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Italia in frantumi PDF

212 Pages·2006·8.94 MB·Italian
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LUCIANO GALLINO ITALIA IN FRANTUMI € Euitori Laterza 00029534 LILLA, Flessibilità, modernizzazione dell’industria e del sistema educativo, riforma di tasse e pensioni, globalizzazione. Tradotte, vogliono dire precarietà, crisi dell'economia e del made in Italy, crisi della ricerca e rischio di precarizzazione dell’istruzione superiore, estensione delle disuguaglianze su scala planetaria. Negli articoli raccolti in questo volume sfilano i frammenti di un quadro nazionale (e non solo) fatto di incertezze piccole e grandi, domande a cui ancora nessuno ha potuto o voluto trovare risposta. Sotto lo sguardo indagatore, caustico e tagliente del più brillante sociologo italiano, si ricompone il puzzle di un'Italia destrutturata e in piena crisi. This book is to be returned on or before the last date stamped below. LIBREX na Di Luciano Gallino nelle nostre edizioni: Il costo umano della flessibilità Globalizzazione e disuguaglianze Ha inoltre curato: Disuguaglianze ed equità in Europa Luciano Gallino Italia in frantumi Bedi Laterza © 2006, Gius. Laterza & Figli Prima edizione gennaio 2006 Seconda edizione febbraio 2006 Proprietà letteraria riservata Gius. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari Finito di stampare nel febbraio 2006 Poligrafico Dehoniano - Stabilimento di Bari per conto della Gius. Laterza & Figli Spa ISBN 88-420-7834-4 Indice Introduzione VII Il lavoro in frantumi 3 Diario postumo di un flessibile, p. 3 - Una riforma che av- vicina l’Italia al terzo mondo, p. 7 - Chi vuole spegnere la voce del sindacato, p. 9 - La vittoria del sommerso, p. 13 - Cassintegrato offresi, p. 17 - Tutti in umeri del lavoro, p. 19- Sos lavoro nero, p. 22 - Lavoro in frantumi — conflitti in au- mento, p. 25 - Articolo 18, perché votare sì, p. 28 - L’occu- pazione usa e getta, p. 31 - Se per combattere la crisi si au- mentassero i salari, p. 34 - Una vita peggiore, p. 37 - Il la- voro atipico che fa male alle aziende, p. 40 - Lavoro, pro- fitti e produttività, p. 43 - Il realismo ha sconfitto l’ideolo- gia: tre anni persi su un falso problema, p. 45 - Nuovo la- voro, problemi di sempre, p. 47 - Le donne precarie, p. 49 L'industria in declino e il caso Fiat 55 L'effetto domino della crisi Fiat, p. 53 - La tragedia dell’au- to nazionale, p. 55 - Il ritorno all’automobile, p. 59 - Da operai a «esuberi», p. 62 - Tutti i rischi di una divisione, p. 64 - Scene da anni ’60, p. 66 - Una speranza per cento- mila, p. 69 - La storia si ripete, p. 71 - La parabola dell’ac- ciaio, p. 74 - Ma la scommessa è l’innovazione, p. 78 - Il de- clino industriale dell’Italia senza imprese, p. 80 - Tre pro- poste contro il declino, p. 83 - Azienda Italia in vendita, p. 87 - Competitività: le responsabilità delle imprese, p. 89 Nuove sfide a scuola e università 93 Quella scelta al buio tra scuola e lavoro, p. 93 - La logica dello «spoils system» e il giuramento dei professori, p. 96 - Un ricatto sulle università, p. 100 - Docenti precari a vita, p. 103 - L’università sfidata dalla Rete, p. 107 - La storia nel- la Rete, p. 110 - Fu l’anno di Marcuse, p. 114 - Pierre Bour- dieu, sociologo contro, p. 117 Bilanci di famiglia 121 Pensioni libere, strada difficile, p. 121 - Le variabili nasco- ste del dibattito sulle pensioni, p. 123 - Riforma delle pen- sioni: un dizionario minimo per orientarsi, p. 126 - Effetto ca- rovita: il peso delle statistiche, p. 131 - Il paniere imperfet- to, p. 135 - Ma le famiglie non sono tutte uguali, p. 138 - Fa- re come Bush: meno tasse per le famiglie ricche, p. 140 - Chi pagherà per l'equazione impossibile, p. 143 - Finita l'era delle sicurezze, p. 145 - Se scompare il week end, p. 148 - Nessuno tocchi le ferie, p. 151 - Lo scandalo del paese sem- pre più povero, p. 154 La povertà della globalizzazione Lod Quei poveri alle porte dell'Occidente, p. 157 - Le forze invi- sibili dietro l’immigrazione, p. 161 - L'altro mondo escluso dalla Rete, p. 164 - Com'è vulnerabile il mondo globalizza- to, p. 168 - La lunga marcia dell’impresa irresponsabile, p. 171 - Azionisti in trappola, p. 176 - Un patto tra lavora- tori e no-global, p. 179 - Nessuno risponde di nulla nell’e- conomia globale, p. 183 - Più dazi o più diritti per com- merciare con la Cina?, p. 185 Introduzione I due temi principali trattati in questo volume sono la degra- dante frammentazione in corso dei rapporti di lavoro, e la ir- responsabilità della globalizzazione. Tra l’uno e l’altro com- paiono temi diversi: il declino industriale, le sofferenze dei bi- lanci familiari, il rischio di precarizzazione dell’istruzione su- periore. Ma questi possono venire considerati come maglie intermedie della catena che collega la produzione di globalità alla frammentazione dei rapporti di lavoro. In questa Intro- duzione mi soffermerò soprattutto sui due capi della catena. Il rapporto tra la persona che si presta a lavorare in cam- bio d’una retribuzione, e il singolo imprenditore o l’organiz- zazione che quella prestazione vuole utilizzare retribuendo- la, prende solitamente forma d’un contratto. Esso può risul- tare interamente esplicito o in parte implicito, ossia scritto specificando tutti gli elementi della prestazione oppure solo quelli essenziali. Tra questi rientrano di solito il contenuto del lavoro, il luogo in cui dovrà svolgersi, l'orario, l’ammon- tare della retribuzione, e soprattutto la durata del periodo in cui la persona deve considerarsi impegnata a rendere giorno per giorno quella data prestazione. Al momento del contrat- to si stabilisce se la sua durata è determinata oppure indeter- minata. Senza che nessuno in genere si immagini, nel secon- do caso, di venire assunto per l’eternità. Ora accade che da diversi anni nella maggior parte delle regioni italiane due terzi, in media, di coloro che cercano un lavoro alle dipendenze di un'impresa o di un ente della pub- blica amministrazione lo trovano soltanto se accettano un VI contratto che non soltanto è di durata determinata, ma è so- vente di durata breve, da pochi giorni ad alcuni mesi. Sono giovani in cerca di prima occupazione, in prevalenza, ma an- che persone che vorrebbero trovare un lavoro dopo aver per- duto il precedente. Tranne una minoranza che non ha pro- blemi perché è in possesso di una qualificazione professio- nale che al momento ha un mercato favorevole — talora illu- dendosi che il favore del mercato duri lustri o decenni —, nes- suno gradisce i contratti di pochi mesi o meno. Ma viene lo- ro spiegato che la globalizzazione, e le sfide alla competitività che da essa provengono, esigono lavoratori flessibili, nel sen- so che debbono sapersi adattare alle esigenze delle imprese e dei loro mercati. Questi sono diventati imprevedibili: dun- que le imprese debbono essere poste in condizione di preve- dere con certezza che se la domanda sale esse possono assu- mere lavoratori senza paventare di doverli poi tenere a lun- go sul libro paga, mentre se la medesima scende sono auto- rizzate a mandarli a casa nel giro di giorni o settimane. È que- sta la preminente funzione economica dei contratti di dura- ta determinata, in special modo di quelli di durata breve o brevissima. I nomi delle varie tipologie di contratto esistenti in questo ambito potrebbero ormai dare corpo a un lessico nazionale del cosiddetto lavoro flessibile, che sotto forma di flessibilità della prestazione esiste anche nel quadro dei contratti di du- rata indeterminata, e però nei fatti, nonché nella percezione di chi cerca lavoro visitando le agenzie per l’impiego, o in- viando curricula vitae a raffica, si è venuto identificando con l'occupazione instabile o discontinua o precaria. C'è lo stage e il contratto di formazione e lavoro; l'associazione in com- partecipazione e il lavoro a chiamata; la borsa di studio (post- laurea, o pre- e post-dottorato) e il lavoro interinale ovvero in somministrazione (ambedue forme di lavoro in affitto); la prestazione occasionale e il tirocinio formativo; la collabora- zione continuativa e il lavoro a progetto; il tempo determina- to e l’apprendistato; la consulenza e (nella scuola) l’incarico VII

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