ebook img

Il potere dell'ipnosi. Proposte teoriche per un'etnosemiotica PDF

102 Pages·2015·0.44 MB·Italian
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview Il potere dell'ipnosi. Proposte teoriche per un'etnosemiotica

A C Cos’è l’ipnosi? Soprattutto, cosa può l’ipnosi? Fun- QE QE QUADERNI DI ETNOSEMIOTICA ziona davvero? Cosa succede quando il pendolo ini- Collana diretta da Francesco Marsciani zia a oscillare dinanzi agli occhi del paziente? Diverse sono le tecniche oggi adottate e i risultati relativi a I questo peculiare percorso terapeutico, come variegati sono gli aspetti e le configurazioni valoriali che con- T corrono a sancirne l’efficacia: la capacità acquisita Giuseppe Mazzarino in corso d’opera dal paziente, il sapere medico, l’uso G della metafora a scopo curativo. iu O s Una riflessione stratificata in merito alla costruzione ep p intersoggettiva dei valori a più livelli: tra paziente e e M terapeuta, tra ricercatore e oggetto della ricerca, tra a I il Sé e l’Altro. zza IL POTERE DELL’IPNOSI Una doppia indagine: da un lato due affascinanti casi rin M di studio, dall’altro una notevole riflessione teorica e o mle estcoiednozloe geitcnao a-a fnatvroorpiorelo lg’iincchoen et rloa tsream dioutei cdai.scipline, pePr ruonp’oesttneo tseeomriicohteic a I E L GIUSEPPE MAzzARINO si laurea in Scienze Etno- P O Antropologiche presso l’Università di Bologna. Nel T 2014 consegue la laurea magistrale in Semiotica con una E S R tesi dal titolo: “La cura ipnotica. Indagine semiotica su E due processi terapeutici”. Conduce ricerche in vari cam- D pi, fin dai primi anni di magistrale si interessa all’etno- E semiotica, che resta il suo campo di studio privilegiato. L O L’ Prefazione di Francesco Galofaro I P N O S N I ISSN 2420-9015 T Euro 11,00 E www.editrice-esculapio.it copertina.indd 1 14/05/2015 15:22:53 QUADERNI DI ETNOSEMIOTICA Giuseppe Mazzarino IL POTERE DELL'IPNOSI Proposte teoriche per un’etnosemiotica Collana: Quaderni di Etnosemiotica Direttore: Francesco Marsciani Comitato Scientifico  Paolo Fabbri (Università LUISS – Roma)  Tarcisio Lancioni (Università di Siena)  Eric Landowski (CNRS – Parigi)  Jorge Lozano (Università Complutense – Madrid)  Ana Claudia Mei de Oliveira (Pontificia Universidad Catolica – San Paolo) ISSN 2420-9015 ISBN 978-88-7488-861-0 Prima edizione: Maggio 2015 Responsabile produzione: Alessandro Parenti Redazione: Giancarla Panigali, Carlotta Lenzi editrice-esculapio.com/etnosemiotica Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro paga- mento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, comma 4 della legge 22 aprile 1941, n. 633 ovvero dall’accordo stipulato tra SIAE, AIE, SNS e CNA, CONFARTIGIANATO, CASA, CLAAI, confcom- mercio, confesercenti il 18 dicembre 2000. Le riproduzioni ad uso differente da quello personale potranno avveni- re, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, via delle Erbe, n. 2, 20121 Milano, Telefax 02-80.95.06, e-mail: [email protected] 40131 Bologna - Via U. Terracini 30 - Tel. 051-63.40.113 - Fax 051-63.41.136 www.editrice-esculapio.it iii Indice Prefazione (a cura di Francesco Galofaro) .......................... v Introduzione ..................................................................... 1 Parte I. Il contesto teorico ................................................. 5 1. Per una “antropologia a vocazione semiotica” .............. 5 2. Dall’oggetto come testo al testo come oggetto ............ 13 3. L’osservazione e la costruzione dell’Altro ................... 23 Parte II. Tecniche e pratiche dell’ipnosi .......................... 29 4. Presentazione dei casi ................................................. 29 4.1. Le fasi della seduta “tradizionale” ....................... 30 4.2. La tecnica ipnotica nella Programmazione Neuro Linguistica ...................................................... 36 Parte III. Il Processo terapeutico ..................................... 41 5. Caso 1 ........................................................................ 41 5.1. La narrazione esterna: Verità, definizione dei ruoli e rapport ......................... 43 5.2. La Narrazione interna: strutture semio-narrative degli spazi immaginari ........ 47 6. Caso 2 ........................................................................ 52 6.1. Il colloquio preparatorio e l’acquisizione di informazioni .......................................................... 54 6.2. Il cammino verso la positività tra figuratività e semi-simbolismo .............................. 57 7. Analisi dei dati ............................................................ 61 Conclusioni: per la revisione di un sapere scientifico tra semiotica ed etnografia .............................................. 67 Bibliografia ..................................................................... 73 Quaderni di Etnosemiotica è una collana scientifica. Affida la valutazione della qualità dei lavori pubblicati alla discus- sione pubblica e alle recensioni. Non si affida ad altre for- me di giudizio preliminare (in particolare anonime), che non siano le decisioni editoriali sotto la responsabilità esplicita del direttore. v Prefazione Il secondo1 volume dei quaderni di etnosemiotica pro- pone un’interessante ricerca di Giuseppe Mazzarino: si tratta di un’osservazione etnografica di alcune sedute di ipnosi e dell’analisi semiotica del materiale raccolto. L’oggetto di studio non è troppo frequentato in ambito semiotico; il lavoro si caratterizza poi per il grado di problematizzazione metodologica. Il tutto a dimostrare la vitalità del programma etnosemiotico, la sua capacità di stimolare ricerche originali applicate ad oggetti inedi- ti. Le ricerche del Centro Universitario Bolognese di Et- nosemiotica (CUBE) si arricchiscono così del lavoro di un giovane studioso dotato di competenze semiotiche ed etnografiche, il cui lavoro ha l’intento ambizioso di su- scitare una discussione, un dibattito sui rapporti tra se- miotica ed antropologia, nella speranza che questa rela- zione, oggi come in passato, possa giovare ad entrambi i relati. Prima di entrare nel merito della proposta di Mazzarino, occorre rispondere ad una domanda: c’è davvero biso- gno di un’etnosemiotica? La svolta del millennio ha già prodotto un moltiplicarsi di semiotiche che sembrano insistere su oggetti simili o contigui: una sociosemioti- ca2, una semiotica delle pratiche, degli oggetti, dell’espe- 1 Il primo volume – Accardo, Donatiello Liborio, Palestrini (2015) – presenta una interessante analisi degli spazi urbani. 2 Inaugurata da Landowski (1989), in una prima fase la socio- semiotica ha avuto per oggetto il discorso sociale, e si presenta pertanto come una applicazione degli strumenti elaborati dalla semiotica del testo. La vastità del campo socio-semiotico ispi- vi rienza ... La proliferazione è frutto di una svolta saluta- re: al principio del nuovo millennio la disciplina era or- mai sufficientemente matura per mettere il naso in terri- tori molto lontani dal consueto testo narrativo, raccon- to, romanzo oppure opera cinematografica, per adden- trarsi in terreni in cui la posta in gioco è la relazione si- gnificativa tra i soggetti e quel mondo in cui si trovano da sempre ad essere inestricabilmente implicati. Certa- mente, diversi programmi di ricerca forniscono una di- versa versione di questo rapporto; ciononostante, se la direzione è univoca, perché produrre un’altra semiotica speciale e dotata di prefisso, e non lavorare alla semioti- ca tout-court? Perché non porre direttamente la que- stione della teoria che legittima sul piano scientifico queste indagini? Una prima possibile risposta è che una ricerca in ambito etnosemiotico è stata auspicata e inaugurata da tempo; se ciò è avvenuto, sospettiamo sia per motivi teorici piuttosto fondati. Ad esempio, Greimas dedica all’etno- rato da questo programma di ricerca è testimoniato dal volu- me di Marrone (2001). Accanto a questi lavori sarebbe bene menzionare il programma di ricerca di Akrich e Latour (1992), che negli stessi anni proponevano una estrapolazione degli strumenti della semiotica testuale alla sociologia delle organizzazioni. Ad esempio, i programmi narrativi diventano altrettanti programmi d’azione. Se in quegli anni la distinzione tra socio-semiotica e sociologia qualitativa risultava comunque chiara, date le differenze negli oggetti d’analisi, oggi essa è per lo meno più incerta. Gli anni 2000 vedono una svolta negli interessi di Landowski (2004), interessato alle micro- interazioni tra soggetti. In questo secondo senso il lavoro di Landowski è molto interessante per l’etno-semiotica. vii semiotica e alla socio-semiotica due distinte voci del di- zionario; l’esigenza di cogliere fenomeni di senso in una prospettiva non eurocentrica aveva del resto già portato ad un’etnolinguistica e a un’etnomusicologia3; d’altro canto, proprio gli studi dell’etnologia sui miti e sul fol- klore avevano posto le basi dell’indagine semiotica sulla letteratura. Ecco che l’articolo di Greimas, che s’era aperto descrivendo l’etno-semiotica come una curiosità ed un esercizio, poteva concludersi supponendo che l’indagine etnologica sia «il luogo privilegiato della co- struzione di modelli generali dei comportamenti signi- ficanti». Se è così, ancor oggi occorre un confronto serrato con le pratiche correnti dell’antropologia, dell’etnologia, dell’etnografia. Lévi-Strauss, che tanto ha dato alla di- sciplina, va affiancato alla riflessione più recente. Il pre- gio del volume di Mazzarino è quello di proporre un percorso che passa per un vaglio critico delle proposte di Geertz, che dalla semiotica e dall’ermeneutica ha ri- preso (con fraintendimenti) la nozione di testo; approda poi a James Clifford, la cui riflessione sulla scrittura ri- sulta centrale, fino all’antropologia postmoderna e alle critiche di Ivo Quaranta, per il quale l’etnografia non può non tener conto delle relazioni tra il significato e le istituzioni sociali in cui circola. Ritornando al complesso sistema del metalinguaggio greimasiano, l’opposizione tra socio-semiotica ed etno- 3 Oggi uno sguardo “etno-” si trova in studiosi come Tarcisio Lancioni o, per quanto riguarda l’etno-psichiatria, come Gia- como Festi (2004) – per rimanere a due lavori citati da Maz- zarino. viii semiotica organizza in qualche modo due campi distinti. Entrambe le voci rimandano ovviamente a “Semiotica” oltre che l’una all’altra; la socio-semiotica dirige però il lettore verso la “connotazione”, mentre spetta all’etno- semiotica rinviare alla semiotica letteraria – che tuttavia rimanda a propria volta anche alla socio-semiotica. Ma sono soprattutto le voci del dizionario che indirizzano verso i due lemmi ad essere lontane: a socio-semiotica rimandano entrate come “cultura”, “veridizione”, “tipo- logia”, “comunicazione”, “segno”, “scrittura”; quelle che rimandano ad etno-semiotica sono “categorizzazio- ne”, “analisi semica”, “tassonomia”, “denominazione”. Che esse siano interconnesse, non c’è dubbio; e tuttavia guardano in direzioni opposte: la socio-semiotica mira alle semiotiche-oggetto non scientifiche, alla variabilità culturale, alla particolarità; alle metasemiotiche scienti- fiche, ai fondamenti teorici, alle costanti allude l’etno- semiotica. A quanto pare, dunque, l’incontro tra semio- tica ed etnologia coinvolge alcune questioni scientifiche di fondo cui sarà bene accennare più oltre. Naturalmente i due approcci non possono che convive- re. Uno sguardo perennemente orientato alla variabilità dell’oggetto senza teoria solida alle spalle si risolverà in un catalogo del curioso e del contro-evidente; nell’esibizione autocompiaciuta del corpus d’analisi; nel tentato, e spesso non riuscito, flirt sincretico e filoneista con qualunque moda teorica à la page. Le sue analisi sa- ranno delle passeggiate estesiche alla ricerca euforica dell’ultima tendenza, da criticare con garbata ironia, ce- dendo infine alle lusinghe del mito contemporaneo con fare autoassolutorio: “non è quello che facciamo tutti?”. ix D’altro canto, uno sguardo puramente orientato alla teoria è semplicemente un controsenso. Poiché la teoria deve essere adeguata ad un oggetto, la teoresi meta- teoretica si assume il rischio di perdere totalmente di vi- sta la vocazione empirica della ricerca sul senso. Così, le indagini che durante gli anni ‘80 hanno posto il proble- ma della genesi del categoriale dal continuo hanno por- tato ad una serie di risposte astratte e tra loro contrad- dittorie. Ne reca traccia il secondo volume del diziona- rio di Greimas, triste scavo abbandonato alle intemperie nonostante i preziosi reperti che contiene. Pertanto, l’etnosemiotica non ha un oggetto diverso da quello della semiotica. Non ha un proprio “specifico” - essendo le semiotiche specifiche null’altro che una curiosa tattica di resistenza locale rispetto alle strategie imperiali- ste della semiotica generale anni ‘70. L’interesse dell’etnosemiotica va verso ciò che incontriamo nel mon- do della vita (Lebenswelt): le pratiche degli attori sociali e i valori implicati. Dunque attraversa ed è attraversata da una semiotica della percezione, delle pratiche, degli og- getti tecnici, delle organizzazioni. Tuttavia, la questione fondamentale che si pone l’etnosemiotica riguarda l’os- servazione e il resoconto dei fenomeni di senso. Che cosa legittima il peculiare “ritaglio” che l’osservatore effettua su un Reale multiforme e in perenne mutamento? Cosa osservare e perché? Come attribuire funzioni, ruoli, come individuare temi, figure? Evidentemente, “Whatever works” non è una risposta accettabile, per motivi che di- verranno chiari in seguito. Secondo una proposta di Francesco Marsciani (2012, trad. nostra) l’etnosemiotca chiede alla stessa scena di

See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.