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Inviati 36.000 sms a chi ha figli tra 0 e 6 anni PDF

60 Pages·2017·4.7 MB·Italian
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Il Gazzettino (ed. Padova) Inviati 36.000 sms a chi ha figli tra 0 e 6 anni Caos vaccini, ambulatori costretti agli straordinari Vaccini, regna il caos, per via di un quadro non sovrapponibile Stato e Regione. Moratoria, fino al 2019, dell' obbligo di vaccinazione per l' accesso agli asili nido e alle scuole dell' infanzia in Veneto per i bimbi già iscritti: la Regione ha predisposto ieri le «indicazioni in regime transitorio di applicazione della legge Lorenzin», con un decreto firmato dal direttore generale della sanità Domenico Mantoan, in attesa di conoscere l' esito del ricorso alla Corte Costituzionale contro il provvedimento che impone l' obbligo dei 10 vaccini. Intanto gli ambulatori patavini anche ieri sono stati presi d' assalto per ottemperare a quanto previsto dalla legge, anche se nel nostro territorio si attenuano dunque i vincoli nell' immediato. Per agevolare il percorso di autocertificazione, di cui il decreto conferma l' utilità, l' Ulss 6 Euganea aveva inviato nei giorni scorsi 36mila messaggi ai cellulari dei genitori dei bambini da 0 a 6 anni residenti nella provincia di Padova. Ricordiamo che il modello per l' autocertificazione (dichiarazione sostitutiva dell' atto di notorietà) è scaricabile on line dal sito www.aulss6.veneto.it. Per la sua compilazione si deve tenere presente che, se il bambino è in regola, si possono barrare tutte le voci dell' elenco dei vaccini indicati (se il piccolo ha meno di 15 mesi l' unica vaccinazione non ancora eseguita è quella del morbillo-rosolia-parotite). In alternativa, il genitore può chiedere il certificato vaccinale del proprio figlio compilando un apposito modulo (scaricabile sempre dal sito dell' Ulss) e allegando la fotocopia del documento di identità all' indirizzo mail [email protected]. Così facendo, riceverà il certificato via mail o via fax a seconda di quanto indicato nel modulo. Il genitore potrà infine chiedere il certificato vaccinale direttamente agli sportelli delle sedi distrettuali competenti. Previste in questi giorni aperture straordinarie degli ambulatori dove poter richiedere i certificati vaccinali. Tutte le informazioni su sedi e orari sono consultabili sul sito web www.aulss6.veneto.it dove è presente anche una sezione dedicata alle risposte alle domande e ai dubbi più ricorrenti. Pur avendo già aumentato la copertura vaccinale di due punti percentuali, l' ente di via Scrovegni si impegna così a garantire attività straordinarie di supporto alle famiglie per gli adempimenti relativi agli obblighi necessari all' avvio del nuovo anno scolastico. Il Giornale d'Italia TRA SCUOLA E SALUTE Autocertificazione, il Veneto fa da sé "Incongruenze" nel decreto: la documentazione vaccinale potrà essere presentata entro due anni Ci sarà tempo fino all' anno scolastico 2019-2020 in Veneto per presentare tutta la documentazione vaccinale per i bimbi da zero a sei anni ed evitare la decadenza dell' iscrizione dagli asili nido e infanzia. Lo prevede il decreto che predispone le "indicazioni regionali in regime transitorio di applicazione della legge Lorenzin", firmato dal direttore generale della Sanità veneta Domenico Mantoan. La scelta, in attesa dell' esito del ricorso contro la legge presentato dalla Regione alla Consulta, deriva - informa una nota della Regione Veneto - da incongruenze nella legge Lorenzin che non renderebbero chiari i tempi di applicazione della decadenza evidenziate dai tecnici della Regione Veneto. Nel testo del decreto, i tecnici del Veneto segnalano una vistosa incongruenza, che riguarda proprio quanto espresso nella legge nazionale 119/2017, che, all' articolo 3 comma 3, recita: "Per i servizi educativi per l' infanzia e le scuole dell' infanzia, ivi incluse quelle private non paritarie, la presentazione della documentazione di cui al comma 1 costituisce requisito di accesso". Nel decreto i tecnici evidenziano quindi il contrasto con "quanto espresso all' articolo 3 bis che descrive le misure per l' anno scolastico 2019 dove al comma 5, recita: "Per i servizi educativi per l' infanzia e le scuole dell' infanzia, ivi incluse quelle private non paritarie, la mancata presentazione della documentazione di cui al comma 3 nei termini previsti comporta la decadenza dall' iscrizione". Il contenuto dei due articoli non rende chiaro se le misure di restrizione alla frequenza scolastica siano applicabili sin dall' anno scolastico 2017/2018 e per l' anno scolastico 2018/2019, per i bambini già iscritti alla frequenza dei servizi educativi per l' infanzia ed alle scuole dell' infanzia prima dell' entrata in vigore della legge. Tale incongruenza, peraltro, fa parte dei contenuti del ricorso del Veneto alla Corte Costituzionale. Ne deriva che, in attesa di eventuali ulteriori chiarimenti ministeriali, per quanto riguarda la frequenza dei servizi per l' infanzia e le scuole dell' infanzia dall' anno scolastico 2017/2018 per i bambini già iscritti si applicherà il regime transitorio fino al 2019/2020 anno che prevede, invece, la decadenza dell' iscrizione. Per agevolare le famiglie e le scuole, per i bambini e i ragazzi da zero e sedici anni, per gli anni scolastici 2017/18 e 2018/19, si anticipa quanto previsto dalla legge per l' anno scolastico 2019/20, cioè l' invio alle scuole degli elenchi dei bambini con la loro situazione nei confronti della vaccinazione, privi di dati sensibili. Per tutti i soggetti non in regola (tra zero e 16 anni) le Aulss avvieranno l' iter conseguente all' inadempimento dell' obbligo vaccinale (sanzione amministrativa -pecuniaria). Nel frattempo, la Regione del Veneto ha già inviato le prime indicazioni operative per l' applicabilità della Legge 119/17 e ha fornito a tutte le Aziende Ulss il modello di autocertificazione da utilizzare da parte dei genitori per la presen tazione agli uffici scolastici. Le Aziende Ulss, dopo avere verificato che i bambini "non in regola" con l' obbligo vaccinale di cui alla legge 119/17 dagli elenchi già ricevuti dalle scuole, non abbiano un appuntamento già fissato, invieranno ai genitori una lettera raccomandata invitandoli ad un colloquio per ulteriori approfondimenti e per procedere alle vaccinazioni. Il decreto ribadisce anche che sono utilizzabili i modelli di auto certificazione già trasmessi alle Aziende Ulss. Il Resto del Carlino (ed. Rovigo) «Vistosa incongruenza nella legge» Il Veneto posticipa di due anni L' obbligo per l' iscrizione a scuola dei bambini da 0 a 6 anni Ci sarà tempo fino all' anno scolastico 2019-2020 in Veneto per presentare tutta la documentazione vaccinale per i bimbi da zero a sei anni ed evitare la decadenza dell' iscrizione dagli asili nido e infanzia: è quanto prevede il decreto che predispone le «indicazioni regionali in regime transitorio di applicazione della legge Lorenzin», firmato dal direttore generale della sanità veneta Domenico Mantoan. La Regione Veneto, in attesa di conoscere l' esito del ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge nazionale che impone l' obbligatorietà di dieci vaccini, ha varato un decreto che, 'sfruttando' quella che i tecnici ritengono un' incongruenza nel testo, introduce di fatto una moratoria di un anno per quanto riguarda la frequenza dei servizi per l' infanzia e le scuole dell' infanzia dall' anno scolastico 2017/2018 per i bimbi già iscritti. Il provvedimento, che porta la firma del direttore regionale del settore Sanità, Domenico Mantoan, si basa su un' incongruenza che fa parte dei contenuti del ricorso del Veneto alla Corte Costituzionale. Nel frattempo, la Regione del Veneto ha già inviato le prime indicazioni operative per l' applicabilità della Legge e ha fornito a tutte le Aziende Ulss il modello di autocertificazione da utilizzare da parte dei genitori per la presentazione agli uffici scolastici. Le Ulss, dopo avere verificato che i bambini "non in regola" con l' obbligo vaccinale dagli elenchi gia' ricevuti dalle scuole non abbiano un appuntamento già fissato, invieranno ai genitori una lettera raccomandata invitandoli ad un colloquio per ulteriori approfondimenti e per procedere alle vaccinazioni. Il decreto ribadisce anche che sono utilizzabili i modelli di autocertificazione già trasmessi alle Ulss. «Il modello coercitivo, cioè dell' obbligo senza se e senza ma, senza spiegazioni, finisce che crea allontanamento vaccinale e non profilassi vaccinale». Così Luca Zaia, presidente del Veneto, sulle ultime vaccinazioni in materia vaccinale. «Il Veneto è l' unica Regione che ha una legge che non prevede l' obbligo vaccinale, ce l' ha da 10 anni e le performance vaccinali ci sono, perché dialoghiamo coi genitori - ha dichiarato Zaia -. La nuova legge prevede che ci sia un rapporto chiaro e definito tra l' istituto scolastico, la scuola per l' infanzia e la scuola privata per l' infanzia ed il genitore. Di mezzo c' è un certificato che deve attestare che siano state fatte tutte le vaccinazioni per legge». «Esprimiamo vivo apprezzamento per l' iniziativa della regione Veneto per la moratoria delle legge Lorenzin sulla coercizione vaccinale che dà respiro alle migliaia di genitori veneti. In Italia, milioni di genitori sono ancora travolti da una informazione inadeguata, integrata da una ampia inefficienza dei servizi dei centri vaccinali, incapaci, il più delle volte, anche semplicemente di ampliare l' orario di apertura o di fornire informazioni concrete ed adeguate ai genitori sulla data della prenotazione». Lo ha dichiarato Antonio Affinita, direttore generale del Moige, Movimento Italiano Genitori Onlus. Roberta Merlin. Il Mattino di Padova Vaccini, moratoria in Veneto per i bambini da zero a 6 anni Scontro con RomaGli iscritti ad asili e materne avranno tempo fino al 2019 per esibire la certificazione VENEZIAI bimbi veneti da 0 a 6 anni già iscritti, o in procinto di esserlo,a nidi e materne per l' anno 2017-2018 ma privi (del tutto o in parte) delle vaccinazioni prescritte dalla legge Lorenzin, potranno frequentare ugualmente i servizi e le scuole d' infanzia fino al 2019 in deroga alla «decadenza» prevista dalla legislazione nazionale. La moratoria triennale, che varrà esclusivamente per le iscrizioni in atto escludendo gli ingressi successivi al 31 dicembre prossimo, è stata sancita ieri per decreto dal direttore della sanità regionale, Domenico Mantoan. L' accesso dei bambini "non protetti", peraltro, sarà limitato alle classi dove sia già certificato «l' effetto gregge» ovvero la copertura vaccinale "esavalente" - poliomielite, difterite-tetano, pertosse, epatite B, Hib influenzale, morbillo - sia pari o superiore al 95% della popolazione infantile, soglia di sicurezza raccomandata dagli immunologi e recepita da una delibera di Palazzo Balbi. La decisione, destinata ad innescare un nuovo braccio di ferro tra l' amministrazione di Luca Zaia, il ministro Beatrice Lorenzin e lo stesso Governo, riflette l' impugnazione della legge vaccinale alla Consulta voluta dal governatore leghista; anzi, ne fa espresso riferimento. «In attesa di conoscere l' esito del ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge che impone l' obbligatorietà di dieci vaccini, presentato per supportare gli ottimi risultati ottenuti sinora con l' organizzazione attivata dal 2007, basata sull' informazione ai genitori, la Regione del Veneto ha predisposto le indicazioni regionali in regime transitorio di applicazione della legge Lorenzin», esordisce la nota d' accompagnamento al decreto Mantoan diffusa in serata. Che prosegue contestando una «vistosa incongruenza» tra gli articoli 3 e 3 bis del testo legislativo in questione (riguardanti il «requisito d' accesso» rappresentato dalla «presentazione della documentazione» pena la «decadenza dall' iscrizione») per concludere che «il contenuto degli articoli sopracitati non rende chiaro se le misure di restrizione alla frequenza scolastica siano applicabili sin dal 2017/2018 per i bambini già iscritti prima dell' entrata in vigore della legge. Tale incongruenza, peraltro, fa parte dei contenuti del ricorso del Veneto alla Corte Costituzionale».Proviamo a decifrare il cavillo: secondo Mantoan, il "periodo transitorio" previsto dalla stessa Lorenzin per l' applicazione cogente dell' obbligo vaccinale, non è definito in modo convincente; ne deriva che «in attesa di eventuali ulteriori chiarimenti ministeriali, ai bambini già iscritti si applicherà il regime transitorio fino al 2019/2020 anno che prevede, invece, la decadenza dell' iscrizione». La novità, come detto, riguarda la fascia da 0 a 6 anni, perché quella successiva (fino ai 16) si vale del principio costituzionale del «diritto superiore allo studio»; ai ragazzi privi di profilassi, cioè, non può essere negata l' ammissione alle lezioni; al più, i loro genitori saranno chiamati a versare l' ammenda (da 100 a 500 euro) prevista per l' inadempienza.Garantito il colpo al cerchio (leggi mano tesa a mamme e papà recalcitranti all' idea di sottoporre i figlioli alle 10 vaccinazioni canoniche) arriva quello alla botte, cioè l' adempimento alla procedura medico-scientifica. «Per agevolare le famiglie e le scuole, per i bambini e i ragazzi da zero e sedici anni, per gli anni scolastici 2017/18 e 2018/19, si anticipa l' invio alle scuole degli elenchi dei bimbi con la loro situazione vaccinale, privi di dati sensibili». Detto che per tutti i soggetti non in regola le Ulss avvieranno le sanzioni pecuniarie e che che la Regione ha già ha fornito loro il modello di autocertificazione destinato ai genitori (accompagnato dalle prime indicazioni operative sull' applicazione della legge), che succederà in presenza di bambini "non in regola" rispetto all' obbligo esavalente? Le stesse Ulss, verificato (attraverso gli elenchi ricevuti dalle scuole) che non abbiano un appuntamento vaccinale già fissato, «invieranno ai genitori una raccomandata invitandoli ad un colloquio per ulteriori approfondimenti e per procedere alle vaccinazioni». Basterà? La Nuova di Venezia e Mestre Il ministero sanità: «Norme vincolanti non interpretabili» ROMA. In assenza di commenti ufficiali - Beatrice Lorenzin attende di prendere visione del testo integrale del decreto firmato dal direttore della sanità veneta, Domenico Mantoan - la posizione del dicastero della sanità è affidata alla dichiarazione ufficiosa di una fonte ministeriale rilasciata al Tg1: «La legge sull' obbligo vaccinale vaccini non ammette proroghe, deroghe, né interpretazioni difformo perché tutela la salute dell' infanzia e innalza la soglia di sicurezza dei bambini». Di parere opposto il Moige: «Esprimiamo vivo apprezzamento per l' iniziativa della regione Veneto per la moratoria delle legge Lorenzin sulla coercizione vaccinale che dà respiro alle migliaia di genitori veneti. Mentre in Italia, milioni di genitori sono ancora travolti da una informazione inadeguata, integrata da una ampia inefficienza dei servizi dei centri vaccinali», afferma Antonio Affinita, il direttore del Movimento italiano genitori onlus. Il Giornale Di Vicenza LE MATERNE. Sulle home page dei portali delle scuole erano già pubblicate le regole pre- decreto Genitori nel labirinto normativo Nei giorni scorsi un vertice tra istituti e Comune per condividere le linee guida «Sospesi gli irregolari» Aprendo i siti delle scuole è la prima cosa che balza all' occhio. È on-line la circolare che i presidi hanno concordato e inviato alle famiglie a pochi giorni dall' inizio delle lezioni, una sorta di linea comune adottata dagli istituti comprensivi della città che entro l' 11 settembre dovranno disporre della documentazione: "requisito di accesso alle scuole dell' infanzia", evidenzia il documento messo a punto in un incontro tra i presidi delle scuole statali, comunali e paritarie.Adesso però, alla luce del decreto firmato ieri dalla Regione la circolare delle scuole rischia di perdere significato dal momento che la sospensione della frequenza a scuola in caso di alunni non vaccinati potrebbe non essere immediata. In ogni caso queste finora sono le disposizioni date ai genitori, avvisati che in mancanza di documentazione ufficiale o di autocertificazione scatta appunto la "sospensione" della frequenza. «Se non sono vaccinati non possiamo accoglierli, lo dice una legge dello Stato», avverte Milena Baghin, presidente Fism, la Federazione scuole cattoliche paritarie dove su 14.500 bimbi iscritti tra nidi e infanzia, l' 8 per cento risulta "inadempiente" dal punto di vista della profilassi. «Non si tratta di rifiuto, ma di frequenza sospesa in attesa che il portfolio della profilassi venga completato», precisa Baghin ricordando che gli ultimi chiarimenti sono arrivati dalla circolare congiunta del primo settembre tra ministero della Sanità e dell' Istruzione. Intanto nelle segreterie regna il caos, tra nuovi documenti da richiedere e genitori che si presentano per "ragionare" di prevenzione. «Gli obiettori sono diversi, circa il 14 per cento nel comprensivo - fa sapere Augusto Dal Toso, vicepreside del comprensivo 3 "Scamozzi" -. Anche in questi giorni abbiamo ricevuto famiglie che ci hanno comunicato che non intendono vaccinare i figli. Ne prendiamo atto, ma come scuola siamo tenuti a sospendere la frequenza sperando che prevalga il buon senso e la tutela della salute di tutta la comunità». Sul fronte opposto si stanno muovendo anche gli attivisti del gruppo veneto dei "No Vax" che annunciano di aver preso contatto con le Ulss per spiegare le loro motivazioni e continuare nella battaglia anti-vaccini. AN.MA.© RIPRODUZIONE RISERVATA. Il Giornale Di Vicenza LO SCONTRO. Decreto del capo della sanità veneta: slittano i termini per presentare i documenti Vaccini , la Regione frena Obbligo sospeso all' asilo per i bambini già iscritti Moratoria fino al 2019 per i piccoli sotto i 6 anni che già frequentano Mantoan: «La legge è incongruente, non ci aggrappiamo ai cavilli» Per i bambini da 0 a 6 anni già iscritti ad asili-nido e scuole materne moratoria fino al 2019. Per l' anno scolastico 2017- 2018, per chi ha fatto domanda di iscrizione nei mesi scorsi, non si applica il decreto-legge Lorenzin. È sospeso l' obbligo della vaccinazione.La Regione con un colpo a sorpresa che spiazza tutti applica il regime transitorio. È un decreto firmato dal direttore generale della Sanità veneta Domenico Mantoan a dare queste indicazioni «in attesa di eventuali chiarimenti ministeriali». Nessun timore e nessun assillo, quindi, per mamme e papà che avevano paura di non fare in tempo a prenotare la vaccinazione e a presentare le carte. Nessun pericolo di esclusione. I piccoli per l' anno scolastico che si apre in questi giorni potranno accedere tranquillamente a nidi e materne, pubblici e privati non paritari. Tutto slitta di 12 mesi.Le prescrizioni scatteranno per i bambini che faranno domanda di iscrizione a giugno del 2018. «Non è un cavillo formale per aggirare una normativa dello Stato. Non è una forzatura e neppure una interpretazione - spiega Mantoan -. Anzi, il contrario. Noi non facciamo che applicare alla lettera la legge. E la legge, all' articolo 3 bis, prevede la decadenza dall' iscrizione, nel caso di mancata presentazione di documentazione, per l' anno scolastico 2019. Mi sono consultato con altri tecnici, con esperti, e con l' avvocatura regionale. E tutti hanno letto questo articolo come l' ho letto io. Si vede che il Parlamento, nel momento della revisione del testo iniziale della Lorenzin, ha voluto cautelarsi con una norma di salvaguardia».Secondo Mantoan la legge 119 presenta «vistose incongruenze», fra cui, appunto, questo passaggio contraddittorio fra articolo 3 della prima stesura del decreto e articolo 3 bis del testo finale, sostanziato anche nel ricorso alla Consulta. Insomma, secondo la Regione, non è chiaro se le misure di restrizione alla frequenza scolastica siano applicabili da subito, cioè dall' anno scolastico 2017/2018, o, invece, a partire dall' anno 2018/2019, per quanto riguarda i bambini che risultino già iscritti a nidi e materne prima dell' entrata in vigore della legge. Per questo, quindi, l' ordine della moratoria. «La nostra indicazione è questa - precisa Mantoan - e non torneremo indietro. Il potere programmatorio spetta alla Regione. Se la Lorenzin non è d' accordo impugni pure il mio decreto davanti al Tar. La ministra sappia che io non mi offendo».Insomma fra Venezia e Roma le posizioni si divaricano sempre di più. La frattura si fa ancora più fragorosa. La conflittualità ancora più netta e aspra. Anche se ora la partita, concettualmente politica, si gioca sul fronte delle pandette. Il Veneto, dunque, segue l' esempio "autonomo" della Provincia di Bolzano, che già da un paio di settimane ha sancito che tutti i bambini hanno comunque diritto di frequenza per un anno in via transitoria per l' anno 2017-2018, e fa a corsa a sé nel gruppo delle Regioni a statuto ordinario visto che pure la Lombardia, facendo marcia indietro, ha congelato la delibera con cui aveva concesso una deroga di 40 giorni per mettere in regola i bambini iscritti agli asili nido. Per il resto, invece, il Veneto si adegua alla legge. «Per agevolare famiglie e scuole - spiega Mantoan - invieremo alle scuole gli elenchi dei bambini con la loro situazione vaccinale, privi di dati sensibili, come ha stabilito il garante sulla privacy. Abbiamo poi fornito a tutte le aziende a beneficio dei genitori il modello di autocertificazione da presentare alle segreterie scolastiche. Quanto alle Ulss, una volta verificato che i bambini non in regola con l' obbligo vaccinale non abbiano un appuntamento già fissato, le aziende invieranno ai genitori una raccomandata invitandoli ad un colloquio per procedere alle vaccinazioni. In assenza di contatti o di rifiuti avvieranno la pratica che culmina in una sanzione pecuniaria». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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dei vaccini. Il governatore della Regione, Luca Zaia, ha deciso di far slittare l' obbligo deciso dal governo al 2019. Il motivo? Il dispositivo non è chiaro,
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