ALESSANDRO ROCCATI INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELVEGIZIANO SALERNO EDITRICE ROMA Copertina: Libro dei Morti di Ani (partic.; papiro del 1200 a.C.). London, British Museum. Elaborazione: Grafica Elettronica, Napoli. ISBN 978-88-8402-599-9 Tutti i diritti riservati -Ali rights reserved Copyright © 2008 by Salerno Editrice S.r.l., Roma. Sono rigorosamente vietati la riproduzione, la traduzione, l'adattamento, anche parziale o per estratti, per qualsiasi uso e con qualsiasi mezzo effettuati, compresi la copia fotostatica, il microfilm, la memorizzazione elettronica, ecc., senza la preventiva autorizzazione scritta della Salerno Editrice S.r.l. Ogni abuso sarà perseguito a norma di legge. A Teresina e Maria Cristina INTRODUZIONE ¼a lingua presentata in questo lavoro si identifica con quella che fu lungamente scritta mediante la grafi.a geroglifica. Tale scrittura ebbe origine in Egitto in funzione della registrazione - tanto visiva quanto uditiva - della lingua dominante, che è pertanto antonomasticamente definita "lingua egizia". Tale parlata fu registrata con due sistemi grafi.ci: uno "sacro" (i geroglifici, contraddistinti dalla loro natura figurata) e uno "utilitario" (lo ieratico, che adotta forme non figurate per i segni e costi tuisce una demotivazione della scrittura geroglifica). Essa inoltre distinse tendenzialmente due fasi: quella che diede origine alla scrittura, all'inizio deLIII millennio a.C., ed una ulteriore che subentrò parzialmente verso la seconda metà del II millennio a.C. e perciò detta "neoegiziano". Que sta fase fu scritta principalmente in ieratico sui papiri, ma introdusse al livello scritto, accanto ad un livello formale di espressione, anche un registro informale (umile, colloquiale) e richiese conseguentemente un profondo rinnovamento della struttura interna della scrittura, che solo apparentemente assomiglia a quella usata per notare la lingua piu an tica. Del resto la lingua piu antica si divide a sua volta in due tappe suc cessive, definite soprattutto da caratteristiche della scrittura. La prima di esse (d etta tradizionalmente ed ambiguamente "antico egiziano") nasce con la scrittura, che è propriamente una "scrittura di parole" (logografi.a), quindi ampiamente fonetica e legata direttamente alla pronuncia. Quando nasce la prima notazione visivo/uditiva della lingua esiste solo il "discorso (orale)". La concezione di testi scritti in quanto tali-e quindi dei libri-fa parte di un processo che si sviluppa a partire dalla fine del III millennio a.C., coinvolgendo anche un cambiamento linguistico, quello che portò al "neoegizio". Questo processo, qui definito "testualizzazione", porta come conseguenza la dotazione della scrittura di una attrezzatura grafi.ca atta a meglio definire la struttura grammaticale ("grammaticalizzazione"). Per questo motivo si definisce il successivo neoegizio una "lingua testuale" e la sua scrittura, "scrittura testuale". 9 INTRODUZIONE Al principio del II millennio a.C. il fenomeno della testualizzazione porta ad una normazione dell'ortografia e ad una grammaticalizzazione della scrittura in funzione dello sviluppo di un'ampia letteratura scritta e dell'uso librario. È questa la ragione che consiglia di scegliere partico larmente (anche se non esclusivamente) questa manifestazione lingui stica, definita impropriamente "classica", a scopo introduttivo (cosi come arbitrariamente si sogliono trasporre i testi ieratici in geroglifici per comodità di studio). Tra le due fasi linguistiche, "egiziana" e "neoegizia(na)", intercorre però un divario tipologico. Solo la seconda presenta spiccate affinità con altre lingue storiche del Mediterraneo orientale (tra cui il greco), men tre la fase piu antica non ha ancora raggiunto una de~nizione concorde e soddisfacente tra gli studiosi e, riconosciuta la genericità delle connes sioni con altre lingue prossime dell'Africa e dell'Asia, si comprende nella sua specificità piu per contrasto che per analogia con altre situa zioni linguistiche note. Ed è questo uno dei motivi principali di inte resse del suo studio, quale testimonianza di un processo del pensiero umano. La lingua egizia, nella sua evoluzione culturale, fu usata con continuità fino a molto tempo dopo la sopravvenuta concorrenza dell'arabo ed era ancora viva al tempo delle Crociate. Tuttavia, essendo essa scritta non piu con geroglifici, bensi con un sistema autonomo, anche se lontanamente derivato dai geroglifici (il demotico), e successivamente con un alfabeto derivato da quello greco (il copto), esula dai termini che questo lavoro si è posto. Nondimeno il copto, a causa della grafia piu esplicitamente fonetica, nonostante le alterazioni sopraggiunte nel tempo, rimane un importante riferimento di verifica e -confronto. Vocaboli egizi furono notati casualmente anche con altri sistemi grafici, principalmente quello cuneiforme nel periodo corrispondente all'uso del neoegizio, e voci straniere furono citate e inserite nella scrittura (e lingua) egizia, probabilmente dai tempi piu antichi. La terminologia ripresa dal greco (geroglifici, ieratico, demotico) ricalca designazioni approssimati vamente corrispondenti nella lingua indigena. Copto è alterazione di aiguptios. 10 INTRODUZIONE La struttura dell'esposizione cerca di conformarsi al carattere della lingua quale traspare dalla sua analisi, e che differisce notevolmente dal nostro modo di pensare. !:egiziano attestato dal periodo piu antico documenta una tipologia linguistica arcaica, fondamentalmente legata a un'espressione soggettiva. Di qui discende il numero elevato di pro nomi personali, alla cui presentazione si è pertanto data la precedenza, il trattamento sintattico particolare riservato alle parti del corpo (v iste come origine dell'energia del soggetto agente}, la natura del verbo che è centrata sulle funzioni agenziali. Da un punto di vista grammaticale, la morfologizzazione delle funzioni è a uno stadio elementare e la base degli enunciati è eminentemente soggettiva e collegata ai valori lessicali. Questi ultimi distinguono, in particolare, vocaboli di natura statica da altri di senso energico o performativo. Questo profilo della lingua egizia non intende servire da manuale; si propone però di delineare la struttura quale appare ad un criterio inter pretativo attuale, in funzione di un processo storico che non dimentichi le vicende linguistiche dell'intero Oriente mediterraneo. In particolare è sembrato importante il nesso con il carattere della documentazione, a causa delle strette connessioni tra lingua e scrittura, il predominio delle attestazioni letterarie, la successione di valori diversi portati dall'uso della scrittura in progresso di tempo. Nello snodarsi di una visione personale mi è parso piu utile, e vorrei non presuntuoso, raccogliere i frutti di ri cerche discontinue, che non cercare di presentare un quadro delle opinioni, non particolarmente dinamico, o di tratteggiare un risultato dogmatico. Questi materiali debbono la loro sperimentazione a una lunga attività didattica, fin dalle lezioni tenute presso l'Università Statale di Milano, per-iniziativa della professoressa Maria Mayer Modena, e poi all'inse gnamento nelle università di Roma e di Torino. La prima stesura è del 1982 (Milano, Unicopli}; una successiva edizione è stata prodotta nel 2002 (Torino, Thélème ), rispetto alla quale la presente è profondamente rinnovata. Alla stampa hanno contribuito con un aiuto efficace Franco Aspesi e Vermondo Brugnatelli, e, per quanto concerne i testi geroglifici, Federico Bottigliengo, mentre da ultimo Emanuele Ciampini si è prestato ad una lettura critica del lavoro. 11