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Il messaggio delle donne. Il sapere dell'amore PDF

268 Pages·1993·13.824 MB·Italian
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EUGEN DREWERMANN IL MESSAGGIO DELLE DONNE Il sapere dell'amore terza edizione Queriniana Titolo originale Die Botschaft der Frauen. Das Wissen der Liebe © 1992 by Walter-Verlag, Olten und Freiburg irn Breisgau © 1993, 1997' by Editrice Queriniana, Brescia via Ferri, 75 -25123 Brescia ISBN 88-399-0965-6 Traduzione dal tedesco di ANNAPAOLA LALDI Stampato dalla Tipolitografia Queriniana, Brescia Presentazione Ci sono dei testi nel Nuovo Testamento che sono in trinsecamente riferibili solo alle donne. La storia della passione del Vangelo di Marco è una storia di uomini; tutto quello che vi accade è progettato e compiuto da uomini. Soltanto proprio nel momento finale, sotto al la croce, viene menzionato il gruppo di donne che re stano accanto a Gesù fino alla morte. Mentre tutti i di scepoli di Gesù nell'ora decisiva nell'orto degli olivi se la danno a gambe per salvare la pelle (Mc 14,50.51), so no queste tre donne, Maria di Magdala, Maria, la ma dre di Giacomo e di Giose, e Salome, che restano fede li al Signore. Sono soltanto loro che resistono al mondo maschile della distruzione e del potere con la loro sem plice presenza. Sono anche loro che al mattino di Pa squa diventano le prime testimoni della risurrezione di Gesù. È sostanzialmente a loro che l'angelo nel sepol cro affida il messaggio della Pasqua. La parola decisiva che il cristianesimo rivolge al mondo è specificamente un messaggio di donne. Soltanto loro evidentemente so no capaci e degne di vedere e di rendere visibile la vit toria della vita sulla morte. E come potrebbe essere altrimenti? - Il mistero della risurrezione non è 'accertabile' con mezzi esterni, ci si può solo credere, ed è comunicabile soltanto con imma gini e con simboli. Di ciò che accade il Venerdì santo 6 Presentazione si può parlare in un modo che è possibile vederlo con gli occhi e toccarlo con le mani; tutto ciò che è abba stanza brutale da uccidere, rientra in questo genere di realtà. La realtà del mattino di Pasqua, invece, si può percepire soltanto con gli occhi del cuore, poiché tutto ciò che ci dà vita trae origine dallo spazio invisibile del- 1' eternità; e le donne appaiono essere fin dai tempi re moti le sacerdotesse designate di questi misteri dell'in visibile. Fin dall'età primitiva aleggia sulla storia umana un preciso interrogativo, leggero come un alito di vento al l'inizfo e violento come una tempesta alla fine. A mano a mano che la coscienza umana si amplia, tanto più chia ramente la morte si fa problema per noi. Quanto più noi esseri umani maturiamo nella scoperta della nostra individualità, tanto più ci sentiamo smarriti nella vasti tà dell'universo, e la nostra mente umana formula per la prima volta su questa terra domande alle quali il mon do non può dare risposta. Dai primi giorni dell'umani tà facciamo perciò appello ai sensi, perché portino testi monianza alla nostra coscienza che la vita non si distrug ge, contro la testimonianza dei sensi sulla apparente on nipotenza della morte, ed è così che si sviluppano quei simboli della vita eterna che sono comuni a tutte le re ligioni. E anche la chiesa, nei riti della notte di Pasqua, ha raccolto dai. millenni della storia umana un gran nu mero di queste immagini per far breccia col loro aiuto nelle anguste pareti del mondo della nostra esistenza ter rena e per aprire un varco verso l'orizzonte dell'eternità. Uno di questi simboli è, da tempo immemorabile, il miracolo del sole. Ogni sera sembra morire rosseggiante come il sangue ad occidente, calando nel sepolcro della notte, e con lui sembra perire la vita stessa; ma, sem- Presentazione 7 pre, la luce ritorna nel mondo ad ogni nuovo mattino, dando alle persone il coraggio di credere che anche per loro la notte della vita cederà alla luce di un nuovo gior no. Tutte le vie che conducono al sepolcro finiscono nella tristezza e nell'oscurità; ma per le donne, che il matti no di Pasqua si dirigono verso il sepolcro di Gesù, sorge veramente il sole (Mc 16,2) - l'eterno mattino di una luce, che non conosce più tramonto. Un altro simbolo di speranza elaborato dall'umanità è il mistero della luna. Tutti i mesi l'astro della notte, dopo i tre giorni del novilunio, si leva, ad occidente, dalla tomba dell'oscurità a nuova vita e ritorna alla sua anti ca bellezza; col suo ritorno, dona agli esseri umani la speranza che neppure la-loro vita è soltanto un conti nuo inarrestabile appassire e un lento immutabile spe gnersi giorno dopo giorno, ma che, nel sacro ciclo del tempo, ringiovanisce e diventa più bella, aprendosi ad una vita di permanente felicità. Il paragone della vita pulsante delle donne con i ritmi dell'apparire e scom parire della luna nel cielo si è affermato molto presto nella storia dell'umanità; la luna stessa fu considerata una divinità femminile, e il mistero della sua risurrezio ne, il terzo giorno dal regno delle tenebre conferiva an che alle donne sulla terra il potere di suscitare nuova vita. Ed ancora oggi è la domenica dopo la luna piena di primavera, quella in cui si festeggia la Pasqua - un mistero che fin dai tempi più remoti è inscritto letteral mente nel corpo delle donne. Ma anche la primavera stessa, non è come un rinasce re della vita dopo il freddo e la rigidità dell'inverno? Tutto ciò che è legato alla nascita, fu considerato come segreto. appartenente alle donne - la terra stessa era come una Grande Madre, e tutti i fiori erano le sue crea- 8 Presentazione ture; il frumento nei campi, il mais, la banana, l'agave - tutte le piante, che danno nutrimento all'umanità, erano considerate nei miti dei popoli come divinità fem minili. L'origine della vita stessa, il suo morire, il suo rinascere nel corso naturale rivela l'esistenza di un se greto col quale le donne sono per essenza più in confi denza degli uomini. Non ultimo il mistero del fuoco, l' 'invenzione' di gran lunga più importante dell'umanità, è affidato in tutta l'antichità alla custodia delle donne. Ogni notte di Pa squa la chiesa con il simbolismo del cero pasquale ricor re ad una delle esperienze più antiche e più stupefacen ti dell'umanità dell'epoca glaciale: strofinando fra loro due pezzetti di legno morto, seccato, dal quale è fuggi ta ogni sorta di vita, e soffiandoci sopra, è possibile su scitare luce e calore; battendo tra di loro delle pietre fredde e dure è possibile farne uscire scintille di luce. Niente può sembrare tanto morto da non poter essere ritrasformato in vita; erano però le donne che doveva no custodire e conservare la sacra fiamma del focolare. Ma il più importante di tutti, comunque, è il mistero dell'acqua. Di esso fa memoria la maggior parte dei riti della chiesa nella notte di Pasqua con le immagini del passaggio di Israele attraverso il mar Rosso (Es 1.3,17-14,31) e con i simboli del battesimo, con le let ture sulle acque primordiali e le acque del diluvio. Tut ta la vita sulla terra deriva dall'acqua, e, ovunque sulla terra, l'acqua può destare le forze della vita che sono assopite nel terreno. L'acqua è il simbolo per eccellen za di nascita e rigenerazione, ed è già per questo un sim bolo squisitamente femminile. Tutte queste immagini della religione elaborate dal genere umano vogliono essere dei ponti che, dal retag- Presentazione 9 gio di antichissimi ricordi, si slanciano verso l'infinito. Se è possibile che il vento, che soffia sul mare, porti vita sulla terra, se può essere che nell'aridità del deser to e nel freddo dell'inverno nascano fiori e messi dalla terra, allora, non è possibile anche che lanima si levi dai sepolcri e lo spirito dal corpo che giace morto? È impressionante vedere come in millenni di storia della civiltà umana prenda forma, come un inno che va len tamente maturando, questa certezza che la vita è indi struttibile. Sorge una solida fiducia del tutto materna che vuole farci vedere ciò che sta sullo sfondo del co smo come benevolo e benigno, come un potere che vuole che noi viviamo; ed è unicamente questa la speranza che ci rende possibile vivere da esseri umani. Eugen Drewermann

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