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Introduzione a Weber PDF

186 Pages·1970·2.087 MB·Italian
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Prima edizione 1970 INTRODUZIONE A WEBER DI NICOLA M. DE FEO EDITORI LATERZA Proprietà letteraria riservata Casa editrice Gius. Laterza & Figli, Bari, via Dante .51 CL20-0117-9 MAX WEBER I. SCIENZA E POLITICA Io sono un membro della classe borghese, mi « sento tale e sono educato alla sua visione del mondo e ai suoi ideali >>. Queste parole, pronunciate da Max Weber nel 1895, durante il suo <<Discorso inaugu­ rale>> all'università di Friburgo, sono la più signifi­ cativa presentazione che Weber abbia fatto di se stesso e costituiscono l'introduzione più realistica alla com­ prensione della sua biografia intellettuale e politica. L'appartenenza alla classe borghese tedesca della se­ conda metà del XIX secolo, ì sentimenti )), la « << visione del mondo >> e gli « ideali >> borghesi di quel liberalismo che C. F. Sell ha denominato spi­ « rituale per distinguerlo dalla prima e più eroica ))1 epoca del lil;!eralismo illuministico che aveva prodotto la Rivoluzione francese, sono i dati naturali, cioè sto­ rici e sociali entro cui si forma, si sviluppa e si definisce la complessa problematica teorica e politica di Max Weber. Marianna Weber ha detto di lui, nella sua celebre biografia, che egli non amava la felicità, bensl lot­ tava per la libertà e la dignità dell'uomo, cosl come gli avevano insegnato proprio quei maestri della cul­ tura moderna, Rousseau e Montesquieu, la cui eco, tuttavia, egli ritrovava negli insegnamenti teorici della storia universale> > di Mommsen, di Ranke « e di Treitschke. Se questa eco non poté subito rive- 7 lare al Weber adolescente il suo presupposto teori­ camente contemplativistico e praticamente reazio­ nario, essa lo guidò fondamentalmente ad uno studio « scientifico » della storia economica e sociale che a lungo andare non poteva non rivolgersi, per le sue stesse premesse universalistiche, contro gli stessi ideali politici ed etici del pensiero liberale a cui Weber dava il suo entusiastico assenso. Come sottolinea la stessa Marianna Weber, il pri­ mo periodo della produzione scientifica weberiana è generalmente caratterizzata da una tendenza fortemente volontaristica )) in cui si muove l'analisi scientifica << della storia la quale, anche se metodologicamente gui­ 1, data dal metodo oggettivo )) dei Ranke, dei Momm­ « sen, dei Treitschke, tende a sfuggire alle loro pre­ messe contemplativistiche, legandosi direttamente al­ l'ideologia politica dello Stato nazionale )), Ade­ « rendo, infatti, al Partito liberai-conservatore, nel 1890 Weber partecipa al I Congresso Evangelico sociale, che riunisce teologi liberali, progressisti e conservatori guidati da Adolph Stocker, e stabilisce rapporti di stretta collaborazione con Paul Gohre, Adolph von Harnack e, in particolare, con Friedrich Naumann, del quale subirà l'influenza per tutta la vita. Al movimento detto cristiano-sociale )) aderi­ « scono, infatti, quei liberali che si aprono alla que­ « stione sociale )), che il capitalismo monopolistico tedesco da un lato, la forte crescita del" movimento operaio e del par_tito socialdemocratico dall'altro, pongono sempre più all'ordine del giorno della poli­ tica e dello sviluppo economico della Germania, nella seconda metà del XIX secolo. Ciò che unisce· gli aderenti a questo movimento non è tanto l'ideo­ logia politica, quanto un comune atteggiamento cri­ tico-scientifico, cioè storicistico, rispetto alla teologia. Il rifiuto di qualsiasi dogma e l'apertura critica MARIANNE WEBER, Max We ber. Ein Lebensbild, Heidel­ l berg 1950, p. 347. 8 alla discussione scientifica sono la base dello « spi­ rito di tolleranza che il movimento cristiano­ » << sociale adotta anche nelle questioni politico-sociali. » Nello stesso tempo, Weber collabora al foglio di Martin Rade, la « Christliche Welt e, lo stesso », anno, riceve dal « Circolo di politica sociale ( « Ve­ >> rei n fiir Sozial-politik ) l'incarico di un'inchiesta » sulle condizioni dei contadini nel territorio orientale della Germania dell'Elba. L'anno seguente, nel '90, Weber inizia l'attività redazionale presso la rivista di suo cugino, Otto Baumgarten, « Evangelisch-soziale Zeitfragen e, nello >> stesso tempo, ottiene l'abilitazione all'insegnamento della storia col suo primo lavoro scientifico di ri­ lievo, La storia agraria romana. In essa, per la prima volta, Weber si serve del­ l'« analisi scientifica >> che i « grandi scrittori tedeschi di storia come Ranke, Mommsen, Curtius, Grimm, >> avevano elaborato sul modello delle scienze naturali, per studiare la realtà storico-sociale sine ira et studio, come diceva Ranke, non come « doveva e avrebbe dovuto essere ma come « è stata Infatti, sco­ », » 2• po della Storia agraria weberiana è analizzare « con metodo sperimentale i diversi fenomeni del diritto » romano, pubblico e privato, « solamente da uno specifico punto di vista: quello della loro importanza pratica per lo sviluppo dei rapporti agrari in » 3, particolare, le relazioni fra le specifiche forme e tecniche di misurazione dei terreni e i rapporti giu­ ridici, pubblici e privati, a cui erano sottoposte nel mondo romano. L'esistenza di questi rapporti, o l'affermazione della loro necessità teorica, è caratterizzata da Weber come il « successo maggiore del suo lavoro Pur » 4• C. F. SaL, Die Tragodie des deutschen Liberalismus, 2 Stuttgart 1953, p. 300. 3 M. WEBER, Storia agraria romana, trad. it., Milano 1967, f· 3. 4 VI• , p. 4 . 9 nella specificità del problema affrontato, l'analisi del­ le relazioni tra diritto e tecnica agraria romana è il primo tentativo che fa Weber di studiare le rela­ zioni storiche tra i vari elementi della realtà, << >> attraverso la connessione casuale logicamente de­ << >> terminata, dei suoi aspetti giuridico-istituzionali e . SOCIO-eCOnOm.i C.I . La storia è, infatti, una scienza e, come tale, si avvale della categoria logica della causalità e del metodo sperimentale per individuare i fenomeni << >> « dati », cosl come le altre scienze naturali. Nell'Introduzione Weber chiarisce lo scopo e il metodo della sua indagine: La partecipazione consapevole e la modernità del­ l'aspro contrasto fra la colonizzazione del suolo pubblico, che era precaria de iure proprio nei confronti dell'auto­ rità pubblica e che godeva di una tutela legale solo contro attacchi per cui i moderni ordinamenti prevede­ rebbero una sanzione penale, e la proprietà fondiaria privata, che realizzava fino alle estreme conseguenze gli elementi individualistici della libera disposizione del pro­ prietario e della più assoluta mobilità, portano a questo problema: a quale concezione economica corrispondesse nell'ambito del diritto agrario questa idea di proprietà, che ancor oggi domina il nostro pensiero giuridico, da taluni ammirata per il suo vigore logico, da altri com­ battuta come radice di tutti i mali nell'ambito del nostro diritto ·agrario s. Lo sviluppo dell'azienda agricola romana, analiz­ zato nel quadro delle particolari condizioni giuri­ << diche e sociali della proprietà fondiaria viene rico­ ))1 struito nei suoi << elementi >> causalmente intercon­ nessi, in rapporto anche alle trasformazioni da esso subite, in particolare alla. sua configurazione storico­ sociale nell'organizzazione del latifondo nell'età im­ periale e nella servitù della gleba nel colonato. 5 lvi, pp. 7-8. lO

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