Le Frecce Roberto Volpi IL MONDO DENSO La società è liquida, ma il mondo è denso. E lo sarà ancora di più. Reggerà? Reggeremo? In copertina: © Toltemara, Shutterstock © 2018 Lindau s.r.l. corso Re Umberto 37 - 10128 Torino www.lindau.it | [email protected] Prima edizione: settembre 2018 ISBN 978-88-3353-084-0 IL MONDO DENSO 1 Numeri, caratteri e prospettive del grande popolamento attuale della Terra 1. Breve presentazione del popolamento della Terra 1 Conviene partire da un numero, un numero che sembra piccolo ma non lo è affatto: 47. Ed ecco perché non è picco- lo bensì grande, molto grande: la popolazione del mondo è oggi 47 volte quella che era nell’anno della nascita di Gesù. In poco più di duemila anni la popolazione del nostro pia- neta è aumentata di 47 volte, passando dai 160 milioni di allora ai 7,6 miliardi di abitanti di oggi. La stima della po- polazione della Terra all’anno zero della nascita di Gesù è quella ricavata dal demografo americano A. J. Coale, forse il più autorevole studioso del popolamento della Terra dall’ap- parizione dei sapiens 2. Si stima che al tempo della sua mas- sima estensione l’impero romano, che comprendeva gran parte del mondo allora conosciuto e andava dall’Inghilterra alla Sicilia, dalla Spagna alla Russia, dal Marocco all’Egitto, dal Medio Oriente alla Turchia e oltre, avesse tra i 50 e i 60 1 Tutti i dati, salvo diversa indicazione, sono di provenienza della Popu- lation Division dell'ONU. Le tavole e le elaborazioni su questi dati sono a cura dell'autore. 2 A. J. Coale, La storia della popolazione umana, «Le Scienze», n. 79, marzo 1975. 8 IL MONDO DENSO milioni di abitanti, senz’altro meno degli abitanti della sola Italia di oggi. Del resto, la popolazione del mondo ha raggiunto il suo primo miliardo soltanto nella seconda metà dell’800, per ar- rivare a un miliardo e mezzo agli inizi del ’900 e a 2,5 miliar- di nel quinquennio 1950-1955. Da questo momento le stime della popolazione mondiale si fanno assai attendibili, fino ad arrivare ai 7,6 miliardi di abitanti di oggi. La progressione è impressionante. Ci vogliono quasi di- ciannove secoli perché, dalla nascita di Gesù, la popolazione aumenti di un miliardo di abitanti, ma solo cinquant’anni perché nella prima metà del ’900 la popolazione mondiale aumenti di altrettanto. Dopo di allora i ritmi di accrescimen- to si fanno ancora più veloci, tanto che negli ultimi poco più di sessant’anni la popolazione della Terra è triplicata pas- sando da 2,5 a 7,6 miliardi, con un aumento di oltre 5 miliar- di di abitanti. La Terra ai tempi di Gesù ci appare, secondo i criteri di oggi, assai spopolata, quasi vuota coi suoi appena 160 milioni di abitanti complessivi, molti meno dei 191 milioni che conta oggi la sola Nigeria, il Paese più popoloso dell’Africa. E in cer- to senso lo era, spopolata e vuota. Eppure niente rispetto ad alcuni millenni prima, quando ancora non era stata scoperta l’agricoltura e l’umanità viveva di caccia e di raccolta essen- do obbligata, per ciò stesso, a spostarsi di continuo in cerca di sempre nuove terre da sfruttare. All’apparizione dei sapiens in Europa, circa 40.000 anni fa, è assai realistico stimare, in base ai ritrovamenti di siti abitati nelle varie regioni della Terra, la popolazione dell’intero globo terrestre in non più di un milio- ne di individui. Sarà proprio la rivoluzione neolitica dell’agri- coltura e dell’allevamento degli animali, che prende le mosse circa 8000 anni prima della nascita di Gesù, e dunque non più IL gRandE popoLamEnTo aTTuaLE dELLa TERRa 9 di 10.000 anni fa, grazie alla quale l’umanità da nomade di- venta prima seminomade e quindi a tutti gli effetti stanziale, a determinare il primo grande balzo del popolamento della Terra. Il secondo grande balzo lo si deve invece alla rivolu- zione industriale, che comincia a propagarsi dall’Inghilterra all’Europa e all’America sin dalla seconda metà del XVIII se- colo. E se la rivoluzione neolitica impiega circa 10.000 anni per segnare l’aumento del primo miliardo di abitanti della Terra, la rivoluzione industriale rende possibile l’aumento di un mi- liardo e mezzo di abitanti nei soli duecento anni che vanno dalla metà del XVIII alla metà del XX secolo. Niente, tuttavia, come si accennava, rispetto ai ritmi di incremento assunti dal- la popolazione mondiale negli ultimi decenni: un miliardo di abitanti in più ogni 12-13 anni. Che ci aspettiamo sia pressap- poco anche il ritmo dei prossimi anni. Tanto è vero che nel 2030 la popolazione mondiale è stimata tra 8,5 e 8,6 miliardi di abitanti. E si tratta di una stima la cui oscillazione non ci por- terà, salvo disastri che al momento appaiono del tutto impro- babili, né al di sotto di 8,5 né al di sopra di 8,6 miliardi. Insom- ma, una stima sulla quale si può fare affidamento. Così come si può fare pieno affidamento, anche se non altrettanto pieno trattandosi di previsione più spostata in là nel tempo, sulla sti- ma della popolazione mondiale alla metà del secolo, quando si raggiungeranno poco meno di 9,8 miliardi di abitanti. C’è però un elemento che merita tutta la nostra attenzio- ne, in queste assai attendibili previsioni: ai ritmi di incre- mento degli ultimi sessant’anni, l’aumento di 1,2 miliardi, da 8,6 a 9,8 miliardi di abitanti, tra il 2030 e il 2050 dovrebbe essere raggiunto tra il 2044 e il 2045 e non nel 2050, cioè 5-6 anni prima. In altre parole: superato il capo del 2030 i ritmi di incremento del popolamento terrestre cominciano a diven- tare meno frenetici, in qualche modo a indebolirsi. E infatti 10 IL MONDO DENSO occorreranno altri 50 anni e arrivare alla fine del secolo per superare gli 11 miliardi di abitanti, con un ulteriore aumento di 1,4 miliardi rispetto al 2050, che ai ritmi odierni impieghe- rebbe molto meno di vent’anni, e non cinquanta, a prodursi. Già, perché secondo la Population Division dell’ONU, nel 2100 saranno circa 11,2 miliardi gli abitanti del nostro pianeta. Tanti, è fuori discussione, ma quasi certamente la punta mas- sima del popolamento del globo terrestre. Per allora, infatti, il tasso di fecondità totale, ovvero il numero medio di figli per donna, sarà sceso nel mondo sotto quel valore di 2,1 figli che rappresenta la cosiddetta «soglia di sostituzione», ovvero il numero di figli per donna capace di mantenere la popola- zione in equilibrio in una condizione di sostanziale stazio- narietà quantitativa, in quanto per ogni femmina e maschio che lasciano questo mondo i 2,1 figli per donna sono capaci di prenderne il posto, anche considerando la mortalità nella quale incorreranno prima di arrivare a loro volta nella pie- na età riproduttiva – tant’è vero che la soglia è fissata a 2,1 e non a 2 figli esatti proprio per tener conto della mortalità nelle età giovanili. Insomma, giunti alla fine di questo secolo non dovremmo crescere ulteriormente ma anzi, considerando che per allora il numero medio di figli per donna sarà sceso per la prima volta nella storia dell’umanità addirittura sotto i 2 figli, dovremmo cominciare semmai a perdere qualcosa in termini di popolamento del nostro pianeta. 2. Il popolamento attuale del pianeta suona come una clamorosa smentita del pensiero demografico catastrofista Nel tempo delle società liquide, per citare la celeberrima definizione del sociologo Zygmunt Bauman, mai il mondo è