Ladri di Biblioteche Conversione a PDF: FS - 2020 2 L’idea di Rinascimento è uno dei concetti chiave su cui si è modellata l’identità culturale europea. Al solo pronunciarla, questa parola evoca ancora oggi, nel senso comune diffuso, il sogno di un’epoca «di porpora e d’oro», di un mondo immerso in un dolce chiarore. Individualismo, ritorno al classico e riscoperta dei suoi valori estetici, allentamento dei vincoli religiosi e senso della vita, nuova centralità del mondo e della natura: sembrano questi i suoi tratti essenziali, che una lunga tradizione di studi ha fissato nel tempo e che tuttora ci consegna. Ma è davvero così? «Leggere i saggi di Huizinga – scrive Gabriele Pedullà – è la migliore introduzione agli enormi problemi che un concetto fruttuoso, ma anche controverso come quello di Rinascimento ha posto e continua a porre agli studiosi». Il Rinascimento, infatti, è un concetto mutevole, caratterizzato, fin dalla sua prima definizione presso i contemporanei, da una larga oscillazione di significati, riguardo ai campi della sua applicazione, ai suoi termini cronologici e ai suoi ambiti geografici. Lo sviluppo stesso di questa parola, insomma, è una delle prove più lampanti del fatto che la storia non è una scienza indipendente, e che essa è legata da rapporti indissolubili con la vita stessa di un’epoca, il che rappresenta insieme la sua debolezza e la sua forza. Da Valla a Machiavelli e a Erasmo, da Vasari a Leonardo e a Galileo, e poi via via da Voltaire a Goethe, e da ultimo, nell’Ottocento, «secolo della storia», da Michelet a Burckhardt, l’interpretrazione del Rinascimento si sposta, fino a fissarsi alla fine, in modo schematico e semplificatorio, su una contrapposizione netta con l’intera storia precedente, con quel medioevo dei secoli bui che 3 rischia di diventare, a confronto, un tutto indistinto e negativo. Ne segue, nota acutamente Huizinga, uno strano fenomeno di «predatazione» del Rinascimento medesimo: tutte le volte che, ben prima del fatidico crinale tra Quattro e Cinquecento, si presenta una qualche personalità in grado di esaltare i valori dell’individualismo, nella letteratura, nelle arti, nella scienza o nello stesso campo del rinnovamento religioso, ecco che questa personalità è rappresentata come «precorritrice», si tratti di Petrarca o di Dante, di Giotto o di Francesco d’Assisi. L’analisi di Huizinga suggerisce uno scenario più mosso, più articolato. Il Rinascimento è per il grande storico olandese un fenomeno fatto di sfumature, di mezze tinte; un’età di transizione che si dispone contraddittoriamente tra gli scenari dell’universo medievale e la faticosa, più lunga conquista della prospettiva del mondo moderno. Letto a distanza di quasi un secolo dalla sua stesura e a settant’anni dalla morte di Huizinga, questo saggio rappresenta un contributo incredibilmente attuale. Sfumata la visione di uno sviluppo storico a tutti i costi lineare e progressivo, l’idea di Rinascimento si ripresenta oggi come il banco di prova di una consapevolezza storica complessa, da rivisitare e da riconquistare. Ed è qui la grande lezione di questo splendido, piccolo libro. 4 Johan Huizinga (1872-1945) è stato uno dei più grandi storici europei del primo Novecento. Nato e vissuto in Olanda, ha insegnato per un lungo periodo all’Università di Leida, pubblicando qui i suoi lavori più importanti – da L’autunno del Medioevo (1919) alla grande monografia su Erasmo (1924), da La civiltà olandese del Seicento (1933) a Homo Ludens (1938) –, tutti tradotti dall’olandese e diffusi nelle principali lingue europee. Durante l’occupazione tedesca dei Paesi Bassi, Huizinga, sostenitore dei valori della libertà contro ogni totalitarismo, venne perseguitato dal regime nazista. Arrestato nel 1942, rimase prigioniero fino alla morte, avvenuta il 1º febbraio 1945. 5 Piccola Biblioteca Donzelli 6 Johan Huizinga IL PROBLEMA DEL RINASCIMENTO Con un saggio su Rinascimento e realismo Introduzione di Gabriele Pedullà Traduzione di Piero Bernardini Marzolla DONZELLI EDITORE 7 Titoli originali: Het Probleem der Renaissance; Renaissance en Realisme. Non è stato possibile rintracciare i detentori dei diritti della traduzione di Piero Bernardini Marzolla. L’editore si dichiara disponibile a riconoscerli a chi ne facesse legittima richiesta. © 2015 Donzelli editore, Roma Via Mentana 2b INTERNET www.donzelli.it E-MAIL [email protected] ISBN 978-88-6843-546-2 8 Indice Lo storico delle maree Introduzione di Gabriele Pedullà Nota bibliografica Il problema del Rinascimento Rinascimento e realismo 9 Lo storico delle maree Introduzione di Gabriele Pedullà Vuole guardare un’onda e la guarda. […] Non sono «le onde» che lui intende guardare, ma un’onda singola e basta. […] Però isolare un’onda separandola dall’onda che immediatamente la segue e pare la sospinga, e talora la raggiunge e travolge, è molto difficile; così come separarla dall’onda che la precede e che sembra trascinarla dietro verso la riva, salvo poi magari voltarglisi contro come per fermarla. Italo Calvino, Palomar Per molti versi, le pagine che il lettore si appresta a prendere in mano risultano irrimediabilmente datate agli occhi di uno studioso del XXI secolo. Procedono più di una volta per generalizzazioni indebite, appaiono ispirate da una concezione fondamentalmente idealistica degli eventi storici, molti dei dati fattuali presentati come incontrovertibili possono ormai essere smentiti con facilità (a questo proposito basteranno un paio di esempi da tenere a mente come caveat più generali: non è vero che la parola «Renaissance», nel suo senso storico-culturale, sia entrata nell’uso francese al principio del XIX secolo, come si verifica consultando il Dictionnaire universel, contenant generalement tous les mots français di Antoine Furetière, dove nel 1690 troviamo già censita l’espressione «Renaissance des beaux arts»; allo stesso modo è scorretto sostenere che Giorgio Vasari sia stato «il primo a vedere 10