Aldo Schiavone Ius L’invenzione del diritto in Occidente Nuova edizione Prefazione alla nuova edizione Dodici anni dopo la prima pubblicazione, ripropongo ai lettori una nuova versione di questo libro, ormai introvabile almeno in italiano. Non mi sarei deciso a farlo se nel lungo intervallo non mi fossi dedicato con sempre maggiore convinzione e impegno all’idea di un’edizione mai finora realizzata degli Scriptores iuris Romani, con l’obiettivo di restituire dopo due millenni a quei giuristi – insieme cosí lontani e cosí vicini – la loro autentica figura di autori antichi, e di consentire a noi stessi di aver chiari finalmente i contesti culturali della prima, e decisiva, elaborazione giuridica dell’Occidente. Questo programma, dopo una fase di sperimentazione condotta presso l’Istituto italiano di scienze umane, è poi diventato un progetto di ricerca approvato nel 2015 dall’European Research Council, e i suoi primi risultati appariranno nel giro di pochi mesi. Mi è sembrato perciò che avesse senso ripresentare per l’occasione il lavoro che aveva costituito la cornice e il punto di riferimento di un percorso tuttora in pieno sviluppo. In questo modo, Ius, che avevo sempre considerato una conclusione e un congedo, diventa invece un punto di partenza, e una speranza. La vita – come la storia – riserva spesso di questi improvvisi cambi di prospettiva. L’impianto narrativo e il quadro complessivo delle ricostruzioni è rimasto qual era: ma sono intervenuto quasi su ogni pagina, per migliorare (mi auguro) l’efficacia dello stile e la chiarezza del racconto. In qualche tratto la revisione è stata piú profonda – come nei capitoli IV, XII, XIII, XVI – con aggiunte e trasformazioni che toccano la sostanza interpretativa del discorso. In alcuni casi, ho tenuto anche conto delle osservazioni che mi erano state mosse, sia in riferimento all’edizione italiana, sia a quelle francese, americana e spagnola – ma ho cercato di farlo conservando il piú possibile la stesura originale: le carte in tavola erano date, e non mi è sembrato di doverle sovvertire. Ho anche aggiornato sobriamente le indicazioni bibliografiche, che non sono mai state un repertorio; piuttosto una dichiarazione dei miei debiti e delle mie preferenze di lettura; e ho riparato a qualche omissione e a piú d’una svista. In questo lavoro di revisione Valerio Marotta, Fara Nasti ed Emanuele Stolfi mi hanno dato un aiuto prezioso: a loro va la mia gratitudine piú affettuosa. E naturalmente, un grazie sentito all’Editore – persone in carne e ossa: Ernesto Franco, Walter Barberis, Carlo Bonadies – vicino e attento come sempre. Dedico ad Andrea, Emanuele, Fara, Oliviero, Valerio, con riconoscenza. A. S. Roma, marzo 2017. Prefazione Questo libro conclude per me un quarantennio di ricerche sulla storia del pensiero giuridico romano: una fedeltà risalente sin alla laurea con Antonio Guarino, da cui tutto ebbe inizio, e poi proseguita negli anni fiorentini, resi possibili da Gian Gualberto Archi. Scrivendo, ho provato a combinare due modelli: il saggio d’interpretazione che punta dritto al suo obiettivo, e il paziente resoconto di un ampio scavo, senza altro scopo se non di presentare quel che si è trovato. Il doppio registro è stato imposto dall’intelaiatura stessa della ricerca, che è quella di un’indagine genealogica – e dunque di una combinazione intrinseca tra microscopia testuale e colpo d’occhio su grandi trame di fatti e di concetti – sviluppata intorno a un carattere costitutivo dell’Occidente: il suo diritto. Ma oso sperare che le conseguenti oscillazioni narrative non abbiano nuociuto alla compattezza del racconto, mantenuto pur sempre nei limiti di un unico, lungo ragionamento destinato a far emergere la «trafila complessa della provenienza» in ordine al nostro oggetto, coperta dall’ombra di una tradizione che non smette di nasconderne ostinatamente la traccia. La prospettiva seguita ha comportato inevitabili sacrifici di visuale: aggravati dal campo lungo dell’esposizione, che attraversa epoche e contesti diversi, nel trasformarsi degli sfondi, dei protagonisti, delle idee. E spiega anche alcuni apparenti squilibri: primo fra tutti, lo spazio dato alla ricostruzione dei quadri arcaici e repubblicani (per noi molto meno documentati, ma storicamente decisivi) rispetto al pensiero giuridico della matura romanità (di cui possediamo testimonianze ben piú ricche); e all’interno di quest’ultimo, l’attenzione a una sola linea – qualla che va da Labeone a Pomponio a Ulpiano – fra le molte esistenti, con l’inevitabile collocazione ai margini della scena di figure pur di assoluto rilievo come Giuliano, Papiniano, Paolo, che qui compaiono solo di scorcio, sebbene in modo abbastanza definito. Ho cercato semplicemente di riannodare un filo: mi auguro di qualche utilità, e tale da poter essere in seguito ripreso e irrobustito da altri. Invecchiando, amo sempre di meno i manifesti metodologici: ciascuno, inoltrandosi nella lettura, potrà rendersi conto dei criteri che mi hanno guidato La storiografia giuridica è un esercizio difficile, e richiede, insieme a una continua sorveglianza teorica, di integrare apparati interpretativi che non siamo abituati a tenere uniti. Non è mio compito giudicare se ci sono riuscito. Per comporre il disegno ho utilizzato variamente, e in misura diversa, una serie di miei lavori precedenti: nella stesura definitiva tuttavia nulla è stato riportato com’era; e ogni cosa risulta rielaborata, rivista, dovunque con cambiamenti sostanziali. Sono in debito, per fortuna, di molti ringraziamenti. Intanto a chi mi ha generosamente consentito preziosi soggiorni di studio fuori d’Italia, durante i quali il libro è stato concepito, impostato e in parte realizzato: Glen Bowersock, per il tempo trascorso a Princeton, all’Institute for Advanced Study: un luogo che la sua presenza mi rende ormai familiare; Laurant Mayali, per i mesi alla Robbins Collection dell’Università di California, Berkeley; Jacques Revel, Maurice Aymard, Yan Thomas e Jean Andreau per i soggiorni parigini presso l’EHESS. Poi a Cristina Giachi, Valerio Marotta, Emanuele Stolfi, che insieme a Dario Mantovani hanno accettato di discutere con me una prima versione del testo in due densissime giornate del dicembre 2002, sommergendomi di rilievi e di osservazioni, di cui non sono riuscito a tener conto come avrei voluto. I primi tre mi hanno poi aiutato in modo determinante nella revisione finale, in particolare delle note. Insieme a loro, un grazie anche alla giovanissima Francesca Tamburi, che voglio credere ne seguirà presto l’esempio. Una parte dei capitoli primo, secondo e settimo è stata l’oggetto di un seminario tenuto presso il Dipartimento di scienze storiche e giuridiche dell’Università di Reggio Calabria, nel dicembre 2004: un’occasione offertami dalla disponibilità di Francesco Amarelli e di Felice Costabile, e, con loro, di Giuliano Crifò, Giovanni Negri, Nicola Palazzolo e degli altri intervenuti. Mario Citroni mi ha piú volte prestato soccorso con la sua competenza filologica. Corrado Vivanti ha letto i primi capitoli, con la consueta sagacia e finezza. Entrambi mi hanno evitato molti errori. Frequenti conversazioni con Sabino Cassese, Paolo Grossi, Natalino Irti, Pietro Rescigno, Yan Thomas sono state preziose per districarmi fra le tendenze e gli orientamenti degli studi giuridici contemporanei. La pazienza degli amici dell’Einaudi non ha avuto limiti, nel venirmi incontro. E infine una parola per le collaboratrici dell’Istituto Italiano di Scienze Umane, che mi hanno sostenuto in ogni modo, consentendo miracolosamente di moltiplicare le ore delle mie giornate. A. S. Firenze, luglio 2005. Elenco delle abbreviazioni AARC «Atti dell’Accademia romanistica Costantiniana» AES «Archives Européennes de Sociologie» AFLC «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari» AHDE «Anuario de historia del derecho español» ANRW Aufstieg und Niedergang der römischen Welt. Geschichte und Kultur Roms im Spiegel der neueren Forschung, edd. H. Temporini e W. Haase, Berlin - New York 1972 sgg. Annales «Annales (Économies, Sociétés, Civilisations)» (ESC) ASNP «Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa (Classe di Lettere e Filosofia)» AUPA «Annali del seminario giuridico dell’università di Palermo» BIDR «Bullettino dell’Istituto di diritto romano» BREMER F. P. BREMER, Iurisprudentiae antehadrianae quae supersunt, Lipsiae 1896-1901, rist. 1985 I, II.1, II.2 CAF T. KOCK ed., Comicorum Atticorum Fragmenta, Leipzig 1880 C&M «Classica et mediaevalia: revue danoise de philologie et d’histoire» CI Codex Iustinianus, rec. P. Krüger, Berolini 1877 (ed. maior); Corpus iuris civilis, II14, ed. P. Krüger, Berlin 1967 CIL Corpus Inscriptionum Latinarum, Berlin 1863 sgg. Class. Rev. «The Classical Review» CLJ «The Cambridge Law Journal» Cod. Cair. L. KOENEN (a cura di), De Cairo Codex of Menander (P. Cair. J. 43227), University of London, 1977 Coll. Collatio Legum Mosaicarum et Romanarum, in FIRA, II, pp. 540-89 CQ «Classical Quarterly» CTh. Codex Theodosianus (Theodosiani libri XVI cum Constitutionibus Sirmondianis et Leges Novellae ad Theodosianum pertinentes), edd. Th. Mommsen e P. M. Meyer, I/1-2, II, editio secunda, Berolini 1954 D. Digesta Iustiniani Augusti, recognovit Th. 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Elenco cronologico con una introduzione publicae sull’attività legislativa dei comizi romani, Milano 1912, rist. 1990 Legge di A. SCHIAVONE, Legge di natura o convenzione sociale? Aristotele, Cicerone, Ulpiano natura sulla schiavitú-merce, in M. MOGGI e G. CORDIANO (a cura di), Schiavi e dipendenti nell’ambito dell’‘oikos’ e della ‘familia’, Pisa 1997, pp. 173 sgg. Linee A. SCHIAVONE, Linee di storia del pensiero giuridico romano, Torino 1994 Logiche ID., Studi sulle logiche dei giuristi romani. Nova negotia e transactio da Labeone a Ulpiano, Napoli 1971 LQR «The Law Quarterly Review» MEFRA «Mélanges de l’École Française de Rome. Antiquité» Opus «Opus: rivista internazionale per la storia economica e sociale dell’antichità» ORF E. MALCOVATI, Oratorum Romanorum Fragmenta Liberae Rei Publicae, I-II, Torino 1976-794 Origini A. SCHIAVONE, Alle origini del diritto borghese. Hegel contro Savigny, Roma-Bari 1984 Pal. O. LENEL, Palingenesia Iuris Civilis, I-II, Lipsiae 1889, rist. 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