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Introduzione alla filosofia della mente PDF

236 Pages·2014·1.37 MB·Italian
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LDB eBook Laterza Alfredo Paternoster Introduzione alla filosofia della mente © 2010, Gius. Laterza & Figli Edizione digitale: settembre 2014 www.laterza.it Proprietà letteraria riservata Gius. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari Realizzato da Graphiservice s.r.l. - Bari (Italy) per conto della Gius. Laterza & Figli Spa ISBN 9788858116876 È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata Sommario Avvertenza alla nuova edizione Introduzione Parte prima. Mente-corpo Capitolo 1. Due o tre modi di essere materialisti 1. La teoria dell’identità psico-fisica 2. L’eliminativismo 3. Il comportamentismo Riepilogo Cos’altro leggere Note Capitolo 2. Il funzionalismo 1. La tesi fondamentale 2. Computazioni 3. La teoria computazional-rappresentazionale della mente 4. Critiche al funzionalismo Riepilogo Cos’altro leggere Note Capitolo 3. Cause mentali 1. Realizzabilità multipla e sopravvenienza 2. L’argomento dell’esclusione causale 3. Il paradosso della causalità mentale 4. Il funzionalismo è una forma di dualismo? Riepilogo Cos’altro leggere Note Parte seconda. Mente-mondo Capitolo 4. Il contenuto intenzionale 1. La nozione di stato intenzionale 2. Spiegare l’intenzionalità: strategie generali 3. Semantica delle rappresentazioni mentali: le teorie del contenuto e le loro difficoltà 3.1. Determinazione e natura del contenuto: tre teorie 3.2. Individuazione del contenuto: internismo/esternismo 4. Esternismo e computazionalismo: due problemi Riepilogo Cos’altro leggere Note Capitolo 5. Percezione 1. Il contenuto percettivo 2. Teorie filosofiche della percezione 3. Due teorie empiriche della percezione 4. Percezione diretta «vs.» mediata: argomenti filosofici e psicologici Riepilogo Cos’altro leggere Note Capitolo 6. Tipi di rappresentazione mentale 1. Rappresentazioni analogiche e procedurali 2. Reti neurali 3. Computazione senza rappresentazione: la robotica situata Riepilogo Cos’altro leggere Note Parte terza. Mente-mente Capitolo 7. Architettura della mente 1. Il connessionismo come ipotesi architettonica 2. Cognizione situata e sistemi dinamici: rivoluzione o continuità? 3. La modularità della mente 4. La natura della psicologia del senso comune Riepilogo Cos’altro leggere Note Capitolo 8. Coscienza 1. Due concetti di coscienza 2. Il vuoto esplicativo 3. Gli argomenti sui qualia 4. Teorie della coscienza: una mappa delle posizioni Riepilogo Cos’altro leggere Note Riferimenti bibliografici Postfazione. Gli sviluppi degli ultimi dieci anni 1. La «riscoperta» dell’azione: i neuroni specchio e il paradigma sensomotorio 2. La mente estesa 3. Sviluppi del dibattito sulla coscienza Note Glossario Avvertenza alla nuova edizione A distanza di otto anni dalla pubblicazione della prima edizione, mi è parso naturale chiedermi se e come il testo andasse aggiornato. La ricerca empirica, la neuroscienza in particolare, ha fatto diversi passi avanti, e tuttavia non si può dire che la geografia generale della disciplina sia mutata in modo significativo. Inoltre, se è indubbio che la discussione su diversi temi si sia arricchita di nuovi sviluppi, è pur vero che in alcuni casi questi hanno un carattere eccessivamente tecnico (come accade nelle discipline che hanno raggiunto un certo grado di maturazione), poco consono a un testo di natura introduttiva. Insomma, per quanto posso vedere, l’impianto e i contenuti del libro hanno conservato intatti la loro validità. Per questa ragione, ho optato per qualcosa di simile a degli afterthoughts, dando conto – nella Postfazione in fondo al volume – dei principali filoni di ricerca e discussione emersi nel primo decennio del terzo millennio. Ringrazio Michele Di Francesco, Simone Gozzano, Diego Marconi, Massimo Marraffa, Cristina Meini e Sandro Nannini per gli scambi di idee sull’evoluzione recente della disciplina. Torino, giugno 2010 Introduzione La filosofia della mente è una delle discipline filosofiche oggi più vive e frequentate. La posizione centrale che essa indubbiamente occupa all’interno della cosiddetta filosofia analitica si spiega con due ragioni. La prima è che la filosofia della mente costituisce un banco di prova cruciale per alcune teorie maturate in altri ambiti filosofici, relative, per esempio, alla natura delle nozioni di causa e di spiegazione, alla forma che deve assumere la riduzione interteorica, o ancora alla natura del significato e della rappresentazione. Chi si interroga sulla natura del mentale finisce cioè per trovarsi a un crocevia di annose questioni metafisiche, epistemologiche e semantiche che potrebbero trovare all’interno della filosofia della mente nuove risposte o diverse formulazioni. La seconda ragione è che la filosofia della mente intrattiene rapporti molto stretti con una delle più significative imprese scientifiche del nostro tempo: la scienza cognitiva, lo studio interdisciplinare delle capacità mentali. Alcuni filosofi della mente, come Paul Churchland, Daniel Dennett, o Jerry Fodor, per non fare che qualche nome, hanno portato contributi di grande rilievo ai fondamenti epistemologici della scienza cognitiva, dimostrando come, contrariamente a quanto molti filosofi e scienziati pensano, la filosofia possa svolgere un ruolo proficuo accanto e dentro la scienza. D’altra parte, l’importanza che la scienza cognitiva ha via via acquisito negli ultimi decenni del Novecento ha contribuito a conferire alla filosofia della mente lo statuto di priorità cui si è accennato sopra, soppiantando in tale ruolo la filosofia del linguaggio, considerata «filosofia prima» per più di metà del secolo scorso. Volendo dare una prima e molto approssimativa idea di che cosa ci si occupa in filosofia della mente, si potrebbero citare questioni come le seguenti: che rapporto c’è tra la mente e il cervello? Come fa la mente a rappresentarsi la realtà esterna? Si possono spiegare compiutamente i fenomeni mentali all’interno delle scienze della natura? Il concetto ordinario di mente solleva diversi problemi, a cominciare dall’esistenza stessa della mente: non è affatto scontato che, al di là dell’etichetta linguistica, ci sia qualcosa di unitario che tiene insieme tutti i fenomeni mentali: il pensiero, l’esperienza, l’autocoscienza, ecc. Tuttavia, che tali fenomeni abbiano un carattere unitario è certamente un’intuizione diffusa, che può essere tranquillamente assunta in partenza, se non altro allo scopo di tentare di confutarla. Questo libro è un’introduzione alla disciplina divisa in tre parti, dedicate rispettivamente alla relazione che sussiste tra la mente e il corpo (Mente-corpo, o metafisica della mente), a come la mente si rapporta al mondo esterno (Mente- mondo, o intenzionalità), e ad alcuni aspetti qualitativi e funzionali intrinseci alla mente stessa (Mente-mente: architettura della mente e coscienza). Sebbene questa articolazione tematica sia molto diffusa, essa è – come ogni altra suddivisione – arbitraria, non soltanto perché i criteri di divisione potevano essere altri, ma anche perché, dati per buoni i tre nuclei tematici, un problema di metafisica della mente può, riformulato in modo un po’ diverso, diventare un problema di intenzionalità, o un problema relativo alla coscienza (e viceversa). Comunque si vogliano formulare i problemi, le relazioni tra questi tre ambiti tematici sono molto strette e saranno sistematicamente segnalate nel corso dell’opera. Il libro è destinato in primo luogo a studenti di filosofia o di altri corsi di laurea che prevedono un insegnamento (uno o più moduli) di filosofia della mente. Tuttavia, non richiedendo alcun prerequisito, dovrebbe essere fruibile anche per il lettore non specialista interessato a questi temi. I criteri che hanno ispirato il mio lavoro sono fondamentalmente i due seguenti. 1. L’attenzione è focalizzata sui problemi e sugli argomenti che sono stati avanzati per sostenere l’una o l’altra delle soluzioni a un certo problema. Ciò ha due implicazioni. La prima è che il libro non ha alcuna pretesa storica, ed è anzi quasi del tutto astorico. Le diverse questioni sono dibattute da un punto di vista contemporaneo, senza preoccuparsi degli antecedenti filosofici più o meno lontani di una certa posizione. Il lettore interessato a una prospettiva storica può proficuamente rivolgersi ai lavori di Michele Di Francesco (20022a) e di Sandro Nannini (2002). (Il libro di Nannini è una vera e propria storia della filosofia della mente, quello di Di Francesco si colloca un po’ a mezza via tra l’introduzione teorica e quella storica.) La seconda implicazione è che non ho cercato di presentare tassonomie esaustive delle varie posizioni dei principali filosofi della mente, né di entrare molto nei dettagli delle singole teorie. Le teorie vengono presentate in quanto esemplificano soluzioni a un certo problema, al livello di approfondimento appropriato a questo scopo. Quello che considero prioritario è che lo studente da un lato sviluppi la capacità di individuare un

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