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il ruolo innovativo del brain imaging PDF

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- Copyright - Il Pensiero Scientifico Editore downloaded by IP 194.156.95.173 Sun, 29 Jan 2023, 01:12:48 Rassegne Alla ricerca di endofenotipi psicosociali nella schizofrenia: il ruolo innovativo del brain imaging Searching for psychosocial endophenotypes in schizophrenia: the innovative role of brain imaging NICOLA DUSI1, CINZIA PERLINI1, MARCELLA BELLANI1, PAOLO BRAMBILLA2,3 E-mail: [email protected] 1Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità, Sezione di Psichiatria e Sezione di Psicologia Clinica, Centro Inter-Universitario di Neuroscienze Comportamentali (CIUNC), Università di Verona 2DISM, Centro Inter-Universitario di Neuroscienze Comportamentali (CIUNC), Università di Udine 3 IRCCS E. Medea, Polo FVG, Udine RIASSUNTO. La schizofrenia è un disturbo con manifestazioni cliniche eterogenee e un decorso longitudinale spesso inva- lidante. Un approccio di ricerca basato sull’accurata definizione delle caratteristiche cliniche, del funzionamento sociale e dei deficit cognitivi riportati dai pazienti consente una più chiara definizione della malattia. Le tecniche di risonanza magnetica (RM) possono permettere di identificare indicatori biologici forti, e soprattutto quantitativamente misurabili, di sottogruppi diversi di pazienti con schizofrenia con caratteristiche simili, rendendo più facilmente indagabile la componente ereditaria della malattia. La relazione tra variabili biologiche e clinico-psicosociali nei pazienti con schizofrenia viene qui descritta at- traverso le osservazioni trasversali, prospettiche o longitudinali effettuate negli ultimi decenni. I pazienti con caratteristiche di malattia più grave e inabilitante risultano avere un aumento di volume dei ventricoli laterali e una riduzione di volume del- la corteccia prefrontale, temporale e occipitale oltre che di strutture sottocorticali come i nuclei della base, il talamo e il siste- ma limbico. Queste caratteristiche neurobiologiche risultano anche essere predittive di un esito peggiore di malattia a lunga scadenza, come confermato da studi prospettici e longitudinali sia in popolazioni con malattia cronica, sia al primo episodio di malattia. L’identificazione di sottotipi più omogenei di pazienti con schizofrenia può fornire un utile sviluppo della ricerca sull’eziopatologia della malattia e favorire strategie di intervento clinico e riabilitativo più efficaci. PAROLE CHIAVE:schizofrenia, brain imaging, funzionamento psicosociale, decorso longitudinale. SUMMARY. Schizophrenia is a disease with heterogeneous features and often a disabling longitudinal outcome. In order to achieve a better understanding of the disease, a detailed characterization and definition of symptomatology, social function- ing and cognitive performance of patients is required. Imaging techniques may allow to identify measurable markers of dif- ferent subgroups of patients, who share common clinical course and, probably, a similar hereditary pathway. The review of- fers a description of cross-sectional, predictive and longitudinal studies on the relationship between biological, clinical and psychosocial features of patients with schizophrenia. Patients with a more severe and disabling course of illness present larg- er ventricles, smaller prefrontal, temporal and occipital cortices and smaller subcortical regions such as basal ganglia, the thal- amus and limbic areas. These alterations are predictive of a worse prognosis, as observed in predictive and longitudinal stud- ies, both on chronic and first episode patients. The detection of more homogenous groups of patients with schizophrenia will help neurobiological research progress in this field. Furthermore, patients with similar clinical and biological features could undergo more tailored therapeutic and rehabilitative strategies. KEY WORDS:schizophrenia, brain imaging, psychosocial functioning, longitudinal outcome. INTRODUZIONE corso della vita e rappresenta ancora una sfida per la psichiatria moderna sia per quanto riguarda l’inqua- La schizofrenia è un disturbo diagnosticato con una dramento eziopatologico della malattia, sia per quanto frequenza dello 0,5%-1% nella popolazione durante il riguarda le strategie di cura (1). La schizofrenia è sta- Rivista di psichiatria, 2012, 47, 2 7766 - Copyright - Il Pensiero Scientifico Editore downloaded by IP 194.156.95.173 Sun, 29 Jan 2023, 01:12:48 Alla ricerca di endofenotipi psicosociali nella schizofrenia: il ruolo innovativo del brain imaging ta infatti a lungo considerata un disturbo caratterizza- termini psicopatologici, ma debba accompagnarsi, in to da un progressivo decadimento cognitivo e sociale particolare per le valutazioni sulla prognosi a lungo (2,3). I pazienti con schizofrenia si confrontano con termine, a valutazioni sul funzionamento sociale e neu- numerose limitazioni nelle attività della vita quotidia- ro-cognitivo dei pazienti (17,18). I seguenti paragrafi na, nell’autonomia, nella cura della persona, nel fun- descriveranno i più recenti filoni di ricerca nel campo zionamento lavorativo e sociale in genere. Queste dif- del brain imaging e valuteranno il loro contributo a ficoltà non sempre rispecchiano il livello di psicopato- una miglior definizione degli indici di funzionamento logia o la severità dei sintomi dei pazienti (4). Infatti, psicosociale nella schizofrenia. la disabilità sociale è spesso già presente nei pazienti all’esordio o prima che la malattia si palesi, non è sem- pre influenzata da un trattamento farmacologico effi- IL BRAIN IMAGING E LA CORRELAZIONE CON cace (5) ed è stata riportata come un elemento predit- IL FUNZIONAMENTO CLINICO E PSICOSOCIALE tivo di malattia nella popolazione ad alto rischio di svi- luppare la schizofrenia (6). Inoltre, alcuni elementi di Dagli anni ’70 a oggi, le tecniche di imaging cerebra- disabilità sociale potrebbero essere delle caratteristi- le sono state applicate in ambito psichiatrico per lo stu- che ereditabili, rintracciabili nei parenti dei pazienti dio in vivo del funzionamento del cervello dei pazien- con schizofrenia (7). Secondo alcuni studi, le difficoltà ti. Nel 1976, Johnstone et al. (19), nel primo studio di nel funzionamento lavorativo (8) e quotidiano in gene- imaging cerebrale (condotto in questo caso mediante rale (9) sono infatti presenti anche nei familiari di pri- la tomografia assiale computerizzata, TC), documenta- mo grado dei pazienti, con un’incidenza maggiore ri- rono l’allargamento dei ventricoli laterali nei pazienti spetto ai controlli sani. Anche i deficit cognitivi sono affetti da schizofrenia, in continuità con le osservazio- tratti di cui è stata dimostrata la componente eredita- ni pioneristiche effettuate negli anni ’50 mediante la ria (10) e sono stati spesso proposti come gli elementi pneumoencefalografia (20). Poco dopo, nel 1982, Bu- determinanti il malfunzionamento in ambito sociale chsbaum et al. (21) condussero il primo studio funzio- dei pazienti con schizofrenia (11). La ricerca in ambito nale con la tomografia a emissione di positroni (PET), biologico sulla schizofrenia si sta concentrando su riportando una ridotta perfusione cerebrale nei pa- aspetti correlati alla malattia, come i deficit cognitivi e zienti con schizofrenia rispetto ai controlli sani. La RM la disabilità sociale, più semplici da definire dello stato è stata introdotta nella prima metà degli anni ’80 (22). di malattia conclamata, di cui si possa individuare Essa ha una risoluzione spaziale maggiore della TC, e l’ereditabilità e dimostrare in modo più diretto la com- permette, in assenza di radiazioni ionizzanti, di valuta- ponente genetica. Essi vengono definiti fenotipi inter- re la morfologia (RM strutturale), la vascolarizzazione medi o endofenotipi (12). Con il termine endofenotipo (RM con perfusione di metodo di contrasto o median- intendiamo variabili quantitativamente misurabili che te Arterial Spin Labeling), la connettività tra diverse fungano da connessione (intermedie) tra la variabilità regioni (diffusion tensor imaging, DTI, e diffusion wei- genetica legata alla schizofrenia e le manifestazioni cli- ghted imaging, DWI, che sfruttano la capacità di movi- niche del disturbo (13). Essi costituiscono pertanto dei mento delle molecole d’acqua all’interno delle fibre tratti ereditabili associati alla malattia, presenti a un li- nervose per ricostruire i network neuronali e la loro in- vello intermedio anche nei parenti degli affetti (14). tegrità) e l’attivazione regionale associata a specifici In questo contesto le metodiche di brain imaging, in compiti (RM funzionale). particolare la risonanza magnetica (RM), sono fonda- I molteplici studi condotti fino a oggi hanno per- mentali per l’identificazione dei substrati neurali cor- messo di accumulare numerosi dati di evidenza a so- relati alle manifestazioni della malattia. Negli ultimi stegno della presenza di alterazioni anatomiche cere- decenni le tecniche di imaging cerebrale, oltre ad aver brali nella schizofrenia. I dati maggiormente replicati contribuito a una maggiore comprensione delle basi riguardano l’aumento di volume dei ventricoli laterali neurobiologiche e morfofunzionali della schizofrenia, con un parallelo deficit volumetrico cerebrale (23-26), si stanno rivelando un valido strumento per la sempre in particolare nella corteccia prefrontale dorsolaterale migliore caratterizzazione di sottogruppi di pazienti (27), nel cingolato anteriore, nel giro temporale supe- con caratteristiche cliniche, esiti psicosociali e altera- riore (28-32), nell’ippocampo e nell’amigdala (33). So- zioni neuropatologiche simili (15,16). La definizione no sempre maggiori le evidenze di un’alterazione dif- dei possibili marker biologici che contraddistinguono fusa della connettività tra le varie aree cerebrali, con pazienti con decorso di malattia omogenei è in linea particolare impatto sulle cortecce frontali e temporali con la convinzione condivisa da clinici e ricercatori che e strutture sottocorticali quali il talamo e l’insula (34). la schizofrenia non possa essere descritta solamente in Secondo questa ipotesi, definita disconnectivity syn- Rivista di psichiatria, 2012, 47, 2 77 - Copyright - Il Pensiero Scientifico Editore downloaded by IP 194.156.95.173 Sun, 29 Jan 2023, 01:12:48 Dusi N et al. drome, la sostanza bianca, le fibre mieliniche e la strut- alla Strauss-Carpenter scale (SCS) (46,47). Quando in- tura cellulare degli assoni nervosi giocherebbero un vece l’esito è stato valutato in termini prettamente psi- ruolo di primo ordine nella patofisiologiadella schizo- copatologici, sono spesso state adottate scale cliniche frenia (35,36). per la descrizione dei sintomi quali la Positive and Ne- La maggior parte di questi studi ha utilizzato un dise- gative Symptoms Scale (PANSS) (48) e la Brief Psychia- gno di tipo trasversale su gruppi di pazienti stabilizzati o tic Rating Scale (BPRS) (49). cronici, offrendo quindi una valutazione puntiforme, nel I prossimi paragrafi descriveranno gli studi di ima- tempo delle condizioni cerebrali dei pazienti, senza con- ging che fino a oggi hanno indagato la relazione tra va- sentire di studiare l’evoluzione delle alterazioni cere- riabili biologiche e psicosociali attraverso osservazioni brali nel corso della malattia e la loro eventuale correla- trasversali, prospettiche o longitudinali. Gli studi di zione con il decorso della schizofrenia nelle diverse fasi imaging applicati in un ambito che coinvolge l’approc- del disturbo (37). Diversamente, studi con disegno pro- cio psicosociale nella definizione del decorso di malat- spettico o longitudinale permettono di valutare la pro- tia della schizofrenia possono aiutare nella compren- gressione delle alterazioni anatomo-funzionali cerebra- sione del processo eziopatologico e fisiopatologico che li tenendo in considerazione anche il ruolo del decorso sostiene il disturbo, chiarendo quali siano le alterazio- sia clinico sia psicosociale della malattia (38). A questo ni cerebrali presenti all’inizio della malattia o nelle fa- scopo, è frequente la suddivisione dei pazienti in sogget- si che precedono lo sviluppo manifesto del disturbo ti con decorso di malattia favorevole e sfavorevole, an- (prodromi) e, inoltre, quali processi intervengano nel che se questa definizione non è univoca e gli strumenti corso della malattia determinando un’evoluzione tal- di valutazione utilizzati (relativamente alla psicopatolo- volta molto severa dei sintomi dei pazienti. Sembra in- gia, agli aspetti cognitivi e psicosociali) sono differenti fatti che l’eziopatogenesi della schizofrenia sia caratte- nei diversi studi (39-41). Nella letteratura anglosassone rizzata da alterazioni neuronali già presenti all’esordio spesso si fa riferimento al decorso clinico della malattia che si susseguono lungo tutto il decorso della malattia o alla prognosi, con il termine outcome (esito). In que- (50). Inoltre, le tecniche di RM possono permettere di sta rassegna, il termine outcome e il termine esito ver- identificare indicatori biologici forti e quantitativa- ranno usati come sinonimi e faranno riferimento al de- mente misurabili del disturbo, al fine di identificare corso clinico o psicosociale della malattia. Una distin- sottogruppi di pazienti con caratteristiche simili, offri- zione in base al decorso clinico è stata proposta da Kee- re inquadramenti diagnostici più approfonditi e pro- fe et al. (42), che hanno descritto come kraepeliniani i porre, in un futuro, approcci terapeutici sia farmacolo- pazienti con una storia clinica caratterizzata nei cinque gici, sia riabilitativi, sia assistenziali mirati (51). anni precedenti da una condizione di continua ospeda- lizzazione o di dipendenza dalle altre persone per quan- Brain imaging e indicatori di funzionamento to riguarda il cibo, l’abitazione, il vestiario, e non-krae- psicosociale in studi trasversali peliniani coloro che presentano periodi di remissione parziale o totale alternati a brevi ricoveri. Un buon esi- In questo tipo di studi la popolazione di pazienti og- to di malattia, definito sia da elementi psicopatologici getto della ricerca viene sottoposta a un esame neurora- sia da variabili psicosociali, è stato descritto come una diologico (TC prima e più recentemente RM) e riceve fase senza allucinazioni, deliri o disturbi del pensiero, una valutazione dello stato clinico e del funzionamento nessuna evidenza di sintomi negativi, e un funziona- psicosociale. Il principale indice preso in considerazione mento sociale vicino al livello premorboso. Al contrario, in questi primi studi è rappresentato dal rapporto tra il un esito sfavorevole della malattia è stato definito dalla volume dei ventricoli e il volume della materia cerebra- presenza di allucinazioni persistenti o deliri che influen- le (ventricles/brain ratio, VBR). Nella maggior parte de- zino il comportamento, insieme a sintomi negativi seve- gli studi, un alto VBR, quindi un allargamento dei ven- ri, quali isolamento sociale e scarsa cura di sé (43). An- tricoli e una contrazione volumetrica della sostanza ce- cora, un buon esito di malattia è stato definito come un rebrale, è stato associato a un peggior esito di malattia, periodo di ospedalizzazione inferiore al 10% della dura- espresso in termini di durata dei periodi di ospedalizza- ta di malattia (in pazienti con almeno 15 anni di malat- zione (52-55), di un basso punteggio alle scale GAF o tia) e dall’assenza di ospedalizzazioni nell’ultimo anno, Strauss-Carpenter (56) o da una combinazione di dati mentre un esito sfavorevole è stato descritto da ospeda- clinici e sul funzionamento psicosociale (57). Da un lizzazioni per più del 50% della durata di malattia o punto di vista psicopatologico, un alto VBR è stato as- ospedalizzazioni continuative negli ultimi 3 anni (44). sociato a un minor miglioramento clinico espresso dal Frequentemente, è stato anche utilizzato il punteggio al- punteggio alla BPRS (58,59) e a una preponderanza di la Global Assessment of Fuctioning scale (GAF) (45) o sintomi negativi (52,57,60-62) e positivi (63). Rivista di psichiatria, 2012, 47, 2 78 - Copyright - Il Pensiero Scientifico Editore downloaded by IP 194.156.95.173 Sun, 29 Jan 2023, 01:12:48 Alla ricerca di endofenotipi psicosociali nella schizofrenia: il ruolo innovativo del brain imaging I risultati della maggioranza degli studi condotti fi- gnitive quali memoria, linguaggio e apprendimento, no a oggi con RM strutturale confermano la presenza spesso deficitarie in questi pazienti (85-87). Nello stu- di un’associazione tra allargamento dei ventricoli e dio di Prasad et al. (46) su pazienti al primo episodio spazi liquorali (a discapito di strutture corticali) e out- psicotico, infatti, il volume della corteccia prefrontale comesfavorevole, misurato dal punteggio GAF, da un risultava essere predittivo di buon funzionamento so- aumento dei sintomi negativi (64,65) o dallo stato di ciale a uno, ma non a due anni. Secondo gli autori, du- disoccupazione (66,67). La riduzione volumetrica di rante un lasso di tempo più lungo, i fattori psicosocia- strutture anche sottocorticali, quali l’ippocampo, regio- li, quali il supporto nell’adesione alla terapia farmaco- ne ampiamente coinvolta nella fisiopatologia di nume- logica e interventi di tipo riabilitativo, diventano pre- rose patologie psichiatriche e nei meccanismi di rispo- ponderanti nel determinare l’esito favorevole o meno sta al trattamento psicofarmacologico (68), è stata as- della malattia, rispetto al deficit cognitivo (sostenuto sociata con un più basso punteggio in test che misura- da alterazioni nella corteccia prefrontale), che invece no la qualità della vita e il livello di salute (69). In ge- inciderebbe maggiormente sull’esito a breve termine nerale, i pazienti con esito peggiore, o kraepeliniani, ri- (46). sultano avere un aumento di volume dei ventricoli la- Nonostante questi studi prospettici siano caratteriz- terali e una riduzione di volume della corteccia pre- zati da una discreta variabilità relativa sia alla durata frontale, temporale e occipitale oltre che di strutture dei periodi di follow-up, sia alle misure di esito impie- sottocorticali come il putamen e il talamo (29,44,70- gate, sia alle tecniche di imaging adottate, essi nel com- 74). Le alterazioni cortico-sottocorticali riguardano sia plesso hanno confermato la presenza di alterazioni la sostanza grigia sia la sostanza bianca, facendo per- neuroanatomiche definite, candidate a fungere da pre- tanto ipotizzare che anche la comunicazione tra queste dittori del decorso di malattia nei pazienti con schizo- aree sia alterata. In particolare, sarebbero coinvolte le frenia. connessioni tra i lobi frontali, temporali e le aree impli- cate nell’integrazione delle informazioni provenienti Brain imaging e indicatori di funzionamento dalla corteccia, quali il giro cingolato, e strutture sotto- psicosociale in studi longitudinali corticali, come il talamo e i nuclei della base (74-77). In questo tipo di studi, le correlazioni tra variabili I risultati degli studi di tipo trasversale sembrano psicosociali e neuroradiologiche vengono effettuate in pertanto identificare un gruppo di pazienti con altera- due fasi (baseline e follow-up) distanziate nel tempo. zioni anatomo-funzionali cerebrali più marcate: diffu- Essi consentono pertanto sia di valutare il potere pre- sa riduzione volumetrica delle strutture corticali, allar- dittivo delle osservazioni effettuate al baseline, sia di gamento dei ventricoli e degli spazi liquorali, associati seguire l’evoluzione delle alterazioni neurobiologiche a una maggiore severità dei sintomi e a un peggior fun- e del funzionamento psicosociale durante il decorso zionamento sociale. della malattia. L’osservazione longitudinale di pazienti cronici con Brain imaging e indicatori di funzionamento schizofrenia ha evidenziato un gruppo di pazienti con psicosociale in studi prospettici esito meno favorevole, detti kraepeliniani secondo Le ricerche condotte mediante questo tipo di dise- Keefe et al. (42), che presentano una progressiva ridu- gno prevedono una sola valutazione neuroradiologica zione dei volumi cerebrali, in particolare della sostan- al baseline, che viene confrontata con dati relativi al- za grigia e bianca frontale, e di strutture sottocorticali l’andamento clinico o psicosociale dei pazienti a un quali i nuclei della base e il sistema limbico, accompa- follow-up di durata variabile, senza che la sessione di gnata da un allargamento dei ventricoli e degli spazi li- studio neuroradiologico venga ripetuta una seconda quorali (88-94). Inoltre, il basso funzionamento psico- volta. Esse consentono pertanto di stimare la “predit- sociale è correlato, in questi pazienti, a una minore tività” dei dati di imaging rispetto alle variabili di esi- performance cognitiva (95). to. Secondo le osservazioni più replicate in letteratura, Tali osservazioni, effettuate su una popolazione cro- un volume aumentato dei ventricoli e degli spazi liquo- nica, permettono di individuare un gruppo di pazienti rali e un’atrofia corticale diffusa (47,49,78-81), fronta- con caratteristiche neurobiologiche più marcate, un le (82,83) o cerebellare (84) sarebbero predittivi di un funzionamento più basso e che tende ad avere un de- esito psicosociale e clinico sfavorevole. È stato ipotiz- corso di malattia peggiore. Tuttavia, in una popolazio- zato che la correlazione tra alterazioni della corteccia ne cronica è difficile chiarire quali elementi determini- frontale e del cervelletto e basso funzionamento psico- no l’evoluzione sfavorevole della malattia e la presen- sociale sia mediata da un’alterazione nelle funzioni co- za di alterazioni cerebrali più evidenti. Il trattamento Rivista di psichiatria, 2012, 47, 2 79 - Copyright - Il Pensiero Scientifico Editore downloaded by IP 194.156.95.173 Sun, 29 Jan 2023, 01:12:48 Dusi N et al. farmacologico ricevuto, gli episodi di malattia, le conti- (109) e nella modulazione delle emozioni (110). Inol- nue ospedalizzazioni e la bassa qualità di vita di questi tre, le due aree sono anatomicamente (111) e funzio- pazienti sono fattori che possono infatti incidere sul- nalmente connesse (112). l’aggravamento delle alterazioni cerebrali (96,97). Dal- l’inizio degli anni ’90 a oggi sono stati condotti una se- rie di studi longitudinali di correlazione tra esito clini- CONCLUSIONI co e psicosociale e anomalie del sistema nervoso cen- trale, in pazienti al primo episodio di malattia. Il van- Gli studi di brain imaging qui presentati (Tabella 1) taggio degli studi longitudinali sui primi episodi di ma- (29,43,44,46-49,52-56,58-60,63-67,70,71,73-82,84,88- lattia è che i fattori di confondimento sopra citati (trat- 95,99-107,113) indicano, nel complesso, la presenza tamento farmacologico, episodi di malattia, ecc.) e im- nella schizofrenia di un network di alterazione che plicati nello stesso processo di cura dei pazienti posso- comprende la corteccia prefrontale dorsolaterale, il no essere ridotti (98). Sebbene in questi studi le misu- cingolato anteriore, l’ippocampo, l’amigdala e il giro re di esito e l’intervallo tra baseline e follow-up varino temporale superiore. Inoltre, è stata evidenziata la pre- e i risultati non raggiungano sempre la significatività senza di un gruppo di pazienti in cui la malattia si (49,99-102), i dati maggiormente replicati in letteratu- esprime in maniera più severa e le anomalie neuroana- ra propendono per la presenza, nei pazienti più gravi, tomiche sono più marcate. Esse riguardano, per esem- di alterazioni cerebrali già presenti all’esordio di ma- pio, l’allargamento del sistema ventricolare e l’ipotro- lattia, che progredirebbero nel corso degli anni. In par- fia sia fronto-temporale sia di strutture sottocorticali ticolare, l’allargamento dei ventricoli cerebrali è l’ele- con funzione di integrazione delle informazioni prove- mento che, al baseline,sembra avere il più alto valore nienti dalla corteccia, come il talamo, i nuclei della ba- predittivo di esito sfavorevole (espresso come punteg- se, e le strutture limbiche (26). Questo gruppo di pa- gio alla scala GAF e alla scala Strauss-Carpenter, som- zienti è stato più volte, in questa rassegna, definito ministrati al follow-up) (49,103). L’allargamento dei kraepeliniano, a sottolineare il quadro di deteriora- ventricoli laterali, inoltre, è associato, al baseline, a una mento clinico (114,115) caratterizzato da una prepon- sintomatologia più florida e a un manifestarsi più seve- deranza di sintomi negativi, decorso cronico, resisten- ro della malattia (49). Quando vengono presi in consi- za al trattamento farmacologico (116-118) e progressi- derazione periodi di follow-up compresi tra 1 e 5 anni, vo decadimento cognitivo (119-121). Tali pazienti, inol- l’allargamento dei ventricoli cerebrali e la riduzione tre, presentano una maggiore familiarità per disturbi della sostanza grigia cerebrale sono associati a una mi- psicotici (122) e una lunga storia di ospedalizzazioni e nor autonomia nella gestione della vita quotidiana istituzionalizzazioni (123). In questi soggetti le anoma- (scala Camberwell Assessment of Need, CAN), un mi- lie sarebbero anche sostenute da alterazioni di connet- nor funzionamento globale (scala GAF) (104), un tività cortico-sottocorticali (circuito cortico-talamico, maggior numero di ospedalizzazioni (100) e una minor cortico-striatale) (72,74-77), come riportato da recenti risposta al trattamento farmacologico (103,105,106). È studi che valutano la disposizione e la struttura delle fi- interessante, ai fini prognostici, il riscontro, nello stu- bre nervose cerebrali (DTI) (124-132). Questi dati cor- dio di Rais et al. (104), dell’associazione tra uso di can- rispondono alla descrizione di pazienti con un decorso nabinoidi e progressione più marcata dell’allargamen- di malattia cronico e una sintomatologia persistente; to ventricolare rispetto ai pazienti che non fanno uso tuttavia, l’allargamento dei ventricoli laterali e la ridu- di stupefacenti. Quando invece il funzionamento dei zione volumetrica di strutture corticali e limbiche sono pazienti è stato misurato in termini di capacità cogniti- le alterazioni anatomiche maggiormente confermate va e sintomi negativi, la riduzione nel tempo del volu- in letteratura anche nei pazienti al primo episodio, che me della corteccia prefrontale è risultato essere il fat- presentano un minore funzionamento psicosociale tore biologico indicatore di esito negativo (107). È sta- (punteggi GAF, CAN e Strauss Carpenter Scale), una ta inoltre riscontrata una progressiva riduzione di vo- peggiore performance cognitiva e una preponderanza lume dell’ippocampo in un gruppo di pazienti di cui è di sintomi negativi (133). L’allargamento dei ventrico- stata valutata la remissione sintomatologica, misurata li laterali, quando presente alla prima valutazione svol- con il punteggio alla Positive and Negative Symptoms ta all’esordio di malattia, sembra quindi avere un alto Scale (PANSS) a sei mesi dall’esordio (48). L’attenzio- valore predittivo di esito peggiore (49). ne per l’ippocampo e la corteccia prefrontale, sottoli- Benché queste osservazioni identifichino un sotto- neata dagli ultimi due studi citati, non è casuale: en- gruppo di pazienti con una forma di malattia più seve- trambe le aree sono infatti implicate nei processi mne- ra, molti aspetti rimangono ancora da approfondire. Va sici (108), nella produzione di sintomatologia negativa stabilito se questo sottogruppo di pazienti rientri al- Rivista di psichiatria, 2012, 47, 2 80 - Copyright - Il Pensiero Scientifico Editore downloaded by IP 194.156.95.173 Sun, 29 Jan 2023, 01:12:48 Alla ricerca di endofenotipi psicosociali nella schizofrenia: il ruolo innovativo del brain imaging Tabella 1. Studi riguardanti la correlazione tra dati di imaging e variabili cliniche e psicosociali Studio Soggetti (n) Disegno di studio Valutazione clinica Variabili misurate Risultati e psicosociale Weinberger 58 trasversale durata di malattia, CT nessuna correlazione et al. (53) n. ospedalizzazioni VBR Weinberger 20 trasversale BPRS CT ↑ VBR correlato a et al. (58) VBR ↑BPRS Andreasen 52 trasversale n. di ricoveri, durata CT nesuna correlazione et al. (60) di malattia, durata VBR ospedalizzazioni DeLisi 29 trasversale GAS, scala Strauss- CT ↑ ventricoli correlato a et al. (56) Carpenter VBR ↓GAS e scala Strauss- Carpenter Boronow 30 trasversale BPRS, durata CT nessuna correlazione et al. (59) ospedalizzazioni VBR Kolakowska 77 trasversale BPRS, funzionamento CT ↓ VBR correlato et al. (43) sociale (scala a 3 domini) VBR a ↑outcome Losonczy 28 trasversale pazienti kreapelinianie CT ↑ventricolo laterale sx et al. (71) non-kraepeliniani VBR nei kraepeliniani Kanba 37 trasversale durata ospedalizzazioni CT nessuna correlazione et al. (54) VBR Kemali 50 trasversale DAS, durata CT ↑VBR correlato et al. (52) ospedalizzazioni, VBR a durata ospedalizzazioni n. ospedalizzazioni, e sintomi negativi SANS, WAIS Gattaz 30 trasversale durata ospedalizzazioni, CT nessuna correlazione et al. (55) n. ospedalizzazioni larghezza scissure interemisferica, silviana, corticali e di III ventricolo Katsanis 88 predittivo, GAS, SOFAS, CT ↑ventricoli predittivo et al. (79) 9 e 18 mesi SCL-90-R VBR di ↓GAS e SOFAS a 9 e 18 mesi Cullberg 33 trasversale durata ospedalizzazioni, CT nessuna correlazione et al. (63) tasso di ricoveri atrofia corticale, ventricoli Vita 18 prospettico Score on Intimacy CT ↑ventricoli e atrofia et al.(47) 2 anni of Interpersonal Contacts Ventricoli e atrofia corticale correlato Scale, scala Strauss- corticale a esito negativo Carpenter DeLisi 24 longitudinale BPRS, durata MR baseline: ↑ventricoli et al.(49) 2 anni ospedalizzazioni, GAS, lobo temporale, predittivo di esito n. ospedalizzazioni, scala ventricoli sfavorevole Strauss Carpenter F-up: ↑ventricoli correlato a ↓n. di ospedalizzazioni a 2 anni Degreef 25 trasversale GAS, CGI MR ventricoli ↑ventricoli correlato et al. (64) laterali, III, IV a ↓GAS Harvey 47 trasversale DAS, disoccupazione MR ↑ spazi liquorali et al. (66) (cluster analysiscon DAS, amigdala, correlato sintomi negativi, lunghezza ippocampo, nuclei a disoccupazione di trattamento) della base, corteccia temporale e anteriore, ventricoli laterali (Segue) Rivista di psichiatria, 2012, 47, 2 81 - Copyright - Il Pensiero Scientifico Editore downloaded by IP 194.156.95.173 Sun, 29 Jan 2023, 01:12:48 Dusi N et al. (Segue) Tabella 1. Studio Soggetti (n) Disegno di studio Valutazione clinica Variabili misurate Risultati e psicosociale Jaskiw 10 predittivo QLS, WAIS CT nessuna correlazione et al.(101) 7 anni VBR Turetsky 71 trasversale BPRS, SANS, SAPS, MR nessuna correlazione et al. (67) Strauss-Carpenter scale lobi frontale e temporale, spazi liquorali, ventricoli van Os 140 predittivo DAS, GAF, HRSD, life TC ↑spazi liquorali silviani et al.(78) 4 anni chart MultiCenter Study on CSF, ventricoli III e III ventricolo predittivo the course and Outcome e laterali di disoccupazione of Schizophrenia, Iager e sintomi negativi Negative Symptoms Rating Scale, PSE DeLisi 20 longitudinale BPRS, GAS, MR nessuna correlazione et al. (99) 4 anni n. ospedalizzazioni, SAPS, ICV, lobi temporali, SANS giro temporale superiore, ippocampo, caudato, corpo calloso e ventricoli laterali Becker 20 trasversale BPRS, GAS, livello MR ↑ volume lobi temporali et al. (65) educativo, SANS amigdala, ippocampo, amigdala e ippocampo lobi temporali, correlato a↑livello ventricoli III educativo; ↑III ventricolo e laterali correlato a ↑GAS; ↑lobo temporale correlato a ↓SANS Goldman 59 predittivo BPRS, scala Strauss CT nessuna correlazione et al. (80) 1 anno Carpenter VBR Lieberman 62 longitudinale CGI, GAF, SANS, scala MR ↑ ventricoli predittivo et al.(103) 1,5 anni Strauss Carpenter corteccia frontale di esito sfavorevole parietale e temporale e correlato a ↓risposta ventricoli laterali al trattamento e III Davis 55 longitudinale kraepelinianivs CT baseline: nessuna et al.(88) 5 anni non kraepeliniani, SANS ventricoli correlazione F-up:↑ventricolo sinistro nei kraepeliniani DeLisi 50 longitudinale BPRS, Cannon and Spoor MR ↑ventricoli correlato et al. (102) 5 anni pre-morbid social volume cerebrale, a miglioramento clinico adjustment scale, GAF ventricoli laterali Gur 40 longitudinale SANS, SAPS, MR ↓ volume cerebrale et al.(95) 2,5 anni batteria test neurocognitivi CSF, lobi frontali e ↑CSF predittivi e temporali, volume di deterioramento cerebrale cognitivo Wassink 63 predittivo outcomepsicosociale MR ↓ cervelletto predittivo et al.(84) 7 anni (qualità relazioni cervelletto, encefalo, di outcomesfavorevole interpersonali, attività lobi temporali, sessuale, attività ricreative, ventricoli lavoro), SANS, SAPS Lieberman 51 longitudinale CGI, SANS, MR ↑ ventricoli correlato et al.(105) 1 anno risposta al trattamento Ventricoli, corteccia, a outcomesfavorevole ippocampo, nucleo caudato (Segue) Rivista di psichiatria, 2012, 47, 2 82 - Copyright - Il Pensiero Scientifico Editore downloaded by IP 194.156.95.173 Sun, 29 Jan 2023, 01:12:48 Alla ricerca di endofenotipi psicosociali nella schizofrenia: il ruolo innovativo del brain imaging (Segue) Tabella 1. Studio Soggetti (n) Disegno di studio Valutazione clinica Variabili misurate Risultati e psicosociale Mathalon 24 longitudinale tasso di ricoveri, BPRS, MR ↓ GM frontale e et al.(92) 4 anni durata ospedalizzazioni CSF, lobi frontali prefronatale e ↑CSF prefrontali, correlati a ↑BPRS ↑ temporali, ventricoli durata di ospedalizzazioini Staal 45 trasversale DAS, durata MR ↑ ventricoli laterali e ↓GM et al.(44) ospedalizzazioni, GAS, cervelletto, encefalo, prefrontale correlati a esito PANSS ICV, lobo frontale, sfavorevole talamo, ventricoli laterali e III Cahn 34 longitudinale CAN MR ↓ GM cerebrale correlato et al. (106) 1 anno volume cerebrale, a esito negativo cerebellare, ventricoli Buchsbaum 37 trasversale kraepelinianivs MR ↑ putamen nei non et al.(70) non kraepeliniani caudato e putamen kraepeliniani Mitelman 37 trasversale kraepelinianivs MR ↓ GM temporale e et al.(29) non kraepeliniani aree di Brodmann occipitale nei kraepeliniani Van Haren 109 predittivo CAN, GSDS, PANSS MR nessuna correlazione et al.(81) 2 anni volume cerebrale, cerebellare, ventricoli Ho 73 longitudinale SANS, SAPS, Shipley MR ↑ ventricoli laterali e CSF et al.(107) 3 anni Institute of Living Scale, volume cerebrale, nei lobi frontali e ↓WM e WAIS cerebellare, GM nei lobi frontali ventricoli, lobi correlati a esito negativo frontali, temporali, parietali, CSF DeLisi 26 longitudinale tasso di ricovero, BPRS, MR F-up5 anni: ↑ventricoli et al. (100) 10anni GAF, SANS, SAPS, scala ventricoli correlato a durata ospeda- Strauss Carpenter lizzazioni complessiva F-up10 anni: ↑ventricoli correlato a miglior esito Mitelman 37 trasversale kraepelinianivs non MR ↓sostanza grigia cingolato et al. (73) kraepeliniani aree di Brodmann posteriore nei kraepeliniani Mitelman 106 trasversale kraepelinianivs MR alterazioni nelle et al. (75-77) non kraepeliniani aree di Brodmann comunicazioni temporali e prefrontali e talamo prefrontali nei kraepeliniani Prasad 27 longitudinale scala Strauss Carpenter MR ↑ DLPFC predittivo et al. (46) 1 e 2anni DLPFC di esito negativo a 1 anno ma non a 2 Wood 46 prospettico CGI, GAF, tasso di ricoveri, MRS ↑NAA/CR frontale et al. (82) 1,5anni SOFAS giro frontale correlato con GAF, intermedio, lobo n. di ricoveri e SOFAS temporale medio Brickman 106 trasversale kraepelinianivs non MR ↓volume della capsula et al. (74) kraepeliniani capsula interna interna nei kraepeliniani Mitelman 104 trasversale kraepelinianivs non MR ↓sostanza grigia temporale, et al. (113) kraepeliniani aree di Brodmann occipitale; ↓sostanza bianca temporale, parietale, occipitale e cingolato posteriore nei krapeliniani Van Haren 96 longitudinale tasso di ricoveri, MR ↓ GM frontale superiore et al.(90) 5 anni PANSS VBM correlato a ↑tasso di ricoveri (Segue) Rivista di psichiatria, 2012, 47, 2 83 - Copyright - Il Pensiero Scientifico Editore downloaded by IP 194.156.95.173 Sun, 29 Jan 2023, 01:12:48 Dusi N et al. (Segue) Tabella 1. Studio Soggetti (n) Disegno di studio Valutazione clinica Variabili misurate Risultati e psicosociale Rais 51 longitudinale CAN, GAF, durata MR ↑ ventricoli laterali e III et al. (104) 5 anni ospedalizzazioni, PANSS ICV, ventricoli correlato a ↑CAN laterali e III (maggior bisogno di assistenza quotidiana) e↓GAF Van Haren 96 longitudinale CAN, GAF MR ↑ventricoli laterali et al.(91) 5 anni volume cerebrale, e ↓ volume cerebrale cerebellare, ventricoli correlati a esito negativo Mitelman 49 longitudinale raepelinianivs non MR baseline:↓corpo calloso et al. (89) 4 anni kraepeliniani corpo calloso F-up:↑riduzione corpo calloso nei kreapeliniani Mitelman 49 longitudinale kraepelinianivs non MR ↓putamen et al. (93) 4 anni kraepeliniani putamen e caudato nei kraepeliniani Bodnar 57 longitudinale remissione a 6 mesi MR ↓ coda sx ippocampo et al. (48) 6 mesi (PANSS) amigdala e ippocampo in pazienti non in remissione a 6 mesi Mitelman 49 longitudinale kraepelinianivs non MR F-up: ↑allargamento et al.(94) 4 anni kraepeliniani ventricoli laterali dei ventricoli laterali nei kreapeliniani BPRS= Brief Psychiatric Rating Scale; CAN= Camberwell Assessment of Need; CGI= Clinical Global Impression; CSF= liquor cefalo- rachidiano; CT= tomografia computerizzata; DAS= Disability Assessment Scale; F-up= follow-up; DLPFC= Corteccia Prefrontale Dorso- laterale; GAF= Global Assessment of Functioning; GAS= Global Assessment Scale; GM= sostanza grigia; GSDS= Groningen Social Dis- abilities Schedule; ICV= volume intracranico; MR= Risonanza Magnetica strutturale; MRS= spettroscopia a Risonanza Magnetica; NAA/CR= rapporto tra la concentrazione di N-Acetil-Aspartato e Creatinina; PANSS= Positive and Negative Symptoms Scale; QLS= Quality of Life Scale; SANS= Scale for Assessment of Negative Symptoms; SAPS= Scale for Assessment of Positive Symptoms; SCL-90- R= Symptoms Checklist 90 Revised; SOFAS= Social and Occupational Functioning Asessment Scale; sx= sinistro; VBR= Ventricles-Brain Ratio; vs= versus; WAIS= Wechsler Adult Intelligence Scale. l’interno dello spettro della schizofrenia collocandosi a to, terapeutico e riabilitativo, e una più razionale allo- una polarità estrema in relazione alla dimensione del cazione delle risorse assistenziali (51). In particolare, il funzionamento psicosociale, o se invece si tratti di funzionamento psicosociale e l’assetto neuropsicologi- un’entità a sé stante, con caratteristiche patogenetiche co dei pazienti dovrebbe essere tenuto in considerazio- diverse (113,134,135). Lo studio di questi aspetti ezio- ne nella valutazione del trattamento della malattia, in patogenetici è di forte interesse per la psichiatria e ha quanto il miglioramento dei sintomi psicotici, primo la finalità di individuare fenotipi meno eterogenei al- obiettivo di un approccio terapeutico alla malattia, de- l’interno della categoria diagnostica della schizofrenia, ve andare di pari passo con l’attenzione verso il conte- anche al fine di rendere più focalizzate le indagini di ti- sto sociale nel quale le persone malate di schizofrenia po genetico (136). In generale, infatti, le sindromi psi- vivono (139). Questa visione dovrebbe far parte dei chiatriche maggiori, come la schizofrenia, sono costel- programmi comunitari che tengano conto dell’opinio- lazioni sintomatologiche complesse con una compo- ne dei pazienti stessi sull’impatto che la malattia ha nente genetica multifattoriale a oggi non del tutto sulla loro qualità della vita (140). compresa (137). La ricerca in questo campo ha già pro- In conclusione, gli studi di imaging hanno chiarito la dotto risultati per quanto riguarda i deficit cognitivi, presenza di alterazioni anatomiche in questi pazienti e come la memoria di lavoro, l’attenzione e le funzioni aprono la strada a ulteriori approfondimenti. In parti- esecutive (138). L’indagine radiologica, accompagnata colare, è attualmente auspicabile una caratterizzazione a quella genetica, permette di identificare gli indicato- degli indicatori di funzionamento psicosociale su base ri biologici di queste alterazioni nel funzionamento dei neurobiologica che possano pertanto avere una rica- pazienti. Da un punto di vista clinico, l’identificazione duta nella pratica clinica (141). Serve, inoltre, l’identi- di sottogruppi di pazienti con caratteristiche cliniche, ficazione di test psicometrici chiari e facilmente appli- prognostiche e neuropatologiche simili potrebbe con- cabili che favoriscano la descrizione sistematica sia in sentire l’identificazione di strategie mirate di interven- ambito clinico sia in ambito di ricerca dei deficit di fun- Rivista di psichiatria, 2012, 47, 2 84 - Copyright - Il Pensiero Scientifico Editore downloaded by IP 194.156.95.173 Sun, 29 Jan 2023, 01:12:48 Alla ricerca di endofenotipi psicosociali nella schizofrenia: il ruolo innovativo del brain imaging zionamento nella vita quotidiana dei pazienti con schi- 17. Priebe S, Warner R, Hubschmid T, Eckle I. Employment, atti- zofrenia (142). È infine necessario che la ricerca di tudes toward work, and quality of life among people with schiz- ophrenia in three countries. Schizophr Bull 1998; 24: 469-77. brain imaging nella schizofrenia pianifichi studi di fol- 18. Weinmann S, Roick C, Martin L, Willich S, Becker T. Develop- low-up su larghe popolazioni sia di persone all’esordio ment of a set of schizophrenia quality indicators for integrated psicotico sia di pazienti cronici con forme di malattia care. Epidemiol Psichiatr Soc 2010; 19: 52-62. più severe, associando approfondimenti di tipo psico- 19. Johnstone EC, Crow TJ, Frith CD, Husband J, Kreel L. Cerebral ventricular size and cognitive impairment in chronic schizo- sociale, neuropsicologico e genetico con l’obiettivo di phrenia. Lancet 1976; 2: 924-6. chiarire gli aspetti di interazione gene-ambiente-neu- 20. Huber G. [The pneumoencephalogram at the onset of schizo- rosviluppo. phrenic disease]. Arch Psychiatr Nervenkr Z Gesamte Neurol Psychiatr 1955; 193: 406-26. 21. Buchsbaum MS, Ingvar DH, Kessler R, et al. Cerebral glucogra- phy with positron tomography. Use in normal subjects and in pa- BIBLIOGRAFIA tients with schizophrenia. Arch Gen Psychiatry 1982; 39: 251-9. 22. 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Shenton ME, Dickey CC, Frumin M, McCarley RW. A review functional capacity as an endophenotype candidate in severe of MRI findings in schizophrenia. Schizophr Res 2001; 49: 1-52. mental illness. Schizophr Bull 2011 May 11. [Epub ahead of 29. Mitelman SA, Shihabuddin L, Brickman AM, Hazlett EA, print]. Buchsbaum MS. MRI assessment of gray and white matter dis- 8. Kendler KS, McGuire M, Gruenberg AM, Walsh D. Schizotypal tribution in Brodmann’s areas of the cortex in patients with symptoms and signs in the Roscommon Family Study. Their fac- schizophrenia with good and poor outcomes. Am J Psychiatry tor structure and familial relationship with psychotic and affec- 2003; 160: 2154-68. tive disorders. Arch Gen Psychiatry 1995; 52: 296-303. 30. Bellani M, Ferro A, Brambilla P. The potential role of the parietal 9. McGrath JA, Avramopoulos D, Lasseter VK, et al. Familiarity lobe in schizophrenia. Epidemiol Psichiatr Soc 2010; 19: 118-9. of novel factorial dimensions of schizophrenia. 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Subtyping schizophrenia ac- od flow in schizophrenia: a perfusion weighted imaging study. cording to outcome or severity: a search for homogeneous sub- Psychiatry Res 2011; 193: 46-52. groups. Schizophr Bull 2001; 27: 115-38. 37. Waddington JL. Neuroimaging and other neurobiological indi- 16. Bellani M, Perlini C, Brambilla P. Language disturbances in ces in schizophrenia: relationship to measurement of functional schizophrenia. Epidemiol Psichiatr Soc 2009; 18: 314-7. outcome. Br J Psychiatry Suppl 2007; 50: s52-s57. Rivista di psichiatria, 2012, 47, 2 85

Description:
trasversali, prospettiche o longitudinali. Gli studi di imaging applicati in un ambito che coinvolge l'approc- cio psicosociale nella definizione del decorso di malat- tia della schizofrenia possono aiutare nella compren- sione del processo eziopatologico e fisiopatologico che sostiene il disturbo,
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