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Intorno alla Luna PDF

195 Pages·2016·2.32 MB·Italian
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JULES VERNE Intorno alla luna Disegni di Roux, De Montaut, Bayard, De Neuville Incisioni di Gannemaker e Hildibrand Copertina di Marco de Simone MURSIA Titolo originale dell’opera AUTOUR DE LA LUNE (1870) Traduzione integrale dal francese di FRANCESCO DE ROSA Proprietà letteraria e artistica riservata - Printed in Italy © Copyright 1964-1980 U. Mursia editore S.p.A. 451/AC/VII - U. Mursia editore - Milano - Via Tadino, 29 Indice PRESENTAZIONE.........................................................................5 CAPITOLO PRELIMINARE..................................................................8 NEL QUALE SI RIASSUME LA PRIMA PARTE DI QUEST'OPERA PERCHÉ SERVA DI PREFAZIONE ALLA SECONDA....................................................................................8 CAPITOLO I.....................................................................................13 DALLE DIECI E VENTI ALLE DIECI E QUARANTASETTE MINUTI DELLA SERA..............................................................13 CAPITOLO II...................................................................................19 LA PRIMA MEZZ'ORA..............................................................19 CAPITOLO III..................................................................................31 L'INSEDIAMENTO....................................................................31 CAPITOLO IV..................................................................................40 UN POCO DI ALGEBRA...........................................................40 CAPITOLO V...................................................................................50 IL FREDDO SPAZIALE.............................................................50 CAPITOLO VI..................................................................................59 DOMANDE E RISPOSTE..........................................................59 CAPITOLO VII................................................................................67 UN ISTANTE DI EBBREZZA....................................................67 CAPITOLO VIII...............................................................................76 A SETTANTOTTOMILACENTOQUATTORDICI LEGHE.......76 CAPITOLO IX..................................................................................85 CONSEGUENZE DI UNA DEVIAZIONE.................................85 CAPITOLO X...................................................................................92 GLI OSSERVATORI DELLA LUNA..........................................92 CAPITOLO XI..................................................................................97 FANTASIA E REALTÀ...............................................................97 CAPITOLO XII..............................................................................103 DETTAGLI OROGRAFICI......................................................103 CAPITOLO XIII.............................................................................112 PAESAGGI LUNARI................................................................112 CAPITOLO XIV.............................................................................120 LA NOTTE DI TRECENTOCINQUANTAQUATTRO ORE E MEZZO.....................................................................................120 CAPITOLO XV..............................................................................130 IPERBOLE E PARABOLA.......................................................130 CAPITOLO XVI.............................................................................141 L'EMISFERO MERIDIONALE................................................141 CAPITOLO XVII............................................................................146 TYCHO.....................................................................................146 CAPITOLO XVIII..........................................................................154 QUESTIONI GRAVI................................................................154 CAPITOLO XIX.............................................................................162 LOTTA CONTRO L'IMPOSSIBILE.........................................162 CAPITOLO XX..............................................................................172 I SONDAGGI DELLA SUSQUEHANNA.................................172 CAPITOLO XXI.............................................................................178 J.T. MASTON RICHIAMATO..................................................178 CAPITOLO XXII............................................................................185 IL SALVATAGGIO...................................................................185 CAPITOLO XXIII..........................................................................192 PER FINIRE.............................................................................192 PRESENTAZIONE I biografi di Verne raccontano che lo scrittore, poco prima di morire, consegnò il manoscritto del romanzo Dalla terra alla luna a un suo nipote che vive tuttora a Tolone dicendogli: « Conservalo con cura, perché so che tu assisterai al viaggio degli uomini verso la luna e sarai così in grado di giudicare l'esattezza delle mie previsioni ». Alla luce dei recenti avvenimenti bisogna confessare che Verne si mostrava davvero profeta. A poco più di un secolo di distanza, gli uomini sono davvero arrivati sulla luna. Ma c'è di più. Verne si mostrò profetico anche nei più minuti particolari relativi a questo viaggio interplanetario, tanto che, per assurdo, si potrebbe dire che nella descrizione del suo volo spaziale egli abbia preso per modello nientemeno che le più recenti imprese americane… Ad esempio, le concordanze tra il volo descritto da Verne e quello dell’«Apollo 8» (effettuato nel dicembre del 1968) sono semplicemente stupefacenti. Egli, con un secolo di anticipo, ha indovinato con esattezza non solo la nazione che avrebbe effettuato il primo lancio verso la luna, gli Stati Uniti d'America, ma anche il mese in cui il lancio sarebbe avvenuto, dicembre; il numero degli uomini a bordo, tre; il sistema di rientro sulla terra, l'ammaraggio; e persino il luogo in cui l'ammaraggio sarebbe avvenuto: l'Oceano Pacifico. Sorprendente, inoltre, è la quasi coincidenza del peso e delle dimensioni dell'« Apollo 8 » con quelle del proiettile immaginato da Verne. Né le somiglianze si fermano qui. Il luogo del lancio immaginato da Verne è a poco più di cento chilometri da Cape Kennedy, da cui prese il volo l'« Apollo 8 ». La lunghezza del volo terra-luna calcolato dallo scrittore è di 218 mila miglia, contro le 225 mila miglia percorse dall'« Apollo 8 ». Come si vede, uno scarto minimo nell'ordine delle distanze spaziali. E minimo è pure lo scarto relativo alla velocità di volo: 25.000 miglia orarie per Verne, 24.200 per l'« Apollo 8 ». Ora che siamo in grado di « giudicare l'esattezza delle sue previsioni » c'è davvero di che restare sbigottiti. Jules Verne non ha scritto un romanzo di fantascienza, ma qualcosa di più: ha scritto un romanzo profetico. Barbicane, Nicholl e Ardan, gli ardimentosi protagonisti di questo viaggio straordinario, non solo raggiungono la Luna, ma ruotano attorno al satellite (è questo appunto l'argomento del romanzo Intorno alla luna) osservandone l'affascinante e spettrale paesaggio. Proprio come hanno fatto gli americani Borman, Anders e Lowell. E ancora una volta Verne si rivela non solo romanziere dalla fervida fantasia ma anche documentassimo divulgatore delle scienze astronomiche, precorrendo i tempi in cui sarebbe stata fotografata « l'altra faccia della luna ». Abbiamo creduto opportuno riunire qui in un solo volume le straordinarie avventure narrate in due romanzi Dalla terra alla luna, che è del 1865, e Intorno alla luna, che è del 1870) perché unico è il tema e identici sono i personaggi. I due romanzi, pur raccontando ciascuno una vicenda compiuta e a sé stante, costituiscono l'immaginaria preparazione alla prima vera esplorazione spaziale; la quale, se ai tempi di Verne poteva sembrare un'ardita fantasia, appare oggi come entusiasmante realtà. Per una maggior comprensione delle due opere abbiamo qui riprodotto fedelmente anche le note del testo originale. JULES VERNE nacque a Nantes, l'8 febbraio 1828. A undici anni, tentato dallo spirito d'avventura, cercò di imbarcarsi clandestinamente sulla nave La Coralie, ma fu scoperto per tempo e ricondotto dal padre. A vent'anni si trasferì a Parigi per studiare legge, e nella capitale entrò in contatto con il miglior mondo intellettuale dell'epoca. Frequentò soprattutto la casa di Dumas padre, dal quale venne incoraggiato nei suoi primi tentativi letterari. Intraprese dapprima la carriera teatrale, scrivendo commedie e libretti d'opera; ma lo scarso successo lo costrinse nel 1856 a cercare un'occupazione più redditizia presso un agente di cambio a Parigi. Un anno dopo sposava Honorine Morel. Nel frattempo entrava in contatto con l'editore Hetzel di Parigi e, nel 1863, pubblicava il romanzo Cinque settimane in pallone. La fama e il successo giunsero fulminei. Lasciato l'impiego, si dedicò esclusivamente alla letteratura e un anno dopo l'altro — in base a un contratto stipulato con l'editore Hetzel — venne via via pubblicando i romanzi che compongono l'imponente collana dei « Viaggi straordinari — I mondi conosciuti e sconosciuti » e che costituiscono il filone più avventuroso della sua narrativa. Viaggio al centro della Terra, Balla Terra alla Luna, Ventimila leghe sotto i mari, L'isola misteriosa, Il giro del mondo in 80 giorni, Michele Strogoff sono i titoli di alcuni fra i suoi libri più famosi. La sua opera completa comprende un'ottantina di romanzi o racconti lunghi, e numerose altre opere di divulgazione storica e scientifica. Con il successo era giunta anche l'agiatezza economica, e Verne, nel 1872, si stabilì definitivamente ad Amiens, dove continuò il suo lavoro di scrittore, conducendo, nonostante la celebrità acquisita, una vita semplice e metodica. La sua produzione letteraria ebbe termine solo poco prima della morte, sopravvenuta a settantasette anni, il 24 marzo 1905. CAPITOLO PRELIMINARE NEL QUALE SI RIASSUME LA PRIMA PARTE DI QUEST'OPERA PERCHÉ SERVA DI PREFAZIONE ALLA SECONDA NELL'ANNO 186…, tutto il mondo rimase eccezionalmente emozionato per un tentativo scientifico che non aveva precedenti negli annali della scienza. I soci del Gun-Club, un circolo di artiglieri sorto a Baltimora dopo la Guerra d'America, avevano avuto l'idea di mettersi in comunicazione con la Luna, sì, con la Luna, spedendole un proiettile. Barbicane, il loro presidente, il promotore dell'impresa, consultò in proposito gli astronomi dell'Osservatorio di Cambridge, e prese tutte le misure necessarie a garantire il successo dell'impresa straordinaria, che era stata dichiarata realizzabile dalla maggior parte degli esperti in materia. Poi aprì una pubblica sottoscrizione che fruttò circa trenta milioni di franchi e iniziò immediatamente i giganteschi lavori. Secondo la nota redatta dai membri dell'Osservatorio, il cannone destinato a lanciare il proiettile doveva essere postato in una località situata tra 0 e 28 gradi di latitudine nord o sud, allo scopo di poter mirare alla Luna allo zenit. Il proiettile doveva essere sollecitato dalla velocità iniziale di dodicimila iarde al secondo; esso, sparato il 1° dicembre alle undici meno tredici minuti e venti secondi della sera, si sarebbe incontrato con la Luna quattro giorni dopo, il 5 dicembre, a mezzanotte in punto, nel momento in cui l'astro si trovava al suo perigeo e cioè alla minor distanza dalla Terra, ossia a ottantaseimilaquattrocento e dieci leghe esatte. Le personalità più importanti del Gun-Club, e cioè il presidente Barbicane, il maggiore Elphiston, il segretario J.T. Maston e altri scienziati, si riunirono in diverse sedute nelle quali discussero sulla forma e consistenza del proiettile, sulla natura e composizione del cannone e sulla quantità e qualità dell'esplosivo da usare. Essi decisero che: 1°) Il proiettile sarebbe stato un obice di alluminio con cento e otto pollici di diametro e dodici pollici di spessore alle pareti; avrebbe avuto il peso di diciannovemila duecento cinquanta libbre; 2°) Il cannone sarebbe stato un Columbiad in ghisa omogenea lungo novecento piedi e avrebbe dovuto esser fuso direttamente nel terreno; 3°) Per la carica sarebbero occorse quattrocentomila libbre di fulmicotone, il quale avrebbe sviluppato sotto il proiettile sei miliardi di litri di gas che facilmente lo avrebbero portato verso l'astro delle notti. Risolti questi problemi, il presidente Barbicane, con la collaborazione dell'ingegner Murchison, procedette alla scelta di una località nella Florida a 27° 7' di latitudine nord e 5° 7' di longitudine ovest. Fu in quel luogo che dopo meravigliosi lavori avvenne, con pieno successo, la fusione del Columbiad. Le cose stavano a questo punto, quando sopravvenne un incidente che centuplicò l'interesse con cui era seguita la grande impresa. Un francese, un parigino fantasioso, uno spirito artistico quanto audace, chiese di esser rinchiuso nel proiettile allo scopo di raggiungere la Luna e fare una ricognizione del satellite della Terra. L'intrepido avventuriero si chiamava Michel Ardan. Arrivò in America, venne ricevuto con entusiasmo, tenne comizi, si vide portare in trionfo e arrivò a riconciliare il presidente Barbicane con il suo mortale nemico, il capitano Nicholl, facendoli decidere, come suggello della riconciliazione, a imbarcarsi entrambi con lui nel proiettile. Accettata la proposta, il proiettile venne modificato: gli diedero la forma cilindro-conica. Questa specie di vagone aereo venne dotato di potentissime molle e di paratie speciali, che dovevano ammortizzare il contraccolpo della partenza. Lo rifornirono di viveri per un anno, di acqua per qualche mese e di gas per qualche giorno. Inoltre, un apparecchio automatico avrebbe fabbricato e rifornito l'aria occorrente alla respirazione dei tre viaggiatori. Nello stesso tempo, il Gun-Club faceva costruire, su una delle cime più alte delle Montagne Rocciose, un telescopio colossale che avrebbe permesso di seguire il proiettile durante il tragitto attraverso lo spazio. Tutto era pronto. Il 30 novembre, all'ora stabilita, dinanzi a una folla straordinaria di spettatori, ebbe luogo la partenza e, per la prima volta, tre esseri umani, abbandonando il globo terracqueo, si lanciarono negli spazi interplanetari con la quasi certezza di arrivare alla loro meta. Gli audaci viaggiatori, Michel Ardan, il presidente Barbicane e il capitano Nicholl, dovevano completare il loro tragitto in novantasette ore, tredici minuti e venti secondi. Di conseguenza, il loro arrivo sulla superficie lunare non poteva avverarsi che il 5 dicembre, a mezzanotte, nel preciso momento in cui la Luna sarebbe stata piena, e non il 4, come erroneamente avevano pubblicato alcuni giornali male informati. Avvenne però, che, circostanza inattesa, la detonazione prodotta dal Columbiad ebbe per effetto immediato di turbare l'atmosfera terrestre facendo accumulare in essa un'enorme quantità di vapori. Questo fenomeno provocò l'indignazione generale, perché per molte notti la Luna rimase velata agli occhi dei suoi contemplatori. Il degno J.T. Maston, il più valoroso amico dei tre viaggiatori, parti per le Montagne Rocciose in compagnia dell'onorevole J. Belfast, direttore dell'Osservatorio di Cambridge e raggiunse la stazione di Long's-Peak dove si drizzava il telescopio che avvicinava la Luna a due leghe. L'onorevole segretario del Gun-Club voleva osservare personalmente il veicolo dei suoi audaci amici. Le condensazioni nuvolose nell'atmosfera impedirono qualsiasi osservazione durante il 5, 6, 7, 8, 9 e 10 dicembre. Si pensava già di dover rimandare l'osservazione al 3 gennaio dell'anno seguente perché la Luna, entrando nel suo ultimo quarto il giorno 11, non avrebbe più presentato che una parte decrescente del suo disco, insufficiente a permettere di seguirvi le tracce del proiettile. Ma finalmente, con generale soddisfazione, un gran temporale spazzò l'atmosfera nella notte dall'11 al 12 dicembre e la Luna, rischiarata a metà, si stagliò nettamente sullo sfondo nero del cielo. Quella stessa notte J.T. Maston e Belfast spedivano dalla stazione di Long's-Peak un telegramma ai componenti della direzione

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