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Il Nuovo Mondo nella coscienza italiana e tedesca del Cinquecento / a cura di Adriano Prosperi e Wolfgang Reinhard PDF

424 Pages·1992·28.6 MB·Italian
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Istituto trentino di cultura Pubblicazioni dell'Istituto storico italo-germanico in Trento 1 2 Annali dell’Istituto storico italo-germanico Quaderno 33 li Nuovo Mondo nella coscienza italiana e tedesca del Cinquecento a cura di Adriano Prosperi e Wolfgang Reinhard Società editrice il Mulino Bologna 3 Istituto storico italo-germanico in Trento Il Nuovo Mondo nella coscienza italiana e tedesca del Cinquecento Die Neue Welt im BewuBtsein der Italiener und Deutschen des 16. Jahrhunderts A tti della XXXIV settimana di studio 9-13 settembre 1991 Coordinatori; Adriano Prosperi Wolfgang Reinhard ISBN 88-15-03646-6 Copyright © 1992 by Società editrice il Mulino, Bologna. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non autorizzata. 4 Sommario Introduzione, di Wolfgang Rein[{ARD p. 7 Arsarot o Anian? Identità e separazione tra Asia e Nuovo Mondo nella cartografia del Cinquecento (1500-1570), di Marica Milanesi 19 Orizzonti geografici deH’editoria italiana (1493- 1560), di Massimo Donattini 79 Il primo viaggio di Colombo e la sua tradizione narrativa in Germania fino al 1600, di Wolfgang Neuber 155 Le corrispondenze dal Nuovo Mondo nel tardo XVI secolo suH’esempio delle «Fuggerzeitungen», di Renate Pieper 183 Pluralità di culture o modello europeo? L’America e gli Indios nelle prime testimonianze scritte tede­ sche, di Hans-Joachim KoNiG 207 La «guerra giusta» nel Nuovo Mondo; ricezione italiana dei dibattito spagnolo, di CarlaF orti 257 Ideali di civilizzazione; la Compagnia di Gesù e le missioni (1550-1600), di Girolamo Imbruglia 287 Giovanni Keplero e la scoperta di nuovi mondi, di Helmuth Gròssing 309 5 Gli umanisti e le scoperte geografiche, di Corrado VlVANTI p. 327 «Magnus campus»: i naturalisti italiani di fronte airAmerica nel secolo XVI, di Giuseppe Olmi 351 Conclusioni: la coscienza europea davanti alle sco­ perte geografiche del ’500, di Adriano Prosperi 401 6 Introduzione di Wolfgang Reinhard A prima vista tutto appare assolutamente chiaro. Un italia­ no, Cristoforo Colombo, scopre ad ovest del Vecchio Mon­ do isole fino ad allora sconosciute, che in un primo momen­ to vengono localizzate molto approssimativamente fra la Cina e il Giappone. Colombo rientra in quel contesto tipicamente tardomedievale che vede compresenti personale, cognizioni tecniche e capitale italiano da un lato e il processo di espan­ sione iberica verso Sud e verso Ovest dall’altro. Gli faceva difetto tuttavia una certa autorevolezza, cosicché le sue sco­ perte appaiono inizialmente in seconda linea rispetto alla scoperta delle Indie Orientali, risalente all’incirca agli stessi anni. Lo si può vedere chiaramente perlomeno in testi tede­ schi degli anni attorno al 1500'. Ci volle un secondo italiano, Amerigo Vespucci, perché il «Nuovo Mondo» venisse rico­ nosciuto come tale, vale a dire perché le terre allora scoperte venissero concepite come una nuova unità geografica. Con­ trariamente a Colombo, Vespucci apparteneva alla classe sociale e culturale emergente di Firenze, così che la rapida diffusione delle sue nuove cognizioni non incontrò alcun ostacolo, specie grazie ai suoi contatti con Félite internazio­ nale della cultura umanistica. Solo a questo punto entra in azione Martin Waldseemùller, il tipico erudito da tavolino tedesco, che recepisce le nuove conoscenze e le espone in occasione di una riedizione dotta delle opere di Tolomeo, Traduzione di Chiara Zanoni Zorzi ' K.A. VoGEL, Amerigo Vespucci und die Humanisten in Wien. Die Rezep- tion der geographischen Entdeckungcn und dcr Slreil zwischen joachim Vadian und Johannes Camers iiber die Irrtìimcr der Klassiker, in «Pirck- heimer-Jahrbuch», 7, 1992, pp. 53-104. 7 dando al Nuovo Mondo il nome del suo «scopritore» Ame­ rigo, «America», esattamente come successivamente un par­ ticolare tipo di salamandra gigantesca prenderà il nome dal suo scopritore Scheuchzer. Sebbene già nella seconda edi­ zione dell’opera Waldseemùiier abbandonasse quest’ardita denominazione, essa rimase in uso nel tempo, fino ai giorni nostri. La prassi italiana unita alla teoria tedesca hanno dato dunque il loro contributo alla storia universale. Come si riflette questo fatto nella storia della recezione del «Nuovo Mondo»? Un primo sguardo alla bibliografia delle opere europee sull’America^ mostra che nel corso del XVI secolo la Germania stampò solo due terzi del numero di pubblicazioni sull’America prodotte nello stesso periodo in Italia. Se però - come suggerisce Wolfgang Neuber - si contano le pubblicazioni uscite solo nella prima metà del secolo, si registra una prevalenza di opere tedesche. Si pensi inoltre che oltre la metà dei testi stampati in Italia furono pubblicati nella sola Venezia. Ebbene, questo predominio di Venezia va spiegato in termini storico-espansionistici, oppure in relazione alla storia del libro? Sì riflette qui l’inte­ resse della città al commercio d’oltre mare oppure il suo ruolo di città guida nel campo dell’editoria? Nella prospetti­ va tedesca l’ipotesi più verosimile è certamente la seconda, poiché in Germania il maggior interesse si registra natural­ mente nelle città in cui sono concentrate le principali stam­ perie, ad Augusta, Norimberga e Strasburgo, quindi a Fran­ coforte e Colonia; si tratta peraltro di città emergenti anche in altri campi. L’impegno precoce del grande capitale di Augusta verso il Nuovo Mondo, soprattutto quello dei Wel- scr nelle isole dei Caraibi e in Venezuela, quello dei Fugger in via sperimentale nella regione deU’odierno Cile, non ha conferito a quanto sembra alle pubblicazioni stampate ad Augusta né un peso particolare né un carattere speciale. Saranno forse le ricerche di Renate Pieper a chiarire se le grandi ditte avevano qualche interesse per una pubblicità di ^ J. Alden-D.C. Landis, European Americana. A Chronalogical Guide to Works Printed in Europe Relating to thè Americas, 1493-1776, I: 1493- 1600, New York 1980. 8

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