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Il secolo bello. Il sogno umanitario del settecento francese PDF

282 Pages·2015·11.07 MB·Italian
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Claudio Guidi Il secolo bello Il sogno umanitario del Settecento francese il melangolo Nel primo dei tre volumi dedicati al movimento en­ ciclopedista francese vengono esaminati in maniera originalissima, sulla base di documenti rimasti finora sepolti negli archivi, gli sforzi, i dibattiti, le polemiche, le persecuzioni dei principali protagonisti del tentativo intellettuale più colossale della storia di dare per la prima volta dignità al genere umano. Oltre che attra­ verso ampi stralci tuttora inediti in Italia delle loro opere meno famose, i philosophes francesi parlano in prima persona, in maniera affascinante e senza pudori, attraverso gli sterminati epistolari che hanno scam­ biato tra di loro e con i due massimi governanti illu­ minati dell’epoca, Federico II di Prussia e Caterina II di Russia. Ne emerge un quadro avvincente ed entu­ siasmante, in particolare sul modo in cui i massimi in­ tellettuali di quel periodo tentano di indurre i sovrani assoluti loro confidenti a modernizzare e rendere più umano e socialmente più giusto l’esercizio del loro po­ tere. E sull’uso spregiudicato che Federico e Caterina fanno del sostegno aperto ricevuto dagli enciclopedi­ sti parigini guidati da Voltaire, un espediente con il quale cercano di far mettere in ombra gli aspetti più brutali e aggressivi della loro condotta politica. ISBN 978-88-6983-001-3 » Claudio Guidi è studioso e critico di teatro in Italia, Francia e Germania. Ha ricoperto posizioni manageriali in gruppi multinazio­ nali. Giornalista e corrispondente dall’estero di agenzie di stampa e quotidiani italiani, dal 2014 si dedica all’attività di scrittore. Sulla base di ricerche e studi decennali sull’illumi- nismo francese ha potuto redigere un monu­ mentale affresco di quell’affascinante movi­ mento intellettuale, nell’ambito del quale ha portato alla luce contenuti e testi in gran parte inediti. Il presente volume è il primo di una trilogia in via di pubblicazione. In copertina: Dmitri Grigorievitch Levitski, Portrait de Denis Diderot, ΥΓΓ), olio su tela, 58 x 83 cm. extra collana Copyright © 2015, il nuovo melangolo s.r.l. Genova - Via di Porta Soprana, 3-1 www.ilmelangolo.com ISBN 978-88-6983-001-3 Claudio Guidi Il secolo bello Il sogno umanitario del Settecento francese il melangolo PREFAZIONE È mille volte più facile per un popolo incivilito tornare alla barbarie, che per un popolo barbaro fare un solo passo verso la civilizzazione. Diderot Gli storici hanno l’abitudine di indicare con qualche ap­ pellativo particolare i secoli considerati per diverse ragioni tra i più determinanti nell’evoluzione del genere umano. Si parla per questo dell’età di Pericle, dei presunti secoli bui del Medioevo, del Siglo de oro spagnolo, fino alla qualificazione di Secolo bre­ ve data da Eric Hobsbawm al XX secolo. Il titolo di questo li­ bro riprende un’affermazione fatta a d’Alembert dall’ormai vecchio Federico il Grande, quando gli dichiara di ringraziare il cielo per essere “venuto al mondo al momento giusto, ho vi­ sto i resti di questo secolo per sempre memorabile per lo spiri­ to umano. Attualmente tutto sta deperendo, ma la generazione seguente starà peggio della nostra. Sembra che tutto debba peg­ giorare, fino a quando qualche genio superiore si alzerà per ri­ svegliare il mondo dal suo stordimento”. Cosa entusiasmava tanto il re di Prussia, che ha percorso quasi per intero il suo secolo? Certamente l’incredibile fioritura artistica e letteraria, ai suoi oc­ chi esclusivamente francese e con la vetta rappresentata da Vol­ taire, il tentativo titanico di Diderot e d’Alembert di far uscire con P Encyclopédie il genere umano dalle nebbie dell’ignoran­ za, per non parlare della lotta coraggiosa e quanto mai rischio­ sa degli stessi enciclopedisti contro l’intolleranza religiosa. Il Settecento è anche il secolo che vede la nascita in America di una giovane nazione democratica, che fungerà da miccia per l’e­ splosione rivoluzionaria del 1789, ma anche quello nel quale due 5 grandi sovrani europei, Federico II di Prussia e Caterina II di Rus­ sia, non solo si prendono il gusto di dialogare e discutere per de­ cenni, spesso animatamente, con i massimi esponenti della cultura francese, allora dominante, ma grazie alle loro vaste co­ noscenze riescono a farlo quasi alla pari sul piano intellettuale, una cosa ancora mai vista in precedenza, né più ripetutasi in se­ guito. Al riguardo non è superfluo sottolineare che tre giorni do­ po essere salito al trono il 31 maggio 1740, all’età di soli 28 anni, come prima misura di governo il re di Prussia decreta l’aboli­ zione della tortura, poi apre le porte agli ugonotti perseguitati in Francia e nel corso del suo lungo regno riesce a comporre en passant, anche tra una guerra di conquista e l’altra, la bellezza di 121 sonate e 4 concerti per flauto, più una sinfonia, con una produzione poetica in lingua francese che per vastità supera quel­ la di Molière. Caterina di Russia nella lontana Pietroburgo scri­ ve addirittura quattordici commedie, in una delle quali, Il Ciarlatano, prende elegantemente in giro Cagliostro, e nove li­ bretti d’opera! Se la cosa non ha ovviamente nulla da spartire con l’eventuale bontà dell’azione di governo di questi sovrani illuminati, rimarca nondimeno la caratura intellettuale dei due personaggi. Il Settecento è il secolo in cui Montesquieu, Voltaire e Diderot si scagliano con veemenza inaudita contro gli orrori del colonialismo e della schiavitù, quello in cui Cesare Becca­ ria tra le acclamazioni dell’Europa intera chiede l’abolizione del­ la pena di morte. In questo secolo bello il re di Prussia, stimolato da d’Alembert, fa addirittura bandire dall’Accademia prussia­ na un concorso intemazionale sul tema se sia lecito ad un go­ vernante imbrogliare il suo popolo, un argomento sul quale sarebbe urgente dibattere in modo approfondito anche in tem­ pi non più caratterizzati dall’assolutismo, ancorché illuminato, ma dalla democrazia, almeno riguardo a quanto è accaduto in varie parti del mondo nel corso dell’ultimo quarto di secolo. Nel Settecento, almeno in quello francese, si assiste al singolare fe­ nomeno per il quale illustri scienziati, grazie all’eccellente for­ mazione scolastica ricevuta, si permettono il lusso di gareggiare 6

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