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Ita Romanzo) Anne Gracie Le sorelle Merridew 02 L’adorabile tenebroso PDF

230 Pages·2016·1.09 MB·Italian
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Preview Ita Romanzo) Anne Gracie Le sorelle Merridew 02 L’adorabile tenebroso

Il Libro Uno sconosciuto aristocratico ed elegante, allacciato a lei in un magico valzer al chiaro di luna: così Hope Merridew, da ragazzina, sognava l’incontro con il suo principe azzurro. Ma quando una sera, a un ricevimento, Hope nota Sebastian Reyne, senza una goccia di sangue blu, goffo ed enigmatico, l’intensità bruciante dei suoi sguardi la fa fremere. Che sia costui, a dispetto di quei romantici sogni, l’uomo che infine le ruberà il cuore? L’autrice Vincitrice di numerosi premi letterari, Anne Gracie ha passato l'infanzia e la giovinezza in viaggio. La vita da nomade le ha insegnato che l'umorismo e l'amore sono lingue universali, e che i libri che si amano possono riportare una persona a casa, indipendentemente da dove si trovi in quel momento. Oltre a scrivere, Anne insegna letteratura agli adulti, si, gode il proprio giardino un po' caotico, alleva api e si diverte a lanciare palline al suo cane. Potete visitare il suo sito web all'indirizzo www.annegracie.com. Copertina: Art Director: Giacomo Callo Image Editor: Giacomo Spazio Mojetta Titolo originale: The Perfect Waltz © 2005 by Anne Gracie Ali rights reserved including the right of reproduction in whole or in part in any form. This edition published by arrangement with Berkley, a member of Penguin Group (USA) Inc. © 2008 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano Prima edizione I Romanzi sttembre 2008 Per abbonarsi: www.abbonamenti.it Finito di stampare nel mese di agosto 2008 presso Mondadori Printing S.p.A. Via Bianca di Savoia 12, Milano Stabilimento NSM Viale De Gasperi 120 - Cles (TN) Stampato in Italia - Printed in Italy Anne Gracie L'ADORABILE TENEBROSO Traduzione di Antonella Pieretti L'ADORABILE TENEBROSO Ringrazio tutti gli amici che mi scrivono: mi rendono una persona davvero fortunata Ringrazio anche Linda B., Barbara H. e Bron J., che con le loro parole mi hanno aiutato a superare ogni intoppo. Prologo Se un progetto di felicità fallisce, la natura umana ne prepara un altro; se il primo calcolo è sbagliato, ne facciamo un secondo migliore. JANE AUSTEN Manchester Marzo 1818 Sua sorellina stava per sfracellarsi sul freddo e grigio acciottolato! — Basta, Cassie, non ti muovere! — Sebastian Reyne mantenne calma la voce. Che diavolo ci faceva la piccola sul tetto? — Stai ferma e io verrò su a salvarti! — Non ho bisogno di essere salvata! — strillò sprezzante Cassie, e per dimostrarlo avanzò lungo il colmo del ripido tetto sull'alta casa in pietra. — Allora torna immediatamente dentro. — No, (cid:277)nché ci sarà quella vecchia vacca! — La ragazzina avanzò ancora un po' e Sebastian trasalì quando il suo piede scivolò. Una tegola si infranse ai piedi del muro. Sebastian vide la signorina ringstone, l'ultima governante, che si sporgeva dalla finestra. Quando lei lo notò, cominciò a strillare infuriata. — Mi ha picchiata! Quelle ragazzine sono completamente ingovernabili... Lui la zittì. — Giù nel mio ufficio, signorina ringstone! Parlerò con voi non appena Cassie sarà rientrata in casa sana e salva. La donna esitò; poi, con dignità, si ritirò. Un istante dopo Cassie gli domandò se se n'era andata. — Sarà meglio per lei — Replicò Sebastian con aria truce. — E se vuoi fare qualcosa di buono per te, rientra subito dentro! — Non vengo se mi picchierete anche voi! Anche? — Non ti picchierò, Cassie. Ma mi spiegherai il tuo comportamento, e se sarà necessario verrai punita. La guardò col cuore in gola. Cassie ri(cid:280)etteva sulle sue parole; quindi, lentamente, scese dal colmo del tetto, si intrufolò in casa dalla (cid:277)nestra della cameretta e Sebastian riprese a respirare. Avrebbe fatto mettere all'istante le inferriate a tutte le (cid:277)nestre delle sorelle. — Allora, vuoi dirmi perché hai corso un rischio così folle? — Nessuno rischio. Non sono caduta, no? — Hai picchiato la signorina Thringstone? Cassie annuì. — Sì. So che è sbagliato, ma non mi interessa. Io la odio! — Mise un braccio attorno alla sorella più piccola. — La odiamo entrambe. Quantomeno aveva ammesso di aver sbagliato. Era già qualcosa. Sebastian guardò Dorie, la sorellina ora dodicenne. Teneva la testa bassa e lo scrutava attraverso un groviglio di capelli scuri. Raddolcì il tono. — Il compito della governante consisté nell'insegnare a entrambe a diventare delle giovani signore, Cassie. So che dev’essere difficile, ma adesso voi due avete una nuova vita e lei è qui per prepararvi a questa nuova vita. Cassie strinse di più Dorie. — Noi odiamo quella vecchia vacca con la faccia da cavallo e non impareremo nulla da lei! Sebastian ignorò il linguaggio deliberatamente volgare. Cassie era un tipo difficile, ma lui aveva imparato negli ultimi mesi che se mostrava sufficiente pazienza, di solito c’era un motivo per le sue azioni oltraggiose. Non necessariamente un buon motivo, ma pur sempre un motivo. — Perché l'hai picchiata? — Perché lei ha picchiato Dorie! Sebastian si irrigidì. Quand'erano arrivate a casa sua quelle due ragazzine ossute, Dorie silenziosa e tremante, Cassie ostile e falsamente indifferente, lui aveva subito riconosciuto i segni dei maltrattamenti. Aveva giurato in quel preciso istante che non sarebbero mai più state picchiate. Aveva insistito con la governante che, indipendentemente dal tipo di provocazione ricevuta, non avrebbe mai dovuto battere le piccole, riferendo a lui ogni comportamento scorretto. Doveva tuttavia essere sicuro. Cassie era scaltra e capacissima di manipolare la situazione a proprio vantaggio. — Ha picchiato Dorie? Come? E per quale motivo? — Le ha dato un ceffone — Cassie lo guardò severamente. — Per muta insolenza! Dorie sollevò lo sguardo. I capelli le scoprirono il volto e Sebastian notò chiaramente l'impronta rossa lasciata dalle dita sul suo volto pallido. Allungò una mano per accarezzarle i capelli, ma entrambe le ragazzine indietreggiarono per quel gesto. Sebastian deglutì, turbato. — Vai a sciacquarti la faccia, Dorie. E tu, Cassie, hai fatto bene a proteggere tua sorella. Non verrai punita. — Una buona frustata farebbe un mondo di bene a quelle due ragazzine! — dichiarò la signorina ringstone. — Mancano di disciplina, di rispetto e di buone maniere! — Credevo di aver chiarito alla perfezione il mio pensiero riguardo alle punizioni corporali. — La furia di Sebastian era fermamente controllata. Guardò la lettera di referenze che descriveva la donna come "la migliore governante della contea", poi riprese a scrivere la sua lettera di licenziamento. La donna lo (cid:277)ssò, furiosa. — Senza una buona frustata, quelle ragazzine non potranno mai entrare in una società rispettabile, (cid:277)guriamoci poi realizzare le vostre aspirazioni! — Quelle ragazzine, a tempo debito, faranno il loro ingresso nell'alta società londinese. Lei non si lasciò intimidire. Di buona famiglia e con un'ottima educazione, aveva lavorato in alcune delle migliori casate del paese. Parlò in un tono teso a smontare ogni velleità di un borghese arricchito come lui. — Signor Reyne, non penso che le vostre origini vi consentano di apprezzare le qualità che si richiedono a ragazze di classe superiore. La famiglia di origine e l'educazione non sono cose che si possano acquistare coi soldi. Lui inarcò le sopracciglia in modo sardonico. — Davvero? — Io posso insegnare a qualsiasi giovanetta a diventare una perfetta signora, se ce la stoffa, ma in questo caso non c'è. Cassandra è una selvaggia. È scortese, disubbidiente, polemica, e usa un linguaggio da bassifondi. Abbiamo già parlato dell'oggetto che porta indosso. Soltanto un barbaro terrebbe con sé una cosa simile! — Sono certo che abbia le sue ragioni. Alla (cid:277)ne si sentirà così sicura da perdere quell'abitudine. — Consentire a una ragazzina indisciplinata di possedere un oggetto simile... bé, signore, è al limite della follia! Sebastian scrollò le spalle. — Forse. Tuttavia, quando vi ha aggredito ha usato i pugni, non... quell'oggetto. La governante increspò le labbra, senza replicare. — Ora, voi sostenete che le bambine avrebbero bisogno di una buona frustata. Spero che non vi aspettiate che io creda che Dorie è stata polemica. La governante arrossì. — L'incriminazione era muta insolenza, mi sembra — proseguì lui. Lasciò che le sue parole indugiassero nell'aria. — Non potrebbe essere altrimenti, vi pare? In atteggiamento di s(cid:277)da, la governante si decise a replicare. — A modo suo, Eudora è testarda come sua sorella e altrettanto disubbidiente. E non perde il vizio di rubare! Sebastian fece un gesto sprezzante. — Prendere cibo dalla propria casa non mi sembra rubare. La signorina ringstone serrò le labbra. — Portare via qualcosa da tavola forse no, ma lei scende furtivamente in cucina in piena notte e sottrae... — Abbiamo cibo in abbondanza. Anche quella è un'abitudine che Dorie perderà quando si sentirà più sicura. — Il maggiordomo dice che i topi stanno diventando un problema. — Gli ho detto di procurarsi un gatto, ma visto che i gatti lo fanno starnutire... — Sebastian scrollò le spalle. — Scrollerete le spalle anche quando Eudora, essendo rimasta impunita per tali furti, comincerà a rubare oggetti di maggior valore? — Non accadrà. — Ecco il nocciolo del problema, signor Reyne. Siete voi il motivo per cui quelle ragazzine non potranno mai entrare nell'alta società. A voi non importa affatto del loro inqualificabile comportamento e delle loro tendenze criminali. La voce con cui lui parlò era vellutata ma di acciaio. — Oh, mi importa eccome. Se non mi importasse, potrei consentire a voi di frustarle (cid:277)no a sottometterle. — La scrutò con i suoi gelidi occhi grigi. — A voi l'impresa può sembrare impossibile, ma io sono abituato a ottenere ciò che voglio. Quando arriverà il momento le ragazze verranno presentate a corte, faranno il loro ingresso in società e saranno alla pari con tutte le altre giovanette. La governante sbuffò in modo ben poco signorile. — Guardate in faccia la realtà, signor Reyne. Nemmeno tutto l'oro del mondo renderà accettabile una selvaggia che porta un coltello legato a una gamba e una bambina che, per quanto carina, è mentalmente ritardata e non parla... — Si fermò e indietreggiò per l'occhiataccia che lui le lanciò. — Il vostro lavoro in questa casa è finito. Vi voglio fuori di qui entro un'ora. Mentre la donna usciva impettita dalla stanza, Sebastian sospirò. La settima governante in quattro mesi. Assumerne un'altra avrebbe avuto lo stesso effetto. Aveva bisogno di una soluzione diversa. Ordinò a un servitore di mandare a chiamare Morton Black, prese un foglio di carta e si mise a scrivere. Quaranta minuti dopo, Black, il suo agente, entrò nella stanza con la sua andatura zoppicante, provocata dalla gamba di legno che sostituiva quella persa a Waterloo. — Un altro compito del tutto confidenziale, Black. Prevede un viaggio a Londra.

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