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Il pensiero meridiano PDF

143 Pages·2003·2.102 MB·Italian
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Economica Cassano Il pensiero meridiano Editori Laterza Economica CL 20-6958-X Un libro sul Sud in forte controtcndenza. Scritto con una prosa tersa e molto partecipe, le sue tesi disegnano un crocevia dove si incontrano sociologia, lirica e progetto politico. Corrado Augias, “Il Venerdì di Repubblica” Un testo ormai cult’. Ida Dominijanni, “Il Manifesto” Franco Cassano (Ancona, 1943) Il pensiero meridiano insegna Sociologia della è, innanzitutto, conoscenza nell’Università riformulazione dell'immagine di Bari. Tra le sue opere: che il Sud ha di sé: non più periferia Approssimazione (Bologna 1989), degradata deH’‘impero’, Partita doppia (Bologna 1993), copia sbiadita o deforme Modernizzare stanca: perdere tempo, della modernizzazione delle metropoli guadagnare tempo (Bologna 2001 ) settentrionali, ma nuovo centro e, per i nostri tipi, Paeninsula. L’Italia di un’identità ricca e molteplice, da ritrovare (1998) e Oltre il nulla. capace di conoscere più lingue, Studio su Giacomo Leopardi (2003). più religioni, più culture, secondo la vocazione più autentica In copertina: Litorale cumano, 1995. Foto di Libero De Cunzo. della civiltà mediterranea. ISBN 88-420-6958-2 9 788842 069584 € 7,00 (i.i.) Dello stesso autore in altre nostre collane: Oltre il nulla. Studio su Giacomo Leopardi «il nocciolo» Paeninsula. L’Italia da ritrovare «Saggi Tascabili Laterza» Franco Cassano Il pensiero meridiano Editori Laterza © 1996, Gius. Laterza Se Figli Nella «Economica Laterza» Prima edizione 2003 Edizioni precedenti: «Sagittari Laterza» 1996 Proprietà letteraria riservata Gius. Laterza &l Figli Spa, Roma-Bari Finito di stampare nel marzo 2003 Poligrafico Dehoniano - Stabilimento di Bari per conto della Gius. Laterza & Figli Spa CL 20-6958-X ISBN 88-420-6958-2 È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l'autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. IL PENSIERO MERIDIANO Pensare la frontiera (presentato come relazione al convegno intemaziona­ le «Oltre i confini. Rappresentazioni simboliche di fine millennio» tenuto­ si a Palermo dal 9 all’ 11 giugno 1994 e organizzato dalla sezione Processi e istituzioni culturali dell’Associazione Italiana di Sociologia) è stato pub­ blicato sulla «Rassegna Italiana di Sociologia», 1995, n. 1, pp. 27-39. Pier Paolo Pasolini: ossimoro di una vita è già comparso su «Democrazia e diritto», 1994, n. 1, pp. 399-422. L’integralismo della corsa è stato presentato come relazione al convegno intemazionale «La democrazia in questione» (Perugia, ottobre 1994) i cui atti, con il titolo Multiculturalismo e democrazia (a cura di F. Crespi e R. Segatori) saranno pubblicati dall’editore Donzelli. Tutti i saggi già pubblicati hanno subito alcune non sostanziali modifiche. Introduzione PER UN PENSIERO DEL SUD Se si vuole ricominciare a pensare il sud sono necessarie alcu­ ne operazioni preliminari. In primo luogo occorre smettere di vedere le sue patologie solo come la conseguenza di un difetto di modernità. Bisogna rovesciare l’ottica e iniziare a pensare che probabilmente nel Sud d’Italia la modernità non è estra­ nea alle patologie di cui ancora oggi molti credono che essa sia la cura. Per iniziare a pensare il sud è in altri termini necessario prendere in considerazione anche l’ipotesi che nor­ malmente si scarta a priori: la modernizzazione del sud è una modernizzazione imperfetta o insufficiente o non è piuttosto l’unica modernizzazione possibile, la modernizzazione reale? Liberare la modernità dalle sue responsabilità conside­ randola sempre e soltanto dal lato dei rimedi conduce a com­ mettere due errori complementari che si rafforzano a vicenda: da un lato si ricorre ad una terapia che spesso aggrava le pato­ logie, dall’altro si sopprime in radice la possibilità di rove­ sciare il rapporto: non pensare il sud alla luce della modernità ma al contrario pensare la modernità alla luce del sud. Pensare il sud vuol dire allora che il sud è il soggetto del pensiero: esso non deve essere studiato, analizzato e giudicato da un pensiero esterno, ma deve riacquistare la forza per pensarsi da sé, per riconquistare con decisione la propria autonomia. Pensiero meridiano vuol dire fondamentalmente questo: restituire al sud l’antica dignità di soggetto del pensiero, inter­ rompere una lunga sequenza in cui esso è stato pensato da altri. Tutto questo non vuol dire indulgenza per il localismo, quel giocare melmoso con i propri vizi che ha condotto qual- 3 cuno a chiamare giustamente il sud un «inferno». Al contrario un pensiero meridiano ha il compito di pensare il sud con maggior rigore e durezza, ha il dovere di vedere e combattere iuxta propria principia la devastante vendita all’incanto che gli stessi meridionali hanno organizzato delle proprie terre. In questa vendita all’incanto, in questo assalto volgare e trasfor­ mistico alla modernità si sono venute affermando le due facce oggi dominanti del sud: paradiso turistico e incubo mafioso. Queste due facce in apparenza antitetiche sono invece com­ plementari perché rappresentano la faccia legale e quella ille­ gale deH’inserimento subalterno del sud nello sviluppo, ai suoi margini, laddove i modelli seducenti che si irradiano dalle capitali del nord-ovest si decompongono fino a diventare deformi. Esauritasi già venti anni fa la spinta illuministica che pensava di poter diffondere in modo uniforme al sud la civiltà industriale, negli anni successivi abbiamo assistito ad una complementarizzazione marginale del sud allo sviluppo. Ci si è modernizzati rendendo tutto vendibile e rendendo sistematico l’osceno, prostituendo il territorio e l’ambiente, i luoghi pubblici e le istituzioni. La mobilità sociale si è eser­ citata in forme perverse attraverso la crescita delle attività malavitose e criminali che hanno espresso le loro élites emer­ genti laddove la ricchezza non riusciva ad arrivare nelle sue forme legali. Questo destino è comune a tutti i sud del mondo che pagano il loro ingresso (quando di ingresso si può parla­ re) nelle zone fragili e sporche della ricchezza attraverso un’autentica prostituzione di quote rilevanti della propria popolazione. Ecco qui la radice di quella complementarità: da un lato il sud come fuori rispetto allo sviluppo, come l’i­ deale del vacuum della vacanza. E quindi il Mediterraneo dei club Mediterranée, i paradisi esotici in offerta speciale alle , truppe del turismo di massa, un sud come fondale del mese , d’aria delle ricche plebi della civiltà industriale. Dall’altro lato la vendita trasformistica delle classi dirigenti, la loro corruzione sistematica, una furbizia estorsiva più raffinata e trasformistica nei gradi più alti e più violenta ed evidente nelle classi più povere. Qualcosa della antica rabbia di queste ultime è rimasto, ma l’antica spinta egalitaria è affogata nel- 4

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