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Il simbolo e l'uomo PDF

289 Pages·1991·5.822 MB·Italian
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Carlo Sini Il simbolo e l'uomo EGEA EDIZIONI GIURIDICHE ECONOMICHE AZIENDALI DELL'UNIVERSITÀ BOCCONI E GIUFFRÈ EDITORI S.p.A. ISBN 88-238-0106-0 Tfltte le copie devono recare il contrassegno della S.I.A.l!.. @ Copyright 1991 E.G.E.A. S.p.A. Milano La traduzione, l'adattamento totale o parziale, la riproduzione con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm, i film, le fotocopie), nonché la memorizzazione elettronica, sono riservaci per tutti i Paesi. E.G.E.A. - Edizioni Giuridiche Economiche Aziendali dell'Università Bocconi e Giuffrè editori S.p.A. -Via Sarfatti, 25 -Milano -Tel. 5836.2031 INDICE GENERALE pag. Nota dell'autore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . vn INTRODUZIONE. Dal simbolo all'uomo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 CAPITOLO 1. René Alleau e il problema del simbolismo 13 CAPITOLO 2. Linguaggio e mito in Ernst Cassirer . . . . . 33 CAPITOLO 3. I problemi di una simbolica come filosofia e come scienza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65 CAPITOLO 4. La simbolica di Friedrich Creuzer . . . . . . . 91 CAPITOLO 5. Il simbolo, il mito e la loro invenzione . . . 143 CAPITOLO 6. La pragmatica del concetto. . . . . . . . . . . . . 171 CAPITOLO 7. La pragmatica del linguaggio . . . . . . . . . . . 199 7 .1. La gestualità linguistica come gestualità corporea . 200 7 .2. La gestualità linguistica come funzione concettuale 243 CAPITOLO 8. L'evento del simbolo;................. 261 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 279 NOTA DELL'AUTORE Il tema centrale del libro è la natura e la funzione del simbolo: tema molto attuale e che conosce oggi sviluppi assai importanti nei vari ambiti disciplinari delle cosiddet te scienze umane. Qui però il tema è svolto da un punto di vista strettamente filosofico. Il concetto stesso di simbo lo è messo francamente in questione e viene perciò inqui sito nei suoi reali fondamenti e nell'ambiguità problemati ca del suo contenuto. Nella sua conclusione la ricerca proporrà un notevole mutamento, anche terminologico, relativamente al modo comune di intendere il simbolo e il segno. Questo muta mento va per di più in senso opposto alla comune accezio ne dell'uomo come« animale simbolico». Per questa e al tre ragioni mi sembra di dover riconoscere che la ricerca e l'itinerario di questo libro procedono assai spesso « contro corrente ». Poiché alcuni temi e argomenti del volume so no stati esposti in forma più sintetica o riassuntiva altrove, sono indotto a sperare che, presentando il contenuto della ricerca nella sua originaria completezza, il lettore sia favo rito e forse più disposto ad accordarle una benevola atten zione e un meditato giudizio. c.s. INTRODUZIONE DAL SIMBOLO ALL'UOMO Il titolo di questa Introduzione suona in modo stra no: « Dal simbolo all'uomo». È come se dicessimo: dal nitrito al cavallo; oppure: dal sapore al sale, dall'evento al mondo. La paradossalità del titolo si potrebbe defini re, in termini filosofici tradizionali, come un passaggio dalla proprietà alla sostanza (o anche dalla parte al tut to): è proprietà del cavallo di nitrire, del sale di dar sa pore, del mondo di essere una totalità di eventi che ac cadono. E cosl si dovrebbe dire del simbolo: µon __ è __ gi f~tti il_simbolo prClpriet~ dell'uomo? Tutti ricordano la nota e antica definizione: l'uomo è animale razionale. È proprietà della sostanza uomo la capacità razionale o logica (l'esser dotato di logos, di linguaggio); l'uomo cioè ha la proprietà e la capacità di produrre segni significativi, ovvero simboli. L'uomo è. animale razionale o è animale simbolico sono frasi che . suonano allo stesso m~o do_ _ ~_ che dicono più_ o meno 1~ stessa cosa. Anche gli altri animali (si potrebbe ulterior mente precisare) usano segni; ma, come diceva Aristo tele, si tratta per lo più di segni « naturali ». Il cane ri conosce gli odori e le tracce; li usa appunto come segni, come indici che indicano determinati oggetti. Solo l'uo mo però usa segni astratti e convenzionali, cioè simboli e parole. Anche gli animali, oggi sappiamo, in qualche 2 INTRODUZIONE modo comunicano tra loro e con l'uomo stesso quando quest'ultimo li addestri, ma solo l'uomo, propriamente, parla e ha un linguaggio. Solo l'uomo ha e produce simboli con i quali lette ralmente ricopre il mondo. Si potrebbe anche dire: §..O~ lo l'uomo di-segna, disegna il mondo. Già l'uomo pa leolitico, in quanto tracciava nel fondo delle caverne grafiti che raffiguravano cose ed esseri della natura, disegnava il mondo e con questa operazione si poneva a incommensurabile distanza rispetto a tutti gli altri animali. N~ssun . animale, infatti, raffigura il mondq davanti a sé come oggetto, nessuno contempla il mon do come oggetto (per quanto ne sappiamo almeno); di certo P,!€ssuno traccia segni grafici come simboli del .mondo. Ciò è proprio lo stesso che dire: pessun ani male ha la parola. Il di-segno, la traccia che di-segna il mondo, esige infatti un movimento fondatore, l'apertura di uno spa zio spirituale, non diversi ma anzi affini all'apertura del gesto linguistico. Anche la parola proietta e raffi gura il mddo avanti a noi, come oggetto da contempla re; l'un movimento implica l'altro. ~olo un animai~ ~he parla è un animale eh~ disegna e vicevers~. E del resto, la parola e la pittura non sono disgiunte nella loro origine, come dimostrano le analisi dell'alfabeto compiute da Alfred Kallir. Le parole delle origini sono insieme suono, pittura e segno; ovvero segno (verbale) e disegno. Per altro verso, se seguissimo gli studi del- 1' antropologo Leroi-Gourhan, potremmo vedere come la parola emerge e, per dir cosl, si libera in uno con il liberarsi dell'uso delle mani, della deambulazione, con la progressiva acquisizione della posizione eretta, con l'affrancarsi della mascella da funzioni di afferramento INTRODUZIONE 3 e prensione, cui corrisponde la formazione di nuove circonvoluzioni cerebrali, ecc. Tutto questo processo, complicato e stratificato, prepara l'avvento della parola, della pura articolazione fonica; ma certo quando la parola risuona, col suo valo re simbolico, si crea tra l'uomo e gli animali (e anche tra l'uomo e il suo stesso processo biologico e fisiologi co cosl come Leroi-Gourhan ce lo ricostruisce) un salto e una distanza di qualità e di grado. La proprietà sim bolica diventa allora del tutto esclusiva dell'uomo, ciò che lo definisce tra la distesa degli enti. Il mondo, sino ad· allora muto e silenzioso, risuona di parole; è l'uomo, potremmo dire con Merleau-Ponty, a essere l'unica pro sa e poesia del mondo. È in base a quanto abbiamo detto sin qui che si muovono appunto le cosiddette scienze umane. Esse ad esempio domandano: come nacquero i simboli? come venne al mondo il linguaggio? come capitò che il be stione primitivo, tutto grugniti, urla, stridi e schiocchi di lingua, articolò a un certo punto qualcosa di diverso? Qualcosa che aveva sl ancora parte nel mondo, poiché aveva il vestito e la carne del suono, ma che oltre a ciò conteneva anche un'intenzione nuova e letteralmente inaudita. Cioè un valore simbolico. Si trattava di suoni che « volevano dire » qualcosa; per esempio « torniamo alla caverna »; oppure « diamocela a gambe che è arri vato il mammouth ». Quando accadde questo evento « significativo »? E soprattutto come accadde? Come l'uomo, già prima esistente come animale, imparò a parlare e a trasmettere questa sua prima acquisizione «culturale», cioè sopra-naturale? Ecco alcuni esempi di tipiche domande che le scienze umane, nel loro lavoro genetico-ricostruttivo, si pongono. E poi, naturalmente, 4 INTRODUZIONE anche altre domande: quanti tipi di simboli abbiamo? come li dovremmo classificare? E ancora: che differen za c'è tra segno, simbolo e linguaggio? quale viene pri ma e quale dopo? quale è più ampio e contiene gli al tri? Un conto è infatti il cartello stradale che indica la sosta vietata, un altro il disegno della bilancia in un' au la di un tribunale e un altro ancora la parola convenzio nale «bilancia» in quanto segno linguistico. E che dire poi di quella barra a « x » con la quale Heidegger can cella la parola « essere » appena scritta? È un segno (dell'indicibilità dell'essere), oppure un simbolo (della quadratura di terra e cielo, mortali e divini), o altro an cora? Infine, altro esempio di domande: qual è la fun zione del simbolo nella vita umana? qual è la sua fun zione sociale, rituale, religiosa, poetica, mitica, psicolo gica, pedagogica, logica, artistica, ecc.? Ecco le doman de che si pongono le scienze umane. Esse cercano lo specifico dell'uomo, le sue strutture fondamentali, e l>er lo più lo cercano proprio nella funzione simbolica. E a queste scienze e alle loro ragionevoli domande che dobbiamo quindi in generale rivolgerci per sapere che è « Uomo », per esempio e prima di tutto in quanto al l'uomo pertiene la funzione simbolica. Torniamo allora al titolo di questa Introduzione. Se tutto quello che abbiamo detto e ricordato sin qui ha una sua evidenza pacifica e incontrovertibile, il titolo non dovrebbe suonare come suona (dal simbolo all'uo mo), ma esattamente all'inverso: dall'uomo al simbolo. Infatti ci sono simboli perché c'è l'uomo, e non c'è l'uomo perché ci sono simboli. çome potrebbero esser çi simboli _se non ci fosse già prima l'uomo?. Ma è così? Possiamo e dobbiamo lasciarci coinvol gere e condurre da queste evidenze, a prima vista indi-

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