ebook img

in questo numero 150 anni di unità d'italia PDF

48 Pages·2011·3.05 MB·Italian
by  
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview in questo numero 150 anni di unità d'italia

anno quattordicesimo numero trentacinque mag./ago. 2011 IN QUESTO NUMERO 150 ANNI DI UNITÀ D’ITALIA Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - art. 1, comma 1, D.C.B. Trento - Periodico quadrime- strale registrato dal Tribunale di Trento il 9.5.2002, n. 1132. Direttore responsabile: Sergio Benvenuti - Distribuzione gratuita - Taxe perçue - ISSN 1720 - 6812 ALTRESTORIE – Periodico quadrimestrale di informazione Periodico registrato dal Tribunale di Trento il 9.5.2002, n. 1.132 ISSN 1720-6812 Comitato di redazione: Paola Bertoldi, Giuseppe Ferrandi, Patrizia Marchesoni, Paolo Piffer, Rodolfo Taiani (segretario) Direttore responsabile: Sergio Benvenuti Via Torre d’Augusto, 35/41 Hanno collaborato a questo numero: Roberto Bianchi, Luigi Blanco, Stefano Chemelli, Alessandro de Bertolini, 38122 TRENTO Alice Manfredi, Marco Pellitteri, Francesca Rocchetti, Elena Tonezzer, Marta Villa Tel. 0461.1747000 Fax 0461.1860127 Progetto grafico: Graficomp – Pergine (TN). Stampa: Publistampa – Pergine (TN) [email protected] In copertina: particolare di un dipinto del pittore lombardo Girolamo Induno www.museostorico.it Per ricevere la rivista, o gli arretrati, fino a esaurimento, richiedere alla Fondazione Museo storico del Trentino. I lettori interessati ad acquistare o a informarsi sull’insieme della pubblicazioni della Fondazione Museo storico del Trentino possono collegarsi all’indirizzo internet http://www.museostorico.it o scrivere all’indirizzo di posta elettronica [email protected] 2 anno quattordicesimo numero trentacinque mag./ago. 2011 IN QUESTO NUMERO 150 anni di Unità d’Italia Editoriale 4 Essere italiano: testimonianza autobiografica di Ezio Raimondi raccolta da Stefano Chemelli 5 La storia e la politica: passato e presente dell’Unità d’Italia: interviste con Alberto M. Banti e Marco Boato a cura di Paola Bertoldi 9 Tradizione, identità e nazione dal Risorgimento al Fascismo: una lettura antropologica di Marta Villa 16 Governare l’Unità: i lineamenti amministrativi dello Stato unitario italiano di Luigi Blanco 20 Fumetti d’Italia di Marco Pellitteri 23 Risorgimento, patria e nazione nei fumetti di Roberto Bianchi 27 Nella penombra della storia: i primi passi delle donne trentine sulla scena pubblica di Elena Tonezzer 28 “Maledet garibaldin”: Alfonso Ciolli (1804-1885) di Alessandro de Bertolini 31 Celebrare fa rima con comunicare: i 150 anni fra tradizione e innovazione di Alice Manfredi 34 L’Unità in esposizione: eventi e mostre speciali in occasione del centocinquantesimo di Layla Betti 37 Quale Unità? Opinioni e commenti nelle lettere ai quotidiani trentini di Paola Bertoldi 40 Infomuseo 42 Edizioni FMST 47 3 Nell’anno che sta per concludersi Editoriale rico che ha portato nel 1861 a que- è stato celebrato un importante an- sto passaggio fondativo della nazio- niversario: il Centocinquantesimo ne italiana, quanto soprattutto dei dell’Unità d’Italia. Le manifestazioni tanti significati dei quali si è nutrita a corredo di questa ricorrenza sono nel tempo l’affermazione “essere state innumerevoli. In tutta la peni- italiani”. La bella testimonianza di sola si sono succeduti convegni e Ezio Raimondi, così come le inter- incontri pubblici. Si sono prodotti viste allo storico Alberto M. Banti e film e sceneggiati televisivi. Si sono realizzati progetti al politico-intellettuale Marco Boato, la riflessione sul espositivi ed editoriali. Insomma un’ampia fetta del pa- concetto di identità in chiave storico-antropologica ese è stata investita da un vero e proprio fervore “pa- o la rassegna di varie opinioni tratte dalle lettere ad triottico” che ha visto nel presidente della Repubblica alcuni giornali trentini offrono, in questa prospettiva, Giorgio Napolitano un energico propulsore e indiscus- più di una suggestione e, soprattutto, introducono alla so punto di riferimento. Un fatto di “cronaca”, dunque, comprensione della complessa situazione odierna ori- che ha occupato le pagine dei giornali e dei notiziari e ginata proprio dalla molteplicità di eventi che hanno che ha contribuito a rianimare la discussione su temi concorso a quel più ampio processo genericamente da troppo tempo derubricati a mero esercizio retorico. etichettato come d’unificazione. A questo coro di voci eterogeneo abbiamo voluto Una complessità frutto dunque di quanto ereditato aggiungere anche il modesto contributo della nostra dalla situazione preesistente, ma arricchitasi via via rivista Altrestorie, forti sia del progetto editoriale, sia di nuovi elementi legati alla successione degi eventi. della tradizionale attenzione storiografica espressa nei Primo fra tutti la nascita, al termine del secondo con- confronti dei temi del Risorgimento e dell’unificazione flitto mondiale, della nuova compagine repubblicana italiana da parte dell’Istituzione di riferimento. Nelle costruita sui valori democratici garantiti dalla carta co- pagine che seguono si cercherà così di offrire alcuni stituzionale. spunti di approfondimento, che si spera possano cattu- Un contributo, quello nostro, che trova proprio in que- rare l’attenzione dei nostri affezionati lettori. sti valori il suo fondamento ideale e gran parte delle Si parla allora di Unità, ma non tanto del processo sto- motivazioni per cui si è voluto realizzarlo (rt). 4 La mia infanzia è quella di Essere italiano periferia e ho questo ri- un bambinetto del mondo cordo singolare di essermi testimonianza autobiografica popolare che segue un trovato in piedi sopra una doppio binario: scolaro ab- di Ezio Raimondi sedia per recitare con una bastanza esemplare e nello specie di trasporto, perché stesso tempo partecipante mi sentivo al centro dell’at- alla vita di una famiglia di raccolta da Stefano Chemelli tenzione. artigiani. Mio padre calzo- Mi sembrava di essere in Bressanone, 10 dicembre 2010 laio ma senza bottega, mia una sequenza di Ombre madre donna di servizio ma Rosse, dove a un certo di straordinaria qualità. Mi punto una persona anziana sono ritrovato a vivere tra recita sopra una sedia, ma questi due poli, il polo della si dimentica la parte e uno lingua italiana a scuola, e dei protagonisti la integra. il polo del dialetto a casa. In questo modo parago- Nel momento in cui ricordo navo le cose piccole alle quel linguaggio è fatto tutto cose grandi. di nomi propri, vivi. Ricordo nella mia adole- Questo doppio binario mi scenza di essermi fatto ha portato a vivere una male a un piede giocando al specie di doppia espe- pallone, ma c’erano dei di- rienza: l’esperienza intel- vieti da parte di mio padre. lettuale, i maestri, le cose Camminavo per una delle che si imparano in classe, strade vicine via del Borgo, e l’esperienza domestica un pomeriggio, zoppicando di servizio, di ragazzino di come Dio la mandava, e bottega. all’improvviso di lontano Ezio Raimondi è nato a Lizzano Belvedere Proprio per questo ricordo vedo mio padre e allora mi (BO) il 22 marzo del 1924. Professore eme- un episodio particolare: raddrizzai di colpo, cammi- rito nell’Università di Bologna, già titolare facevo il fattorino di mio nai rigido rigido come in un di Letteratura italiana dal 1955 presso la padre e i clienti erano una racconto di Massimo d’A- Facoltà di Magistero e dal 1975 presso la specie di grande villag- zeglio. Facoltà di Lettere e Filosofia. Socio ordi- gio che ruotava attorno La casa dove abitavo era nario dell’Accademia Nazionale dei Lincei a via del Borgo, una vec- una di quelle con le ba- di Roma. Dal 1968 visiting professor alla chia strada di Bologna, un laustre interne, quindi ci si Johns Hopkins University di Baltimora, mondo popolare tutto dia- parlava come in un film. lettale, con personaggi da al Graduate Center della City University C’era una specie di fi- racconto o da romanzo ne- di New York, alla University of California schiata particolare e un mio orealista. (Berkeley) e alla University of California compagno, Gino Carboni, Come fattorino mi presen- (Los Angeles). Tra i primissimi animatori mi insegnò che si poteva tavo nelle varie famiglie della casa editrice Il mulino, Raimondi è andare dal pasticciere nei dove ero noto come “el fiol autore di studi fondamentali su Manzoni, pressi di Via Irnerio, dove del calzuler”. Tasso, Serra, Machiavelli, d’Annunzio, si poteva acquistare per Pare che imparassi parec- Gadda, ma il suo magistero è vastissimo pochi soldi un cartoccetto chie poesie durante il pe- e di respiro europeo. Su Calvino, Gadda, di resti di paste, e si giun- riodo natalizio, con questo Rilke e Slataper ha tenuto a Bressanone geva sul ponte della ferro- rapporto di mercato e allo corsi a Scienze della Formazione (Lezioni via a osservare passare i stesso tempo di affetto e Brissinesi, Lavis 2008). treni come in un vecchio amicizia, mi presentavo film, mentre si sbocconcel- nelle case e venivo trattenuto per recitare una poesia. lavano le paste. La cosa non mi andava sempre giù; non ero così La mia educazione domestica è un’educazione di vanitoso da presentarmi per dire la poesia, e qual- comportamento più che di cultura. che volta ricordo di avere detto delle bugie, perché Non entravano libri in casa nostra, se non una vec- dichiaravo a mio padre che non c’era nessuno a chia copia dei Miserabili che mia madre conservava rispondere, mentre invece era il mio umore che gelosamente come una specie di breviario, e questo andava di traverso. dice già qualche cosa dell’indirizzo della nostra casa. I miei zii che mi portarono in una parrocchia della La cosa singolare è che la mia famiglia non era pra- 5 ticante, però l’unica forma di assistenza – siamo nel città a zona di macerie, e tra quelle c’era casa mia. periodo fascista – veniva dalla parrocchia, e quindi Nella scuola superiore ricordo il professor De Lisa che mi trovai figlio di miscredenti che si presentava la veniva da Napoli. Era un grande letterato di finezza domenica a messa, un cattolico in terra di infedeli. anche poetica, ma questo lo scopersi molto più tardi. È anche vero che mia madre aveva una sua morale Fu il primo a parlarmi dell’università e vicino a lui una libera e sosteneva che il fare bene, l’occuparsi del professoressa che veniva da Reggio Emilia: la Pigna- prossimo, è cristiano, è già sufficiente come atto di gnioli che aveva il gusto della intuizione, che prefe- fedeltà e di credenza. riva i maschi un poco disordinati ma inventivi nel La mia iniziazione culturale viene tutta dalla scuola. creare problemi e inventare soluzioni, mentre invece La mia fortuna è stata d’avere avuto dei maestri di trovava difettoso in matematica il mondo femminile. eccezione. In quarta e quinta elementare il maestro Fu così generosa che mi diede anche delle lezioni Formigini, un israelita straordinariamente gentile e aggiuntive gratuite per preparare al meglio la matu- capace, veniva dalla vecchia scuola positivista, con rità. Stimava in me lo studente attentissimo e – a suo un’educazione ferma e nello stesso tempo di garbo. dire – intelligente, ma non ero un secchione. Met- Ci aveva fornito un tevo a frutto con taccuino sul quale una certa memoria annotava i nostri quello che ascol- comportamenti, tavo, ma dall’altra quindi si stabiliva parte ero un ragaz- un rapporto con zino che giocava la scuola. Quando e si faceva ogni mia madre dovette tanto male dando decidersi per il co- qualche preoccu- siddetto esame di pazione ai miei. ammissione, cioè Nella classe ero il passaggio dalla l’amico dei ripe- scuola elementare tenti, perché si era alla scuola media, stabilito un pas- che comportava saggio complesso una tassa, doveva di compiti che mi come una buona faceva benvolere. economista ac- Non ero il sapiente certare che l’in- che nascondeva la vestimento fosse propria sapienza, positivo. La scena 29 febbraio 1968: Ezio Raimondi (il primo a destra) parla durante l’incontro “Le due era una piccola è ferma nella mia culture”. Gli sono a fianco a partire dalla sua destra Giorgio Prodi, Alberto Pasquinelli vena cristiana che e Cesare Luporini (Cineteca Bologna, Archivio fotografico, Miscellanea Bologna 900) memoria: mia mi veniva ancor madre che raggiunge il maestro per chiedergli se va- prima che dalla chiesa, dall’esempio straordinario di lesse la pena di puntare su di me come studente. La mia madre che è morta nel massimo di tangenza del risposta fu positiva. mio riconoscimento. Ho avuto di fatto due famiglie. Due padri e due madri. Mio padre aveva dichiarato che mancavano i soldi Ciò che non veniva da una parte veniva dall’altra. Il per farmi studiare, mia madre aveva deciso lei di in- secondo padre era un operaio specializzato: si chia- tegrare con il proprio lavoro. Dovrei dire che sono mava Baratta. Nel linguaggio infantile era il mio nato due volte attraverso mia madre, incuteva ri- “dado”, che era a modo suo un piccolo inventore, spetto nelle persone colte che, a poco a poco, mano corista, acculturato, leggeva il Corriere della sera a mano che studiavo, frequentavano la mia casa. Era e La stampa, era lui che investiva di più nella mia una sorta di socialista cristiana intuitiva, che aveva educazione portandomi a teatro, facendomi sentire chiaro che esiste il prossimo, al quale si dà la propria i melodrammi. mano, quando è necessario, in caso di bisogno. Ognuno in via del Borgo aveva un cognome e una L’etica mi veniva dalla casa. Mio padre era un operaio professione, ci si conosceva. Ero “el fiol del calzu- di qualità. Introverso. Non ricordo lunghe conversa- ler”, un mondo rurale catapultato dentro una città, zioni fatte con lui, ma era un calzolaio rifinito, era con una strana topografia: via del Borgo si immet- capace anche di adattare le scarpe ortopediche, ma teva in via Irnerio dove mia madre prestava servizio non aveva mai voluto fare il passaggio del negozio. nei palazzi liberty, ben diversi dai portici bassi di via Il proprio lavoro ben compiuto corrispondeva a pren- del Borgo che andarono distrutti nel settembre del dersi sul serio, era un’educazione istintiva, che nella 1943, quando un grande bombardamento ridusse la valutazione postuma attraverso la mia vecchiaia ri- 6 conosco in misura maggiore, di quanto potevo ar- anche spirituale, del lavoro ben fatto che richiede guire in gioventù. All’università Lorenzo Bianchi fu una distinzione nel momento della concentrazione. un grande professore che mi introdusse nel mondo In un tempo odierno in cui l’oscenità prende il so- tedesco, tramite le sue lezioni di letteratura e filolo- pravvento, nella nostra temperie la parola dura ap- gia germanica, disponibilissimo anche verso chi pro- parteneva ai momenti drammatici, aveva un peso, veniva da un mondo popolare, e questo mi aiutò a non veniva sprecata magari nel gossip come accade vincere le timidezze e le incertezze che portavo con ora, nel mondo popolare alla parlata senza freno cor- me in quegli anni dei primi quaranta del Novecento. rispondeva il riserbo, e ciò mi sono portato dietro di Mi sentivo di un mondo diverso, allora le differenze quel mondo, come testimonianza e riconoscenza di- sociali si avvertivano anche nel vestire, non appar- stribuita nel tempo. tenevo al mondo borghese, mi mancavano certi re- Sono stato fortunato anche quando si parla di ami- ferenti, ma mi sono sempre sentito testimone del cizie. Ho riflettuto a lungo e direi che una persona mondo da cui provenivo, con quel sentimento, quel si può giudicare fortunata quando può ricordare che calore, come se fosse un modo per tenere viva una nella sua vita ha avuto alcuni amici con i quali ha con- memoria, attraverso un’imitazione che diventava diviso qualche cosa di profondo, una specie di cam- mino comune, e questo è capitato a me con due personaggi: da una parte Giuseppe Guglielmi che diventò poeta e traduttore, con il quale abbiamo lavo- rato a molti libri di Céline, un grande narratore. Dall’altra invece Franco Serra, nipote di Renato Serra, letterato del primo Novecento, morto nella prima guerra mondiale. Debbo a loro un’educa- zione integrata. A Gu- glielmi, il poeta, debbo il senso della poesia, l’idea della parola alta con la quale si può abbordare il mondo contemporaneo; a Franco Serra debbo l’impegno civile: era stato volontario in guerra, me- daglia d’argento, della quale si scusò una volta parlandone senza volerlo, e questo dà il segno della sua nobiltà d’animo. Aveva vissuto il periodo del fascismo come impe- gno morale, aveva pagato di persona con una ferita, era di per sé filosofo con una bellissima biblioteca. Con Franco Serra ci si in- tendeva in silenzio. Quando si usciva in bi- cicletta dalla città, e si andava verso le colline, ce n’era una fuori porta alla quale eravamo legati, si scendeva di bicicletta, ci Lizzano in Belvedere, sull’Appennino emiliano, paese natale di Ezio Raimondi 7 si sedeva sulla collina e di lì, con il paesaggio che patire una realtà mostruosa straordinaria. diventava di solito tramonto, si parlava di filosofia, e Nel settembre 1943 la casa nostra venne distrutta, dalla filosofia si parlava delle cose correnti. Debbo a tagliata in due, coperta di macerie, dovevo caricarmi lui le prime visite alle mostre di Venezia e anche l’ini- della mia parte di sofferenza come tutti in un tempo ziazione pittorica. di catastrofe. Un’amicizia è formazione, è arricchimento. Un italiano come sofferente, con il senso di una di- Con Giuseppe Guglielmi si traducevano i libri, per gnità vilipesa, con la volontà – ma non vorrei intro- quasi venti anni Guglielmi saliva la collina e veniva durre parole troppo fiere – di non piegarmi, con la a trovarmi a casa in via Santa Barbara, la letteratura volontà di testimoniare qualche cosa. diveniva nello stesso tempo amicizia, così come la di- Il ricordo dell’8 settembre 1943 si lega al 21 aprile scussione filosofica con Franco Serra era un’apertura 1945, quando a Bologna arrivano in centro i soldati d’orizzonte, un modo di pensare più in grande, con polacchi. Mi trovavo di fianco alle Due Torri quando questa sua straordinaria dignità. vidi i soldati polacchi dell’armata inglese che avanza- La persona più nobile che ho conosciuto è probabil- vano ancora in azione di guerra, seguiti poco dopo mente Franco Serra. In lui passavano certi modi di dai carri armati americani. L’Italia in quel momento Renato Serra, lo zio, che il caso volle divenne poi ma- non era più la sofferenza, ma era ciò che si poteva teria di studio per una serie di concomitanze. fare: la necessità di vivere ancora allo scoperto senza Posso dire che in molti casi gli oggetti scelti come l’odio, senza il male, senza la violenza. materiali del professore di letteratura italiana non Seguono anni straordinari, con lo sviluppo l’Italia ri- avevano soltanto un contesto di studio, avevano nasceva dalle macerie, con la volontà di fare e diven- dei rapporti esistenziali, portavano a contatto di fe- tare europea. Solo più tardi avrei ricordato la Storia nomeni di vita corrente. Ho avuto due grandi amici, della letteratura italiana del De Sanctis, un protago- parlare di loro è come continuare a dare loro vita e nista del nostro Risorgimento, quando parlava della continuare a ringraziare per ciò che ho avuto. Può necessità per l’Italia di diventare europea: avvicinarsi darsi che qualche cosa abbia dato anch’io, ma ciò che al centro Europa e al mondo anglosassone. ho avuto da loro è sicuramente maggiore di quanto Essere italiano voleva dire essere contemporanea- possano avere ricevuto da me. mente europeo, e portare una dignità che era quella Gli anni quaranta corrispondono agli anni della guerra, del nostro paese. Italiano e europeo diventavano per dei quattro anni che vanno dal 1941 al 1945 due sono me un binomio, l’uno significava l’altro, portare la stati dedicati agli studi universitari. Università piccola propria dignità, la propria libertà, il proprio intendere Bologna, ci si conosceva tutti, una scuola domestica, la vita che potesse servire anche ad altri. si studiava molto, molte prove scritte, prove che po- Le prospettive cambiano nel tempo e nei contesti, nevano dinanzi alla misura della cultura, lì il ragazzino oggi il discorso è diverso. di bottega ha incontrato molti degli amici scrittori di Qualcuno ha messo in discussione il valore della una vita, nelle pagine dei libri. nostra unità, bisognerebbe invece rimeditare a lungo Pare che fossi uno scolaro non comune. Non me ne su quel fatto straordinario che fu il Risorgimento nei rendevo conto, vivevo come un automa la mia parte, suoi limiti. Non si tratta di riconoscere i limiti del Ri- cercando di colmare le mie mostruose ignoranze. Gli sorgimento, ma di cancellare quei limiti e portarli studi universitari mi avevano portato alle biblioteche, a una nuova misura, a un nuovo significato, a una la biblioteca universitaria, la biblioteca dell’Archigin- nuova intensità. Anziché venire meno il compito, nasio furono i grandi luoghi con i quali si allargava la essere italiani vuol dire paradossalmente essere conoscenza dal libro scolastico al libro della grande anche non italiani, parlare una lingua doppia: da una ricerca. parte portando avanti il senso del nostro luogo, la Nel 1942 passai anche un mese a Heidelberg e forse tradizione che ci viene dai padri lontani, senso di una da quella specola potei misurare che cosa voleva dire solidarietà che si sviluppa nel tempo, e che porta – essere un italiano, quali erano i difetti della nostra tra- insieme – a due problemi che potrebbero essere la dizione, quali i nostri compiti. Mi trovai a misurare la dignità e la nobiltà (due parole usurate dalla retorica). mia realtà umana e morale con altre, diverse. Quando Alessandro Manzoni, che è uno dei grandi Ma che cos’è un italiano lo capì l’8 settembre del scrittori della nostra unità risorgimentale, parlava di 1943 quando arrivarono i tedeschi nelle nostre verità e di giustizia, la giustizia nella verità, la verità strade, i soldati si trasformarono in borghesi fuggia- nella giustizia, diceva qualche cosa che vale e che schi, i carri armati arrivarono nel centro di Bologna, non basta logorare attraverso il grigio della conve- capii che l’Italia era un paese disgraziato, in quel mo- nienza: ridare alle parole i loro significati profondi, mento colpito dalla sventura, e tornava più forte nel la loro semplicità, che riporta al modo di intendere ragazzino di via del Borgo la volontà di sentirsi parte la vita e sentire la nostra parte in un compito che si di un mondo più ampio. Se il racconto non si piega svolge nel tempo, e che vede succedersi anche nei alla comodità della convenienza, mi sentii italiano nel contrasti il dialogo dei padri e dei figli. 8 La storia e la politica passato e presente dell’Unità d’Italia Interviste con Alberto M. Banti e Marco Boato a cura di Paola Bertoldi Alberto Mario Banti (Pisa 1957) insegna Storia del Marco Boato (Venezia 1944) ha fatto parte, durante Risorgimento all’Università di Pisa. Dopo la laurea il periodo universitario, del Movimento studentesco in lettere, ha ottenuto una borsa di perfezionamento ed è stato uno dei leader del Sessantotto trentino e alla Scuola Normale Superiore di Pisa e nel 1985 una italiano. Dopo aver partecipato al movimento e colla- borsa di dottorato all’Istituto Universitario europeo di borato al quotidiano Lotta continua, dal 1973 è stato Firenze. Nel 1992 è diventato Professore associato di membro dei Cristiani per il socialismo e nel 1978 ha Storia del Risorgimento all’Università di Pisa dove, fondato, insieme ad Alexander Langer, il movimento dal 2001, è Professore ordinario di Storia contempo- politico Nuova Sinistra-Neue Linke. Nel 1979 è stato ranea. Fra le altre cose, ha insegnato all’Università eletto per la prima volta al Parlamento italiano come di Girona (Spagna) e all’École Normale Supérieure indipendente nelle liste radicali. Alla fine del 1982, di Parigi. Dal 2004 è membro dell’advisory board di con Alexander Langer, ha promosso in Trentino-Alto European History Quarterly. Si è occupato prevalen- Adige la nascita del movimento ecologista dei Verdi, temente di storia sociale e politica dell’Ottocento ita- che si è poi diffuso anche a livello nazionale. Nelle liano ed europeo. Tra i suoi lavori più recenti Sublime sei legislature affrontate, ha fatto parte delle Com- madre nostra: la nazione italiana dal Risorgimento al missioni Affari costituzionali, Giustizia, Ambiente, Fascismo (Bari, Laterza, 2011). Lavoro e Industria. Alberto M. Banti: “Pur con sfumature diverse fra i di contatto con il movimento patriottico. Un altro ele- vari storici, c’è oggi un’attenzione alla costruzione mento importante ha invece a che fare con l’impo- delle culture politiche, al contesto valoriale, agli ele- stazione interna del Regno dei Savoia, che aveva un menti simbolici”. esercito organizzato e un’amministrazione ben strut- turata. Infine, va tenuta presente la grandezza stra- A metà Ottocento la penisola italiana era frammen- tegica di una figura come Camillo Benso, conte di tata e divisa in molte unità territoriali e ammini- Cavour. Quindi, è stato per questo insieme di fattori strative. In questa complessa situazione, come mai che l’unificazione è partita dal Regno di Sardegna e furono proprio i Savoia del Piemonte i fautori dell’u- non da altre entità presenti sulla penisola. Per fare nità nazionale? un paragone, anche il Regno delle due Sicilie aveva Per inquadrare la questione ci sono diversi aspetti da una struttura solida e organizzata, ma non aveva una esaminare. Anzitutto vanno prese in considerazione costituzione, né personaggi come il conte Cavour. le scelte dei sovrani: Carlo Alberto ebbe un ruolo essenziale quando decise di avvicinarsi al movi- Dal punto di vista della storiografia, com’è cam- mento patriottico per cercare di estendere l’influenza biata negli ultimi decenni l’analisi del processo di del Regno di Sardegna verso il Lombardo-Veneto, e unificazione d’Italia? Quali sono state le diverse questo è un primo punto. In secondo luogo va ricor- interpretazioni e le differenze fra gli storici italiani dato che il Regno di Sardegna, dopo le rivoluzioni del e quelli stranieri? 1848, era l’unico stato della penisola ad aver adottato Più che differenze fra italiani e stranieri, ci sono state una costituzione (lo statuto Albertino) e questa era stagioni storiografiche diverse che possiamo riassu- una condizione indispensabile per trovare un punto mere in tre periodi principali. Dagli anni cinquanta 9 agli anni settanta circa, l’attenzione degli storici del mento: Mazzini e Garibaldi hanno fatto una vita dura, Risorgimento (Rosario Romeo, Franco Della Peruta, vissuto esperienze come sanguinosi combattimenti Denis Mack Smith, per fare degli esempi) si è con- l’uno e l’esilio l’altro. Il tutto senza arricchirsi o senza centrata sulle biografie dei grandi personaggi, sui pensare al proprio tornaconto personale, aspetto leader politici protagonisti di un’epoca. Successiva- questo che dovrebbe sicuramente essere una mente, negli anni settanta e ottanta, abbiamo avuto lezione per i nostri governanti. Ma c’è anche un’altra un periodo di studi molto ricco di analisi sulla storia prospettiva da considerare e cioè che 150 anni sono sociale: classe borghese e classi popolari, carbo- tanti e che queste persone, che noi oggi studiamo e neria, movimenti democratici e così via. Infine, ci celebriamo, sono molto diverse da noi. La loro men- sono gli studi più recenti che caratterizzano gli anni talità e sensibilità vengono da una cultura e da un novanta e duemila, che si concentrano sui valori sim- contesto che è difficile paragonare alla nostra epoca, bolici che hanno animato il Risorgimento, sull’idea difficile da capire per noi. Danno grande importanza di nazione, sulla mentalità e sul contesto culturale. alla guerra, la considerano il metodo migliore per Anche il mio lavoro rientra in questo filone; uno risolvere le questioni politiche, credono che la poli- dei miei libri, La nazione del Risorgimento, affronta tica sia solo per gli uomini, vogliono le donne a casa proprio questi temi e si avvale di una metodologia accanto al focolare. Il Risorgimento è un movimento di studio diversa, che attinge anche alle risorse di molto nazionalista: si basa su valori come il suolo, analisi dell’antropologia culturale. In questo tipo di il sangue, il martirio. Questa linea di nazionalismo nuove interpretazioni rientrano anche aspetti poco risorgimentale ha una sua continuità con il naziona- studiati, come il rapporto fra la vita pubblica e privata lismo fascista. Si tratta ovviamente di due momenti dei personaggi e la questione femminile dell’epoca. storici diversi, il primo si ispirava ai valori della Pur con sfumature diverse fra i vari storici, c’è oggi libertà, il secondo era un regime totalitario, ma ciò un’attenzione alla costruzione delle culture politiche, che li accomunava è l’idea di nazione. Anche il Fasci- al contesto valoriale, agli elementi simbolici: era un smo basava la propria idea di patria sui valori come il vuoto che doveva essere colmato. sangue, il suolo, il bellicismo. Quindi, in conclusione, credo sia giusto trarre insegnamenti dal passato, ma La storia non si fa con i se, ma secondo lei sarebbe anche mettere in guardia verso un’esaltazione acri- stato possibile immaginare un cammino verso l’U- tica dell’eredità del Risorgimento perché, lo ribadi- nità diverso, magari più simile a quello avvenuto in sco, i suoi protagonisti appartengono a un’epoca altri paesi europei? troppo lontana dalla nostra, soprattutto per quanto È difficile fare ipotesi di questo tipo, anche perché attiene al sistema valoriale. gli storici, per la loro impostazione, diffidano da analisi contro fattuali, lavorano solo su quello che All’interno della sua analisi storica, come è cam- è documentato. Però, per cercare di rispondere alla biata la percezione dell’Unità nel tempo? Ci sono domanda, certamente nel Risorgimento si sono cioè stati dei momenti storici in cui il valore dell’Ita- aperte ipotesi diverse con visioni molto differenti lia unita è stato più forte che in altri? da quelle che si sono poi avverate. Per esempio, nel Analizzando questo aspetto, ci troviamo in realtà di 1843 Gioberti teorizzava la possibilità di costruire la fronte a quadri paradossali perché il sentimento di nazione italiana come una confederazione degli stati italianità risulta molto forte in momenti politicamente esistenti: secondo lui era cioè possibile una forma molto diversi. non traumatica di unificazione. E in effetti fra il 1846 Tocca il culmine fra il 1929 (Patti Lateranensi) e la (anno di elezione di Pio IX) e i primi mesi del 1848 Guerra di Etiopia, quando, cioè, il consenso al regime questo è sembrato possibile; poi però i sovrani di Mussolini è al massimo. Il Fascismo, che ha eredi- hanno seguito strategie politiche diverse e l’ipotesi tato dal Risorgimento una certa idea di nazione, ha giobertiana non si è concretizzata. Ci sono natural- gli strumenti e la forza per imporre una comune idea mente anche altri scenari possibili che si sono aperti, di patria. Una politica che, come sappiamo, ha avuto ma le condizioni interne della penisola, i rapporti fra conseguenze molto gravi, ad esempio sulle colonie gli stati, la congiuntura diplomatica interna e altri fat- o sulle minoranze linguistiche e confessionali. Ma tori hanno portato ai fatti che oggi possiamo docu- un altro momento in cui il sentimento di italianità mentare. ha raggiunto l’apice lo troviamo nella Resistenza, un periodo che si oppone nettamente al Fascismo. Al di là della retorica che spesso accompagna le A questo proposito Claudio Pavone ha spiegato che celebrazioni, quali insegnamenti può dare ai politici fra il 1943 e il 1945 ci sono state tre guerre: civile, di di oggi il processo di unificazione? classe e patriottica. Infine, vanno menzionati anche Su questo punto ci possono essere diversi livelli di degli avvenimenti poco studiati dagli storici, ma fon- analisi. Sono naturalmente ammirevoli le doti come damentali per cementare il valore dell’essere italiani: la serietà, l’impegno, l’etica degli uomini del Risorgi- gli eventi sportivi. I mondiali di calcio riescono a cata- 10

Description:
La storia e la politica: passato e presente dell'Unità d'Italia: interviste con . domenica a messa, un cattolico in terra di infedeli. È anche vero che mia
See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.