Description:Il libro più provocatorio e riflessivo dell’inviato del "Corriere della sera" in Kossovo, Croazia e Bosnia. Il carattere di novità del processo a Milosevic e le sue dichiarazioni davanti alla corte del Tribunale Penale Internazionale forniscono all’autore una duplice occasione di approfondimento. Da un lato, si tratta di riesaminare dieci anni di eventi drammatici alla luce delle dichiarazioni dell’imputato. Nava ha seguito nel suo intero arco e sui suoi vari fronti lo svolgersi della guerra nell’ex Jugoslavia, e pochi sono in grado di passare al vaglio le dichiarazioni di Milosevic con la sua stessa competenza e il suo sguardo d’insieme. L’autore giunge così a individuare, dietro i farneticanti sproloqui di Milosevic, un nucleo di indubbia verità: la corresponsabilità etica, se non penale, dell’Occidente nel disastro jugoslavo. In secondo luogo, di fronte a questo processo e alle sue modalità “straordinarie”, occorre chiedersi: perché Milosevic e non anche la Cecenia, il Kurdistan, il Tibet, Timor Est o le guerre civili in Somalia e Algeria? Accettare l’idea di un’autorità universale che punisca i crimini contro l’umanità non comporta la necessità di perseguire tutte le gravissime violazioni dei diritti umani, piuttosto che limitarsi a quelle perpetrate dai “vinti? Il genocidio non può essere un reato a geometria variabile, a seconda della potenza che decide di perseguirlo o dell’opportunità di non mettere in difficoltà uno stato, come sembra succedere oggi a causa dell’alleanza contro il terrorismo internazionale che vede uniti sullo stesso fronte Washington, Mosca e Pechino.