Description:Scritto nei drammatici anni della seconda guerra mondiale, Il nano, benché ambientato in una corte rinascimentale italiana, è forse l’opera in cui più esplicitamente Lagerkvist si interroga sul presente: la guerra, la peste, la carestia, gli avvelenamenti e i tradimenti che sconvolgono il suo microcosmo romanzesco, sono evidenti proiezioni delle tragedie di cui è testimone. Ma è soprattutto attraverso la creazione dell’inquietante figura del nano di corte che l’interrogativo si spinge fino in fondo, in un tentativo, amaramente attuale, di capire perché periodicamente nella storia la distruzione, l’odio, l’indifferenza ai massacri, il trionfalismo della guerra arrivino a prevalere su quei valori che rendono l’uomo umano. Il nano, che regge le file dell’azione e attraverso il cui sguardo distorto veniamo a conoscenza di fatti e personaggi, è l’incarnazione di quest’aberrazione, l’essere amputato della sua umanità fisica e spirituale che ubbidisce unicamente alla logica del potere. Disprezzando la corporeità in ogni sua manifestazione, dal cibo, al desiderio, all’attaccamento alla vita, è nauseato dall’odore della povertà, dalla sporcizia dei profughi, dalla degradazione della malattia; privato di trascendenza, è cieco alla nostalgia dell’infinito, al dubbio e alle contraddizioni, al riso, alla gioia, all’arte e all’amore, scambiando per superiorità la propria limitatezza e per lucidità la propria mediocrità. Ma il nano non è che quella creatura “dal volto di scimmia che talvolta leva la testa, affiorando dai bassifondi dell’anima”: è il “sosia” del principe guardato con un cannocchiale capovolto. Sterili, i nani sono generati dagli uomini; “appartengono alla razza umana e non vi appartengono, ospiti di passaggio, in una visita che dura da migliaia di anni”.