BIBLIOTECA DEL GIORNALE DI METAFISICA diretta da Nunzio Incardona 8 1 0 2 9/ 0 3/ 2 n o 7 0] 8 1 4. 2 4. 0 2 7. 3 1 s s e dr d a P a [I n g o ol B di v. ni U m - u or di u St er at M a m Al y b d e s s e c c a nt e nt o C www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni. 8 1 0 2 9/ 0 3/ 2 n o 0] 8 1 4. 2 4. 0 2 7. 3 1 s s e dr d a P a [I n g o ol B di v. ni U m - u or di u St er at M a m Al y b d e s s e c c a nt e nt o C www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni. Angelo Crescini 8 1 0 2 9/ 0 3/ 2 n o 80] IL RITORNO DELL’ESSERE 1 4. 2 4. 0 2 7. 3 1 s s e dr d a P a [I n g o ol B di v. ni U m - u or di u St er at M a m Al y b d e s s e c c a nt e nt o C TILGHER-GENOVA www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni. TUTTI I DIRITTI RISERVATI Printed in Italy 8 1 0 2 9/ 0 3/ 2 n o 0] 8 1 4. 2 4. 0 2 7. 3 1 s s e dr d a P a [I n g o ol B di v. ni U m - u or di u St er at M a m Al y b d e s s e c c a nt e nt o C ISBN 978-88-7903-182-0 © 1995, Casa Editrice Tilgher-Genova s.a.s. Via Assarotti 31 - Genova (Italy) www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni. Prefazione 5 8 1 0 2 9/ 0 3/ 2 n o PREFAZIONE 0] 8 1 4. 2 4. 0 2 7. 13 Voler parlare del “ritorno dell’Essere”, che è l’argomento di ss questo libro, solleva già in partenza una fondamentale obiezione e dr che è opportuno subito considerare per chiarire così insieme anche d a il senso e lo scopo di questa trattazione. La proprietà di “essere” P a [I non è la più attuale ed evidente proprietà posseduta da ogni cosa, n dalla più piccola alla più grande: dal granello di sabbia, dal tavolo g o ol su cui scrivo, dalla casa in cui abito, dalla città che mi ospita, dai B di parenti e amici a cui sono particolarmente legato, dalla Terra, dal v. Sole, dalle galassie, da tutto l’universo? Se questa proprietà di “esse- ni U re” è la loro più attuale proprietà, come si può parlare del “ri- m - torno” dell’Essere, come se fosse stato o sia ancora “assente” e u or lontano da tutte queste cose e persone, e debba quindi “ritornare”, udi perché queste cose e persone “siano”? Vorrebbe allora dire che St er “non sono”? at Vi è certamente un preciso senso in cui si può dire che ognuna M a di queste cose e persone, e tutte queste cose e persone insieme, per m quanto numerose e importanti esse siano, “non sono”, un senso Al y che è altrettanto evidente quanto quello secondo cui invece “ci b d sono”. Ed è il fatto universale e drammatico che la loro “attualità” è e ss soltanto provvisoria, ossia che nel passato “non c’erano” e “non ci e c saranno” neppure in un tempo più o meno prossimo. E la dram- c a nt maticità di questa situazione si acuisce e diventa tragica nel fatto e nt universale che i più colpiti da questo loro non-essere-sempre-attuali o C sono soprattutto coloro che hanno coscienza di questa provvisorietà universale, e in particolare della loro propria specifica estrema provvisorietà, con l’abissale orrore che questa coscienza porta con sé, dal momento che nessuna conoscenza per quanto profonda e www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni. 6 Il ritorno dell’essere nessun amore per quanto travolgente li può salvare da questo ine- sorabile destino. Questi due universali aspetti costitutivi del- l’“essere” di ogni cosa, dalla più piccola alla più grande, sono 8 dunque particolarmente presenti, sia pure in misura diversa, in 1 0 2 tutti gli esseri umani tanto da giustificare l’asserzione che “l’essere 9/ 0 umano” è tale in quanto è la coscienza di questi due universali 3/ 2 aspetti e della loro sconcertante contraddittorietà. È proprio so- n o prattutto la risposta, pensata e vissuta, che gli esseri umani danno a 80] questo radicale problema che poi li distingue con altrettanto radi- 1 4. cale differenza. Data l’importanza di questo problema si può ben 2 4. dire, parafrasando una considerazione di Aristotele sul superiore 0 2 valore della “metafisica” rispetto a quello della “fisica”, che un 7. 13 piccolo passo fatto nella direzione giusta verso la soluzione dei ss problemi metafisici vale più dei molti kilometri che si possono e dr percorrere nella soluzione dei problemi della concreta vita ordi- d a naria, sia pure con i potenti strumenti che le sono offerti dalla P a [I scienza e dalla tecnica. n È evidente dunque che non va attribuita nessuna originalità alla g o ol presa di coscienza di questo problema che è il problema centrale di B di ogni essere umano, ma confidiamo che il percorso qui proposto v. avvicini di qualche tratto alla sua soluzione e induca altri a riper- ni U correrlo, a continuarlo e a migliorarlo. m - Le intuizioni-guida che l’hanno orientato e diretto, e che hanno u or trovato poi nei risultati da esse raggiunti la loro sempre più solida udi dimostrazione, sgorgano soprattutto da una nuova diversa impo- St er stazione dell’identità, e quindi poi anche dell’identificazione, di at una cosa, qualunque essa sia, la quale solo apparentemente si trova M a isolata nel suo essere se stessa, ma in realtà proprio nella concreta m sostanza del suo contenuto è costituita dalle sue “diverse differen- Al y ze” da tutte le altre cose, reali e possibili, nessuna esclusa. È un b d principio che si tiene a grande distanza dal tradizionale principio e ss d’identità consistente nella semplice riflessione della cosa su se e c stessa (A = A), e dal principio di non-contraddizione (A non è non- c a nt A): principi che non costruiscono per nulla la cosa stessa, e la la- e nt sciano quindi nel suo isolamento. Ma è anche un principio che si o C tiene ad ancora più grande distanza dal principio che afferma l’identità della cosa, qualunque essa sia, con ciò che quella cosa non è (A = non-A, o addirittura “essere = non-essere”), su cui so- prattutto ha voluto basare le sue costruzioni e considerazioni la www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni. Prefazione 7 classica filosofia idealistica. In queste tradizionali interpretazioni dell’identità e dell’identificazione ciò che viene originariamente affermato è l’oggetto identificato o da identificare (A), mentre 8 nella accennata “interpretazione differenziale” (così ora la possia- 1 0 2 mo chiamare), è “la differenza” che tiene il primo, originario posto, 9/ 0 e quindi di essa originariamente si parla quando si parla della “di- 3/ 2 versa differenza”, e poi della “identità e della “identificazione” di n o una cosa qualunque. Per così dire, l’oggetto generico, che abbiamo 80] indicato con A, è solo una pausa del processo che l’ha prodotto, e 1 4. che lo sta continuamente producendo. In questo caso soprattutto la 2 4. relazione viene prima dei relazionati. 0 2 Ne deriva l’intrinseco, immanente divenire dell’essere, l’uni- 7. 13 versale costitutiva implicazione di tutte le cose, e la composizione in ss ogni cosa dei suoi due elementi essenziali: la sua “manifestazione” e dr e il suo “nascondimento”. La “coscienza” di ogni cosa viene allora a d a costituire la profonda sostanza stessa della cosa e non più quella P a [I specie di “contenitore” delle cose che la estranea dal mondo in cui n vive. g o ol Il presunto non-essere di una cosa, qualunque essa sia, che ab- B di biamo riscontrato come l’apparente suo essenziale elemento ne- v. gativo, non ha niente a che fare con l’autentico “non-essere”, che, ni U come ancora alle origini del pensiero occidentale Parmenide aveva m - sottolineato, “non-è”: ha solo a che fare con il “nascondimento” u or della cosa. udi Diventa allora fondamentale rendersi conto di come questo St er “nascondimento” si instauri, in cosa precisamente consista, e quale at sia il suo rapporto con la “manifestazione” della cosa, e quindi con M a la manifestazione del mondo delle cose, e in conseguenza anche m con la manifestazione della coscienza che delle cose e del mondo si Al y può avere. Alla soluzione di questo compito centrale è sempre b d impegnata la trattazione. Da essa emerge con crescente evidenza e ss come l’essere di ogni cosa, per quanto piccola e trascurabile possa e c sembrare, rivela in realtà, in modo sempre diverso, l’Essere nella c a nt sua totalità e maestà. e nt Il raggiungimento della coscienza di questa universale presenza o C dell’Essere è il senso del “ritorno dell’Essere”. L’Essere è certo presente in tutti gli esseri; non ha quindi senso dire che “ritorna negli esseri”, ma è la coscienza della sua presenza che è assente, e questa assenza è alla radice di tutti i mali da cui sono colpiti gli www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni. 8 Il ritorno dell’essere esseri in cui l’Essere è presente. È dunque qui, nella coscienza, che è non solo possibile ma necessario il suo ritorno. L’Essere si rivela allora come l’autentico concreto essere di ogni cosa, e soprattutto 8 di ogni coscienza. In questa coscienza è contenuto il segreto 1 0 2 dell’abbattimento del non-essere nel suo autentico essere, che è 9/ 0 quello di non essere. In base a queste premesse, che andranno 3/ 2 chiarendosi a mano a mano che si procederà, la trattazione si svi- n o lupperà in tre parti distinte ma strettamente connesse tra di loro. 80] Nella prima si tratterà della “coscienza consapevole”, nella quale 1 4. la struttura dell’Essere viene direttamente intesa e percepita. Il “na- 2 4. scondimento” dell’Essere, che è inevitabilmente presente in ogni 0 2 coscienza finita, è solo “indirettamente” presente nelle dimensioni 7. 13 tipiche di questa coscienza “consapevole”: religiosa, morale, esteti- ss ca, storica. e dr La seconda parte tratta della “coscienza inconsapevole”. In essa d a il “nascondimento” dell’Essere prevale sulla sua manifestazione. Ma P a [I la coscienza consapevole, in quanto tale, sa rendersi conto di que- n sto nascondimento, e attraverso questa consapevolezza diventa g o ol trasparente l’essenziale struttura biologica dell’organismo vivente, il B di rapporto di questo tipo di coscienza con la coscienza consapevole, v. e quindi anche il senso dell’immortalità dell’anima che abita il ni U corpo di una coscienza consapevole. m - La terza parte parla delle cose nella loro apparente esteriorità u or alla coscienza che se ne ha, e quindi delle loro connessioni esteriori udi nella loro esteriore unità spazio-temporale. Su questo spazio-tempo St er del mondo fisico rimane quindi particolarmente concentrata la at considerazione. Questa esteriorità è appunto soltanto apparente, e M a quindi nella coscienza consapevole, a questo punto attiva a livello m scientifico, rimane sempre la possibilità di ridurla e quindi di por- Al y tarla verso la sua rivelazione. b d Tutto avviene dunque all’interno della coscienza consapevole e e ss quindi dell’Essere che in essa si manifesta e che la manifesta, anche e c se il suo faticoso esaltante procedere è una continua lotta contro il c a nt suo stesso nascondimento e contro la grande ombra che questo e nt nascondimento getta su tutte le cose. o C Quando questo nascondimento viene supposto, o addirittura interpretato e vissuto come un autentico non-essere, allora si svi- luppa nella manifestazione dell’essere un tumore fatale che lo porta alla decadenza e alla distruzione. Ci si fissa infatti allora su www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni. Prefazione 9 quell’infima parte dell’essere che si è manifestata, ma il suo fon- damento è perduto, non è sentito e vissuto come tale, e le cose, perduta con il loro fondamento la loro unità, perdono la loro 8 identità, divagano nella molteplicità, nella confusione, nell’insod- 1 0 2 disfazione, ricercano se stesse nel loro essere parziale e superficiale, 9/ 0 ossia nel loro non-essere, rubano alle altre il loro essere, si usano 3/ 2 violenza, e si distruggono a vicenda. Il loro fondamento, che è la n o parte più vera e più solida del loro essere, ignorato e rinnegato, si 80] tramuta in una forza che, perduta ogni sua positiva qualità, diventa 1 4. violenza brutale contro cui inutilmente tentano di lottare per so- 2 4. pravvivere. Esse stesse si distruggono con la più profonda energia 0 2 che possiedono senza averne coscienza, e che gli si è rivoltata 7. 13 contro. ss Questa lacerazione all’interno di se stessi, che porta al suicidio la e dr vita della coscienza degradata a un mucchio di cose e di eventi d a senza coerenza, la si costata con sempre maggiore evidenza, fre- P a [I quenza e violenza nella società contemporanea a tutti i livelli in cui n si è andata frazionando. La stessa capacità, a cui abbiamo poc’anzi g o ol accennato parlando della terza parte, di portare allo scoperto un B di numero sempre maggiore di cose dal loro nascondimento, ha v. contribuito a far abbassare la stessa coscienza, in cui quella capacità ni U risiede, al livello delle stesse cose destinate al loro uso e consumo, m - mentre l’universo, che è la sua abitazione, viene dilapidato alle sue u or sorgenti. Lo si vede già al livello della vita quotidiana dove per un udi numero sempre crescente di persone i supermercati, sempre più St er capaci, forniti e frequentati, sono venuti a sostituire in pieno la at scuola e la cultura che insegna a vivere e a pensare, e la chiesa in M a cui s’impara a pregare. Lo si vede nella spaventosa diffusione della m criminalità individuale e organizzata, decisa a impadronirsi con Al y tutti i mezzi dei beni di consumo, nell’abuso di droghe e di sesso b d che distrugge ogni anno milioni di persone. Lo si vede a un livello e ss più ampio nella corruzione dei livelli più alti della vita politica e e c sociale, la cui funzione primaria dovrebbe invece essere quella di c a nt prevenirla e combatterla, nel rigurgito di razzismi e nazionalismi in e nt cui le spaccature della stirpe umana prevalgono sulla sua profonda o C unità, la quale tuttavia continua ad essere la forza che, mascherata e stravolta, anima segretamente la loro orribile violenza distruttiva. Non si tratta ovviamente in tutti questi casi della morte dell’Es- sere ma della morte della coscienza finita che se ne deve avere. Se www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni. 10 Il ritorno dell’essere questa coscienza viene meno, l’essere per tale mancanza degenera nelle cose, ossia prevale il suo nascondimento, degenerato da fon- damento ad avversario invincibile della manifestazione della co- 8 scienza, e quindi a suo distruttore. Lo si vede oggi con troppa si- 1 0 2 nistra evidenza, assieme ai mali che abbiamo succintamente citati, 9/ 0 nella enorme diffusione di malattie nervose e psichiche che li ac- 3/ 2 compagnano, nei milioni di morti per suicidio, overdose, immu- n o nodeficienza, malattie veneree, nelle stragi di popolazioni, nelle 80] guerre che distruggono intere città e nazioni. Ed è terribile pensare 1 4. che l’unica via di salvezza possa essere una tale invasione della forza 2 4. tradita dell’Essere da imporre solo con la sua tragica violenza ai 0 2 pochi sopravvissuti la sua indistruttibile sovranità. 7. 13 Quando il pensiero filosofico intraprese il cammino che gli è ss connaturale, di rendersi conto sul piano riflesso della totalità del- e dr l’Essere, era fatale che insieme a questo esaltante compito sovrano d a portasse con sé anche il più grande pericolo da cui è sempre mi- P a [I nacciato e da cui è anche regolarmente colpito, ossia la presun- n zione che una sua tappa raggiunta sia la tappa dell’assoluta defini- g o ol tiva conquista dell’Essere. B di Non pare vi possano essere dubbi che ogni suo percorso sia stato v. un percorso di avvicinamento diretto o indiretto alla totalità del- ni U l’Essere. Per fare alcuni esempi a tutti noti, all’inizio del suo per- m - corso occidentale ci si rese conto da una parte della totalità del u or mondo fisico, del cosmo globalmente preso, e proprio per questa udi sua caratteristica di “totalità” si è tentato di ridurlo completamente St er all’“acqua”, o all’“aria”, o al “fuoco”; o ai suoi aspetti quantitativi di at “numero”, di “superfici”, di “volumi”; o ai suoi elementi “materiali M a atomici” invisibili. D’altra parte ci si rese anche conto delle strut- m ture universali della realtà, irriducibili a quelle particolari del Al y mondo fisico: “sostanza-accidente”, “materia-forma”, “idea-cosa b d empirica”. Nel Medioevo si approfondì la conoscenza del rapporto e ss tra le verità della ragione e quelle della fede, sottolineando in e c modo particolare queste ultime rispetto alle prime; ma, d’altra c a nt parte, nell’epoca moderna ci si rese conto in profondità, soprat- e nt tutto dopo e in conseguenza della nuova scienza, dell’enorme va- o C lore e dell’autonomia delle prime rispetto alle seconde. Emersero allora con più chiarezza da una parte le strutture empiriche della realtà, e dall’altra quelle razionali altrettanto importanti. Più avanti si scoprirono nella loro straordinaria profondità da una parte le www.torrossa.com – Uso per utenti autorizzati, licenza non commerciale e soggetta a restrizioni.