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Il “Roman de la rose” e la letteratura italiana PDF

268 Pages·1910·14.448 MB·Italian
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BEIHEFTE ZUR ZEITSCHRIFT FÜR ROMANISCHE PHILOLOGIE HERAUSGEGEBEN VON DR. GUSTAV GRÖBER PROFESSOR AN DER UNIVERSITÄT STRASSBURG 1. E. XXI. HEFT LUIGI FOSCOLO BENEDETTO IL „ROMAN DE LA ROSE" E LA LETTERATURA ITALIANA HALLE A. S. VERLAG VON MAX NIEMEYER I9IO IL „ROMAN DE LA ROSE" E LA LETTERATURA ITALIANA DI LUIGI FOSCOLO BENEDETTO HALLE A. S. VERLAG VON MAX NIEMEYER 1910 Al mio maestro Rodolfo Renier con reverenza e con affetto. Introduzione. Introduzione. Il „Roman de la Rose". Coli' omaggio dell' amante ad Amore la parte introduttiva del „Roman de la Rose" si chiude ed il poema vero incomincia. Guillaume ci ha in essa mostrato con riuscitissima allegoria la genesi della passione; passa ora a ritrarne i caratteri e a raccon- tarne la storia. Egli stesso ci avverte che 1' opera sua diventa da questo punto migliore e ne nasce così una parentesi abbastanza importante per chi desideri determinare con quali intenti e con quale trama fondamentale abbia lavorato il poeta. (vv. 2067—72) Li diex d'Amors lors m'encharja, Tout ainsinc cum vos orrés jà, Mot & mot ses commandemens, Bien les devise cis Romans: Qui amer vuet or i entende, Que li Romans dès or amende. Questi versi isolati dagli altri possono facilmente indurre in errore; si può pensare che l'importanza dell' opera si faccia maggiore e più vivo debba anche farsi 1' interesse di chi vuole amare, solo perchè vi si enumerano i comandamenti amorosi; gì' insegnamenti che il dio impartisce al suo nuovo vassallo possono costituire benissimo un' „arte d'amore" nel senso più comune della parola e si è quindi tentati a ravvisare in essa quella „art d'amors" che Guillaume, incominciando il romanzo, aveva annunciata come interamente contenuta in esso. Ma 1' autore continua: (vv. 2073—6) Dès or le fait bon escouter, S'il est qui le sacbe coti ter: Car la fin du songe est moult bele, Et la matire en est novele. Come si concilia questo coli' interpretazione ora esposta? È la fine bellissima del sogno o la teorica amorosa del dio che rende migliore il racconto? C' era un mezzo per conciliar le due cose e fu adottato dal Langlois:1 considerare la fine del sogno e 1' „ars 1 „Le Roman de la Rose" in Petit de Julleville, Hist. de la langue et de la litt. frani;., t. II, pag. 118—9. I* 4 amandi" come la cosa medesima. 11 Langlois vede un appoggio alla sua congettura nei versi che seguono. (vv. 2077—9) Qui du songe la fin orra, Ge vous di bien qu'il i porrà Des jeus d'amors assés aprendre; Questi versi, dice il Langlois, sono espliciti; è alla fine del sogno che si impareranno i „jeus d'amors" ; ora essi sono minuziosamente insegnati dal v. 2278 al v. 2776. A me pare che di tutto il passo si debba dare un' inter- pretazione diversa. L' autore disse, è vero, che il suo romanzo doveva essere chiamato „Li rommanz de la Rose | Où l'art d'amors est tote enclose", ma si può discutere se un siffatto titolo contenga soltanto l'indicazione di un pregio speciale, 1' annuncio che nel poema ci sarà una parte dedicata ad un determinato argomento, o non sia piuttosto una sintesi solenne di tutta 1' opera. Si deve notare particolarmente quel „tote". Guillaume ci diede nelle regole del dio l'arte d' amore quale era richiesta dalle consuetudini letterarie del tempo; ma queir arte non era intera. Egli pensò che per integrarla bisognava porre accanto al codice astratto il codice applicato; concepì genialmente e originalmente la sua „art d'amors" non più solo elenco noioso di regole, dommatica amorosa in versi, ma movimento ed azione, dramma poetico ed esempio didattico a un tempo. Il dramma ha, come i più dei drammi, il suo atto d'impostazione; finito quest' atto che qui si potrebbe intitolare „l'innamoramento", Guillaume che è eroe e cantore nel tempo stesso ci appare sotto entrambi gli aspetti un po' sbigottito. Come amante sta per incominciare un travagliosissimo viaggio, onde ascolta tremando gli ammonimenti d' Amore, cioè i consigli che deve seguire per non „issir de la voie" ; come poeta sta pure per entrare in un assai arduo cammino; pensa alle sue deboli forze, alle difficoltà dell' impresa e trova conforto nel pensiero che la fine del racconto è molto bella e che la materia ne è nuova. Vedremo in che cosa probabilmente doveva consistere la novità della materia e la beltà della fine; a noi per ora interessa soltanto dedurre dal passo citato una conclusione: che il romanzo diventa a quel luogo migliore, perchè, chiusi i preamboli, si entra nel vivo del racconto, s'inizia il vero programma.1 Programma vasto e 1 „En quoi le roman amende-t-il?", si domanda il Langlois (loc. cit.), „En ce que le poète dépose ici le voile de l'allégorie pour exposer simplement, clairement, didactiquement ,mot à mot' les commendements d'amour, les souffrances, les joies, qu'il réserve aux amants, ses ,jeux' La spiegazione è abbastanza strana, posto che si tratta di un poema allegorico. D'altra parte per „jeux d'amour" si è sempre inteso cosa ben diversa dai pietosi tormenti annoverati dal dio, e non solo nel K. de la R. (cf. ad es. v. 10 508), ma nella letteratura in genere. (Vedi, per es., Il Gioco amoroso, caccia in rima del sec. XIV. Memorie storiche Forogiuliesi IV, 1908, fase. I. pag. 1 e sgg.) È poi difficilmente accettabile 1' opinione del Langlois, che colla teorica del 4>° cominciasse la fine del sogno; dal termine ci lasciano, io credo, ancora

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