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Il senso religioso. Volume primo del PerCorso PDF

182 Pages·2010·1.053 MB·Italian
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Il libro Il senso religioso è il primo volume del PerCorso, nel quale Giussani riassume il suo itinerario di pensiero e di esperienza. Il libro identifica nel senso religioso l’essenza stessa della razionalità e la radice della coscienza umana. Il senso religioso si colloca secondo l’Autore a livello dell’esperienza elementare di ciascun uomo, là dove l’io si pone domande sul significato della vita, della realtà, di tutto ciò che accade. È la realtà, infatti, che mette in moto gli interrogativi ultimi sul significato esauriente dell’esistenza. Il contenuto del senso religioso coincide con queste domande e con qualunque risposta a queste stesse domande. Monsignor Giussani guida il lettore alla scoperta di quel senso originale di dipendenza che è l’evidenza più grande e suggestiva per l’uomo di tutti i tempi. Una scoperta che esalta la ragione come capacità di rendersi conto della realtà secondo la totalità dei suoi fattori. Nell’ultimo capitolo del libro don Giussani mostra che l’uomo – la cui natura è esigenza di verità e di compimento, cioè di felicità – impegnato con la propria umanità intuisce la risposta implicata nel proprio dinamismo originale: si introduce, a questo punto, l’ipotesi della rivelazione, che cioè il Mistero ignoto prenda l’iniziativa e si faccia conoscere incontrando l’uomo. Il cristianesimo ha a che fare con il senso religioso proprio perché si propone come risposta imprevedibile, eppure pienamente ragionevole, al desiderio dell’uomo di vivere scoprendo e amando il proprio destino. LUIGI GIUSSANI (Desio 1922 – Milano 2005) compie i suoi studi presso la Facoltà teologica di Venegono, nella quale insegnerà per alcuni anni, specializzandosi sulla teologia protestante americana e la motivazione razionale dell’adesione alla fede e alla Chiesa. Negli anni Cinquanta lascia l’insegnamento in seminario per quello nelle scuole superiori. Dal 1964 al 1990 insegna Introduzione alla Teologia all’Università Cattolica di Milano. Il senso religioso è il primo volume del PerCorso, il frutto di oltre quarant’anni di insegnamento che si completa con All’origine della pretesa cristiana e Perché la Chiesa. È autore di numerosi saggi, tra i quali: Alla ricerca del volto umano (1995), Il tempo e il tempio (1995), L’uomo e il suo destino (1999), L’io, il potere, le opere (2000), Affezione e dimora (2001), Dal temperamento un metodo (2002), Una presenza che cambia (2004), Il rischio educativo (2005), Dall’utopia alla presenza. 1975-1978 (2006), Il cammino al vero è un’esperienza (2006), Certi di alcune grandi cose. 1979-1981 (2007), Si può vivere così? (2007), Uomini senza patria. 1982-1983 (2008), Qui e ora. 1984-1985 (2009), L’io rinasce in un incontro. 1986-1987 (2010). Dalla metà degli anni Cinquanta dà vita al movimento di Comunione e Liberazione, oggi presente in Italia e in quasi ottanta Paesi in tutto il mondo. Luigi Giussani IL SENSO RELIGIOSO Volume primo del PerCorso Rizzoli Nihil obstat quominus imprimatur Mons. Francesco Delpini 10 febbraio 1988 Imprimatur in Curia Arch. Mediolani die 15 febbraio 1988 Giovanni Saldarini pro Vic. Gen. Proprietà letteraria riservata © 1997, 2010 RCS Libri S.p.A., Milano ISBN 978-88-58-60913-2 La Prefazione di J.F. Stafford è stata tradotta da Laura Tasso Prima edizione digitale 2011 da edizione digitale 2010 In copertina: Eugène Burnad, I discepoli Pietro e Giovanni corrono al sepolcro il mattino della Resurrezione, part. © Photo RMN-B.Hatala. Eugène Burnand (1850-1921). Musée d’Orsay, Paris. Progetto grafico di Matteo Federico Bologna. Quest'opera è protetta dalla Legge sul diritto d'autore. È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata. PREFAZIONE James Francis Stafford Pubblicato in tre volumi, il “PerCorso” espone il contenuto dei corsi tenuti dall’Autore in oltre quarant’anni di insegnamento, dapprima come docente di Religione in un liceo di Milano, poi, a partire dal 1964, come Professore di Introduzione alla Teologia nell’Università Cattolica della stessa città. A questo primo volume segue quello dedicato alla grande rivelazione personale di Dio nel mondo nella persona di Gesù Cristo (All’origine della pretesa cristiana), mentre il terzo e ultimo volume si occupa del modo in cui questo avvenimento rimane presente nella Chiesa per tutto il tempo e in ogni epoca (Perché la Chiesa). Nell’opera di monsignor Giussani ciò che scopriamo non è semplicemente un trattato teologico in senso tecnico, nato dalla elaborazione di una teoria. In realtà ci imbattiamo in una serie di riflessioni che, senza nulla togliere al rigore e alla sistematicità del pensiero, nascono dalla preoccupazione educativa di monsignor Giussani di comunicare la ragionevolezza del «Fatto cristiano», precisamente attraverso l’esperienza della propria umanità. Si può meglio comprendere l’originalità del metodo e del contenuto di questi tre volumi (che si collocano al centro di una vasta produzione che include oltre venti opere maggiori e molti articoli), se si considera che la persona di monsignor Giussani è all’origine di uno dei movimenti oggi più vivaci e impegnati nella vita della Chiesa e della società, Comunione e Liberazione. Presente già in oltre settanta Paesi («Andate in tutto il mondo» fu la consegna che Giovanni Paolo II affidò a Comunione e Liberazione in occasione del 30° anniversario della nascita del movimento), la sua realtà adulta, la «Fraternità di Comunione e Liberazione», è stata riconosciuta dalla Santa Sede come associazione universale di fedeli di diritto pontificio. Per tutte queste ragioni io sono lieto e onorato di presentare questi testi. Gli inizi di Comunione e Liberazione risalgono ai primi anni ’50, quando monsignor Giussani – allora giovane professore della Facoltà di Teologia di Milano, impegnato in un intenso studio del pensiero del protestantesimo americano, specialmente quello di Reinhold Niebuhr –, decise di abbandonare l’insegnamento teologico specialistico per dedicarsi completamente a una presenza tra gli studenti. In una società come quella italiana degli anni ’50, almeno ancora in apparenza profondamente permeata dai principi del cattolicesimo, monsignor Giussani colse con drammatica lucidità il rischio di una adesione puramente formale a quegli stessi principi soprattutto da parte della gioventù. Inoltre egli intuì, con ampio anticipo sugli sviluppi successivi nella società e nella Chiesa, il dramma di una riduzione del Fatto cristiano a una pratica puramente esteriore, che implicava per i cristiani la perdita di una reale consapevolezza dei fondamenti della fede e delle sue implicazioni per tutta l’esistenza umana. Ultimamente, quindi, senza un fondamento ragionevole la fede si sarebbe basata semplicemente su un sentimentalismo, non più realmente interessante per l’uomo, non più incidente sulla realtà, e perciò, di fatto, la fede sarebbe stata subordinata ai valori della mentalità dominante nella società. Fin dalle prime esperienze di insegnamento don Giussani cercò in modo appassionato di affermare la chiarezza e di illuminare in tutti i suoi aspetti la ragionevolezza del cristianesimo. Anche recentemente, in un suo articolo apparso su un quotidiano italiano in occasione del Natale 1996, monsignor Giussani ha affermato la sua preoccupazione educativa fondamentale: « ... il primo problema che noi avvertiamo verso la cultura moderna è che ci sentiamo come mendicanti dell’idea di ragione, poiché è come se nessuno più avesse il concetto di ragione, e comprendiamo – di rovescio – che la fede ha bisogno che l’uomo sia ragionevole per poter riconoscere l’Avvenimento grazioso del Dio con noi».1 Secondo l’Autore, la mentalità moderna riduce la ragione a una serie di «categorie in cui la realtà è forzata a entrare: ciò che non entra in queste categorie è definito come irrazionale». La ragione, al contrario, «è come un occhio spalancato sulla realtà», che riceve tutto e ne coglie «i nessi e le implicazioni». La ragione discorre della realtà, cerca di penetrarne il significato percepito, correndo da un angolo all’altro, conservando ogni cosa nella memoria e tendendo ad abbracciare tutto. La ragione è ciò che ci definisce come persone. Per questo occorre avere una vera passione per la ragionevolezza. Nel primo volume l’Autore espone il concetto che la vera essenza della razionalità e la radice della coscienza umana sono reperibili nel senso religioso dell’io. Il cristianesimo si rivolge al senso religioso proprio perché si propone come possibilità imprevista (chi avrebbe potuto prevedere la morte e la Resurrezione dell’unico Figlio di Dio?) al desiderio dell’uomo di vivere cercando, scoprendo e amando il proprio destino. Il cristianesimo, pertanto, risulta essere una risposta ragionevole al più profondo desiderio umano. Ogni uomo, infatti, per il fatto stesso di esistere, afferma nella sua esistenza, anche inconsciamente, un significato esauriente per cui valga la pena di vivere. In questo senso appare come esigenza della ragione quella di riconoscere lo scopo dell’ esistente e della storia, vale a dire ciò che tutti hanno sempre chiamato “Mistero”, o Dio. In qualunque atto della ragione, seguendo ogni possibile passo di una identificabile logica, si arriva a un punto, un’apertura, un soffio, un’intuizione imprevista, per cui ogni esperienza che la ragione potrebbe giudicare può essere valutata soltanto alla luce di un’unica realtà di Mistero, Dio. La ragione riconosce, se è fedele al suo dinamismo originale di apertura alla totalità della realtà, l’esistenza di questo livello ultimo e misterioso della realtà. Ma non può pretendere con le sue sole forze di conoscere «Chi» il Mistero sia. Il Mistero si fa conoscere solo svelandosi, prendendo l’iniziativa di collocarsi come fattore dell’esperienz umana, come e quando vuole. La ragione, infatti, attende questa «rivelazione», ma non può farla accadere. Eppure, negare la possibilità di questa iniziativa da parte del Mistero, come accade in larga misura per gran parte della cultura moderna, è ultimamente rinnegare la ragione come categoria della possibilità di rapporto con l’Infinito, con l’essere che è Mistero. In un certo momento storico un uomo, Gesù di Nazareth, non solo ha rivelato il mistero di Dio, ma si è identificato con esso. Come questo avvenimento abbia iniziato ad attirare l’attenzione degli uomini; come Gesù abbia creato una chiara convinzione in coloro che hanno iniziato a seguirlo; in che modo abbia comunicato il mistero della sua persona; come abbia confermato il suo svelarsi con una intelligenza nuova e perfetta della vita umana – tutto ciò costituisce il contenuto del secondo volume della serie, All’origine della pretesa cristiana. Ma oggi, dopo duemila anni, come è possibile raggiungere la certezza sul fatto di Cristo? Come fa ad essere ragionevole oggi aderire alla pretesa cristiana? Questo problema identifica il cuore di ciò che storicamente si chiama «Chiesa», quel fenomeno socialmente identificabile che si presenta nella storia come la continuazione dell’avvenimento di Cristo. Oggi come duemila anni fa l’unico metodo per conoscere Cristo con certezza è quello di un incontro con la realtà umana in cui Lui è presente. Pertanto tutto il problema di cui l’Autore si occupa nel terzo volume, Perché la Chiesa, può essere sintetizzato così: la Chiesa si presenta come un fenomeno umano che pretende di portare in sé il divino. Così, la presenza della Chiesa nella storia dell’umanità si pone di continuo di fronte al mondo come ha fatto Gesù. L’opera di monsignor Giussani rappresenta un contributo significativo per tutti coloro che, dentro e fuori la Chiesa, vogliano accostarsi ad essa senza pregiudizi e con apertura reale all’affascinante possibilità che l’avvenimento di Cristo rappresenta. E quanto più affascinante è ancora oggi in un tempo, come osserva l’Autore, «ove ciò che viene chiamato cristianesimo sembra essere un oggetto conosciuto e dimenticato. Conosciuto, perché molte sono le sue tracce nella storia e nella educazione dei popoli. Eppure dimenticato, perché il contenuto del suo messaggio sembra difficilmente avere a che fare con la vita della maggior parte degli uomini».2 Con una freschezza immediata che nasce da una intensa esperienza esistenziale e con una sorprendente intensità di riflessione, ogni passo di questa opera ripropone in modo conciso e affascinante l’originalità dell’avvenimento cristiano, del Dio con noi, che ha scelto di venire incontro all’uomo divenendo uomo, comunicandosi al mondo, agli uomini e alle donne di ogni tempo e luogo. INTRODUZIONE I volumi del PerCorso non hanno altra pretesa che di affermare la verità: vogliono indicare come è sorto il problema cristiano, anche storicamente. Lo svolgersi dei capitoli non pretende di affrontare esaurientemente tutti problemi, ma di segnare la strada da percorrere. La strada della ragionevolezza. Dio, infatti, rivelandosi nel tempo e nello spazio, risponde a una esigenza dell’uomo. Oggi spesso si sente dire che la ragione non c’entra con la fede, ma che cos’è la fede? che cos’è la ragione? La mentalità moderna riduce la ragione a un insieme di categorie in cui la realtà è forzata a entrare: ciò che non entra in queste categorie è definito come irrazionale; invece la ragione è come un occhio spalancato sulla realtà, che beve avidamente la realtà, ne registra i nessi, le implicazioni, ne discorre, corre dentro il reale, da una cosa all’altra, conservandole tutte nella memoria e tende ad abbracciare tutto. L’uomo affronta la realtà con la ragione. La ragione è ciò che ci definisce come uomini. Perciò dobbiamo avere la passione della ragionevolezza: è questa passione il filo conduttore del discorso che faremo. Proprio per questo il primo volume del PerCorso, Il senso religioso, si apre con una triplice premessa di metodo, che aiuti a penetrare il modo con cui la coscienza di un uomo, per natura, ragiona. L.G.

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