— 7_,7rfì__,__—v———— \ le . ; CZÌ’ZGHÎZÌ’ZÉ Italiano di Luca Serianni con la collaborazione di Alberto Castelvecchi Glossario di Giuseppe Patota GARZANTI galre zant.me Italiano Garzanti EdizioneacuradelleRedazioniGarzanti Primaedizione:settembre1997 Ristampa:maggio2003 ISBN88-11-50488-0 ©1988,UnioneTipografico-EditriceTorinese corsoRaffaello,28- 10125Torino @1997,GarzantiEditoreS.p.a. @2000,GarzantiLibriS.p.a.,Milano sulicenzadell’UnioneTipografico-EditriceTorinese www.garzantilibrijt Presentazione L’ideache avevaispirato lacompilazione di questa Grammatica italiana (uscitaperlaprimavoltapressolaUTET)erastataquelladiconciliareil necessario rigore scientifico con un’esposizione il più possibile chiara e piana, accessibile al lettore italiano che avesse compiuto o stesse com- piendo, studi medi superiori e al lettore straniero che volesse perfezio- narsi nellostudio dellanostralingua. L’ambizione erastataquella di ap- prontare per l’italiano uno strumento analogo, anche se di scala più ri- dotta, al repertorio grammaticale allestito per il francese da Maurice Grevisse, apparsonel lontano 1936e piùvolteriedito. Nonspetta agli autoridirese efino ache punto ipropositi dipartenzasi siano tradotti in realtà. Sta di fatto che le precedenti edizioni di questa Grammaticahannoottenutounlusinghieroconsensodipubblico, alpun- to dasuggerire oraunanuovaversione,nellafortunataserie delle “Gar- zantine”. Questaedizioneriproponeiltestooriginale, arricchendolocon un Glossario (diGiuseppePatota),nelqualesonoinseriticirca 130Dub- bi linguistici (scelti da Luca Serianni tra quelli in cui tutti ci imbattiamo più spesso). Il Glossario si può consultare non solo per risalire al testo, maanchecome unprontuario grammaticale ordinato alfabeticamente a cuiricorrereognivoltachesivuoleottenereun’informazioneorisolvere un dubbiosull’italianointempirapidie informafacilitata. Parlaredi«italiano» senzaaltraspecificazionepuòrisultare astrattodo- po che tanti studi hanno insistito sulla coesistenza di più lingue paralle- le (italianoparlato escritto; italiano dellacomunicazione formaleedel- la conversazione quotidiana; italiani regionali; italiani settoriali e così via). Ma non va dimenticato che ciò che unifica le varie modalità d’ita- lianoèmoltopiùforte,consistente esignificativo diciòche le distingue. Le strutture fondamentali rimangono le stesse, quale che sia il livello o l’ambito di lingua: forme come *i cane, *nasce', *vorrei che tu seipiù educato per«sia» o «fossi» sono tutte a-grammaticali, cioè non-italiane: anche se la prima esiste solo virtualmente o in esecuzioni deficitarie (bambiniostranieriinfasielementaridiapprendimento),lasecondaha avutocorsonell’italianoanticoelaterzapotrebberitrovarsinellalingua dei semicolti. Inoltre, i due poli fondamentali della comunicazione linguistica: scritto (formale) /orale (informale) si influenzano continuamente: ora è la lin- gua scritta che arieggia i modi del parlato, con la sua caratteristicaman- canza diprogrammazione, le sue ridondanze, le sueesitazioni (sipensia tanta narrativa contemporanea, ma anche al dialogo deiPromessiSposi odelteatro diPirandello);ora—epiù spessodiquantosicreda—èilpar- Presentazione V1 lato quotidianoche simodellapiùomenoconsapevolmentesullalingua scritta, attratto dalmaggiorprestigio di cui quellaèportatrice. Sia a livello scritto sia alivelloparlato operano diversifattori di variabi- lità. Due, in particolare, interessano il grammatico. In primo luogo la compresenza—in italiano come in qualsiasi altralinguaviva—dipiùva- rietà diafasiche, ossia condizionate dalla diversa situazione comunicati- va: loro in luogo di gli sarà appropriato in uno scritto ufficiale o argo- mentativo («L’Ufficio prenderà contatto con i singoli richiedenti e co- municherà loro l’ammontare del versamento»), ma risulterebbe affetta- tonelparlarequotidiano («Sono uscitacon i bambinipercomprareloro ijeans»). L’altro elemento di variazione è il portato di una lunga tradi- zionegrammaticalerigorosamentenormativachehacontrastatoalungo forme e costrutti, talvolta soccombendo di fronte alla forza travolgente dell’uso,talaltrarelegandoiveriopresunti «barbarismi»inunaspeciedi limboeriuscendoaeliminarlidailivellipiùsorvegliati. Così,nessunoog— gi si sforzerebbe di evitaresuicidarsiper ‘uccidersi’, fino a qualche tem- po fa considerato errore per il doppio riflessivo (non ci si può uccidere due volte!): l’uso ha imposto questa forma non per un capriccio impre- vedibile,maperchéil latinosui‘disé’,inglobatonelfrancesesuicidé (da cuil’italianosuicidaeilverbosuicidarsi) èrisultatoopaco allacoscienza linguistica dei parlanti, che hanno nuovamente “riflessivizzato” il verbo conilconsuetopronomepersonale. Ciònonvuoldireche,soprattuttoin settori circoscritti, un uso giudicato preferibile ad altri non possa essere imposto dall’alto, vale a dire dalle fonti di lingua più prestigiose 0 auto- revoli (gliinsegnanti,nellalorocapillareoperadieducazionelinguistica; il modello ufficiale, imposto dall’amministrazione o dalla grande indu- stria;gliscrittori;esoprattuttol’usodeigiornalie dialtrimezzidicomu- nicazione dimassa): la formacolluttorio, conuna tdi troppo, molto fre- quente qualche anno fa, sta oggi soccombendo di fronte al correttocol- lutorio,cheèstatoaccoltodalledittefarmaceuticheedallapubblicità. In altri casi, l’alternativa è tra due forme entrambe legittime e accettabili: può essere utile, allora, verificare letendenzelinguistiche in attoperse- condarle ed eliminare un inutile doppione. Oggi una verificadelgenere è resa possibile dalla diffusione dell’informatica, che ci consente di do- minareconfacilità unamole impressionante di dati: da uncompactdisc chearchiviatuttiinumeridel «CorrieredellaSera» del1995possiamori- cavare, ad esempio,cheillatineggiantefamiliarestasoppiantandoquasi completamente il popolarefamigliare (1004 esempi contro 39). Si può ipotizzare che, tra qualche anno,famigliare sia avvertita addirittura co- meunaformascorretta,subiscacioèlastessasortepatitadaformecome quistioneo ofiîciale,che un secolo facoesistevano accanto aquestione e ufiiciale,mache oggi qualsiasi insegnantecorreggerebbe nelcompitodi unsuoscolaro. Il confine giusto-sbagliato può essere segnato con sicurezza solo per le formea—grammaticali(comeil *nascécheabbiamogiàcitato). Neglialtri casi, compito del grammatico è quello di suggerire una scelta, offrendo VII Presentazione all’attenzione del lettore gli elementi digiudizioutili. Prima ditutto, l’u- sooggiprevalente(«L’usofaleggequalunquesiasi,quandosiauniversa- le ecomune agliscrittori e alpopolo» scrivevanel Settecento il linguista Melchiorre Cesarotti); poi l’accordo con la tradizione letteraria e con quella grammaticale e lessicografica, che hanno contato molto per una linguacomelanostra,chepertantisecolièstataprevalentementescritta; infine,levarie ragioniche, divoltainvolta, possonorafforzare lanorma (dalrispettodell’etimologia, all’esigenzadichiarezzacomunicativa). Il modello d’italiano che è alla base della nostra trattazione è l’italiano comune: quello che chiunque scrive (0 dovrebbe, o vorrebbe scrivere) e cheènonsoloscrittomaancheparlatodallepersonecolteincircostanze nontroppoinformali.Perillustrarnelecaratteristichesiamoricorsiinmi— sura minima a esempi inventati (e solo per frasi elementari: «I bambini dormono»),attingendoampiamenteall’italianoscrittonellasuaaccezio- nepiùlarga. Quindinonsoloall’italianoletterariootto—novecentescoche pure—anche per la grande varietà dimodi e di toni—costituisce la base documentariafondamentale;maatuttelealtrecomponentiincuisiarti- colalaculturascrittamodernaecontemporanea: dallaprosaargomenta— tiva e scientifica al linguaggio giornalistico, a quello della codificazione legislativa o della devozione, senza trascurare settori marginali che han- no o hanno avuto larga circolazione nella comunità dei parlanti, come i libretti d’opera e la musica leggera. Molti esempi appartengono alla no- stra epoca, ma non ci siamo preclusi riferimenti al passato: non solo per illustrareistitutilinguisticiarcaici,maanchepermostrarelacontinuitàdi moltifenomeni grammaticali dell’italiano diDante 0 di Machiavelli con l’italianocontemporaneo. L’ottica da noi adottata ha1nsomma il suo fuoco nell’italiano dei nostri giorni, maè attenta arintracciarvi ilportato dei tanti secoli di storia che ne hanno segnato lafisionomia. In questo quadro nonhatrovato spazio -edèun’assenzadolorosamapurnecessarianell’economiadellavoro— uncapitolosullaprosodia;nonabbiamoperòvolutosacrificare,inàmbi- to fonetico, un altro tema strettamente inerente al parlato: le pronunce regionali. L’impatto descrittivo e il sistema terminologico sono sostanzialmente quellitradizionali. Noncisiamonascostiilimitichenascono dall’utilizza- zionedicategoriecome«complemento»ocomeverbo«transitivo-intran- sitivo»; tuttavia il nostro intento non era quello di teorizzare una nuova classificazione grammaticale, ma quello empirico (vorremmo dire: sana— mente empirico), di descrivere più compiutamente di quel che si fosse fattofinorailfunzionamentodellalinguanazionale. Inoltre,l’abbandono dellatenninologiaconsolidata avrebbecomportato ilparallelo abbando- no di quellettorecoltononspecialista alquale soprattutto abbiamointe- so rivolgerci: è un lettore che immaginiamo sufficientemente a suo agio connozionicome«soggetto» o «verboservile»,manonaltrettantodispo- sto a incamminarsi per la selva —intricata, se non sempre oscura — delle «espansioni», degli «operatori»,della «coreferenzialità». Presentazione VIII Un paio di precisazioni di carattere pratico. Nelle citazioni di autori se- gnalate solo dal nome dello scrittore, s’intendeche il passo è stato attin- to dal Grande dizionario della lingua italiana fondato da Salvatore Bat- taglia (GDLI;Torino, UTET, 1961 ss.);illettorechevogliarintracciarlo potràconsultare quel dizionariosottounadelleformepresentinelpasso citato (normalmente quella che la citazione si propone di illustrare): ad esempio,ilverso «ciòcheiprischi Sueviei Retiavieno» (Tasso),addot- to per documentare una variante arcaica del verbo avere, si troverà ap- puntoallavoceavere (GDLI,I874). Lecitazionirispettanografiaepun- teggiatura degli originali, ma adeguano al contesto o uniformano l’uso della maiuscolainiziale e gli eventuali corsivi evirgolette interne al pas- eo. Nelleparole latinelaquantitàèindicata, salvocontrario awiso, sulla vocale accentata (quindi SALÙBER si legge «salùber» e CÒLUBER «còlu- :er») e per indicare la base di una parola italiana si dà la forma dell’ac- cusativo,cheèilcasodacuidiscendelagrandemaggioranzadelleforme italianeeromanze. Lacompilazionedellevariesezionidellavorovadistintacomesegue:aLucaSerianni sidevono i capitoliI («Fonologia egrafematica»), IV («Articoli»), VI(«Numerali»), VII («Pronomi»), X(«Interiezioni»), Xl(«Verbi»), XIII («Sintassidellaproposizio- ne»),XIV(«Sintassidelperiodo»),XV(«Formazionedelleparole») elarevisionege- nerale;adAlbertoCastelvecchiicapitoliII(«Analisilogicaegrammaticale»),III(«No- mi»), V(«Aggettivi»), VIII(«Preposizioni»),IX(«Congiunzioni»), XII(«Avverbi»). A GiuseppePatotasideveilGlossariofinale.All’internodiquest’ultimo, ilemmidedi- catiaiDubbilinguistici(riconoscibiliperchéracchiusientroriquadri)sonodiLucaSe- nanm. IX Presentazione Trascrizionifonematiche volta trascrizioni fonetiche semplificate, entro parentesi quadre (cfr. 1.2.6). L’ac- Latabellachesegueindicaisimbolifone- cento è contrassegnato da un apice che tici (secondo ilsistemadell’Associazione precede la sillabatonica:portò lport’to/. FoneticaInternazionale) utilizzatinelte- Ilsegno:(presentedinormasoloinparo- sto. Accanto a trascrizioni fonematiche, le straniere) indica che la vocale prece- poste entro sbarrette, si adoperano tal- denteèlunga. Fonemidell’italiano /g/ gara /’gara/ ghiotto /’gjotto/ VOCALI /ts/ zappa /’tsappa/ /dz/ zaino /’dzaino/ /a/ pane l’pane/ /tj/ cena /'tj'ena/ /e/ verde /'verde/ ciao /’tIaol /5/ letto /'lctto/ /d3l gente l'd3ente/ lil vino /'vinol gioco /'dsoko/ lol monte /'monte/ /f/ fine /’fine/ lol corpo /'korpol /v/ vero /'vero/ /u/ luna /'luna/ /s/ stella /'stella/ /z/ sdraio . /'zdrajo/ SEMICONSONANTI /j‘/ scimmia /'Iimmja/ sciocco /’Iokkol /j/ ieri l’jcri/ /r/ re /re/ /w/ fuori l’fwori/ /l/ lana /'lana/ /A/ gli /’Ai/ CONSONANTI figlio /’fiMo/ /p/ porta l'portal /b/ barca /'barkal Fonemidilinguestraniere /m/ mamma /'mamma/ /t/ torre /'torre/ /A/ ingl.’ but /bAtl /d/ dare l'dare/ /9/ fr. fenétre /f9'netRl /n/ notte /’notte/ /y/ fr. lune /lan /_n/ gnocchi /'_nokkil /5/ fr. jour /3uRl /k/ cane /’kane/ /9/ ingl. thief /6i:f/ chiesa /'kjcza/ /13/ ingl. sing /sin/ questo /'kwesto/ /R/ fr. rire /RiRl Altrisimboli > Indicailpassaggio dauna base latina radi ma(poeta—poeti;leggere—leg- (0 germanica, araba, ecc.) al corri- gerò . spondente esito dell’italiano o di * Anteposto a una parola stampata in un’altra lingua romanza; per es.: lat. MAIUSCOLETO indica che si tratta di NÒVUM>it.nuovo.Ilprocessoinverso una base etimologica non attestata, si rappresentacolsegno<; peres.: it. masoloricostruitadaglistudiosi(per nuovo<lat.NÒVUM. es.:lat.volgare*PASSARE>it.passare). _» Indica un processo di derivazione Davanti a unaopiùparolestampate all’interno della stessa lingua (bello incorsivonecontrasse nailcarattere _» bellezza) 0 il rapporto fra due dinongrammaticalità peres. *ioan- formeappartenentiaunostessopa— da, *conegli).
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