Description:Questo libro, con la prefazione di Giuliano Giuliani e la postfazione
dell'avvocato Giuliano Pisapia, e' la biografia di Marco Poggi,
l'infermiere che ha sollevato il caso delle violenze alla caserma
Bolzaneto durante il G8 di Genova, nel luglio 2001.
Marco Poggi racconta i giorni trascorsi nella caserma, cio' che ha visto
e cio' che ha fatto. Parla poi delle conseguenze della sua
testominianza, del prezzo di una scelta che gli era sembrata normale, ma
che gli ha cambiato la vita.
Nel testo anche i ricordi della sua esperienza come infermiere nei
manicomi e tanti aneddoti della sua infanzia e della sua giovinezza, per
capire come e perche' e' nata in lui l'esigenza di raccontare la
verita'.
Dal libro:
"Storie da regime cileno, impossibili da dimenticare o rimuovere. Storie che avevano bisogno del coraggio di qualcuno, che non fosse un manifestante, perpoter permettere che le indagini proseguissero e si potesse sperare di arrivare alla verità su quantoera avvenuto in quelle tragiche giornate. E, per quanto possibile, accertare le singole responsabilità: per aprire la strada alle inchieste e alla chiarezza.
Se solo vi fosse stata la volontà, sarebbe stato possibile, a Genova, fermare i pochi violenti e permettere, come in Parlamento si era impegnato a fare il Governo, alle migliaia e migliaia di pacifisti di manifestare per un mondo migliore. Invece, alcuni suoi ministri, non solo hanno copertole violenze, ma - e tra questi il Ministro della Giustizia (o, meglio, dell’ingiustizia) - hanno avallato, con la loro presenza, le violenze delle “forze dell’ordine”, non solo in piazza ma anche nel “lager” di Bolzaneto. E ancora adesso, seppur con voce sempre più flebile, c’è chi continua ad affermare che nulla è accaduto, che si trattava solo di calunnie di tanti “facinorosi”.
Eppure, era possibile, se solo si fosse voluto, fermare e isolare i pochi violenti che erano arrivati a Genova per metterla a soqquadro. Ma non è stato fatto, sono stati lasciati liberi di distruggere e devastare, mentre i lacrimogeni e i manganelli venivano usati, come clave, contro chi voleva manifestare pacificamente."