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Il modernismo e i rapporti fra religione e filosofia PDF

145 Pages·1962·19.119 MB·Italian
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GIOVANNI GENTILE GIOVANNI GENTILE OPERE IL MODERNISMO E I RAPPORTI FRA RELIGIONE E FILOSOFIA xxxv Terza edizione riveduta SANSONI - FIRENZE SANSONI - FIRENZE Alla cara memoria del mio amico SEBASTIANO MATURI PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA Stampato in Italia AVVERTENZA Raccolgo in questo volume alcuni saggi da me pitbblicati dal I903 in qua intorno ai tentativi modernistici del cattoli cismo e a qitestioni connesse circa le attinenze della reli gione con la filosofia. Poiché essi non furono senza effetto nelle discussioni re centi s1t tali argomenti, e sono tztttavia cercati non di rado e combattuti da molti, cui non riesce comodo il mio modo di vedere, m'è sembrato opporfano metterli insieme, a-(finché s'illuminino a vicenda e certi malintesi, a cui l'ttno o l'altro di essi ha dato luogo, possano in questo modo essere facil mente dissipati. A tal itopo ho aggiunto ai saggi pubblicati una breve risposta ad aleztne diffecoltà d'un modernista (I, 6) e uno schema del mio pensiero intorno alle forme assolute dello spirito (I I, IO), il quale può indicare il punto di vista, da cui qttesti saggi /1,1,ronos critti. I quali saggi io offro ora, non propriamente agli uomini che hanno una religione da difendere contro la filosofia, ma a quegli altri che ne hanno una da conservare nella stessa filosofia. E per questi ultimi essi vogliono essere, non cri tiche o polemiche contro gli uomini d'una o di un'altra fede - che tutte per me hanno grande valore - ma con tributi allo studio del concetto della filosofia. Palermo, 21 giugno 1909. G. G. Ristampando questo libro dopo più d'un decennio, poco ho avuto da modificarvi; perché se i"l mio pensiero intanto si è sviluppato, il suo sviluppo mi ha fatto vedere in luce sempre più viva le idee da me propugnate tra il I90J e il I909 quando gli scritti raccolti in questo volume vennero la prima volta pubblicati. È bastato perciò che io ùilrodu cessi qua e là qualche richiamo o qualche leggiera corre zione di forma. Talune asprezze polemiche mi è piaciuto bensì sopprimere come non più opportune, o non più sen PARTE PRIMA tite. E in conclusione unica novità notabile è l'aggiunta di molte pagine scritte dopo la prima edizione. 111i rivolgo per un momento indietro a guardare la v1:a percorsa in questi studi; e credo senza vani compiacimenti di poter constatare che la storia del modernismo m'ha dato ragione. Il cattolicis1110 ha superato anche questa crisi; il tentativo modernista di conciliazione s'è palesato quel che era, un vano desiderio; e rimangono di fronte, ora come sempre, queste due forme irriducibili dello spirito umano: la religione e la filosofia. Roma, 25 ottobre 1920 G. G. I. CATTOLICISMO E STORIA NEI LIBRI DEL SEMERIA Certo, dal tempo del Bossuet, che affermava, essere la scienza della tradizione la vera scienza ecclesiastica, e anche dal tempo degli scandali che suscitavano le ardite negazioni della scuola di Tubinga, siamo molto lontani. Oggi i cattolici son persuasi, che, anche in questa parte degli studi scientifici, non bisogna lasciarsi prender la mano dai razionalisti. In Italia la rr Rivista internazionale di scienze sociali e discipline ausiliarie », che dal 1893 vien pubblicando in Roma la Società Cattolica Italiana per gli Studi Scientifici, nel suo fascicolo del gennaio 1903, facendo un bilancio del suo primo decennio, ricor dava che la rivista era nata, grazie alla benigna e paterna << protezione e per il generoso favore del Sommo Pontefice », per compiere un voto formulato dal Congresso cattolico italiano degli studiosi di scienze sociali tenutosi a Genova nell'autunno del 1892; dove s'era osservato, che cci l biso sogno del momento presente, non certo unico bisogno, ma urgente quanto ogni altro, è la rivendicazione scienti fica dell'idea cristiana. La scienza non può dare la fede, ma può imporre agli avversari il rispetto, e può condurre le intelligenze a riconoscere della fede la necessità sociale e l'individuale dovere n. E a questo principio pure s'inspi rano parecchi giovani ecclesiastici studiosi della storia della religione cristiana, fra i quali oggi si distinguono Salvatore Minocchi, che ha fondato nel 1901 in Firenze 1. - GENTILE., G., Il modernismo. 2 PARTE PRIMA I. CATTOLICISMO E STORIA NEI LIBRI DEL SEMERIA 3 una rivista critica e storica di ((S tudi religiosi >>1 , e Gio delle invidiale, delle fatue sicurezze dovrebbe esser pas vanni Semeria, valente oratore sacro e geniale conferen sata. Proximus ardet Ucalegon. È un'aspra battaglia che ziere, ma anche dotto studioso di problemi storici. Il si muove dalla scienza, o meglio, da molti uomini di quale ha ormai pubblicati tre interessanti volumi di let scienza, alla fede. C'è tutta una serie nuova di difficoltà, ture pubbliche da lui tenute in tre anni consecutivi in di problemi, di dubbi; tutta una nuova nomenclatura. una Scuola Superiore di Religione in Genova: uno dal E i libri che si oppongono, efficacemente, a tutto questo titolo Venticinque anni di storia del cristianesimo na movimento, sono pochi! » Così, nella prefazione al Primo scente (rgoo), consacrato a narrare i primi contatti del i . sangue cristiano. Nella lettura ottava del nuovo volume, cristianesimo col mondo orientale e greco; un altro, Il trattando criticamente (secondo i risultati degli studi re primo sangue cristiano, contenente uno studio della storia centi) la leggenda <liS imon Mago, si compiace di avverti delle persecuzioni; e questo, di cui vogliamo ora discor re che la questione per lui non ha solamente un interesse rere, in cui s'indagano le origini del dogma, della gerarchia storico, come per chi avesse il gusto di stabilire che c'è e del culto cristiano 2• una leggenda di più al mondo; ma ne ha anche uno pratico, in quanto giova a scuotere quel tradizionalismo, che è Il Semeria dice di avere scritto questi libri con uno ccs pi a n c o r a d a n o i t r o p p o i n o n o r e; e che non è rito di fede insieme e di critica», con un desiderio sincero << rispetto (cosa giusta e doverosa), ma culto di non venir mai meno alle esigenze più severe del metodo della tradizione (cosa falsa e funesta). E rim scientifico e di giovare sempre alla morale, alla cristiana provera ai tradizionalisti, idolatri della tradizione, pro edificazione dei suoi lettori». E argutamente protesta che nunzianti questa parola con un senso di devozione mi se non è stato sempre abbastanza preciso, né abbastanza stica, e solleciti di scriverla sempre con un bel T maiuscolo, profondo, <<n on è)>, egli dice, « perché sono credente, ma di confondere insieme due cose radicalmente differenti: perché sono ignorante; e se non sono riuscito così nobile, la tradizione ecclesiastica concernente i dogmi, che hanno così caldo di affetto come avrei dovuto, non è perché sono una causa divina, e la tradizione storica concernente i critico, ma perché sono cattivo, o via, non abbastanza fatti della storia ecclesiastica, che hanno una causa umana. buono>>. ccV alesse almeno >1, soggiunge, cci l mio tentativo La quale non è poi altro che il ricordo dei fatti, abbando di sprone per altri a fare più o meglio che io non abbia nato alle umane generazioni; « a queste generazioni umane, saputo ... ma a far e, per carità. L'ora delle diffidenze, le quali pur troppo non ricordano solo, ma anche inven tano, non solo trasmettono, con scrupolosa fedeltà, il rice 1 [Questa ~ivista per difficoltà di carattere gerarchico cessò vuto ricordo, ma lo abbelliscono, lo deformano, lo ingran al finire del r907; e se ne può vedere la storia in un articolo finale del MINOCCHI, Dopo sette anni, VII, pp. 710-745. Il I\iinocchi discono, lo attenuano, quasi senza accorgersi >1.A questa se stesso, l'anno dopo, per analoghi motivi depose l'abito ecclesiastico conda tradizione non si può voler estendere il rispetto do e uscl dalla Chiesa. Ne continuò per qualche anno l'opera, in modo vuto alla prima, senza snaturar questa e farsene un idolo. più circospetto, la ,, Rivista storico-critica delle scienze teologiche » Ma v' ha di più: il tradizionalismo crea la tradizione che si pubblicò in Roma dal 1905 al 1910, diretta dal prof. E. dove non c'è, affermando che un fatto è attestato da BUON AIUTI]. 2 Dogma, gerarchia e culto nella Chiesa primitiva, Roma, F. Pu un'antichissima e veneranda tradizione, quando non può stet, 1902. che infilzare una serie di nomi, i più di grandi uomini, 4 PARTE PRIMA I. CATTOUCISMO E STORIA NEI LIBRI DJJL SEMERIA 5 i quali non di rado dipendono l'uno dall'altro; tal ossia della vera critica storica; ma crede anche o p e r a cc ché quelle, che sembravano dieci, dodici testimonianze, o n e s t a e p r u d e n t e , quando ci sia una leggenda in realtà si riducono ad una o due. Ed almeno quelle da abbattere, che i cattolici prendano l'iniziativa della due, quell'una, fossero sufficientemente vicine ai fatti che critica, per abbandonare a tempo la posizione che potrebbe attestano: il numero sarebbe, nel caso, supplito dalla costar poi una sconfitta; imitando così il buon negoziante qualità delle testimonianze; ma no: talvolta quell'unica che riconosce da sé e butta via la merce avariata, senza testimonianza dista di qualche secolo dal fatto, che pure aspettare che gliela butti via il cliente con suo discapito dovrebbe perentoriamente dimostrare ... E questa si chiama molto maggiore. Proposito onorevolissimo, che unito alla tradizione ! È dì nuovo un indegno abuso, è il creare ricchezza di sentimento del Scmcria, alla modernità delle una cosa che non c'è!» 1. Baur non avrebbe scritto di idee sociali di lui, alla limpidezza della sua facondia, serve versamente. a spiegare le larghe simpatie che egli incontra fra i gio E il Scmeria rende giustizia alla scuola di Tubinga, vani. In lui si direbbe che il vecchio cattolicismo ringio pur dichiarando di non potere né tutti approvare i suoi vanisca. Egli afferma che poca critica scalza la fede, e << canoni, né tutti benedire i suoi risultati)>. De 1 ben e molta la conferma e consolida; e canta ogni momento n e v e n n e f u o r i , egli dice. E quel bene, che il Se le lodi del metodo storico e dell'indagine •s cientifica, e meria riconosce, è poi nulla di meno di ciò che ogni razio annunzia che fides et scientia osculatae simt. Dalle finestre nalista può pretendere. « La scuola di Tubinga volle guar spalancate pare che grandi ventate d'aria fresca entrino dare le idee al lume dei fatti, ed i fatti studiarli al lume con la parola del Scmcria nel chiuso della tradizione cat non d'un sistema filosofico, ma di una buona e severa tolica, rendendo ancora abitabile, anzi amabile e gradito critica storica. Non riuscì subito né in tutto a questo, quel luogo, a cui i polmoni non resistevano più. ma lentamente e in parte; e certo a questo, allo studio Eppure, in queste letture c'è qualche cosa, a cui quella metodico severo dei fatti nelle loro fonti, avviò efficace ragione, alla quale il Scmeria professa un illimitato osse mente gli animi» 2• Lo stesso Baur non enunciava il prin quio, non può stare contenta; c'è qualche cosa, a cui lo cipio della sua scuola in termini equivalenti a questi del spirito del lettore veramente spregiudicato si ribella. E Semcria, quando dichiarava che il cristianesimo è un fe non riguarda già le tesi e le conclusioni storiche del Sc nomeno storico, e come tale deve essere studiato storica meria, che, se non sono le più ardite, non si dilungano però mente? E in questi termini è racchiuso veramente il con da quelle più temperate e, in generale, più plausibili dei cetto fondamentale della riforma tubinghiana. Accettato razionalisti. Ma si riferisce al tono dell'autore, al suo in questo concetto, il resto non può essere se non questione tento, allo spirito da cui egli, contro le innegabili ten di applicazione, in cui sono possibili divergenze e graduali denze critiche del suo ingegno, si lascia pur dominare. progressi, come in ogni campo d'indagini storiche. Egli rimprovera qm1 e là alla scuola di Tubinga non il Il Semeria non solo si dice disposto ad accettare metodo ma 1 ' i n t e n t o o 1 a t e n de n z a; cd ha ra- ' ' lealmente tutti i risultati della critica storica spassionata, gione; sebbene una tendenza sistematica, più o meno pa- lese, sia forse del tutto impossibile evitare in questa parte della storia così controversa pel carattere delle sue fonti. 1 Op. cit., pp. 170-2. Ma si spoglia il Semeria almeno di quelle tendenze, che 2 op. cit., p. 124. 6 PARTE PRIMA I. CATTOLICISMO E STORIA NEI LIBRI DEL SEMERIA 7 per essere apertamente arbitrarie, sono assolutamente in fermo al domma, e la storia non ha ragion d'essere; e compatibili con le condizioni della vera ricerca storica? non ha ragion d'essere per davvero; cioè non si fa. Il . È vero, egli è esplicitamente avverso, per ragioni cri credente non cerca insomma; e chi cerca non crede, tiche che sono acconciamente spiegate nella seconda let o non ha da credere; e se crede, non cerca veramente; tur~ del Primo sangue cristiano 1 alla cosiddetta apologia e la profondità e la saldezza della fede è in ragione in stonca, all'apologia per l'apologia, che non si propone versa della sincerità dell'indagine storica. soltanto cli difendere la verità dommatica ma tutte le Contro quella, che per lui è falsa apologia, l'autore nel tesi d~lla tradizione. Ma non per ciò rin~nzia ad ogni Primo sangue cristiano aveva detto: cc Quando io voglio a apologia. Anch'egli vuole l'apologia del domma· e non tutti i costi dimostrare una cosa, e molto più quando mi esita a chiamare il suo un << corso di apologia cristiana)) 2_ credo obbligato a dimostrarla, obbligato in coscienza, fini Nel quale, se abbandona la tesi dei venticinque anni del sco sempre per convincermi che è vera, anche se essa sia ma pontificato di Pietro, ci tiene però a dimostrare che Pietro nifestamente falsa; calpesto con una mirabile disinvoltura è venuto a Roma, e vi è morto; e tiene a dimostrare il tutte le leggi della logica)) 1. Ora appunto la medesima con primato di lui. - Ma che farci, egli dirà con una sua frase siderazione io mi permetto di rivolgere contro di lui; né prcclìlctta, se la ((s cienza solida serve l'apologia))? - Ecco: egli potrà pel razionalista trovare risposta diversa da quella che !a serv~ o non la serva, sempre e in ogni caso, non che ha data allo zelante apologista, che si scandalizzi del possiamo dirlo certamente da un punto di vista scienti suo liberalismo. Ossia: la verità da me difesa è verità di fi~o, m~ d~ un punto di vista apologetico. Dal punto di fede, e quella del falso apologista è magari una storta opi v1sta sC1entificon oi ci accingiamo alla ricerca storica senza nione individuale. Se non che questa risposta può bastare sapere a priori quali saranno i risultati della nostra all'apologista, ma non serve al razionalista; perché si fonda ricerca, e senza poter sapere perciò, se essi coincideranno su un principio di fede, non di ragione; e non ha per ciò o no con una data tradizione. Se presumiamo di sapere verun valore scientifico. Chi non vede come possa essere anticipatamente quello che troveremo, come certamente verità di fede, cioè necessaria ed assoluta, una verità che lo ~resume l'apologista, non ricerchiamo più. Allora la si confermi storicamente, potrà dire sempre contro l'apo stona non ha più ragion d'essere. logista del domma, che egli, volendo dimostrare a tutti i ?uest~ dilemm~ semplicissimo non s'è mai presentato costi il suo assunto, credendosi obbligato a ciò in coscienza, all egregi? Semena; o se gli si è presentato, egli non finirà sempre col convincersi, che esso è vero, anche se ne ha visto tutta l'importanza. Si tratta di sapere se sia manifestamente falso. Il che (non concedo poco!) non J:· A -. Lo. storico non lo sa; ma il domma l'ha già sarebbe gran male: se pur fosse possibile. stab11Ito, e 11 credente lo sa. Di qui l'alternativa senza • Il Semeria, da quell'ingegno fino che è, osserva in un uscita: o si fa la ricerca storica, e non si sa nulla del punto di questo nuovo volume, che lo spirito non è di l'uguaglianza A = B; vale a dire s'abbandona, e non visibile in facoltà differenti, ma è essenzialmente uno solo a parole, ma proprio di fatto il domma; o si tien nella varietà de' suoi atti. Ora, come è possibile che uno stesso spirito sappia e non sappia? Sappia da credente, 1 op. cit., pp. 81-4. 2 Dogma, p. 100. 1 Op. cit., p. 8z. 9 I. CATTOLIC!SMO E STORIA NEI LIBRI DEL SEMERIA 8 PARTE PRIMA i risultati della sua ricerca, ci corre. Lo storico, e sia pure e ignori da storico? Com'è possibile, in una parola, che del domma, non può essere né cattolico, né protestante, ci sia uno storico apologista, anzi uno storico cattolico ? né cristiano, né ebreo, né maomettano: dev'essere storico; La libertà dello spirito presupposta dalla storia, come ossia non deve tenere nessuna tesi per vera, prima che dalla filosofia, è perciò inconciliabile col cattolicismo. gli venga attestata criticamente dai documenti; e deve Tutto questo è detto certamente in tesi generale, e pertanto trovarsi in una condizione ~i spirit_o, che è. la non prova che tutta la storia che il Semeria costruisce, negazione reale di ogni fede predetermmata e 1mmutab1l~. attenendosi per lo più all'indirizzo di Harnack, sia una E se ciò è vero, la conseguenza è duplice: r) che la cri storia ad usum Delphini. Tutt'altro ! Ma dimostra, a parer tica storica del contenuto dommatico distrugge la fede; mio, che quando il Semeria non s'è lasciato vincere dalla 2) che, resistendo la fede all'azione corrosiva della critica, sua tendenza apologetica, ha fatto sì storia, ma non già sto si fa intanto una storia cattolica, dove la scienza transige ria cattolica. Non sarà essa neppure anticattolica, checché con la fede, e si stabilisce un modus vivendi di sua natura qualche anima pia possa trovare a ridire in qualche punto; provvisorio, e che si risolverà logi_camente (se 1~ l?~ica vin ma è certo acattolica, cioè storica, di quella storia che par cerà) o nella negazione della scienza (nel m1sbc1smo), o cammini a tentoni, e in un certo senso non sa dove arriverà. nella negazione della fede (nel razionalismo). Si potrà dire: - Questa è una questione di parole: è sto E quello che si dice della storia, dicasi di tutti gli studi ria? è d'accordo ne' suoi risultati con le affermazioni del scientifici in generale; per cui penso, che questo movi domma ? Ebbene, chiamatela pure come volete. - E sono mento cattolico, che, almeno per alcuni, tende con pru anch'io di quest'avviso: a patto che non si veno-a ad an- . o denza da politici a ravvivare la vecchia religione al con nunz1are che fides et scientia oscitlatae sunt; perché, biso- tatto della scienza moderna, porti in sé le insidie di un gna esser sinceri, questo bacio la scienza non lo darà compromesso funesto alla scienza insieme e alla fede,· dal mai alla fede, essendo questa la sua mortale nemica. quale presto o tardi gli converrà uscire. E dico mortale, poiché l'immediatezza della fede è l'as Nel Semeria, chi legga serenamente i suoi scritti, scorge soluta negazione della mediazione dimostrativa del pen subito le due tendenze opposte e tra loro cozzanti, le siero scientifico; come questa è l'assoluta negazione di quali nascono dal compromesso: da un lato la tendenza quella. Non si può pensare scientificamente senza cessar mistica e dall'altro la razionalistica. Dalla prima l'autore di credere, e viceversa. Il cattolico che dimòstri vera I • è tratto magari nolente a vedere talvolta nei documenti mente il contenuto di una domma storico, si fa discepolo più di quello che chi non abbia il dono della sua fede non di Baur e di Strauss, ed esce per ciò stesso, senza che egli sa vedervi; dall'altra è spinto a umanizzare il divino, a lo sappia o lo voglia, dalla cerchia del domma. spiegare il trascendente, a rendere razionale il sovrara Noi non siamo nel novero di quegli utopisti, che va zionale. Adduco un solo esempio per ciascuna tendenza; gheggiano una storia obbiettiva come uno specchio, giac e basterà a far intendere questo giudizio. ché abbiamo dello spirito tal concetto da ritenere la sog L'autore, trattando la questione del primato di S. Pie gettività carattere costitutivo di ogni produzione spiri tro, discute naturalmente il luogo di Matteo, XVI, tuale. Ma da questa soggettività di cui lo storico non può 5-19, e soprattutto il valore della frase di Gesù: Tit sei spogliarsi, alla soggettività dello storico cattolico, che, per Pietro, e sopra questa pietra edificherò la mia chiesa (aù c o n t o s u o , conosce anticipatamente e caso per caso IO PARTE PRIMA J, CATTOLIC!SMO E STORIA NEI LIBRI DRL SEMERIA II Er IIEI T('.)O,;, XOC\ LE, 7tL\ TOCI UT'YT) ~fl 'l't'IE T('.l!f OL> XO~uO fJ.'Yf JO"Cù't 'Y\ JV E>X X ÀY JOf 'LOC) V• di quella Chiesa contro la quale non avverrà mai che pre A me pare evidente che Gesù rivolga queste parole valgano le porte dell'inferno: in altri termini, la fede a Simone, e a lui individualmente; e non ho verun dubbio, nella divinità di Gesù sarà l'unica e perenne pietra fon nonostante le discordanze dei Vangeli su questo punto damentale del cristianesimo. Non è questa la più natu e le altre difficoltà rilevate dai critici, che han tempo rale, la piit ovvia, la più evidente spiegazione delle pa da perdere e acume da buttar via, sull'autenticità della role del Cristo ? Senza dubbio, non solo Pietro starà a frase: non ho dubbio principalmente per questo, che fondamento del regno <li Dio, ma tutti gli uomini che so Simone è chiamato Pietro (Kefa) in tutti i Vangeli. E miglieranno a Pietro, avendo la sua stessa fede; poiché mi pare abbastanza evidente perché il Cristo, dopo la non per altro che per la sua fede Cristo ha detto a .S i confessione che Simone con spontaneo slancio cli fede ha mone: T11, es Petrus. Fondamento sì, e perenne, ma urnco. fatta della sua divinità, voglia far di lui la pietra fonda E unico e perenne anche il fondatore, Gesù. Fondatore mentale della sua Chiesa. Ma non vedo per altro quali transeunte? Come il nostro storico cattolico ha po ragioni adduca il Semeria per dimostrare, che in coteste tuto dire transeunte il fondatore del Regno di Dio? parole Gesù dia il primato della Chiesa (che è un primato Dunque ? Gesù è morto e non è risorto ? Oppure ha fon~ tutto spirituale, in un senso che al Semeria forse non è dato un a v o 1 t a la Chiesa, e poi se n'è andato negh presente) non solo a Pietro, ma anche a' suoi succes intermundia a godervi in pace una tranquilla e oziosa di sori. Egli dice che ccl a sentenza in sé, che considera la vinità, nulla curante degli uomini, come gli dei di Epi funzione qui assegnata a Pietro come provvisoria, è p o c o curo? La casa di Gesù bisogna fabbricarla continuamente. s e r i a >> 1. E con questa uscita stizzosa dimostra due cose : Certo, Gesù non muore fisicamente ad ogni istante; ma che è a corto di argomenti; e che, più che ad udir ragioni, se egli non avesse fatto altro che morire fisicamente, è disposto a c r e d e r e . che Cristo sarebbe ? Ecco infatti il suo ragionamento: Per giungervi, si Ancora: « L'uomo, - chi ne dubita? o ne poteva (< confonde l'idea di fon cl amen t o con quella di fon - forse dubitare il Cristo? - l'uomo, Simone, passerà; cl a tor e , l'idea di fondamento stabile con quella di ma la sua funzione dovrà restare >), E questo è chiaro, fondatore transeunte. Una casa si fabbrica una volta perché se non prevarrà l'inferno contro l'edifizio del Cri sola, ma rimane sempre sul suo fondamento. Ora, Si sto, questo avrà sempre il suo fondamento. Ma non è mone è il suo fondamento, la pietra dell'edifizio, il chiaro quello che il Semeria aggiunge: « Alla Chiesa è fondatore è lui Gesù )). Ma, è questo un ragionamento indifferente che il suo Pietro si chiami Simone o Leone XIII, appropriato alla tesi del Semeria? Anzi, è questo un che si chiami S. Gregorio Magno o Alessandro VI... pur ragionare degno del critico Semeria? Chi dice che c'è ché un Pietro ci sia e sempre >J. Anche Alessandro VI ! un Pietro nella Chiesa, ed è Simone, in che confonde E Cristo avrebbe detto al Borgia: Tit es Petrus? Questa fondamento e fondatore? Forse che ogni edifizio ha più sarà fede che spacca le montagne, ma non critica storica <li un fondamento? Pietro con la sua fede, cioè lo spirito ed ermeneutica delle fonti! E si noti che in più luoghi del credente di Pietro, rimarrà stabile e perenne fondamento suo libro il Semeria è anche lui giudice severo del Borgia. Il punto poi, sul quale vorrei richiamare l'attenzione dello stesso Scmeria, come esempio de' tanti indizi che 1 op. cit., p. r98.

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