ebook img

insediamenti rurali e strutture agrarie nella puglia centrale in età roman PDF

497 Pages·2008·29.54 MB·Italian
by  
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview insediamenti rurali e strutture agrarie nella puglia centrale in età roman

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI ‘FEDERICO II’ DOTTORATO DI RICERCA IN SCIENZE ARCHEOLOGICHE E STORICO-ARTISTICHE XX CICLO CURRICULUM DI ARCHEOLOGIA DELLA MAGNA GRECIA ______________________________________________________________________ TESI DI DOTTORATO INSEDIAMENTI RURALI E STRUTTURE AGRARIE NELLA PUGLIA CENTRALE IN ETÀ ROMANA Coordinatore Chiar.mo Prof. Carlo GASPARRI Tutor Dottoranda Chiar.ma Prof.ssa M. Raffaella CASSANO Anna MANGIATORDI ___________________________________________________________________ ANNO ACCADEMICO 2006-2007 Indice Introduzione 1 PARTE PRIMA: LA GEOGRAFIA ANTROPICO-INSEDIATIVA I. Il paesaggio 8 I.1. Caratteri geologici 8 I.2. Lineamenti morfologici e idrografici 13 I.2.1. Paesaggio dell’Alta Murgia e del nord-barese 13 I.2.2. Paesaggio della Conca barese 16 I.2.3. Paesaggio del sud-est barese 18 I.2.4. Paesaggio della Fossa Premurgiana 19 I.3. Clima e vegetazione 21 I.4. Pedologia 26 II. Il quadro storico 31 II.1. Lo sfaldamento dell’éthnos peucezio e l’età della ‘romanizzazione’ 31 II.2. L’età tardorepubblicana 40 II.3. L’età imperiale 47 III. La viabilità 60 III.1. La via Appia 60 III.2. La viabilità paralitoranea: la via Gellia, la via Minucia e la via Traiana 64 III.3. La viabilità secondaria 74 IV. La centuriazione 90 IV.1. Le forme gromatiche e i regimi giuridici dell’ager nel mondo romano 90 IV.2. La centuriazione nella Puglia centrale 96 V. Insediamenti rurali e strutture agrarie 103 V.1. Gestione e sfruttamento della terra nel mondo romano: 103 pluralità di modelli insediativi e di forme di produzione V.2. Insediamenti rurali e strutture agrarie nella Puglia centrale in età repubblicana 119 V.3. Insediamenti rurali e strutture agrarie nella Puglia centrale in età imperiale 132 PARTE SECONDA: LA DOCUMENTAZIONE VI. Fonti letterarie ed itinerarie 139 VII. Fonti epigrafiche 155 VII.1. Monumenti epigrafici 155 VII.2. Instrumentum domesticum 167 VIII. Catalogo dei rinvenimenti 170 IX. Documentazione d’archivio 420 IX.1. Archivio di Stato di Bari 420 IX.2. Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia - Taranto 457 IX.2.1. Archivio Storico 457 IX.2.2. Archivio di Deposito 475 IX.2.3. Fondo Loporto 507 IX.3. Archivio della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia - Bari 508 Considerazioni conclusive 513 Bibliografia 537 Apparato illustrativo INTRODUZIONE Risulta piuttosto chiaro, agli occhi di chi studia i paesaggi antichi, il fatto che, al di là dell’ovvia asserzione «ogni contesto fa storia a sé», sia poi indispensabile individuare delle forme o dei simboli utili a spiegare che cosa è successo, dove, in quale momento e perché [...]. È opportuno [...] che si debba creare un robusto tessuto connettivo di storie locali relative a spazi locali [...]. D’altra parte, è intuitivo affermare che le stesse storie locali assumono il dovuto rilievo solo se inserite in un quadro più ampio, che è quello della grande storia, politica e istituzionale. Cambi 2001, 363-364. La ricerca si propone come contributo all’indagine e all’analisi della vicenda insediativa e delle modalità di occupazione e di sfruttamento del territorio della Puglia centrale in età romana, attraverso lo studio sistematico della documentazione disponibile e la disamina complessiva dei dati raccolti. L’ambito geografico considerato coincide grosso modo con quello della Peucetia, che continuò a mantenere peculiari caratteristiche storiche, sociali, economiche e culturali anche dopo l’avvenuta romanizzazione della regione e l’istituzione della regio secunda Apulia et Calabria1. L’arco cronologico della ricerca è stato circoscritto al periodo compreso fra il III sec. a.C., quando risulta definitivamente dissolta la lega etnica dei Peucezi, ora assorbiti nella confederazione di Roma, e la fine del III sec. d.C., quando il «terremoto amministrativo»2 che sconvolse l’Italia portò all’istituzione della provincia Apulia et Calabria, determinando mutamenti non solo amministrativi, ma anche economici, sociali e insediativi, che portarono alla nascita di nuove modalità di occupazione, gestione e sfruttamento del territorio. Il tema della ricerca è stato suggerito da un filone di studî che, negli ultimi anni, sulla base delle più recenti acquisizioni archeologiche e insieme ad un’attenta rilettura delle fonti letterarie ed epigrafiche sul problema, ha verificato l’esistenza di una pluralità di modalità insediative extraurbane in età romana, delineando così un quadro complesso e articolato del popolamento rurale. 1 Il comparto qui esaminato si configura, dunque, come una sub-regione, su cui Cambi, Terrenato 1994, 89-91: «[...] Il territorio avrà dunque dei limiti o confini, coincidenti talvolta con elementi della geografia fisica, talvolta con linee immaginarie e quindi puramente convenzionali. [...] Un solo territorio, quando sia un territorio ampio, può comprendere gli ambienti e i paesaggi più diversi [...]»; 134: «[...] si ritiene oggi che il passato vada interrogato con un vasto spettro di interrogativi che va dagli adattamenti ambientali su scala regionale fino ai fenomeni esclusivamente culturali e di scala locale. È rispetto a questi che deve essere commisurato il progetto di ricerca, cosicché oltre alla soluzione geografica sono, a nostro parere, perfettamente giustificabili tutte le soluzioni che adottano confini culturali in corrispondenza di precisi (e possibilmente espliciti) quesiti storici». 2 Giardina 1986, 5. A differenza della Puglia settentrionale e meridionale, i cui paesaggi sono stati oggetto di attente indagini e di precise ricostruzioni3, sulla parte centrale della regione continua a pesare un forte ritardo degli studî4. Se, infatti, grande attenzione è stata riservata agli aspetti più propriamente storico-istituzionali5, alla definizione, per quanto possibile, degli impianti urbani dei municipia6 e all’analisi del patrimonio epigrafico7, manca a tutt’oggi un esame puntuale e completo dei paesaggi antichi, in particolare di età romana8. Per l’arco cronologico compreso fra il III sec. a.C. e il III sec. d.C., infatti, continua ad essere riproposta, in maniera quasi aprioristica, l’immagine, che risale a Toynbee9, di un territorio spopolato ed economicamente depresso10, che tuttavia non tiene conto delle importanti informazioni desumibili dall’analisi puntuale del patrimonio documentario complessivo. Sulla base, dunque, del censimento sistematico e della discussione attenta della documentazione raccolta, confluita nella seconda parte del lavoro (Parte seconda. La documentazione), ma di fatto fulcro e riferimento per tutta la ricerca condotta, sono stati ricostruiti i caratteri del paesaggio della Puglia centrale in età romana (Parte Prima. La geografia antropico-insediativa), con l’intento di poterne desumere indicazioni circa le modalità insediative extraurbane, le strutture agrarie e le dinamiche di gestione e sfruttamento del territorio. Pertanto, non si è ritenuto opportuno elaborare analisi specifiche sui materiali rinvenuti, rimandando ai contributi specifici nei casi in cui i rinvenimenti sono editi. Nei casi, invece, dei materiali non pubblicati e noti dalle sole descrizioni o talvolta dalle riproduzioni fotografiche conservate presso gli Archivî, i dati disponibili vengono utilizzati con la massima prudenza nella discussione di ipotesi circa funzione e cronologia dei contesti. Nel capitolo dedicato a ‘Il paesaggio’ (§ I) si analizzano i caratteri geologici, morfologici e pedologici della Puglia centrale, al fine di ricostruirne la storia insediativa senza svincolarla dal tessuto ambientale entro il quale si colloca, che veicolò non poco le scelte di occupazione e di sfruttamento del territorio. 3 Per la Puglia settentrionale, Antonacci Sanpaolo 1991; Antonacci Sanpaolo, Quilici 1995; Antonacci Sanpaolo et Alii 1992; Volpe 1990; 1996; 1999; 2001; 2005; Goffredo, Volpe 2005; Romano, Volpe 2005. Per la Puglia meridionale, Boersma, Yntema 1982; 1987; Boersma 1989; Yntema 1986; Yntema 1993; Van Compernolle 1994; Manacorda 1994; 1995; Manancorda 2001; Manacorda, Cambi 1994; Cambi 2001; Chiocci, Pompilio 1997; Compatangelo-Soussignan 1999; 2001; Fletcher, Robinson 2003; Robinson 2003; 4 L’affermazione di Desy 1993, 106: «La recherche archéologique sur la Peucétie aux IIe-Ier s. a.C. est très en retard», pur risalente a più di dieci anni fa, sembra ancora oggi condivisibile ed estendibile all’intera età romana. 5 Pani 1976; 1979; 1988; 1988a; 1989; 1990; Chelotti, Morizio, Silvestrini 1988; Cassano 1989; Silvestrini 1989a 6 Fioriello 2001-2002; 2003; 2007; c.s.; c.s.a. 7 Chelotti 1987; 1989; 1989a; 1991; 1993; 1999; 2007; Silvestrini 1988; 1989; 1991; 1996; 1996a; 1999; 2002; 2005. 8 «[...] proprio nella Puglia centrale, cioè in quel territorio un tempo coincidente con la Peucezia, [...] si registra un particolare ritardo di indagini sull’età romana e tardoantica [...]. Il grado di conoscenze non è quindi al momento minimamente comparabile con quello relativo ai territori corrispondenti alla Puglia settentrionale e meridionale [...], che sono stati interessati da ricognizioni archeologiche sistematiche e da scavi stratigrafici. [...] Questa sostanziale lacuna di conoscenze sulla Puglia centrale costituisce al momento uno degli ostacoli principali per la formulazione di un quadro generale (che possa dirsi sufficientemente fondato) sulle condizioni economiche e sociali di questo territorio. [...] non è escluso che il vuoto presente sulle carte di distribuzione possa registrare l’attuale stato di conoscenze piuttosto che rispecchiare la realtà storica»: Volpe 1999a, 88. 9 Toynbee 1965. La tesi di Toynbee è stata di recente riproposta da Cornell 1996. 10 Si vedano, ad esempio, le osservazioni di Grelle 1989; 1999a; 2005; Volpe 1996; 1999a. Ampio spazio è stato dedicato a ‘Il quadro storico’ (§ II), nel quale, attraverso il riesame della documentazione disponibile, spesso analizzata in maniera parziale nella letteratura precedente, viene delineata la complessa vicenda storico-insediativa della Puglia centrale dall’età della romanizzazione fino alla fine del III sec. d.C. L’analisi condotta non solo è risultata funzionale a definire il panorama storico, politico e sociale entro il quale si colloca il fenomeno del popolamento rurale, ma ha pure permesso di avanzare nuove ipotesi anche alla luce dei dati emersi dall’analisi degli insediamenti rurali. Segue la disamina attenta de ‘La viabilità’ (§ IV), nella quale vengono riconsiderati i tracciati finora ricostruiti della viabilità principale (§ IV.1-2) e di quella secondaria (§ IV.3). Proprio per quest’ultima, la ricerca condotta ha costituito un contributo importante alla precisazione e ad una più puntuale definizione di percorsi già ipotizzati nella letteratura specifica, ma spesso privi di riscontro archeologico, nonché all’individuazione di numerosi assi stradali, che contribuiscono a ricostruire una fitta rete viaria che sicuramente garantì il ‘successo’ di numerosi insediamenti extraurbani e la vitalità dell’intero territorio. Lo studio dedicato a ‘La centuriazione’ (§ IV) delinea, rispetto alle ricerche precedenti, un quadro più articolato e problematizzato del paesaggio centuriato e della sua estensione. L’analisi delle forme gromatiche e dei regimi giuridici dell’ager nel diritto romano (§ IV.1) ha permesso, infatti, di avanzare dubbî sulla plausibilità delle ipotesi finora avanzate, invero fondate su una documentazione assai parziale e caratterizzate da numerose incongruenze storiche e giuridiche. La discussione di tali ricostruzioni, elaborata con attenzione costante al quadro storico- istituzionale del territorio esaminato, pur non portando a nuove ipotesi, poiché non adeguatamente supportate dalla documentazione disponibile, ha consentito di avanzare dubbî sull’estensione finora proposta degli agri centuriati, aprendo così nuove prospettive di ricerca. La lettura del paesaggio della Puglia centrale fra III sec. a.C. e III sec. d.C. si conclude con l’analisi degli ‘Insediamenti rurali e strutture agrarie’ in età romana (§ V), in cui la disamina comparata delle fonti letterarie e dei corpora normativi da una parte e delle evidenze archeologiche dall’altra permette di riconsiderare il significato e il valore ‘totalizzante’ della villa schiavistica nel sistema di produzione agraria romano e riconosce così un sistema complesso di gestione e di sfruttamento della terra nel mondo romano, all’interno del quale è possibile individuare una pluralità di modelli insediativi e di forme di produzione (§ V.1), ben attestati anche nel territorio della Puglia centrale (§ V.2-3). Nella seconda parte del lavoro è raccolto il complesso della documentazione censita ed esaminata. Per quanto riguarda le ‘Fonti letterarie’ (§ VI), sono state considerate tutte le testimonianze relative sia alla Puglia centrale nello specifico, in genere citata con il riferimento all’etnico Peuk(cid:3)tioi / Poediculi, sia alla 'Iapug…a / Apulia in generale e contenenti riferimenti sia a specifici avvenimenti storici, sia a questioni socio-politiche, sia a tematiche connesse alla viabilità, alle produzioni e agli assetti agrarî della regione. Per le testimonianze considerate, disposte in ordine alfabetico d’Autore11, si fornisce la trascrizione e la traduzione, rimandando per il commento e l’analisi ai capitoli in cui i singoli passi sono discussi. Le ‘Fonti epigrafiche’ (§ VII), che comprendono sia i monumenti epigrafici (§ VII.1) sia l’instrumentum domesticum (§ VII.2) provenienti da contesti extraurbani, sono disposte in ordine alfabetico per gentilizi o per cognomi nei casi in cui il nomen non sia espresso12. L’analisi di ciascuna iscrizione, realizzata secondo i criterî adottati nei Supplementa Italica (n.s. a cura di S. Panciera), fornisce indicazioni circa il supporto, il luogo, la data e le circostanze di rinvenimento, il luogo di conservazione e la bibliografia di riferimento; alla trascrizione dell’iscrizione segue l’analisi sia dei caratteri paleografici sia degli elementi testuali, sulla base dei quali si propone la cronologia. È stato così possibile non solo ricavare informazioni utili ad una precisa definizione del monumento in sé, ma anche desumere dati importanti su problematiche di più ampia portata storica, quali la presenza diffusa e costante nel tempo di famiglie di origine non locale, la cui presenza nella Puglia centrale potrebbe essere messa in relazione con possibili interessi fondiarî in questa parte della regione; l’attestazione di particolari mansioni legate soprattutto alle attività silvo-pastorali; l’esistenza di almeno otto nuclei della proprietà imperiale, della quale si è potuta puntualizzare consistenza e articolazione topografica. Il ‘Catalogo dei rinvenimenti’ (§ VIII) accoglie 175 schede, disposte in ordine topografico da N a S e da W verso E, elaborate sulla base delle specifiche esigenze emerse durante la ricerca ed articolate in singole voci che forniscono dati funzionali alla referenziazione cartografica, informazioni sul tipo di rinvenimento e sulle circostanze del ritrovamento, indicazioni sull’inquadramento geomorfologico e topografico, elementi cronologici, notizie su eventuali frequentazioni in periodi precedenti o successivi, indicazioni sulla bibliografia e sulla documentazione d’archivio di riferimento, dati utili all’interpretazione. Quanto a quest’ultimo aspetto, si è seguita, per quanto possibile, la tipologia elaborata da F. Cambi13 per la Calabria romana, ma testata anche su altri contesti regionali, basata su cinque criterî fondamentali14 e costituita da undici categorie di rinvenimento15. Per la realizzazione del ‘Catalogo’ sono stati considerati contesti sia indagati attraverso interventi di scavo, dunque noti nell’organizzazione icnografica e nell’impianto strutturale, sia individuati per la presenza in superficie di concentrazioni o spargimenti di materiale 11 In questo capitolo, come anche nel resto del lavoro, si utilizzano le abbreviazioni e gli scioglimenti proposti dall’Index del Thesaurus Linguae Latinae per gli autori latini, e dal Greek-English Lexicon di H. G. Liddell, R. Scott per gli autori greci. 12 Le iscrizioni frammentarie, nelle quali non è possibile riconoscere gli elementi onomastici, sono analizzate alla fine di ciascun paragrafo e disposte in ordine alfabetico considerando la prima lettera conservata. 13 Cambi 2001, 368. 14 Qualità, quantità e concentrazione dei reperti, dimensioni delle aree di spargimento e distribuzione dei reperti al loro interno. 15 Villa 2, villa 1, casa 2, casa 1, villaggio 2, villaggio 1, casa/tomba, tomba, fornace/deposito, frequentazione, attività agricola. archeologico: materiali architettonici, resti di strutture murarie, brani di pavimentazione e di rivestimenti parietali, frammenti fittili16. Inoltre, sono stati censiti anche i contesti funerarî non pertinenti a necropoli urbane e dunque indizianti la presenza di insediamenti rurali per la loro ubicazione. Quanto a quest’ultimo aspetto, sulla base della preliminare distinzione fra aree urbane ed extraurbane in età romana17, sono stati presi in esame sia le evidenze provenienti da aree ancora oggi extraurbane sia quelle riconosciute all’interno dei moderni centri abitati che però non ottennero mai autonomia giuridico-istituzionale in età romana e che quindi dovevano far parte dell’ager dei municipia più vicini. Come evidenze utili all’analisi, si considerano i contesti – 175 in tutto – distinguibili sul piano degli aspetti dimensionali, morfologici e funzionali, analizzati, dunque, come singole Unità Topografiche. Infatti, dalla documentazione disponibile spesso non è possibile risalire all’esatto luogo di rinvenimento, quasi sempre indicato con il solo riferimento alla località; per questo motivo, si è preferito non accorpare le evidenze note in Siti, rimandando comunque all’analisi complessiva la possibilità di collegare due o più Unità Topografiche in un unico Sito18. Ciascun contesto è analizzato con attenzione costante alla lettura di tutta la documentazione disponibile, considerando sia la testimonianza delle fonti letterarie ed epigrafiche, sia i dati di scavo, in molti casi inediti, di cui si ha notizia da riviste specializzate, studi monografici, studî di carattere erudito ed antiquario, pubblicazioni di stampa locale, nonché dagli Archivi della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia (sedi di Bari e di Taranto) e dall’Archivio di Stato di Bari. La ‘Documentazione d’archivio’ è raccolta nel capitolo IX e propone la trascrizione dei documenti individuati, quasi tutti inediti, disposti in ordine alfabetico del Comune di rinvenimento. La base documentaria sistematizzata nel ‘Catalogo dei rinvenimenti’ costituisce una raccolta completa, confluita in un database relazionato al G.I.S., per la realizzazione del quale sono state utilizzate le carte I.G.M. in scala 1:50.000, georeferenziate, relative al territorio in esame. Sono stati, dunque, immessi nel sistema i dati relativi a 157 contesti; soltanto per 18 di essi non è stato possibile inserire alcun dato all’interno del database relazionato al GIS, in quanto non si conosce l’esatta località di rinvenimento, segnalata in maniera molto generica 16 Sulla necessità di non operare una selezione delle evidenze da analizzare, ma di considerare tutte le evidenze utili ad una puntuale ricostruzione dei paesaggi, Ortalli 1986; 1994; 1996; Romano 2001, 165; Cambi 2003; Lippolis 2004. Al contrario De Franceschini 1998, che per la ricostruzione dei paesaggi romani della regio X Venetia et Histria considera soltanto i «siti dove sono stati trovati resti anche frammentari di muri o di fondazioni», qui 15 per la citazione. 17 La documentazione consente di riconoscere soltanto sette municipia a partire dalla guerra sociale: Rubi, Butuntum, Barium, Caelia, Egnatia, Genusia e forse Azetium: § II.2. Quanto alla fase precedente alla guerra sociale, sono stati considerati i contesti pertinenti agli abitati rurali che popolavano le campagne attorno ai principali insediamenti protourbani indigeni: § II.1. 18 Sul significato di sito e di unità topografica, Volpe 1990, 106; Cambi, Terrenato 1994; Terrenato 2000; Cambi 2003; Guidi 2005, 40-46; Manacorda 2007. nella documentazione consultata, spesso con la sola indicazione del comune moderno cui il territorio in cui è stato effettuato il rinvenimento appartiene. Nelle ‘Considerazioni conclusive’ si analizza la distribuzione nel tempo e nello spazio dei tipi di insediamenti attestati e si delinea un quadro insediativo d’insieme del paesaggio della Puglia centrale, sulla base delle indicazioni emerse nelle sintesi tematiche e dei dati offerti dalla documentazione considerata, ribadendo e avanzando in alcuni casi ipotesi di lettura che, si spera, possano sollecitare in futuro ulteriori indagini capaci di determinare un avanzamento della ricerca. Il lavoro è completato dall’apparato illustrativo, che accoglie anche carte distributive tematiche, nelle quali sono localizzati tutti i rinvenimenti per i quali si ha notizia dell’esatta localizzazione, distinti per cronologia e per tipologia. La bibliografia di riferimento accoglie lo scioglimento delle abbreviazioni bibliografiche usate nel testo e l’elenco delle edizioni critiche degli Autori antichi citati. La ricerca ha tentato di approfondire e arricchire la discussione storica con gli elementi di novità evidenziati dai più recenti approfondimenti e desumibili dall’intero patrimonio documentario considerato, nel tentativo di una ricostruzione globale del paesaggio della Puglia centrale in età romana che superi il rigido bipolarismo tra ‘continuità’ e ‘discontinuità’ e prediliga, semmai, una prospettiva dinamica, nella quale si colgono segni di ristrutturazione e di omologazione, di novità e di vitalità, oltre che di discontinuità e di continua interazione, per tentare di riconsiderare quell’idea di consistente ed ineluttabile ‘crisi’ che fino a tempi assai recenti si è tramandata. Per motivi di ‘copy-right’ questa versione digitale non accoglie la trascrizione dei documenti d’archivio (§ IX), l’apparato illustrativo e il G.I.S. con relativo database. Un sentito e doveroso ringraziamento va al Collegio dei Docenti, che ha seguito questa ricerca con attenzione, in particolare al mio tutor, prof.ssa Raffaella Cassano, per i consigli e i suggerimenti con cui ha accompagnato tutte le fasi di questo lavoro. Esprimo inoltre viva riconoscenza ai proff. Luigi Capogrossi Colognesi (Università degli Studi di Roma ‘La Sapienza’ - Dipartimento di Scienze Giuridiche) e Franco Cambi (Università degli Studi di Siena - Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti) per la grande disponibilità con cui hanno discusso con me alcuni aspetti della ricerca e per gli interessanti spunti di riflessione che hanno voluto offrirmi durante l’elaborazione del lavoro. Un sincero ringraziamento va al dott. Paolo Perfido (Politecnico di Bari, Facoltà di Architettura - Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura) per il supporto garantitomi durante l’elaborazione del G.I.S. Pure ringrazio la dott.ssa Maria Martinelli (Università degli Studi di Bari - Dipartimento di Scienze dell’Antichità) e gli amici e colleghi dell’équipe del ‘Progetto Egnazia’ per la competente collaborazione alla realizzazione dell’apparato illustrativo. PARTE PRIMA: LA GEOGRAFIA ANTROPICO-INSEDIATIVA

Description:
XX CICLO. CURRICULUM DI ARCHEOLOGIA DELLA MAGNA GRECIA Nevia, figlia di Numerius Savonius, dal marito Antonius Fortunatus.
See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.