E., RoschE . Sommario I Mind. CognitiueS ciencea nd Human Experience, :ss; tr. it. La uia di mezzod ella conoscenzaL.e proua dell'esperienzaM, ilano, Feltrinelli, 1992. ,eferente,r elazionep resenrataa l Convegno di au nom du sensl,u glio, in corso di pubblica- 'eality. An Essayi n Cosmologl, New York, Free processoe la reabà. Saggiod i cosmologia,M ila- oh i scheA bh andlung London, Kegan Paul,T iench, Introduzione :. Thactatuslo gico-philosophicuTs,o rino, Einaudi, Di PierluigiB assoe LuciaCorrain UntersuchungenO, xford., Blackwell; tr. it. Rl- ino, Einaudi. 1967. Dialoghi con le arti sffira, in Magli P., Manetti G., Violi P. (a storia teoria inter?retazione. Sagi intorno a 39 Medagliap er Paolo Fabbri , Bompiani,1 992. di Jean-JacqueLse bel 40 Paolo che ci facciamoc on le parole di Nanni Balestrini 42 Testo dei testi di Luciano Berio La poésief ait mal? di Michel Deguy 60 Sulla fiaba di Emilio Tadini Dialoghi con la semiotica 7r Piccola filosofia dell'enunciazione di Bruno Latour 95 Di chi siamo contemporanei? di Pierre Rosenstiehl 100 Il ritorno della "doxa" 241 Una svolta e qualche possibile incroc di Derrick de Kerckhove di Patrizia Violi 105 La trasmutazioned ei valori 260 Significato, interazione, testo. Consider di Michel Maffesoli di Marina Sbisà 'Au I l6 plaisir du comparatisme" III Le semiotiche in azione di Marcel Detienne 125 Quando cadono cerreb arriere 278 Il tempo intersoggettivo: in difesa del di Renato Barilli di Eric Landowski 133 Provocazionip: er una semioticad ella sfida 299 Del corpo-massa di Remo Bodei di FrancescoM arsciani 308 I contratti e la beffa di JacquesG eninasca Teoria semiotica 324 La memoria geroglifica. Riflessioni ser I Sull'operad i Paolo Fabbri tespizio dei "Principi di ScienzaN uova Vico 145 La mascherae la parola di Omar Calabrese di JeanB audrillarà 337 Terra Incognita: "altro" e "alterirà" ne 147 Leffetto Paolo la Nuova Francia di Jacques Cartier di Alain J.-J.C ohen di Paul Perron 149 Spartacus 352 Limplicitazione del sacro nella lingua di Umberto Eco di Manar Hammad 159 Un esperimentod i archeologias emiotica.A rtorno a un 365 Bibliografia delle opere di Paolo Fabb s-1ggiod i Paolo Fabbri sul "malocchiod ella sociologia" 375 Riferimenti biblioerafici di Maria Pia Pozzaro 170 Una guida dietro di noi: Barthese la svolta di GianfrancoM arrone II Prospettived ella semiotica 188 Polisensorialiteà autonomiad ella dimensionef igurativa di JacquesF ontanille 213 Dalla significazionea l senso:p er una semioticas enza ontologia di FrançoisR astier lla "doxa" 241 Una svolta e qualche possibile incrocio e Kerckhove di Patrizia Violi ione dei valori 260 Significato, interazione, testo. Considerazioni prolwisorie affesoli di Marina Sbisà u.comparatisme" III Le semiotiche in azione 3tlenne )no certe barriere 278 Il tempo intersoggetrivo: in difesa del ritardo Lrilli di Eric Landowski per una semiotica della sfida 299 Del corpo-massa lei di FrancescoM arsciani 308 I contratti e la beffa di JacquesG eninasca tica 324 La memoria geroglifica. Riflessioni semiotiche sul fron- di Paolo Fabbri tespizio dei "Principi di ScienzaN uova" di Giambattista Vico e la parola di Omar Calabrese rillard 337 Terra Incognita: "altro" e "alterità" nei "Voyages" o la Nuova Franciad i JacquesC arrier di Paul Perron Cohen 352 Limplicitazioned el sacron ella linguaa raba di Manar Hammad lco rto di archeologia semiotica. Attorno a un 365 Bibliografiad elle opere di Paolo Fabbri lo Fabbri sul "malocchio della sociologia" 375 Riferimenti bibliografici Pozzato etro di noi: Barthes e la svolta l Marrone re della semiotica :à e autonomia della dimensione figurativa ntanille azione al senso: per una semiotica senza .astier Piccola filosofia dell'enunciazione di Bruno Latour ""'" i;;ff: ':*ïïffi î'Jïl;l'â Mi sono sovente domandato, contemplando il F.egio -,rri- lo del Partenone,a ttraversol a nuvola nera dell'inquinamento o nella sala del British Museum - dove sono conservati i marmi di Lord Elgin - a che cosa assomiglierebbeu na mo- derna processioned elle Panatee.Q uali sarebbero i nostri rap- presentanti?D i quanti generi o species arebberoc omposti?A quale etichetta obbedirebbe la loro disposizione?V erso quali vaste mura confluirebbero? Quanti fra loro avrebbero forma umana? Se dovesserop arlare, giurare o fare sacrifici in comu- ne, da quali riti civili o religiosis arebberoc hiamati a raccolta e su agorà? Se un canto dovessea ccompagnare la loro .quale marcrâ o un ntmo scandirel e loro lunghe ondulazioni, quali suoni si ascolterebberoe di quali strumenti? Possiamoi mma- ginare tali Panatee?F orse...s e ci si prendessela briga di ricer- care ciascuna delle istanze che inviano, delegano, designano i loro rappresentanti per la grande festa. Se una tale inchiesta fosse possibile, allora il mondo in cui viviamo cesserebbed i esserem oderno; ciô sarebbep er tutta la terra un grande sollie- vo, e chiamerei queste schiere di mediatori teorie di delegati. Partendo dalla semiotica È ormai tradizione chiamare" enunciazione"I 'insieme degli elementi assenti,l a cui presenzaè nondimeno presuppostad al discorso, grazie alle marchec he aiutano il locutore competente a raccoglierli al fine di dare sensoa ll'enunciato. E ugualmente 7r tradizionale, almeno in Greimas, distinguere accuratemente di problema che pone il trasporto di enu I'enunciazione cosi com'è installata o iscritta nel discorso, soerimentatorec he si trova sul treno di Eir dall'enunciazionep ropriamente detta, che è sempre solo pre- .i trorra sulla scarpata. Il contesto è come supposta.I nfine, è concessos, emprei n Greimas,d i non consi- un'ipotesi superflua (Latour 1998). derare l'enunciazionec ome I'insieme delle condizioni sociali, Questa ricercad ell'enunciatoren -I con economiche, materiali, psicologiche o pragmatiche che cir- scenografici degli enunciati non è ciô che condano I'enunciato.L enunciazionen on rinvia in quanto tale cheremo I'enunciazionee non la denunci, alla pragmatica, all'atto di discorso (speecha ct) o a un fonda- dissimulato sotto le ^pparenze del narrator mento socialed ella comunicazione.T utte questep ossibili rap- n-l non è il personaggio( individuale o col presentazionia l di là dell'enunciato sono fermamente instal- conto di denuncia, è possibile perô defin iate in altri enunciati. il romanziere "in carne e ossa"n on è tradizionale, da Benvenistea Greimas, ci I'enunciatored el suo romenzo. È un personaggiod i un altro inacessibileC. onsisten el definire I'enunciaz racconto, per esempio quello di uno storico, di un critico lizzazione delle potenzialità del discorso; det letterario, o di un giornalista venuto a intervistarlo. Questo il passaggio dalla langue alla parola. Qur rifiuto di un al di là del discorso è stato fondamentale tanto totalmente accettabilep er un linguista o per la semiotica quanto per la linguistica. È ciô che ha per- aveva bisogno di considerare la lingua con messol oro di fondarsi come discipline sistematichee di sbaraz- prendere gli atti di parola come attualizz, zarsi degli esserii n carne e ossa, che volevano fin qui sempre per sbarazzarsid ell'esercito dei sociologi, , intervenire nel funzionamento del codice. Appena incomin- psicologi e dei critici, i quali pretendeva ciamo a nominare I'enunciatore, a designarlo, a dargli un contesto del discorso, senza altra forma di tempo, un luogo e un volto, cominciamo un racconto; detto Dal momento che non vogliamo farci r altrimenti, "debrayamo"a partire dall'enunciazionev erso I'enun- stema della lingua" che del "contesto soc ciato. Passiamod all'enunciazione marcata all'enunciazione iscritta lasciarel a semiotica. Certo, non ritornerei o installata nel racconto. Queste assenzes ono dunque al tempo né al contesto sociale, e dunque, in questo stessoi nnominabili e marcate, e benché non possano essere remo il progetto di Greimas, ma andremo a afferrate direttamente sono ugualmente reperibili. sto progetto ciô che ci è utile al fine di conr Bisognad istinguerea ccuratamented ue operazionid i ricer- enunciaziones ia la nozione di "mediazion ca dell'enunciatore n-1, la cui confusione, dopo il dibattito I'idea di un'appropriazione della langue att della svolta linguistica, awelena le relazioni fra le scienzed el Lenunciazione è un atto di invio, di mt testo e le scienzes ociali o naturali. La prima ricerca consiste g". È qua.tto dice la sua eûmologia ex-n nell'innestareu n nuovo discorso, B, sul primo, A, e nel co- messaggero,u n nunzio. Riprendendo la dr struire una scena che è detta "contesto pragmatico di A". pra, possiamo ora definire I'enunciazione: Cosi come si ritrova Lucien de Rubempré in più romanzi di di mediazioned i cui la presenzaè necessari BaLzac,a llo stessom odo si ritrovano piir Balzac nei suoi ro- assentid agli enunciati, la traccia della loro r manzi e nei libri di critica letteraria.-Non si tratta certo di resra marcara o lscnrta in modo tale che l: una semplice coincidenza ma, in effetti, si tratta di una co- dedurre a partire dal movimento degli enu struzioned i continuità (isotopia)c he chiede degli innesti, del dell'enunciaziones ono come il magnetismo lavoro, degli allineamenti di fonti e di prove. Si va da un dai vulcani e che le faglie della terra custod racconto all'altro, non si va da un testo al suo contesto. Si dosi. Benché nulla dall'esternot radiscai l lo tratta qui di un principio relativista che pone lo stessog enere tico è possibile, milioni di anni dopo, rn 72 :no in Greimas, distinguere accuratamente di problema che pone il trasporto di enunciati tra il bravo si com'è insrallata o iscritta nel discorso, rp.ii-"nt"tore chè si trova sul treno di Einstein e.quello che propriamenre derra, che è sempre solo pre- ,i t.ou, sulla scarpata.I l contesto è come I'etere dei fisici, è ) concessos, emprei n Greimas,d i non consi- un'ipotesis uperflua( Latour 1998). rne come I'insieme delle condizioni sociali, Questa ricercad ell'enunciatoren -1 con i metodi e i mezzi eriali, psicologiche o pragmatiche che cir- scenograficid egli enunciati non è ciô che interessaq ui. Cer- Lto.L 'enunciazione non rinvia in quanto rale cheremo I'enunciazionee non la denuncia del vero autore, ll'atto di discorso (speecba ct) o a un fonda- dissimulato sotto le apparenzed el narratore. Se I'enunciatore a comunicazione. Tutte queste possibili rap- n-l non è il personaggio lindividuale o collettivo) di un rac- i là dell'enunciaros ono fermamente instal- conto di denuncia, Ë"possibile perà definirlo? La soluzione :iati. Il romanziere "in carne e ossa"n on è tradizionale,d a Benvenistea Greimas, ci è sfortunatamente suo romanzo. È un personaggio di un alrro inacessibileC. onsisten el definire I'enunciazionec ome I'attua- mpio quello di uno srorico, di un critico lizzazioned elle potenzialità del discorso;d etto altrimenti come r giornalista venuto a intervistarlo. Questo il passaggio dalla langue alla parolr. Questa soluzione era i là del discorso è staro fondamenralet anro totàl-.Ài. accettabilep er un linguista o un semiotico, che luanto per la linguistica. È cià che ha per- aveva bisogno di considerare la lingua come un sistema e di larsi come discipline sistematichee di sbaraz- prendere g1i atti di parola come attualizzazioni individuali, n carne e ossa, che volevano fin qui sempre pe, sbaraz"rarsdi ell'eiercito dei sociologi, degli storici, degli nzionamento del codice. Appena incomin- psicologi e dei critici, i quali pretendevano di parlare del e l'enunciatore, a designarlo, a dargli un contesto del discorso,s enzaa ltra forma di processo. e un volto, cominciamo un racconto; detto Dal momento che non vogliamo farci carico piir del "si- amo" a.p artire dall'enunciazionev erso l'enun- stema della lingua" che del "contesto sociale", bisogna qui enuncrazlonem arcataa ll'enunciazioneis critta lasciarel a semiotica. Certo, non ritorneremo né alla natura conto. Queste assenzes ono dunque al tempo né al contesto sociale,e dunque, in questo senso' non tradi- li e marcate, e benché non possano essere remo il progetto di Greimas, ma andremo a prelevare4 " q"9- )nte sono ugualmente reperibili. rto progètto ciô che ci è utile al fine di conservares ial'atto di uete accurâtamented ue operazionid i ricer- e.tunciaziones ia la nozione di "mediazione", abbandonando e n-1, la cui confusione, dopo il dibartito l'idea di un'appropriazrone della langue attraverso la parole. stica, awelena le relazioni fra le scienze del Lenunciazione è un atto di invio, di mediazione, di dele- sociali o naturali. La prima ricerca consisre ga. È quanto dice la sua etimologia ex-nuncius, inviare un :ruovo discorso, B, sul primo, A, e nel co- messaggero,u n nunzio. Riprendendo la definizione data so- che è detta "conresro pragmarico di 4". pra, polsiamo ora definire l'enunciazione: insieme degli atti va Lucien de Rubempré in più romanzi di ài mèdiazioned i cui la presenzaè necessariaa [ senso;b enché modo si ritrovano più Balzac nei suoi ro- assentid agli enunciati, la traccia della loro. necessariaP. resenza di critica letteraria. Non si tratra certo di resta marcata o tscrltta in modo tale che la si puô indurre o cidenza ma, in efferri, si rrarra di una co- dedurre a partire dal movimento degli enunciati. Le marche ruità (isotopia)c he chiede degli innesti, del dell'enunciàzione sono come il magnetismo che la lava rigetta eamenti di fonti e di prove. Si va da un dai vulcani e che le faglie della terra custodiscono raffreddan- non si va da un testo al suo contesto. Si dosi. Benché nulla dall'esterno tradisca il loro Passatom agne- incipio relativista che pone lo stessog enere tico è possibile, milioni di anni dopo, interrogare le rocce 73 loro modo il movimento di passaggioc ht con il magnetografo per ritrovarne le tracce, fedelmente cu- senza, Lo stesso, ossia il mantenimento stodite, dell'orientazioned el polo magnetico,c osi come era il pagato con dell'altrr, ossia un invio. Non r giorno dell'eruzione. piir precisi, a parte il postulato ontologic molto piir banali. Questo permette di n< "Ce qui se passe":i l primo regime d'enunciazione ciô che "è" da cià che "significa", ciô ch che "sostituisce",c iô che "rappresenta"d a mondo del senso e il mondo dell'essere Passandod all'enunciatoa ll'enunciazionen on si incontra il unico mondo, vale a dire quello della trac sociale,n é la natura, ma, molto tradizionalmente,s ull'essere lo della sostituzione, della delega, del pz definito come esistenza. parole del cioè... Lenunciazione, I'invio del messaggioo del messaggeroè ciô che permette di rimanere in presenza,o ssiad 'essereo, ssia Il nostro punto di partenza è molto sen d'esistere.N on cadiamo pertanto su qualcuno o su qualche tutta la tradizione antiessenzialistab, ench, cosa,n on ci imbattiamo in un'essenzam, a in un processo,i n molto per chiarirlo. Sappiamo soltanto cl un movimento, un passaggio,I etteralmente un passaggio-tra- tracce dell'esseres olo al momento della sor sferimentotn el senso che questa espressioneh a nei giochi con altra definizione di un'essenzad iremo che la palla. La definizione dell'enunciazionec ome primo invio (débrayagea ttanziale, spazialee temporale) non è inesatta, è so", poiché non ha i mezzi per mantenersi di durare. Ciô posto, non possiamo rima soltanto troppo restrittiva,p oiché corrispondea uno solo dei scinati, a declinare la lista delle parole cl passaggit ra quelli che impareremo a riconoscere. Questa de- le une alle altre. Dobbiamo seguire gli i finizione, abbastanzap rimitiva, è il solo postulato ontologico semiotica. Il suo grande vantaggio è stato < di cui avremo bisogno: partiamo da un'esistenzac ontinuata e arrischiata- continuata perché arrischiata- e non da un'es- le questioni piùr difficili (la creazione letter del senso) senze per questo far ricorso senza;p artiamo dalla messai n presenzae non dalla perma- all'innominabile.N on ha mai rinunciato nenza. renztare,a parlare del senso indicibile - Partiamo dunque dal uinculum stesso,o ssia dal passaggioe larne in gergo. Sul suo esempio, deve esst dalla relazione, non accettando come punto di partenza alcun terizzarel e forme di enunciazione, poiché e esserec he non sia sortito da questa relazione. Non partiamo dagli uomini, né dal linguaggio - questo tardivo - né dalla negli enunciati - cercando,s e possibile,d i rn gergo. comunicazione. Partiamo dalla relazione definita in maniera Fino a qui, ho parlato di enunciazione molto banale, fin dagli albori della filosofia, come una certa figure che le sono sempre associate, I'ent mescolanzad i stessoe altro: A è B, tale è la predicazione primitiva della filosofia, è il passaggio,l a trasformazione, la ciatario. Avevo delle buone ragioni Per nol due termini, perchés e si aggiungel oro l'en sostituzione,l a traduzione,l a delega,l a significazione,I 'invio, va immancabilmente presi nella situazione I'embrayage,l a rappresentazioned i A attraverso B. Tutti que- un locutore, un locutario, un messaggio.( sti termini sono equivalenti, ciô vale a dire che designanoa che abbiamo a che fare con degli umani, n tratti di linguaggio,e niente ci dice che si 1 teparare i corpi parlanti dai messaggi circ ' D'ora in poi tradurremo pdsse con "passaggio-trasferimento" e pdssage bisogna esserec apaci di manten ere i tet con passaggio tN.d.T.l. /4 afo per ritrovarne le rracce, fedelmente cu- loro modo il movimento di passaggioc he mantiene in pre- senza. Lo stesso, ossia il mantenimento nella presenza, è tazioned el polo magnerico,c osi come era il ne. pagato con dell'altro, ossiau n invio. Non si puô esserem olto piir precisi, a parte il postulato ontologico summenzionato, molto più banali. Questo permette di non distinguere piir : il primo regime d'enunciazione cià che "è" da cià che "significa", ciè che "traduce" da ciô che "sostitui5çs",ç ii che "rappresenta"d a ciô che "invia". Il nunciato all'enunciazionen on si incontra il mondo del senso e il mondo dell'esseres ono uno stessoe rra, ma, molro rradizionalmente,s ull'essere unico mondo, vale a dire quello della traduzione, cioè quel- ttenza. lo della sostituzione, della delega, del passaggio- in altre , I'invio del messaggio o del messaggeroè parole del cioè... di rimanere in presenza,o ssiad 'essereo, ssia rdiamo pertanto su qualcuno o su qualche Il nostro punto di partenza è molto semplice, conforme a tutta la tradizione antiessenzialistab, enché la cosa non serva ttiamo in un'essenzam, a in un processo,i n n passaggio,l etteralmenre un passaggio-tra- molto per chiarirlo. Sappiamo soltanto che riconosciamo Ie rso che questa espressioneh a nei giochi con tracced ell'esseres olo al momento della sostituzione.D i ogni izione dell'enunciazionec ome primo invio altra definizione di un'essenzad iremo che è "spoglia di sen- so", poiché non ha i mezzi per mantenersi in presenza,o ssia ale, spaziale e temporale) non è inesatta, è :strittiva,p oiché corrispondea uno solo dei di durare. Ciô posto, non possiamo rimanere a lungo affa- che imparer!mo a riconoscere. Quesra de- scinati, a declinare la lista delle parole che si sostituiscono rza primitiva, è il solo posrulato ontologico le une alle altre. Dobbiamo seguire gli insegnamenti della )gno: partiamo da un'esistenzac ontinuata e semiotica. Il suo grande vantaggio è stato quello di affrontare inuata perché arrischiata - e non da un'es- le questioni più difficili (la creazione letteraria, la costruzione alla messai n presenzae non dalla perma- del senso) senza p!r questo far ricorso all'ammirazione o all'innominabile. Non ha mai rinunciato a definire, a diffe- re dal uinculum sr!sso,o ssia dal passaggioe renziare, a parlare del senso indicibile - salvo talvolta par- n accettando come punto di partenza alcun larne in gergo. Sul suo esempio, deve esserep ossibile carat- sortito da questa relazione. Non partiamo terizzarel e forme di enunciazione, poiché esser estano marcate dal linguaggio - questo tardivo - né dalla negli enunciati - cercando, se possibile, di non parlare troppo rrtiamo dalla relazioned efinita in maniera ln gergo. dagli albori della filosofia, come una cerra Fino a qui, ho parlato di enunciazione,e non delle due sso e altro: A è B, tale è la predicazione figure che le sono sempre associate, l'enunciatore e I'enun- osofia, è il passaggio,l a trasformazione, la ciatario. Avevo delle buone ragioni per non fidarmi di questi duzione, la delega,l a significazione,I 'invio, due termini, perché se si aggiungel oro l'enunciato, ci si ritro- presentazioned i A attraverso B. Tutti que- va immancabilmente presi nella situazione di comunicazione: quivalenti, ciô vale a dire che designanoa un locutore, un locutario, un messaggio.O ra, niente ci dice che abbiamo a che fare con degli umani, niente ci dice che si tratti di linguaggio, e niente ci dice che si possano addirittura separarei corpi parlanti.dai messaggi.c ircolanti. Purtuttavia :lr.emo Passe con "passaggio-trasferimento" e passage brsogna esserec apacl dl mantenere I termlnl enunclatore, 75 enunciatario, enunciato, senza per questo conservarea lcuna Accettando l'iootesi di\Thitehead sull"' traccia del loro antico Iegamec on la situazioned i comunica- trebbe estendere I'enunciazione, cosi de1 z_ione.A tal proposito abbiamo bisogno di esplorare i regimi viventi ma anchea gli inerti. Anche gli iner di enunciazionea pparenremenrem oito lontani da quelli della no mâ, al contrario dei viventi, non p tradizione letteraria sulla quale la semiorica si è dapprima simile. Restano,s celgonod i restarel o ste affilata le unghie. stesso (\Thitehead 1929). Per un osserva Se affrontiamo il primo regime di enunciazione, com- non esistea ncora, perché I'osservazionee prendiamo immediatamente che siamo infiniramenre lontani tengono a un altro regime di enunciazior dall'umana comunicazione. Questo primo regime, infatti, non metria è ancora discernibile. Si ha un'imore implica l'enunciato e nemmeno un enunciatario. Che cosa Possiamod ire con Whitehead che gli iÀer implica allora?S olo un enunciarore.C he cosaf a questo enun- scelgonod i mantenersi in presenzas enza ciatore? Chi è? Cioè, non dimentichiamolo, che cosap assa mediario azzardatod i un altro corDo. (trasferisce)?S é medesimo. Un simile. Un quasi simile. Qual In questo regime di enunciazionec hiar é il risultato del passaggio-trasferimento?O ttenere sempre di meglio, "riproduzione", non riconoscia un.enunciatore in presenza,q uasi simile a quelli che lo pre- liare dell'enunciato- non passan iente cedono. Paga il prezzo della durata con il passaggioa un quelli che passano- ma non riconosciam quasi simile. Dove possiamo rrovare una forma d'enunciazione stinzione tra enunciatoree d enunciatario. cosi strana in cui manchi I'enunciato e l'asimmetria tra enun- mente nel caso dei viventi (il discendente< ciatore ed enunciatario? Dapperturro. Sono i uiuenti. Di- quasi simile) o non ha mai luogo poiché mentichiamo sempre che anche i viventi enunciano e che rimanere simile. Gli inerti restano - se I durano perché .otiono iI rischio di passarea un altro vivenre senso- gli stessie nunciatori che passanoe simile a loro. Che cosap assano?G eni, citoplasmi, ecosistemi, stessi.D i conseguenzan oi non riconosciar forme vitali, l' eidon della loro specie?F orse rutto quesro, ma situazione familiare - che diventerà fam poco ci interessa in questo punto. Non vogliamo ancora della dualità o del dialogo enunciatore/enr trasformare in un messaggioc he passa di corpo in corpo venti né gli inerti sono mai nella situazio quello che è prima di tutto il passaggios enzam essaggiod a perché siano muti, ma perché non sonc corPo a corpo. esseri diversi posti faccia a faccia. Sono Chiameremo il primo regime di enunciazione "riproduzio- numerosl e contlnul. ne". Questo è caratterizzatod all'assenzad i enunciati e dall'as- Come riconosceremoa llora, in assenza< senzad i asimmetria tra enunciatore ed enunciatario. Quello familiari dell'enunciazione,l e marche del che passad all'uno all'altro è l'uno verso I'altro, e questo altro mento e passaggio-transito.soprrai < .del è lo stesso,q uasi lo sresso( bisognerebbed ire è [o sresso,a nostri unici mezzi per orientarci? E (fors prescindered al darwinismo, ma ciô significherebbeg ià sup- caso sia dei viventi che degli inerti, ricerci porre risolte turra una serie di controversie.A ccontenriamoci precisa dell'enunciazione avviata dalla se della nozione, perfettamenrev aga, di "quasi simile"). Per un caso del testo narrativo? Al contrario. La osservatoree sterno- che non esistea ncora - il risultato del gio è accecanten el caso degli inerti ed è i passagio (trasferimento) è la durata: I'eucalipto gigante di discernibile nei caso dei viventi, Siccome fronte alla mia finestra c'è sempre, e lo scoiattolo chè si annida rano nell'essere,n on fanno mai differenz, tra i rami, è sempre presenre- a meno che non siano i suoi ciatori ed enunciatari e sono numerosiss discendenti. ctaztone si traduce semDre con la contit /o lciato, senza per questo conservârea lcuna Accettando l'ipotesi di \X/hiteheads ull"'inheritance",s i po- tico legame con la situazioned i comunica- rrebbe estendere I'enunciazione, cosi definita, non solo ai sito abbiamo bisogno di esplorarei regimi viventi ma anche agli inerti. Anche gli inerti scelgono e passa- ,parentemenrem olto lontani da quelli della no ma, al contrario dei viventi, non passano a un quasi ia sulla quale la semiotica si è dapprima simile. Restano, scelgonod i restarel o stesso,e sattamentel o stesso (Whitehead 1929). Per un osservatore esterno - che il primo regime di enunciazione, com- non esistea ncora, perché I'o,sservazionee .l 'esterioritàa ppar- iatamente che siamo infinitamente lontani tengono a un altro regrme dr enunclazrone- nessunaa slm- icazione. Questo primo regime, infatti, non merria è ancora discernibile. Si ha un'impressioned i perennità. o e nemmeno un enunciatario. Che cosa Possiamo dire con \ilZhiteheadc he gli inerti sono viventi che r un enunciatore.C he cosaf a questo enun- scelgono di mantenersi in presenza senzap assarep er I'inter- ioè, non dimentichiamolo, che cosa passa mediario azzardatod i un altro coroo. edesimo.U n simile. Un quasis imile.Q ual In questo regime di enunciazionec hiamato,i n mancanza passaggio-trasferimenroO? ttenere sempre di meglio, "riproduzione", non riconosciamo Ia forma fami- presenzaq, uasi simile a quelli che lo pre- liare dell'enunciato - non passa niente che sia diverso da rezzo della durata con il passaggio a un quelli che passano - rn" .ro., riconosciamo nemmeno la di- possiamot rovareu na forma d'enunciazione silnzlone tra enunclatoree d enunciatario. O spariscer apida- nanchi I'enunciato e I'asimmetriat ra enun- mente nel caso dei viventi (il discendented iventa I'ascendente atario? Dappertutto. Sono i uiuenti. Dr- quasi simile) o non ha mai luogo poiché I'inerre sceglied i rre che anche i viventi enunciano e chc rimanere simile. Gli inerti restano - se I'espressioneh a un 'ono il rischio di passarea un altro vivenre senso- gli stessie nunciatori che passanoe si sostituisconoa se cosap assano?G eni, ciroplasmi,e cosistemi, stessi.D i conseguenzan oi non riconosciamo piir neanche la n della loro specie?F orse tutto quesro, ma situazione familiare - che diventerà familiare in seguito - in quesro punro. Non vogliamo ancora della dualità o del dialogo enunciatore/enunciatario. Né i vi- messaggioc. he passa di corpo in corpo venti né gli inerti sono mai nella situazioned i dialogo, non r dl turro il passaggios enza messaggiod a perché siano muti, ma perché non sono mai almeno due esseri diversi posti a faccia. Sono sempre molto piir .faccii rrimo regime di enunciazione "riproduzio- numerosl e conunul. tertzzato dall'assenzad i enunciati e dall'as- Come riconosceremoa llora, in assenzad i tutti gli elementi a tra enunciaroree d enunciatario. Quello familiari dell'enunciazione,l e marche del passaggio-trasferi- rll'altro è I'uno verso I'altro, e quesro alcro mento e.del passaggio-transito.:oft1r iconosciute come i o stesso( bisognerebbed ire è lo sresso,a nostri unici mezzi per orientarci? E (forse) impossibile, nel 'winismo, ma ciô significherebbeg ià sup- caso sia dei viventi che degli inerti, ricercare una definizione rna serie di controversie.A ccontentiamoci precisa dell'enunciazione awiata dalla semiotica nel facile 3ttamentev aga, di "quasi simile"). Per un caso del testo narrativo? Al contrario. La marca del passag- - che non esisrea ncora - il risultato del gio è accecanten el caso degli inerti ed è invece chiaramente ento) è la durata: I'eucalipto gigante di discernibile nel caso dei viventi. Siccome gli inerti perseve- tra c'è sempre, e lo scoiattolo che si annida rano nell'essere,n on fanno mai differenza alcuna tra enun- e presenre- a meno che non siano i suoi ciatori ed enunciatari e sono numerosissimi; la loro enun- ciazione si traduce s!mpre con la continuità di una forza 77
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