J’ai deux amours, mon pays et Paris Joséphine Baker P arigi Women-friendly di Emanuela Mastropietro Fotografiedi Anna Toscano L’autrice Emanuela Mastropietro, giornalista professionista dal 1991, vive a Parigi dal 1998. Collaboratrice del settimanale Grazia, negli ultimi quindici anni ha lavorato per i principali quotidiani e settimanali italiani, dall’Espresso al Corriere della Sera, da Avvenire a Glamour, occupandosi di turismo, moda, società e cultura. Traduttri- ce dal francese e dall’inglese, ha curato l’edizione italiana di numerose guide tu- ristiche. La fotografa Anna Toscano vive da molti anni a Venezia, dove insegna Lingua Italiana all’Uni- versità Ca’ Foscari. Giornalista per il “Sole24 Ore” e altre testate, cura iniziative cul- turali legate a letteratura e poesia. Collabora a diverse scuole di scrittura ed è edi- tor presso alcune case editrici. Varie le esperienze teatrali. Come fotografa sue fotografie sono apparse in quotidiani, riviste, manifesti. Negli ultimi 15 anni molte sono state le mostre personali, anche all’estero, e le collettive. I ndIce Mito e realtà 7 Stili di vita 11 Piccolo dizionario parigino 15 Quando andare 17 La valigia 21 Parigine celebri 23 Guida alla sopravvivenza Arrivare a Parigi 31 Muoversi a Parigi 33 Cosa vedere a Parigi 37 Tre musei must 44 Musei meno noti, ma bellissimi 47 In giro nei quartieri parigini 51 Le piazze Reali 59 I passaggi coperti 61 E l’arte contemporanea? 63 © 2013 Boid Content and Consulting Nella capitale con i più piccoli 65 www.morellinieditore.it – [email protected] Dieci hotel che piacciono alle donne 71 E se l’hotel non ti tenta… 76 ISBN: 978-88-6298-324-2 5 M Ito e realtà Mangiare nella Ville Lumiére 77 Bistrot e brassere: quale la differenza? 77 Le stelle della gastronomia 78 N on è facile parlarti di Parigi senza cadere nella trappo- Quando lo chef è donna 80 la dei luoghi comuni. Vengono in mente certi film ame- Viva i bistronomi (ma chi sono?) 81 ricani in cui uno zoom sulla Torre Eiffel e, in sottofondo, una Il mondo a tavola 84 fisarmonica che intona La vie en rose riassumono la capitale Locali di tendenza 89 francese. La tradizione, perché no? 94 Certo, la Parigi da cartolina esiste: il profumo dei croissant L’originale 95 e del pane fresco che esce dalle boulangeries la mattina, i ri- Nostalgia di casa 95 voli d’acqua che scorrono lungo i marciapiedi, i tetti d’arde- La “Street Cusine” 96 sia che scintillano al primo sole, il profilo di Notre-Dame che A merenda da sole o con le amiche 97 si staglia sulla Senna mentre un bateau-mouche scivola sul I re dei “macarons” 99 fiume e una fila di turisti è già in attesa davanti alla pirami- La miglior “baguette” di Parigi 100 de del Louvre. E i bambini dove li metto? 100 E poi, chi dice Parigi dice anche città regina dell’haute cou- Fare shopping a Parigi 103 ture, della gastronomia, del lusso. Vero, e tutto questo contri- I grandi magazzini 103 buisce a farne la prima destinazione turistica mondiale con 32 I “concept store” 106 milioni di visitatori l’anno. Un look da parigina 108 Ma ci sono molte altre buone ragioni per venirci. Parigi è Di tutto un po’ 111 curiosa: non si accontenta di un patrimonio che conta 1800 Mercati e mercatini 116 monumenti storici, ma apre i suoi 200 musei a tutte le cultu- Farsi del bene 119 re del mondo. Fuori città 123 Parigi è un laboratorio: sperimenta nuove tendenze in cu- cina, nella moda, nell’arte. Parigi ama il cinema: nelle sue 380 Sei una vera parigina? 125 sale puoi vedere il meglio della produzione mondiale. Numeri utili 126 6 7 E poi c’è una novità, non trascurabile in una guida women- sandali anche se il calendario dice che siamo in febbraio e cor- friendly come questa: per la prima volta nella sua storia, la capi- re sulla terrasse di un bistrot. tale ha un sindaco donna. E la lotta per la poltrona è stata tut- Fai come lui (ma non sei obbligata a toglierti le calze): sie- ta al femminile. Socialista, 54 anni, Anne Hidalgo ha battuto la diti in un caffè, e comincia a sfogliare la nostra guida. Che non candidata della destra, Nathalie Kosciusko-Morizet, 41. pretende certo d’essere esaustiva ma solo di proporti un pun- Ai 2 milioni e 200 mila parigini ha promesso meno traffico, to di vista, soggettivo e al femminile, su quella che resta, in bar- un’aria più pura, nuovi asili nido. Sì, perché la capitale ha il tas- ba ai cliché e con tutti i suoi difetti, una città mito. so di natalità più alto di Francia (2,02), benché il 55 per cento degli alloggi sia rappresentato da mono e bi-locali. Qui il metro quadrato vale oro: Parigi è una piccola capita- le (solo 105,4 km quadrati mentre Roma ne conta 1287,4) ma ha una densità di popolazione altissima, circa 21 mila abitan- ti per km quadrato. Questo spiega i prezzi delle case alle stelle. In generale, Pa- rigi non è una città a buon mercato. Anzi, è la più cara d’Europa e la seconda al mondo dopo Singapore. Te ne accorgi quando fai la spesa o vai al ristorante. Ormai, nei venti arrondissements (zone amministrative) in cui è divisa la capitale e che si arroto- lano intorno alla Senna come il guscio di una lumaca, i quar- tieri popolari stanno a poco a poco scomparendo. Le vecchie fabbriche diventano loft, hotel di lusso, gallerie. In compenso, la città continua a conservare il suo carattere cosmopolita: molte comunità si sono raggruppate in un quar- tiere (i cinesi a Belleville e nel XIII arrondissement, gli africani a Château-Rouge, i maghrebini a Barbès e alla Goutte d’Or, i giapponesi nel quartiere dell’Opéra…). Ma generalmente le nazionalità si mescolano per forgiare il profilo del parigino, un titolo che si guadagna sul campo e non per nascita. I turisti lo trovano scontroso e un po’ musone, ma può an- che sorprenderti con inaspettate forme di gentilezza e galan- teria. Soprattutto se un raggio di sole spezza la monotonia del cielo grigio: allora è subito di buonumore, s’infila un paio di 8 9 S tIlI dI vIta N oi italiane ci sentiamo bene a Parigi. La prova: ci sono poche zone della capitale in cui, per strada, non capi- ti di captare una conversazione nella nostra lingua. Turismo, studio, lavoro: qualunque sia la ragione del nostro soggior- no, finiamo per adattarci facilmente ai costumi della ville lu- mière. Un tale successo si spiega anche con una certa affini- tà nel modo di vivere: a tal punto che la comunità italiana non ha mai sentito il bisogno di barricarsi in un quartiere per difen- dere le proprie tradizioni come invece è successo in altre cit- tà del mondo. Tuttavia, esistono abitudini diverse dalle nostre che è bene conoscere, e regole che è meglio rispettare per evitare di urta- re la suscettibilità dei nostri interlocutori. Eccone qualcuna. – Che tu chieda un caffè in un bar, un’informazione per stra- da o in un negozio, è scortese esordire senza un “Bonjour Madame”, o “Monsieur”, seguito dal rituale “s’il vous plaît”. I parigini sono molto formali, e in una panetteria come nella boutique di lusso esigono lo stesso livello di cortesia. An- che al momento del commiato, un “merci” è di rigore e un “bonne journée” molto apprezzato. – Darsi del tu è una forma d’intimità giustificata solo da una lunga e approfondita relazione. Il “vous”, che corrisponde 10 11 al nostro lei, è la norma in tutti i luoghi pubblici e anche tra lasciarli gridare o girare fra i tavoli, pena pesanti sguardi di conoscenti che si sono già incontrati in varie occasioni. De- commiserazione. rogare alla regola può essere fonte d’imbarazzo. Prima di – La mancia non è di rigore: il servizio è già compreso nell’ad- passare a un approccio più diretto e spontaneo, aspetta dition. Ma se hai particolarmente apprezzato la prestazione che sia il tuo interlocutore a proportelo. puoi lasciare un pourboire tra il 5 e il 10% del conto. Tieni – Se sei invitata a casa di amici, non dimenticarti di chiedere presente che a Parigi i ristoranti sono spesso chiusi la do- il codice per entrare nel palazzo. Il citofono classico è poco menica e il lunedì. Se vuoi evitare di ritrovarti alle 9 di sera diffuso e sovente rimpiazzato da una scatoletta di metallo con lo stomaco vuoto è sempre meglio prenotare, e con sulla quale devi digitare numeri e lettere. Quando i cellulari un certo anticipo. non erano così diffusi, e una cabina non era nelle vicinan- – Una donna sola al tavolo di un ristorante o in un cinema ze, dimenticare il codice era un vero incubo: potevi aspet- è una situazione assolutamente normale. Perciò non far- tare delle ore davanti a una porta, sperando che qualcuno ti problemi e approfitta di un bel tavolino al sole, nessuno ne entrasse o ne uscisse. verrà a importunarti. Vivere in una metropoli come Parigi – Fare stoicamente la coda senza dare segni d’impazienza è ha il vantaggio d’assicurarti un certo anonimato. Il rovescio un’abitudine locale ben radicata. Se cerchi di barare, sarai della medaglia è la sensazione d’essere invisibile o traspa- severamente redarguita. La fila è talmente normale per un rente. Un’amica italiana, appena arrivata nella capitale, era parigino, che non fa nessuno sforzo per evitarla. Così, se ti convinta d’aver perso di colpo ogni attrattiva: “Per strada trovi per esempio in un supermercato, guardati bene in- nessuno si volta a guardarmi”. Il prezzo da pagare per una torno… Magari c’è una cassa completamente libera qual- grande libertà. che metro accanto a quella in cui si snoda un serpentone di clienti in attesa. – Al ristorante, anche il più raffinato, non stupirti se sei co- stretta a cenare su un tavolo minuscolo, gomito a gomito con altri commensali sconosciuti. Il prezzo del metro qua- drato parigino è così elevato che nessun centimetro va perduto. Sforzati solo di non spiare le conversazioni del vi- cino, comportamento mal tollerato. – Ancora al ristorante: noterai che, a cena, i bambini non sono proprio i benvenuti, tranne che nei locali destinati alle famiglie. Se non puoi farne a meno, ricorda che anche dai più pic- coli i parigini esigono una buona disciplina: impensabile 12 13 P Iccolo dIzIonarIo ParIgIno N ella guida ti imbatterai in alcuni termini o aggettivi fran- cesi che hanno bisogno di qualche spiegazione. Bobo. Il neologismo è stato coniato nel 2000 da un america- no, il giornalista David Brooks, per designare una categoria sociale post-yuppie. Contrazione di bourgeois-bohème, il (o la) bobo parigino/a è un’istituzione e si distingue a grandi li- nee per una serie di comportamenti tipici: ha un buon pote- re d’acquisto ma vota a sinistra, è un ecologista convinto e preferisce la bicicletta all’auto, mangia bio e adora il brunch, cura il suo aspetto ma detesta l’ostentazione, vive di prefe- renza in uno degli ex-quartieri popolari della città ma in un loft ristrutturato. Per strada o nei caffè, lo riconosci per i suoi capi comprati nei negozi di tendenza del Marais, i prodotti hi-tech firmati Apple, le scarpe Bensimon ai piedi. Branché. Gli inglesi direbbero trendy. A Parigi, un locale, un ri- storante, o una zona branché sono i posti dove bisogna an- dare per vedere e per essere visti. Hôtel particulier. Niente a che vedere con un albergo. Gli hôtels particuliers sono delle grandi dimore borghesi o ari- stocratiche, occupate un tempo da una sola famiglia emi- nente, che a Parigi cominciarono a moltiplicarsi dal XVII secolo, in particolare nel Marais. La città ne contava un 14 15 migliaio, oggi ne rimangono circa trecento e sono spes- Q uando andare so divenuti dei musei, come l’Hôtel Carnavalet, dedicato alla storia di Parigi, o l’Hôtel Biron, che ospita il Museo Ro- din. Ma a volte continuano a essere delle residenze private: per esempio, Carla Bruni ha continuato a vivere nell’hôtel particulier che affitta da tempo nel XVI arrondissement an- che quando suo marito Nicolas Sarkozy era presidente del- la Repubblica. Palazzo haussmaniano È il tipico condominio della Parigi del A Parigi c’è sempre qualcosa da fare. Festival, mostre, feste XIX secolo, che trovi soprattutto lungo i grandi boulevard. di quartiere, manifestazioni sportive, vernissage. Ogni Deve la nascita alla ristrutturazione della città, compiuta a anno l’agenda si arricchisce di nuovi appuntamenti. partire dal 1859, dal barone Haussmann, che impose ai pa- Per averne un’idea puoi dare un’occhiata al sito dell’Officiel lazzi delle regole severe: le facciate dovevano utilizzare gli des spectacles, la bibbia degli eventi culturali parigini (www. stessi materiali (la pietra di taglio), avere finestre delle stes- offi.fr), e selezionare la mostra che vuoi vedere o la visita gui- se dimensioni, un piano nobile con un balcone, che ricom- data a cui vuoi partecipare. pare all’ultimo piano, e un tetto d’ardesia mansardato con E poi ci sono dei rendez-vous fissi che scandiscono un po’ lucernari. Oggi, i palazzi d’epoca sono alloggi molto ricer- le stagioni. cati per il loro fascino d’antan. Il calendario delle grandi manifestazioni si apre a fine gen- Rive gauche e Rive droite. La Senna divide la città in due; a naio con il Capodanno cinese. La comunità parigina, ben radi- sud la riva sinistra (gauche), dove Parigi è nata e che è da cata a Belleville ma soprattutto nel XIII arrondissement, festeg- sempre considerata l’area intellettuale e creativa per le sue gia la nascita del nuovo anno con una sfilata molto pittoresca: università, i suoi quartieri d’artisti, le sue gallerie. A nord, la draghi di cartapesta, costumi tradizionali e musica nelle strade riva destra (droite), zona del potere (l’Eliseo) e del denaro (la offrono uno spettacolo particolarmente apprezzato dai bam- Borsa, il commercio). Ma l’opposizione non è solo geografi- bini, ma anche dai grandi. ca: due stili di vita si confrontano. Quello della Rive gauche In febbraio, Paris Face Cachée (parisfacecachee.fr) ti per- coincide con lo spirito del quartiere di Saint-Germain des mette di scoprire una Parigi abitualmente chiusa al pubblico. Il Prés: elegante e chic, ma con discrezione. Quello della Rive concetto è semplice: per 72 ore puoi vivere un’esperienza ine- droite esprime il lusso più ostentato degli Champs-Elysées dita, come visitare un ristorante esclusivo, scoprire una colle- e dell’avenue Montaigne. Ma con la trasformazione socia- zione di zoologia a lume di una torcia o vedere la città di not- le della città e la colonizzazione da parte dei bobo (vedi so- te dall’alto di un campanile, ma senza sapere prima che cosa ti pra) di quartieri un tempo molto popolari, la frontiera tra i aspetta. Scegli un tema, prenoti online e solo quando compri due stili sta diventando sempre meno netta. 16 17 il biglietto sai esattamente dove devi andare. grafia che offre il meglio della produzione internazionale. In di- Più prevedibile il grande appuntamento d’aprile, quando cembre l’anno si chiude con i celebri giochi di luce sull’avenue la capitale è invasa dai 50 mila partecipanti della maratona di des Champs-Elysées e i tipici mercatini, che annunciano il Na- Parigi (schneiderelectricparismarathon.com), una delle cinque tale parigino. Allora i bambini corrono davanti alle vetrine del- più importanti al mondo, provenienti da un centinaio di paesi. le Galéries Lafayette e del Printemps per assistere al tradiziona- I tradizionali 42,195 km del percorso attraversano i luoghi più le spettacolo di bambole e pupazzi animati. celebri della città, dall’avenue des Champs-Elysées a Bastille, da Vincennes alle Tuileries. A maggio, invece, puoi visitare i principali musei della cit- tà la sera, e il più delle volte gratuitamente, in occasione della Nuit des Musées (www.nuitdesmusees.culture.fr). Il 21 giugno, giorno della Festa della Musica, Parigi si tra- sforma in un immenso palcoscenico per ospitare centinaia di concerti nelle strade e nei locali. Da metà luglio a metà agosto, vedrai le sponde della Sen- na coprirsi d’ombrelloni e sedie sdraio per Paris-Plages: sabbia bianca come ai tropici, palme, profumo di crema solare e tan- ta musica per consolare i parigini rimasti in città. Se hai il polli- ce verde non puoi perderti, in settembre, la Fête des Jardins, durante la quale i giardini più segreti di Parigi aprono le porte per un intero week-end regalando effluvi e colori di fine estate. L’arrivo dell’autunno è salutato il primo week-end d’otto- bre con la Nuit Blanche (nuitblanche.paris.fr) che propone mostre, manifestazioni, concerti e molto altro dal tramonto all’alba e, nel week-end successivo, con la Festa delle Ven- demmie di Montmartre, dove l’ultima vigna parigina ai piedi del Sacré-Coeur produce ogni anno 1500 bottiglie. Il mese si chiude in bellezza con la Fiac (www.fiac.com), la fiera d’arte contemporanea che fa il punto sulla creazione arti- stica mondiale. In novembre, quando riappare la grande ruo- ta panoramica in piazza de la Concorde, Parigi inaugura Paris Photo (www.parisphoto.com), rendez-vous dedicato alla foto- 18 19
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