ebook img

Introduzione a Moore PDF

158 Pages·1972·2.158 MB·Italian
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview Introduzione a Moore

Prima edizione 1972 INTRODUZIONE A O ORE M DI EUGENIO LECALDANO EDITORI LATERZA Proprietà letteraria riservata - Casa editrice Gius. Latena & Figli, Bari, via Dante 51 CL 20-0455-0 GEORGE EDWARD MOORE I. LA LIBERAZIONE DALL'IDEALISMO Quando nel 1892 Moore entrò al Trinity College di Cambridge per studiare lettere classiche, la cultura filosofica inglese era dominata dal neo-idealismo di Bradley. Il positivismo associazionistico era ormai considerato superato fin dalla morte di John Stuart Mill (1873) e più fiacco era il dibattito intorno al positivismo evoluzionistico di Spencer, anche se pro­ prio negli ultimi anni del secolo il sistema spence­ riano andava completandosi. Nel 1893 usciva l'opera più significativa di Bradley, Apparenza e realtà 1• Bradley affermava che il mondo che ci viene fatto conoscere dai sensi è contraddittorio e, in quanto tale, una semplice « ap­ parenza »; esso è inaccettabile in quanto viene con­ cepito come l'insieme di una molteplicità di oggetti collocati nello spazio e che mutano e si trasformano con il passare del tempo. Proprio la molteplicità degli oggetti e la loro collocazione nel tempo impli­ cava, secondo Bradley, l'esistenza di relazioni tra tali oggetti. La contraddittorietà del mondo sensi­ bile nasceva dal fatto che tra le entità in esso presenti intercorrevano delle relazioni che Bradley riteneva non potessero essere considerate solo super­ ficiali ed esterne, ma che dovessero esser concepite, l Appearance and Realit�, Oxford 1893; trad. i t., Appa­ rtnza e tealtd., Milano 1947, con una interessante prefazione di Antonio Banfi. 7 più radicalmente, come relazioni interne 1• La rela­ zione, cioè, che si istituisce tra due oggetti, non lascia immutata la loro natura intrinseca; proprio perciò un oggetto del quale si ammette che è in relazione con un altro dovrà contraddittoriamente essere concepito nello stesso tempo come se stesso, ma anche come qualcosa di diverso. L'esigenza di superare questa contraddittorietà del mondo empi­ rico spingeva Bradley a postulare l'esistenza di una vera realtà, che veniva poi concepita come una Unità Assoluta e atemporale nella quale non trovava alcuna applicazione la categoria di relazione. Poco o nulla dell'idealismo tedesco confluiva nel­ le pagine di Bradley, tanto è vero che Edward Caird - il massimo conoscitore di Hegel in Inghilterra in quello scorcio di secolo -dette del libro un giudizio negativo 3• Il particolare carattere della cultura in­ glese non aveva mancato di influenzare Bradley: l'empirismo l'aveva condizionato tanto positivamente, quanto negativamente. Positivamente, Bradley aveva derivato da Hume la tendenza a privilegiare sul piano gnoseologico la percezione immediata; in luogo però della percezione immediata empirica che costituiva un mondo contraddittorio caratterizzato da una mol­ teplicità di oggetti, si faceva valere una percezione immediata di tipo intellettuale che introduceva alla Realtà Assoluta. Il rigoroso monismo di tipo spino­ ziano 4 cui giungeva Bradley era poi condizionato dal­ l'empirismo classico anche in senso negativo. Infatti non si trattava più di fondare tale monismo su radici antologiche delineando le fasi dello sviluppo della z Apparenza e realtà, trad. cit., pp. 214 sgg. l A questo giudizio negativo di Caird sul libro di Bradley accenna R. Wou.HEIM nella sua introduzione a Appearance and Reality, Oxford 1969, pp. m-IV. • Sul peso di Hume nel pensiero di Bradley insiste ]. PuCELLE, L'idealisme en Anglete"e, Neuchiltel 1955, pp. 191 sgg. Sempre Pucelle accosta il pensiero di Bradley a quello di Spinoza: ivi, p. 192. 8 realtà assoluta (Hegel); si trattava piuttosto di muo­ versi nell'orizzonte dei tradizionali problemi gnoseo­ logici dell'empirismo indicando le di.flicoltà a cui andavano incontro le soluzioni da esso proposte e sviluppando un rigoroso monismo proprio come al­ ternativa a quelle soluzioni. La filosofia di Bradley univa al suo rifiuto del mondo quotidiano e dell'esperienza sensibile anche un'insoddisfazione per le conclusioni raggiunte dalle scienze empiriche. Bradley faceva così valere nella cultura inglese quell'esigenza di critica della conce­ zione positivistica della realtà e della scienza che stava diffondendosi in quegli anni nel continente. Tuttavia la soluzione proposta da Bradley metteva in crisi non solo il fiducioso scientismo positivistico, ma anche le più radicare assunzioni connesse alla comune esperienza quotidiana. Lo sbocco era un misticismo scettico che non poteva mancare di avere i suoi esiti anche sul piano etico-politico, per cui, dopo la fase dell'impegnato radicalismo degli utili­ taristi, l'idealismo bradleyano favoriva un atteggia­ mento di aristocratico distacco e disinteresse per i problemi sociali. Moore giungeva a Cambridge con l'intenzione di approfondire gli studi di latino e greco già svolti con molta cura al Dulwich College nei dieci anni prece­ denti 5, ma il contatto con gli amici che frequenta­ vano i corsi di filosofia ebbe su di lui un'influenza decisiva. Particolarmente significativa fu, a questo proposito, la conoscenza di Bertrand Russell, già avanti negli studi filosofici, che· Moore incontrava regolarmente alle riunioni settimanali della « Società degli Apostoli », uno dei tanti clubs formatisi tra gli studenti di Cambridge 6• Fu appunto Russell ad 5 Si veda su questo Autobiography, nel volume The Phi­ losophy of G. E. Moore, New York 19522, pp. 6-12. 6 B. RusSELL, L'autobiografia, vol. I, trad. it., Milano 1969, pp. 103-6. 9 avviare Moore alla filosofia facendogli conoscere McTaggart, allora giovane docente al Trinity 7; ecco come, anni dopo, Moore descriveva questo incontro: Russell mi aveva invitato nella sua stanza per incon­ trare McTaggart e questi, nel corso della conversazione, fu portato ad esprimere la sua ben nota concezione che il tempo è itteale. Deve essermi allora sembrata (come d'altra parte accade anche ora) una conclusione del rutto assurda e feci del mio meglio per controbatteria 8• McTaggart apparve al giovane studente come un filosofo impegnato ad elaborare e difendere tesi para­ dossali e in contrasto con l'esperienza comune; ecco presentarsi una suggestione che non è senza rapporto con tutta quella attività critico-esplicativa che costi­ tuirà una parte essenziale della filosofia mooriana: Io non credo che il mondo o le scienze mi avreb­ bero mai suggerito dei problemi filosofici. Ciò che ha fatto sorgere nella mia mente dei problemi filosofici è quanto gli altri filosofi hanno detto sul mondo e sulla scienza. A molti dei problemi che mi si sono presentati in questo modo io sono stato (e sono tuttora) profon­ damente interessato. Questi problemi sono stati princi­ palmente di due tipi e cioè: primo, il problema di cer­ care di capire in modo chiaro ciò che un dato filosofo intendesse con quello che diceva; secondo, il problema di scoprire quali ragioni effettivamente soddisfacenti ci fossero per supporre che quanto il filosofo intendeva era vero o, alternativamente, falso. Credo di aver cercato di risolvere problemi del genere per rutta la vita e certamente non mi sono mai tanto avvicinato ad una loro soluzione come io avrei desiderato 9• 7 Sull'attività di McTaggart a Cambridge si veda C. D. BROAD, T be Local historical Background of contemporary Cam­ bridge Philosophy, in British Philosophy in the Mid-Century, London 1957, pp. 42-5. • NeUa già citata Autobiography, pp. 134 . • lvi, p. 14. lO

See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.