e delle loro apparecchiature, radican- era del resto customizzato con una bandiera americana, a immagine del- lustra i conflitti generazionali attraverso l’ostilità giovanile contro la tra- dosi profondamente in una prassi che penetra e trasforma lo spirito uma- le Three Flags di Jasper Johns. dizione. Questo violento road movie consacra la Harley-Davidson nel no. Lo sviluppo degli elettrodomestici, dell’automobile e delle altre macchi- La storia della Harley-Davidson risale al 1903, anno in cui fu fondata ritratto di una società americana in mutazione e annuncia gli sconvol- ne ottimizza la velocità d’esecuzione delle varie mansioni stabilendo nuo- da due giovanissimi americani: William Harley e Arthur Davidson. Co- gimenti del decennio successivo. Il film è l’adattamento di una notizia vi standard. Questi oggetti tanto ambiti, la cui produzione tocca livelli di me molte storie di successo industriale, la leggenda della Harley iniziò in ispirata a un fatto di cronaca avvenuto nel 1947 a Hollister, in Califor- precisione e di eleganza assai elevati, raggiungono il pantheon di una mito- una piccola rimessa di Milwaukee. I due amici, allora ventenni, lancia- nia, dove quattromila motociclisti “fuorilegge” irruppero in quella pic- logia contemporanea al pari delle opere d’arte. Motociclette, automobili, rono la loro impresa costruendo un prototipo di bicicletta motorizzata. cola e tranquilla cittadina. Il selvaggio racconta l’impennarsi della violen- aerei sono le “sculture” dei tempi moderni, ideali di perfezione, oggetti di Il primo anno realizzarono solamente tre motociclette, battezzate Silent za in questa pacifica borgata sconvolta dal comportamento sfrenato dei desiderio, magnifici nelle loro strutture e nella loro concezione. Grey e vendute a duecento dollari l’una. Divenuta un’impresa familiare, teppisti, rappresentanti di una generazione tormentata da un certo mal Insieme alle automobili nascono le prime moto. Le Indian si impongono nel 1907 la Harley-Davidson Motor Company ebbe come primo presi- di vivere. Due bande rivali di giovani motociclisti si affrontano: i Ribelli per prime. Nel 1899 Oscar Hedström, che partecipa regolarmente a gare Peter Fonda in Easy Rider dente Walter Davidson e contava allora 18 dipendenti. Neri sotto la guida di Johnny (Marlon Brando) e la banda di Chino (Lee 10 AmericAn DreAm 11 Marvin); quest’ultimo corre sulla sua Harley con l’atteggiamento inso- nitario acquistato in un negozio della ditta J.L. Mott Iron Works a New cazioni, organizza una risposta creando, sull’esempio del Salon parigino, L’anticonformismo come marchio di fabbrica lente di un vero e proprio biker, mentre Marlon sfoggia una scintillante York. Duchamp vi ha solo aggiunto la firma “R. Mutt 1917” in colore l’Armory Show. La sua prima edizione, nel 1913, organizzata da un grup- Per tornare alla Harley-Davidson e al film Easy Rider, vi ritroviamo le in- Triumph. Sprezzante delle autorità di polizia, l’orda selvaggia distrugge nero. Con questo gesto l’artista proclama il rinnegamento dell’immagine po di artisti, accorda infatti ampio spazio alle avanguardie europee, ma terazioni che guidano il regista del film, Dennis Hopper, ricordando le tutto senza che lo sceriffo osi intervenire. artistica così come è stata veicolata dalla storia. Si tratta, per lui, di uno intende anche affermare una produzione americana che si liberi del suo relazioni che legano il suo percorso al mondo pop degli anni Sessanta, Il film farà scandalo alla sua uscita negli Stati Uniti e in Europa alcuni pa- sconvolgimento ragionato della tradizione. provincialismo e imponga un’arte innovatrice. L’Armory Show del 1913, celebrando anche l’unione inscindibile di una meccanica elevata al ran- esi lo censureranno per diversi anni. Ma esso illustra la parte innegabile Era dal 1915 che egli elaborava l’idea di una demolizione radicale del- ufficialmente conosciuto come International Exhibition of Modern Art, go di icona con uno spirito anticonformista, caratteristica necessaria e che il mito del biker occupa presso una gioventù che rivendica indipen- le convenzioni, delle tendenze e delle tecniche tradizionali della pittu- è la prima grande esposizione di queste opere in America. La mostra con- indispensabile dei principali esponenti della cultura pop di quegli anni. denza e libertà. E così Il selvaggio regala una risonanza mondiale, certo ra. Sotto l’influenza di quel gusto dell’invenzione che aveva sconvolto le testa e modifica la definizione e l’atteggiamento accademico e pubblico Simbolo della gioventù e del rifiuto dei pregiudizi, Dennis Hopper incar- molto deformata, al movimento biker iniziato in California, inscriven- scienze a partire dal XVIII secolo, Duchamp immagina che sia possibile nei confronti dell’arte, e così facendo cambia il corso della storia per gli na un cinema libertario, al limite della rottura. Con Easy Rider, road mo- dolo per sempre nella controcultura, così come il nascente rock’n’roll e il scoprire, in tutti i nostri sentimenti, segreti paragonabili a quelli svelati artisti americani. Segnando la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra, l’Ar- vie nichilista e metafisico dalla colonna sonora esplosiva, si crea un nuovo movimento letterario della beat generation… dalle scoperte di laboratorio. E si appresta dunque a fare tabula rasa del- mory Show infrange la quiete provinciale dell’arte americana, scuotendo ordine del mondo. Un’America in cui si esprimono liberamente gli aman- L’universo dei bikers s’impone da allora come fatto sociale che culmina lo spirito, dei suoi valori di espressione, delle sue ragioni e delle sue rea- il pubblico e mettendo in crisi le accademie di pittura e scultura. Quat- ti del rock e degli allucinogeni, uomini che sognano, donne che accettano dopo la guerra in movimenti di rivendicazione tra i quali gli “harleysti” lizzazioni, allo scopo di attribuire all’immagine un ruolo che non ha an- tromila persone visitano quelle sale nella serata inaugurale. Per la prima la propria sessualità, artisti che riconquistano il reale. Easy Rider è un film occupano un posto di primo piano e che determinano fenomeni di ap- cora definito esattamente, ma che pretende radicalmente nuovo. Il “pro- volta il pubblico americano, la stampa e il mondo dell’arte in generale as- nel quale Dennis Hopper, con modi di sceneggiatura insoliti, invita per partenenza tendenti a incoraggiare lo sviluppo di comportamenti collet- gresso” diventa fonte di creazione e la pittura rimane una tecnica arcaica sistono ai cambiamenti provocati dai grandi innovatori dell’arte europea, la durata di una scena gli eroi della sua epoca: Phil Spector (il produttore tivi i quali portano all’emergere di una comunità legata al marchio. Il cul- alla quale egli sostituisce procedimenti creativi innovativi. Le Grand Ver- da Cézanne a Picasso. La mostra suscita profondi cambiamenti nel mer- musicale più influente e inventivo della storia della musica pop), Wallace to dell’oggetto sacralizzato apparenta la motocicletta a un ideale assolu- re è, in questo senso, un’opera esemplare, poiché si tratta di un lavoro di cato dell’arte americano e porta all’accettazione nei confronti delle ope- Berman (artista che esponeva regolarment alla Ferus Gallery, grande gal- to dotato di qualità di eccellenza tecnica, estetica, simbolica, avvicinan- “ricerca” mai conclusa, il cui titolo originale è La mariée mise à nu par ses re moderne. Con l’Armory Show gli americani intendono entrare nella leria pop di Los Angeles che nel 1962 accolse la prima mostra personale dola a un’opera d’arte. Damien Hirst, del resto, ne realizzerà una versio- célibatraires, même. Messa a punto tra il 1915 e il 1923 a New York, l’o- competizione internazionale dell’arte, prendendo come punto di parten- di Andy Warhol: Campbell’s Soup Cans), George Herms (artista noto per ne ricreando il look di una Harley-Davidson Cross Bones a beneficio del pera è composta da due lastre di vetro assemblate (complessivamente 272 za le avanguardie europee. i suoi assemblages fatti con oggetti di recupero), e naturalmente gli at- “Project Angel Food”. La mitologia industriale entra così nel pantheon x 176 cm), pittura a olio, filo di piombo, polvere… Involontariamente Il trasferimento di Marcel Duchamp a New York lo induce a un perio- tori Peter Fonda e Jack Nicholson, prima che diventassero mostri sacri. della storia artistica, dimostrando la capacità dell’arte di assorbire una re- danneggiata alcuni anni dopo, fu poi ricostruita. do di riflessione creativa. Egli realizza, come abbiamo visto, opere fonda- Questo mix culturale Dennis Hopper lo rivendica. Nel 1969, sulla sua altà quotidiana sublimata. Qui non si tratta più di pittura, ma di un’elaborazione progressiva che mentali come Le Grand Verre o la Fontaine, ma presto il suo interesse per Harley-Davidson, egli è conosciuto dai cineamatori che lo ricordano integra il dato temporale. Duchamp giudica impossibile e irrisorio acce- l’arte si attenua e se ne allontana per alcuni anni. Sarà attraverso il surre- a fianco di James Dean teppista in Gioventù bruciata di Nicholas Ray Marcel Duchamp e il ready-made dere a nuovi linguaggi basandosi solamente sull’utilizzo di mezzi rima- alismo che egli rinnoverà le sue ricerche artistiche, organizzando nume- (1955). È famoso per aver cofirmato un ready-made con Marcel Du- La storia del XX secolo ci insegna che non esiste più frontiera tra l’ogget- sti, in fondo, tradizionali. È in questo senso che egli pone un principio rosi eventi in collaborazione con André Breton. champ nel 1963, per aver recitato in film sperimentali di Andy Warhol to banalizzato dall’uso quotidiano e l’oggetto d’arte idealizzato. Questa, di trasposizione che costituisce la base logica della creazione di un uni- Lo spirito che aveva guidato le sue creazioni prefabbricate ritrova un’eco (Tarzan and Jane Regained… Sort of, del 1964), per aver collezionato almeno, la lezione lasciataci da Marcel Duchamp. Infatti, parallelamen- verso sotto la forma del quale egli intende trascendere l’antico. La con- notevole negli anni della seconda guerra mondiale, durante i quali nu- pop art prima di chiunque altro a Los Angeles (Roy Lichtenstein e Jasper te alle trasformazioni tecnologiche che permettono la moltiplicazione in cezione generale dell’artista nei suoi rapporti con il mondo reale è quin- merosi surrealisti si rifugiano negli Stati Uniti. La ridefinizione dell’arte, Johns), per aver sostenuto i fautori della rivolta politica (da Jane Fonda a massa del prodotto, inducendo modificazioni definitive dei comporta- di ispirata dall’idea di un’inversione totale, che egli considera la sola in adottando la provocazione come mezzo d’azione, così come l’ironia e la Martin Luther King), per aver scattato centinaia di fotografie in bianco menti sociali, la storia dell’arte integra i nuovi elementi della produzio- grado di gettare nuova luce sui rapporti tra le cose e sulle operazioni del- libertà, elementi caratteristici anche del comportamento dada, s’impo- e nero di manifestazioni e performance artistiche, per aver pubblicato le ne e della moltiplicazione. Ed è proprio a New York, dove si trasferisce lo spirito. E gli intenti di Duchamp eserciteranno sull’arte un’influenza ne in un mondo che si reinventa. È così che Marcel Duchamp acquista sue foto affascinanti di una nuova mitologia americana sulle copertine di nel 1915, che Duchamp sviluppa l’idea del ready-made, il quale consi- considerevole… una fama crescente e diviene celebre dopo la guerra. Ma solo nel 1964 “Vogue” e di “Artforum”… ste nello scegliere oggetti d’uso quotidiano, preferibilmente prodotti in- Il trasferimento di Duchamp negli Stati Uniti rappresenta il preludio di saranno prodotte repliche della Fontaine del 1917, in una versione rea- “Vengo dall’espressionismo astratto e dal jazz”, amava dire l’attore-regi- dustrialmente, ed esporli come opere d’arte, aprendo la via alle pratiche una modificazione nel meccanismo di funzionamento del mondo dell’ar- lizzata dalla Galleria Schwarz di Milano. E però già negli anni Cinquan- sta-artista. Hopper è sempre stato un appassionato amante dell’arte e un avanguardistiche più estreme. Nel 1917, con un gesto provocatorio, egli te. Parigi e la Francia restano assai influenti tra le due guerre, e vi conti- ta una nuova generazione di artisti americani che si qualificano neo-da- collezionista ispirato, che ha cercato di inscrivere la moltitudine dei suoi propone così la sua Fontaine, un orinatoio firmato che sarà rifiutato al nuano a operare artisti come Picasso che diventa una gloria dell’arte in- daisti, come Jasper Johns e Robert Rauschenberg, riconosce Duchamp interessi in una rete di rapporti intensi con il mondo contemporanea. Salon della Society of Independent Artists. L’oggetto è un semplice sa- ternazionale, ma intanto New York, già consapevole delle nuove impli- come precursore. Le sue passioni lo portano al di là delle attese del suo pubblico: dal cine- 12 AmericAn DreAm 13 ma verso la fotografia; dalla fotografia verso la pittura e la scultura; dal- sedotto da una zona particolare, né diretto al di fuori della cornice dell’o- Franz Kline in studio, 1961 to, egli rifiuta la definizione alienante di “action painter”. La sua arte, che In contrasto con Kline il suo collega Sam Francis, più giovane di tredici la scultura verso la performance; dalla performance verso il cinema spe- pera. Non vi è evidenza esplicita di rappresentazione del mondo dietro si esprime per campi di colore, è definita “colorfield painting”, di ispira- anni, s’impone in un registro ricco di colori. Il suo approccio, in effetti, rimentale… I suoi amici appartengono ai movimenti pittorici più ribelli la tela. Il dripping è una tecnica, e la tecnica stessa diventa arte. Un’ar- zione spirituale e meditativa, e assorbe lo spettatore in tele monumentali: è più vicino a quello di Pollock. Come la maggior parte dei pittori degli e sovversivi del tempo. te, tuttavia, non priva d’intenti politici: anche se l’artista rivendica liber- la dimensione stessa dell’opera è necessaria all’espressione pittorica. anni Cinquanta e Sessanta, Francis può essere annoverato in diversi mo- tà e autonomia, egli è sottoposto alla necessità di costituire una “scena Altro fondatore del movimento, Willem de Kooning sviluppa una sua vimenti: astrazione lirica, espressionismo astratto, tachisme, action pain- Espressionismo tra libertà e ufficialità americana”. Le opere di Jackson Pollock vengono esibite in un periodo tecnica e diventa, insieme a Jackson Pollock, l’emblema dell’action pain- ting, colorfield painting, altrettante influenze che si ritrovano nella sua Dennis Hopper incarna perfettamente la generazione americana del do- in cui, probabilmente, è politicamente vantaggioso mostrare l’emergere ting, modellando la sua pittura a vigorosi colpi di spatola o di lama. Pu- opera senza che nessuna possa ingabbiarlo in modo esclusivo. Profonda- poguerra il cui atteggiamento disinvolto, sperimentale e conquistatore di una nuova avanguardia americana. In questa prospettiva i collezionisti re la sua gestualità comporta colature e schizzi di colore. L’opera, anche mente segnato dal colore, il suo linguaggio pittorico si definisce attraver- trova la sua degna rappresentazione nel mondo dell’arte che si apre a tut- e i mercanti americani, e in particolare il Museum of Modern Art, cerca- quando è terminata, ha quindi un sapore di incompiutezza che l’imma- so un’energia creativa che si manifesta in macchie le quali modulano lo te le possibilità. no di “salvare” l’arte europea dalla minaccia fascista, diventando i nuovi ginazione dello spettatore può intendere a proprio modo. A poco a poco spazio e la superficie. Francis è il più europeo degli artisti americani: sog- L’espressionismo astratto – rappresentato in questa mostra da Franz Kli- tutori e catalizzatori della scena artistica contemporanea. Così nel 1948, questo lavoro ambiguo affascina e s’impone a sua volta come una forma giorna infatti a lungo a Parigi tra il 1948 e il 1960, e subisce l’influenza ne, Mark Tobey, Sam Francis e, in misura minore, da Larry Rivers, il cui quando viene messo a punto il Piano Marshall, Clement Greenberg pub- di espressionismo astratto. di Matisse di cui assimila le innovazioni in materia di colore e bidimen- lavoro oscilla tra astrazione e figurazione – inventa nuove tecniche, me- blica il suo articolo epocale The Decline of Cubism, dichiarando che l’a- sionalità, che costituiscono le basi per una purificazione della forma e una scolando influenze diverse come il surrealismo (subconscio, scrittura au- vanguardia europea è divenuta ridondante. Alla luce di ciò, quindi, allor- Uno dei primissimi rappresentanti di questo movimento è Franz Kline. semplificazione del gesto. Su tele spesso di grande formato Sam Francis tomatica, dripping), l’astrazione di Wassily Kandinsky e di Arshile Gorky ché Pollock parla di “intenti contemporanei” e i critici rivendicano l’au- Pittore figurativo fino al 1949, egli abbandona poi di colpo la figurazio- prende a prestito e mescola diverse tecniche: dripping, all over, tachisme, e l’insegnamento di Hans Hofmann. tonomia dell’arte, è utile cercare una connessione tra gli obiettivi dichia- ne. Un giorno, intento a ingrandire alcuni schizzi di personaggi con un nome che fa riferimento al caso nel processo creativo: la forma è tache La nozione di espressionismo astratto nasce nel 1948, a New York, rati dal singolo artista o critico e gli intenti più ampi della società di cui proiettore ottico, scopre con interesse che un suo “disegno a pennello, di (macchia) soggetta al caso, e nasce spontaneamente. Come Pollock, Fran- nell’ambito di un circolo fondato da Willem de Kooning, Franz Kline sono costretti a far parte per sopravvivere. In questo contesto, e malgrado una poltrona a dondolo di dieci centimetri per dodici, si trasforma in gi- cis sviluppa il dipinto utilizzando lo sfondo come rivelatore dell’opera, e alcuni altri artisti, che presto attira personalità assai diverse come Ad le rivendicazioni di Pollock, i quadri diventano simboli forti di una poli- gantesche pennellate nere che fanno scomparire qualsiasi immagine, in- senza passare per la figura. Tende così a semplificare i suoi piani e realiz- Reinhardt e Jackson Pollock, in un clima fortemente ostile al formali- tica culturale espansionista. Ciò nondimeno ne nascono opere pittoriche grandite al punto da divenire entità a sé, scollegate da ogni realtà se non za un grande lavoro sul colore utilizzando anche il nero, considerato un smo. In quel dopoguerra che fa da traino al boom economico degli Sta- straordinarie, dense di colori gettati sulla tela in strati spessi di pittura. la propria”. Il cambiamento di orientamento del pittore è brusco e deci- “non-colore”. Egli spinge all’estremo la pratica di decomposizione della ti Uniti, New York diventa la capitale mondiale dell’avanguardia e, più Quanto a Rothko, benché inquadrato nel movimento espressionista astrat- sivo. Da allora egli decide di dipingere quadri costituiti da semplici tra- figura adottando una sua tecnica tipica di dissoluzione delle forme, con- in generale, dell’arte moderna, e l’espressionismo astratto è al centro del me bianche e nere che si sovrappongono urtandosi l’una con l’altra, se- servando al tempo stesso il nucleo iniziale dell’oggetto o della figura (un dibattito. L’arte simboleggia questa egemonia appena conquistata dagli guendo ritmi differenti, definendo una maniera e uno stile caratteristici. rettangolo o una banda ortogonale). Sam Francis spinge così il processo Stati Uniti e manifesta la propria autenticità, in un primo tempo, attra- I suoi quadri bianchi e neri sono ancorati alla sensibilità artistica ame- fino al completo annullamento di ogni rappresentazione. In alcune sue verso una rimessa in discussione dei canoni e degli stereotipi. Artisti co- ricana degli anni Cinquanta, benché segnati da influenze della calligra- tele questa pratica comporta una liquefazione della materia, la quale si me Pollock, Rothko e Motherwell rivendicano una totale libertà creativa: fia giapponese che egli in parte rifiuta: “Lo spazio, secondo la concezio- traduce in colature verticali di pittura, una sorta di reticolo, di ragnate- secondo Jackson Pollock gli artisti contemporanei non devono più rivol- ne orientale, è infinito – afferma infatti –, non è spazio dipinto, mentre la che collega le forme-macchie tra loro in una rete che può essere densa gersi a un soggetto esterno come fonte d’ispirazione. Egli inventa il drip- il mio lo è. La calligrafia è scrittura, e io non scrivo. A volte si pensa che o al contrario liquefatta sulla superficie della tela, operando una fusione ping e dipinge per terra, perché, come dice lui stesso: “Per terra, sono più io prenda una tela bianca e che vi dipinga un segno nero, ma non è vero. tra lo sfondo, spesso bianco, e il colore. È questo il caso, in particolare, a mio agio. Mi sento più vicino al quadro, ne faccio maggiormente parte; Dipingo il bianco così come il nero; il bianco è altrettanto importante.” dell’opera del 1956 (gouache su carta, 74,9 x 55,9 cm) presente in que- perché in questo modo posso camminarci attorno ed essere letteralmen- La posizione di Franz Kline nei confronti del gesto è ugualmente ambi- sta mostra: un olio su tela in cui si vede chiaramente la presenza di questo te dentro al quadro.” Non c’è paesaggio né contesto. “Io sono la natura!” gua. Alla maniera della gestualità liberatrice di Pollock, egli riserva gran- reticolo di colature nere e colorate, simili a fili che collegano le macchie. ci dice. La sua pittura si orchestra per ritmi puri alla maniera del jazz, de spazio all’improvvisazione. Tuttavia lavora di frequente sulla base di che egli ascolta incessantemente e che è una musica d’improvvisazione. bozzetti, riservandosi la possibilità di rimaneggiare completamente il qua- Ai margini dell’espressionismo: Mark Tobey Le grandi tele sgocciolate ed esplose di Pollock offrono allo spettatore dro; pur essendo aleatorio, il suo gesto è comunque sempre molto curato. Lontano dall’influenza newyorchese, poiché classificato come artista del l’opportunità di una riflessione interiore. La trama complessa dei colori Qui abbiamo un’opera su carta del 1950 caratteristica delle prime trame Pacifico nord-occidentale, Mark Tobey, informale fuori dalla norma, è enfatizza la superficie della tela e la stesura pittorica. L’occhio non viene in bianco e nero che l’artista adotta quasi come un marchio di fabbrica. una personalità totalmente a parte nel panorama della pittura americana 14 AmericAn DreAm 15 Mark Tobey, Sumi VII, 1957 (particolare / detail) del XX secolo. Egli inizia a dipingere nel 1920, in un periodo in cui l’arte, che lo aveva dipinto. Dopo quel soggiorno, tuttavia, mi accorsi di avere Egli vuole già abolire in arte il principio sacrosanto dell’espressione di sé. negli Stati Uniti, rimane ancorata alla figurazione. La cosiddetta “scuo- nuovi occhi; ciò che prima mi appariva di scarsa importanza ora si am- Queste superfici, e in particolare i White Paintings, vogliono essere spec- la di New York” arriverà molto più tardi, all’inizio degli anni Cinquanta. plificava, e le riflessioni non erano più basate sul mio precedente modo chi, superfici neutre pronte ad accogliere il riflesso del mondo. “Il loro Tobey appare dunque come un precursore, ancora molto legato all’in- di vedere. Osservando un grande drago dipinto con il pennello sul soffit- autore è l’oggi”, dice l’artista. fluenza europea, pur rivendicando una spiritualità orientale. Il suo lavo- to di un tempio, a Kyoto, pensai alla stessa forza ritmica di Michelangelo Il periodo dei Combines, che gli valgono fama internazionale, viene subi- ro riflette il carattere minuzioso e luminoso di una pratica che si è libe- – la rappresentazione delle forme era diversa, le nuvole vorticose che ac- to dopo, verso il 1953. Rauschenberg: Combines è la prima mostra dedicata rata del gesto per raggiungere una scrittura pittorica in cui lo spirito do- compagnavano il suo maestoso volo nella sfera celeste erano diverse, ma esclusivamente a questa fase cruciale della creazione dell’artista, che segna mina il segno, in una tradizione vicina alla calligrafia giapponese. Le sue vi era la medesima forza spirituale… ‘Lascia che la natura assuma il con- l’inizio del suo successo mondiale. Egli rivendica l’impiego dell’oggetto or- tele, spazi densi di campiture piatte e linee ripetitive, sono al tempo stes- trollo del tuo lavoro’: queste parole del mio amico Takïzaki in un primo dinario, comune: “Gli oggetti che utilizzo sono per lo più imprigionati nel- so semplici e complesse, intricate e intuitive. Le tonalità intense di mar- momento mi disorientarono, ma poi si esemplificarono nel concetto di la loro banalità ordinaria. Nessuna ricerca di rarità. A New York è impos- ti della sua arte che egli svilupperà realmente dopo il soggiorno in Cina rone e di grigio, le sottili pennellate di colore, richiamano spesso il mon- ‘lasciare libero il passaggio’. Oggi alcuni artisti parlano dell’atto del di- sibile camminare per le strade senza imbattersi in un pneumatico, una sca- e in Giappone nel 1934. L’arte e gli oggetti artigianali del mondo orien- do naturale, per lo più colto in primo piano. Esse evocano l’immagine pingere. Questo, nel migliore dei suoi significati, potrebbe comprendere tola, un cartone. Io non faccio altro che prenderli e restituirli al loro mon- tale, in effetti, lo affascinano. Egli studia la calligrafia e la pittura al pen- di un reticolo di cellule osservato al microscopio, una superficie roccio- ciò che intendeva il mio vecchio amico. Ma la preparazione principale è do.” Come indica il nome, i Combines sono opere ibride che associano alla nello praticate in Cina. E l’attenzione riservata ai dettagli, così come la sa erosa dalle intemperie, oppure le striature della corteccia di un albero. lo Stato d’Animo, e l’azione procede da esso. La Pace Interiore è un altro pratica della pittura quella del collage e dell’assemblaggio di elementi ete- concentrazione dello spirito che egli apprende, influenzano la sua opera. La pittura di Tobey ci offre una visione di una grande sensibilità e, al pa- ideale, forse lo stato ideale da ricercare nella pittura, e certamente è pro- rogenei prelevati dal reale quotidiano. Né pittura né scultura, ma le due in- Il suo lavoro acquisisce un dinamismo e una capacità di restituzione fu- ri di artisti come André Masson in Francia o lo stesso Pollock nelle sue pedeutico all’atto del dipingere.” sieme, i monumentali Combines di Rauschenberg invadono lo spazio del- gace ed espressiva delle scene di vita quotidiana, dei personaggi, della na- forme più libere, egli ci propone un’opera che si concentra sullo sviluppo Qui Tobey fa evidentemente riferimento agli artisti dell’action painting, lo spettatore e lo interpellano come veri e propri rebus visivi. Dagli uccelli tura; il suo tratto si fa più rapido, probabilmente per influenza della pra- del segno, al di là della sua interpretazione o della sua lettura. L’espres- nella quale non riconosce affatto le qualità necessarie alla creazione armo- impagliati alle bottiglie di Coca-Cola, dai giornali alle immagini di stampa, tica dell’arte calligrafica nella quale egli si esercita in Oriente. Da questo sione visiva di Tobey segue un progetto che va al di là di ogni soluzione niosa di un’opera. Egli si discosta totalmente da quel movimento, che ap- ai tessuti, alla carta da parati, a porte e finestre, l’universo intero sembra en- apprendistato nasce in Tobey la consapevolezza di un mondo sensibile. grafica o estetica e concerne una ricerca che si ricollega a problematiche pare quasi barbarico ai suoi occhi. L’espressionismo di Tobey, in effetti, con- trare nella sua arte combinatoria per associarsi alla pittura. Egli scopre la linea che si dispiega nello spazio, senza confini, che esclude filosofico-religiose, alle quali l’artista si riferisce realmente. Il suo mon- serva tracce delle aspirazioni romantiche che animano la pittura europea. Amico di John Cage, anche il suono interessa a Rauschenberg, e così nei ogni carattere di costruzione e di razionalità. Contano solo l’immagina- do è soggettivo e la sua arte è essenzialmente legata a un atteggiamento Lui e Sam Francis hanno sopportato con difficoltà il diktat statale che si suoi ultimi Combines egli sviluppa analogie tra musica e arti plastiche. rio, l’infinito dello spazio e l’energia necessaria a catturarlo. mentale che presiede alla costruzione della sua pittura, forma manifesta è abbattuto sull’arte americana del dopoguerra. La loro spontaneità, lo Vicino anche a Merce Cunningham e alla danza, alcune sue opere sono Due opere in mostra, Sumi VII e Untitled, entrambe del 1957, illustra- di una contemplazione interiore e di un’esperienza di vita. Domina nella slancio vitale della loro creazione comportavano riferimenti immateria- delle scenografie. no bene quest’arte ispirata alla calligrafia giapponese. In Oriente l’unità sua opera il concetto di unicità, in riferimento al suo credo che auspica li, perfino spirituali, che l’empirismo dei movimenti ufficiali escludeva. Ma a partire dal 1962 i dipinti di Rauschenberg cominciano a inglobare dei sensi e l’armonia dell’essere presiedono alla realizzazione dell’opera. l’unione di tutti i popoli e di tutte le religioni. Anche i viaggi, soprattut- Non è dunque un caso se Tobey decise di vivere in Europa e scelse Basi- non più solamente “objets trouvés”, ma anche immagini e fotografie tra- L’emozione, il pensiero e l’azione devono fondersi per acquisire lo stato to in Cina e in Giappone, dove trascorre parecchi mesi in un monastero lea come città del suo ultimo riposo. sferite su tela per mezzo della serigrafia. Questo procedimento gli con- d’illuminazione (satori) che permette di raggiungere la conoscenza zen. zen, conferiscono al suo lavoro un respiro particolare ben lontano dalle sente di integrare il processo di riproducibilità dell’opera e di esplorar- Tobey si è accostato a queste pratiche e, pur senza parlare di conversio- forme espressioniste della scuola di New York, segnata dall’impronta di Precursori della pop art: Robert Rauschenberg e Larry Rivers ne tutte le possibilità. I quadri sono grandi, la tecnica permette ampia li- ne, si può notare l’influenza di questo soggiorno in Giappone sulla sua un art business basato sul successo. Il raccoglimento costituisce infatti il Robert Rauschenberg adotta come punto di partenza della sua opera il bertà di creazione, il soggetto supera il concetto di opera. Utilizzando la personalità e sulla sua opera. Lo sottolinea del resto egli stesso in occa- principio fondamentale del lavoro di Tobey, e questo stato d’animo, che principio duchampiano del ready-made, motivo per cui talvolta è stato tecnica di trasferimento dell’immagine per mezzo di trementina su seta, sione di un’intervista concessa a Katherine Kuh nel 1971: “Al monaste- guida il gesto e l’azione, è molto lontano dalle inquietudini mediatiche qualificato come “neo-dada”, etichetta che condivide con il pittore Jasper Rauschenberg vi lascia affiorare la sua passione per l’immagine fotografi- ro zen mi fu dato un dipinto a inchiostro sumi su cui riflettere; si trat- coltivate dai suoi compatrioti della East Coast, i quali fanno dello spet- Johns. Rauschenberg dice di voler lavorare “nell’intervallo tra arte e vi- ca, che non lo abbandonerà mai. Le sue opere sembrano specchi in cui – tava di un grande cerchio vuoto, eseguito con il pennello. Che cosa rap- tacolo un principio della creazione. ta”. Egli interroga la differenza tra gli oggetti d’arte e gli oggetti della vita attraverso vari procedimenti di utilizzo di immagini dei giornali: trasfe- presentava? Lo guardavo ogni giorno. Indicava l’altruismo? Rappresenta- Tobey definisce il concetto fondamentale che presiede alla realizzazione quotidiana, sulla scia di Marcel Duchamp e della sua Fontaine. rimento, montaggio e collage – si riflette la storia degli Stati Uniti negli va l’Universo – nel quale avrei potuto perdere la mia identità? Forse non della sua opera attraverso una percezione particolare dello spazio: “Spazio All’inizio degli anni Cinquanta Rauschenberg comincia la sua attività ar- anni Sessanta. L’opera Ringer (1974, 179 x 94,5 cm), presente in mostra, riuscivo a cogliere l’estetica e la raffinatezza del tratto, che a un allenato multiplo, nel quale la profondità è qualcosa di più sensibile che visivo.” tistica realizzando dipinti monocromi bianchi, neri, oro e rossi, con car- appartiene a questo periodo e rientra in questo modus operandi. È un sguardo orientale avrebbe invece rivelato molto sul carattere dell’uomo Qui è la base della sua riflessione, e questo pensiero contiene i fondamen- ta di giornale incollata e dipinta che produce effetti di differenti texture. viaggio che essa ci propone: viaggio al quale aspira l’artista, che prende il 16 AmericAn DreAm 17
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