GUIDO OLDRINI I N un'età come la nostra, dì totale marasma sia dell'estetica sia della critica d'arte, è indispensabile che il marxismo faccia sentire impe riosamente la sua voce, e che lo faccia con tutta l'accortezza richiesta dal caso: non cioè con squilli di tromba, con appelli propagandistici, ma per la via della ricerca seria, pacata, capace di sondare convincentemente i pro blemi in profondo. Tramite svariati passaggi mediani interrelati fra loro, questo libro conduce il lettore dal campo generale dell'estetica marxis ta, così come essa si è venuta costituendo lungo la sua storia, all'ambito - sempre generale - della metodologia, e poi dalla metodologia alla crì tica concreta delle arti, indagando circa il modo in cui il critico marxista si rapporta (deve rapportarsi) alle opere singole, quali singoli problemi egli affronta, di quali procedimenti e strumenti si avvale, come perviene alla formulazione di giudizi di valore. Numerosi esempi esplicativi, tratti prin cipalmente dalla letteratura, dalle arti figurative, dalla musica, dal teatro e dal cinema, accompagnano e illustrano volta per volta, ciascuno nel suo ambito, i vari tratti del percorso, in vista del chiarimento del passaggio, con i mezzi del marxismo, dall'astrattezza dei principi di teoria alla concretezza dei risultati delle rispettive letture critiche poste in atto. Già ordinario di Storia della filosofìa all'Università degli Studi di Bologna, già direttore della rivista quadrimestrale «Marxismo oggi», GUIDO OLII RI NI si è occupato della circolazione del pensiero di Hegel in Europa, di metodologia rinascimentale, di storia del cinema e, inin terrottamente per tutta la durata della sua carriera, dei problemi filoso fici del marxismo. Tra i suoi lavori principali, La cultura filosofica napo letana dell'Ottocento (Laterza, 1973), // realismo di Cbaplin (Laterza, 1981), Napoli e i suoi filosofi (FrancoAngeli, 1990), L'estetica di Hegel e le sue conseguenze (Laterza, 1994), La disputa del metodo nel Rinascimento (Le Lettere, 1997), L'idealismo italiano tra Napoli e l'Europa (Guerini, 1998), Hegel e l'hegelismo nella Francia dell'Ottocento (Guerini, 2001 ), Il cinema nella cultura del Novecento (Le Lettere, 2006), Gyòrgy LukJcs e i problemi del marxismo del Novecento (La Città del Sole, 2009). Prezzo: 1K curi» ISUNV/S-Ko «riUS 11', ; ( 'opertina : Antonia Solronova, ( 'oiiipashioiH'geometrica, EDIZIONI G l ' i no O i, i) R i N i IL MARXISMO E LE ARTI PRINCIPI DI METODOLOGIA CRITICA MARXISTA P R E M E S SA Se ogni lavoro storico e critico ha l'obbligo di giustificare le ragioni del proprio venire in essere, tanto più ciò vale quando, come nel presente caso, i bisogni del tema (arte e marxismo) sono poco o per nulla riconosciuti. Chiunque sa dei dubbi tradiziona li circolanti in proposito sul marxismo, difficili da far tacere: che cosa ha a che vedere il marxismo con le arti ? come può interessar si all'arte, esprimersi circa i problemi dell'arte, una dottrina nata sul terreno economico, principalmente per scopi politici? Non sono, si badi, dubbi che riguardano soltanto il senso comune o la sfera dei profani; no, risulta come di frequente ci inciampino - inaspettatamente - anche dei quotati specialisti. Al marxismo si consiglia per lo più di girare al largo da questioni che non lo concernono e che non sa trattare, oppure, se ci si imbatte in trat tazioni marxiste dell'argomento, le si ricusa senza discuterle, con superciliosi sguardi di scherno. Sta dunque davanti ai teorici del marxismo tutto un preliminare lavoro di comprova della fattibi lità dell'impresa da mettere in atto. Vediamo anzitutto di giustificare la cosa storicamente. Per un motivo o per l'altro, estetica, teoria dell'arte, critica artisti ca in ogni campo (letterario, teatrale, musicale, figurativo ecc.) TITOLO: Il marxismo e le arti hanno sempre giuocato un ruolo importante nell'ambito della STAMPA: ARTI GRAFICHE EDITORIALI SRL. URBINO maturazione dei popoli e delle lotte di classe del loro tempo. I EDIZIONE Febbraio 2014 Questo ruolo - emerso nella antichità classica, diventato social COLLANA RICERCHE mente significativo già nel Rinascimento - si è venuto ulterior ISBN: 978-88-97105-05-3 mente intensificando via via che, con l'Illuminismo, il romanti cismo, lo sboccio dell'età moderna, ha preso un profondo rilievo il rapporto della creatività dell'uomo con la sua vita sociale, e la © EDIZIONI NEMESIS S.c.a r.l., 2014 cerazioni, contraddizioni, scontri interni della società borghese viale Lunigiana, 46 in fase di sviluppo sono sempre più passate al centro del mondo 20125 Milano della creatività artistica. Esempi insigni di programmi e organi grammi di lavoro intesi a trascinare questo insieme di problemi www.edizioninemesis.it dentro la cultura ci vengono segnatamente grazie alla cultura [email protected] classica tedesca (di Lessing a Schelling e a Hegel), dopo i cui exploit* nulla resi.» più in quesio campo come prima. Poiché il 4 II MARXISMO E LE ARTI PREMESSA 5 marxismo è esso stesso uno dei frutti di questo processo, poiché to del "nuovo ordine", cioè dell'imperialismo americano) e dal la sua teoria incarna al più alto grado lo sforzo di dar consapevo le svolte ideologiche che, sull'onda della proclamata "fine delle lezza agli uomini del carattere sociale delle loro produzioni, la ideologie", si sono venute imponendo nella teoria e storiografia cosa dovrebbe riuscire tanto più vera e valida per esso. critica (decostruzionismo, postmodernismo, forme di pseudo- Eppure non è affatto così. In tutta la sfera dei problemi che heideggerismo tra le più varie), come se si trattasse di qualcosa di riguardano l'arte non solo sussistono i grandi vuoti provocati pacifico e una volta per sempre stabilito. Neppur questo è così. dalla conventio adexcludendum di cui dicevo prima, ma una qual Sono certissimo semmai del contrario. Anche dopo quanto acca certa indifferenza, una qual certa sottovalutazione, l'idea che, duto non ritengo ci sia nella ricerca, storiograficamente e critica tutto sommato, si tratta di problemi di secondo piano continua mente parlando, proprio nulla da cambiare. Che, come avviene largamente a dominare anche tra le file dei marxisti. Solo poco di norma, cambino nel tempo i punti di vista non significa affat per volta, e in casi isolati, i teorici marxisti si sono spinti fino a to che debba cambiare il concetto dell'oggetto. E buona norma vincere le loro remore; non da molto si è compiuto il passo, in - se non si vogliono arbitri - che sia la storiografia a regolarsi virtù del quale sono stati riconosciuti i fondamenti ed elabora sul suo oggetto, e non l'oggetto sui ghiribizzi della storiografia. I ti i lineamenti di un'estetica marxista qua talis. Indispensabile problemi sono e restano nella sostanza esattamente quelli di pri e insostituibile per l'avanzamento in quest'ambito, come anche ma, e solo in relazione a essi sarà dunque da affrontare, secondo nell'ambito della critica (critica letteraria), il contributo del fi il quadro generale che verrò schizzando, anche la questione della losofo marxista ungherese Gyòrgy Lukacs; tuttavia persino il esigenza metodologica accennata. così ingente e influente corpus dei suoi saggi critici va utilizzato Intento dell'autore del presente libro, ben consapevole dei con circospezione, se solo si pensa a come esso viene scanden limiti entro cui il libro si muove e senza alcuna pretesa di innova dosi disugualmente nel tempo e se ne tengono in conto genesi zioni di grido, è appunto quello di avviarla, di attivarla, non pun e decorso. Tramite il suo contributo critico Lukacs porta sì in tando ad altro che a un riordinamento funzionale dei principi essere qualcosa che per mole, qualità e ponderatezza nel marxi della estetica e della critica marxista. Una volta assodati, ricono smo non si era mai visto prima, ma lo fa poco alla volta, in fasi sciuti e riordinati questi principi, chiarezza mi sembra soprattut successive e tra loro diverse, ossia anche quando, all'inizio, egli to vada fatta dal punto di vista della metodologia, ossia sul piano non domina ancora criticamente bene tutto il campo o ne è di dei criteri del loro impiego in campo critico. Mettiamola così: il stratto e sviato da motivi polemici; oppure quando, in tarda età, marxismo ha la sua da dire nell'ambito della sfera delle arti, ma il con padronanza ormai sicura della teoria estetica marxista, i suoi modo in cui vuol dirla e la dice non si riduce certo a un assembra interessi si rivolgono prevalentemente ad altri campi, d'ordine mento di giudizi formulati a casaccio. Se ogni giudizio estetico etico-ontologico, e sui problemi della metodologia della critica (marxista) si fonda su principi (marxisti), i principi richiedono a egli non ha più tempo né modo di tornare, non comunque in for loro volta adeguati criteri di applicazione. Ora gli ingranaggi in ma programmatica. base a cui funziona questo meccanismo, presi uno per uno, sono Credo che ciò di cui oggi si sente più fortemente il bisogno o dovrebbero essere già parte del patrimonio di cultura di ogni sia una generalizzazione di questa esigenza metodologica rimasta marxista cosciente; siccome però non mi risulta siano mai stati a mezzo. Non mi si sbandieri davanti, per favore, la circostanza accorpati in una esposizione comune, credo e spero che una loro della crisi epocale del nostro tempo; non mi si dica che parlo di sintesi ordinata possa riuscire di qualche utilità: possa venire in cose superate, di dottrine scavalcate e definitivamente spazzate contro ai bisogni dei marxisti eventualmente dubbiosi o incerti; via dagli accadimenti del 1989-91 (dissoluzione dei paesi sociali possa, nel caso, servire a metterli meglio al riparo da ogni conte sti, cosiddetto "crollo dei muri", dominio mondiale incontrasta- stazione sia di pi ine ipio < In di UH lodo. 6 II MARXISMO E LE ARTI PREMESSA 7 Conformemente alla giusta osservazione critica rivolta da scardinamento storico di una ideologia, il trapasso da un'ideolo Gramsci a Croce, qui si terranno il più possibile distinti i compiti gia dominante a un'altra (non esistono ovviamente culture senza dell'estetica e della critica, riconoscendo come proprio della pri ideologie), fa da sé piazza pulita di tutte le acquisizioni prece ma «quello di elaborare una teoria dell'arte e della bellezza», denti. I marxisti ne sono così sicuri che, forti del loro metodo, e come proprio della seconda, della «critica in atto», quello di non hanno la benché minima intenzione di levare alte le mani «fare la storia dell'arte in concreto, delle "espressioni artistiche in segno di resa. Se nel corso del presente lavoro sono di con individuali"». A ragion veduta nel titolo del presente lavoro non tinuo chiamati in causa orientamenti di pensiero ostili o estra c'è la minima limitazione e preclusione del campo di problemi, nei al marxismo, è - si capisce - perché ciò riesce indispensabile di per sé senza limiti, che concernono l'arte. A quel «rapporto, al confronto. Mai però alcun confronto significa qui cedimen oggettivamente sussistente, tra arte e realtà», che la critica mar to, concessione. I tanti sforzi compiuti da critici sedicenti filo xista fin dai primordi mette al centro delle proprie considerazio marxisti di varia provenienza, specialmente francesi e americani, ni, qui si guarda solo in quanto tale «rapporto è il punto di par per scendere a patti con proposte del genere di quelle a sfondo tenza e il traguardo» di tutti i possibili «tipi di critica feconda» post-modernistico appaiono a chi scrive irrimediabilmente falli (Lukacs), a prescindere dal genere d'arte, dalle tematiche, dagli mentari; frontale, insuperabile, il cozzo con la loro mancanza di orientamenti stilistici volta a volta in questione; poiché l'auto senso storico e le loro approssimazioni relativistiche. nomia della creazione artistica in genere, non meno che quella Grava insomma sul marxismo la responsabilità di opporre il delle singole opere d'arte, restano per il marxismo un dato di fat suo metodo alle pseudo novità prospettate dalla maggior parte to e un presupposto fondamentale. della cultura d'oggi. Non c'è nulla di strano in questo, non vi si Severa sarà piuttosto, dal lato critico, la disputa con gli av cela alcun 'dogmatismo' sospetto. Né sotto il profilo ideologi versari. La impongono le circostanze odierne, deprimenti come co né sotto quello metodologico le procedure marxiste operano non mai, in modo che più non si potrebbe. Quando oggi, apren qualcosa di sconosciuto e inesistente nelle altre procedure. Solo do le riviste culturali e i libri storici e critici di maggior successo, che operano diversamente, su basi loro proprie. È proprio anche si viene subito travolti da un'orgia di inneggiamenti a modelli del marxismo un continuo bisogno di rinnovamento, di messa ermeneutici come quelli del post-strutturalismo e del post-mo a punto, di confronto. Metodologicamente non è il pluralismo dernismo, non può non sorgere qualche dubbio circa lo status di come tale che i marxisti respingono. Ben venga la pluralità delle sanità della ricerca. Anche studiosi aperti al nuovo provano un voci, quando serve; inoltre modi plurali di guardare alla realtà, senso profondo di frustrazione, di sbandamento. Possibile che diversità di impostazione e di giudizio, sussistono a buon diritto il secolo xxi si incammini così ciecamente verso dei 'post ' tanto - sono anzi sempre sussistiti - anche tra i marxisti stessi. Ma solo indeterminati, possibile che la cultura si arrenda tutta quanta, dall'uso consapevole del marxismo come metodo può derivare e senza riserve, a un tale relativismo senza principi? Non è questo venire assicurata l'unità nella diversità. solitamente il modello secondo cui la cultura procede. Persino Non aggiungo altro, salvo - del tutto a margine - un chia le rotture, gli sconvolgimenti rivoluzionari più spinti usano as rimento autobiografico, che spiega anche soggettivamente i sumere in essa un carattere dialettico, di sconvolgimenti che di motivi della genesi di questo libro. Due sono le ricerche cui ho struggono conservando e innalzando le acquisizioni del passato. atteso nell'ultima fase della mia attività, frutto entrambe del la Accade ci siano acquisizioni passate assurte di prepotenza a pa voro di una vita: una storia generale del cinema {Il cinema nella trimonio di metodo; in ogni caso i principi metodologici già ri cultura del Novecento. Mappa di una sua storia critica, Le Lette conosciuti validi non hanno la transitorietà degli abiti da passeg re, Firenze 2006, pp. 738) e una biografia intellettuale di Lukacs gio, non vanno e vengono con le mode. Né il sopravvenire dello {(iyoìgy l tikàcs e i [troh/emi del marxismo del Noiwcento, La Città 8 II MARXISMO E LE ARTI del Sole, Napoli 2009, pp. 550). Bene, pur apparentemente così distanti tra loro nel tema, esse sono in realtà tenute insieme dal I loro unitario metodo soggettivo di ricerca: proprio dall'uso ra CENNI SUL MARXISMO gionato di quella metodologia marxista che il presente testo si COME TEORIA GENERALE sforza, trattandola a sé, in forma separata, di mettere a fuoco e illustrare anche oggettivamente. Con l'occasione avverto che in taluni squarci dei capitoli I, III e V del testo sono rifuse sezioni Uno degli argomenti più diffusi su cui, prima dell'avvento di tre studi precedentemente apparsi nella rivista «Marxismo del pensiero classico tedesco, segnatamente della filosofia di He oggi» (X, 1997, n. 2, pp. 16-22, XVI, 2003, n. 2, pp. 121-132 gel, si usava far leva contro la filosofia come scienza era quello e XXIII, 2010, n. 3, pp. 17-29); che, dove nel testo è personal della molteplicità irriducibile delle sue forme, dei suoi significati mente chiamata in causa la figura di Lukacs, tengo presenti, e se e dei suoi esiti. Tante filosofie, altrettante verità, senza possibile del caso riproduco, pagine della mia testé citata monografia su conciliazione tra loro. Tutti sanno delle critiche che nelle Lezio di lui; e che lo stesso faccio, per le pagine sul cinema, con l'altra ni sulla storia della filosofia Hegel dirige a quest'ultima, la storia mia monografia citata. Quanto inoltre si legge qui al § 2 del cap. della filosofia, intesa come «filastrocca di opinioni», da taluni V corrisponde, salvo qualche variante e ritocco, alla sostanza di - sottolinea l'autore - definita addirittura «galleria delle paz un saggio cortesemente anticipato dal «Giornale critico della fi zie o almeno dei traviamenti dell'uomo». L'apparente contrasto losofia italiana» (XCI, 2012, fase, n, pp. 538-56). interno della locuzione di «storia della filosofia» (che cioè la fi losofia ha per scopo la verità assoluta, mentre la sua storia non Milano, maggio 2013 racconta che il transeunte, destinato a perire, sembrando così «offrire lo spettacolo di sempre nuovi mutamenti del comples so totale»), - questo contrasto si scioglie grazie alla distinzione da operarsi tra l'essenziale e l'inessenziale di una dottrina, tra la sua verità interiore e la sua storia esterna, come ben mostra a esempio, secondo Hegel, il caso del cristianesimo. Nonostante che la storia della filosofia sembri a prima vista costituita solo da fatti accidentali, di importante e imperituro resta in essa che la successione dei fatti mantiene comunque sempre un nesso con l'universale, cioè con il loro scopo, con la loro finalità ultima. Il marxismo non accetta questo genere di soluzione, perché - e lo prova già il linguaggio ("nesso con l'universale", "finalità ultima") - essa si fonda, idealisticamente, sulla ipostasi fantasti ca dello spirito come fonte di ogni processualità reale e quindi anche come giustificazione di una teleologia della storia. Non sussistendo non solo uno spirito trascendente, ma nemmeno un unico soggetto storico-sociale («considerare la società come un unico soggetto», afferma Marx nella introduzione ai Grundris- sc, «significa considerarla in modo falso, speculativo»), la verità non può inai avere per il marxismo il senso di verità assoluta, né 10 II MARXISMO E LE ARTI CENNI SUL MARXISMO COME TEORIA GENERALE 11 per la filosofia può parlarsi in esso, come fa Hegel, di «sistema la cosa stessa, semmai, ripetendola, variandola, la conferma e la organico della verità ». Ma anche se non si accetta Hegel o non se rafforza. Neanche qui deve accadere quanto Hegel denunciava ne seguono fino in fondo i suggerimenti, Hegel offre la chiave per perla storia della filosofia: che cioè la «diversità di sistemi» (per una corretta argomentazione del problema (una volta che la si noi, di marxismi) cui dà luogo sia accampata a pretesto per poter trasponga su basi materialistiche): la pluralità delle forme e delle meglio «in realtà lavarsene le mani». vie non cancella l'unitarietà della sfera di riferimento, semmai stimola la messa in chiaro delle tesi a confronto, smaschera pre 1. // retroterra storico-concettuale del marxismo come teoria giudizi, contribuisce a respingere scelte fasulle o interessate o che Le basi classiche del marxismo si trovano nelle idee dei suoi si provano sbagliate. D'altronde non credo venga più in mente fondatori, nelle teorie di Marx e di Engels. Avremo via via modo a nessuno l'idea scettica (di uno scetticismo paradossale, spinto di vedere quanto avanti essi si spingono anche sul terreno che ci fino alle sue estreme conseguenze) che, in ragione della pluralità riguarda, l'estetica, e non soltanto tramite giudizi occasionali. delle filosofie, non si abbia più da filosofare affatto. Di una teoria generale in loro mancano gli svolgimenti, non i Per la considerazione storiografica del marxismo si riprodu principi. Questi si collegano - direttamente o indirettamente, ce una situazione singolarmente analoga a quella testé schizzata. esplicitamente o implicitamente - al ricchissimo tessuto di ar Anche per esso si usa dire da ogni parte, e lo si dice proprio come gomentazioni e discussioni che entrambi ci hanno lasciato, e da arma critica contro di esso, che non esiste // marxismo, giacché lì debbono essere tratti fuori, organizzati e svolti in conformità di marxismi ne esistono tanti e diversi, che si annullano recipro con il nocciolo dei problemi che i vari campi della teoria volta per camente, anch'essi cioè - come le filosofie - l'uno inconciliabile volta scandagliano. Questioni come la natura del diritto e della con l'altro. Ora la molteplicità storica dei marxismi è un fatto in politica, della scienza e dell'arte, dell'etica e dei valori spirituali dubbio, facile da constatare e non contestabile da nessuno. Non in generale, anche se o dove non trovano un posto specifico nelle solo: ma è proprio questo riconosciuto stato di fatto che genera loro trattazioni, tornano in loro di continuo, con una pregnanza le perplessità maggiori, che suscita nei marxisti stessi sconforto e una rilevanza che inducono fin da subito i loro seguaci a tenta- e scoramento. Sorge così di riflesso un fenomeno di scetticismo mina per riprenderle, incanalarle, renderle internamente omo disincantato, supercilioso, le cui manifestazioni si traducono in genee e reciprocamente articolate, come se si trattasse già di fatto pronunciamenti di questo tenore: il marxismo non esiste o, dove di complessi dottrinali autonomi; complessi i quali, fondati su esso proclama di esistere, il suo concetto non ha senso; ciascuno basi materialistiche oggettive, si impongono con tanta più forza ha il diritto di essere marxista a modo suo e a suo piacimento; quanto più ci si innalza nella sfera dei valori oltre l'oggettività o ancora, da parte di intellettuali che pure lavorano nel campo materiale, fino a quelle sfere superiori, in cui le oggettivazioni del marxismo e con idee di matrice marxista, "io non sono mar appaiono con tutta evidenza come prodotti soggettivi, coscienti, xista", "non mi credo marxista", "non mi identifico con il marxi delle forze che li pongono in atto. La dialettica di soggettività e smo" ecc., fino alla ricorrente quanto scipita e insulsa boutade oggettività propria delle oggettivazioni umane domina dunque che neanche Marx era marxista, boutade la quale non corrispon già centralmente fin dalle prime formulazioni, ancorché non svi de affatto alle idee di Marx né merita si perda tempo in diatribe luppate ovunque a teoria, dei classici del marxismo. Ciò merita per confutarla. (Del resto, se Cristo avesse assistito alle azioni rilievo in specie per il fatto che tutta una lunga età della filosofìa e formulazioni teoriche di un qualsiasi papa, si sarebbe dichia europea moderna, da Dilthey a Simmel, da Husserl ai francesi rato senz'altro non cristiano.) Contro questo genere di pronun Derrida e Deleuze, vive con la costante preoccupazione di difen ciamenti va replicato esattamente come sopra circa le filosofie: dersi per un verso « ioni io la naturalizzazione positivistica della la molteplicità dei modi di guardare a una cosa non sopprime vita e dello spirilo-, pei l'altro contro «la minaccia storicisti- 12 II MARXISMO E LE ARTI CENNI SUL MARXISMO COME TEORIA GENERALE 13 ca» (Derrida). Senza sua colpa, del tutto a torto, il marxismo fa E proprio in ragione di questa assenza di principi che il mar le spese delle due accuse insieme, quasi che esso costituisse una xismo della II Internazionale va incontro a deformazioni e pro minaccia - altrettanto naturalistica che storicistica - contro la fondi sfìguramenti, sia dal punto di vista politico sia da quello vita dello spirito. filosofico. Pesano soprattutto i gravi limiti economicistici in cui Vero che la dottrina dei classici non ha saputo imporsi con incappa quel marxismo, segnatamente i seguenti: che la teoria la fermezza dovuta. Molte circostanze hanno giuocato a sfavore di Marx vi viene ricondotta e ridotta al solo campo economi di un suo corretto chiarimento. Anzitutto quella che, non essen co; che di essa vi si fa una dottrina unilineare, dove l'economia do mai riusciti Marx e Engels, per motivi indipendenti dalla loro determina rigidamente tutti gli altri piani della realtà (determi volontà, a portare a compimento la costruzione di un sistema nismo d'ordine filosofico, fatalismo in campo politico); peggio filosofico del marxismo, i marxisti venuti dopo di loro si sono ancora, che una volta interpretatala in tal modo e dichiaratane trovati assai spesso spiazzati e indifesi nei confronti degli avver l'incompletezza, vi si postula l'esigenza di un 'completamento' sari, privi di un sistema dottrinale da opporre alle loro critiche; dall'esterno nel senso testé accennato. donde incertezze, passi falsi, equivoci, causa degli sfìguramenti Certo sarebbe ingiusto dire di un Bebel o di un Liebknecht, teorici provocati nel marxismo da quegli elementi allotri, estra di Kautsky o già anche di Lassalle, che essi, per via dei loro er nei alla sua essenza, che in una fase ben precisa della ripercus rori durati una vita, non sono stati buoni socialisti in lotta, an sione ideologica delle lotte di classe, e segnatamente durante il corché nebulosamente, per la emancipazione rivoluzionaria del periodo della II Internazionale (dagli anni della sua fondazione proletariato. I documenti storici, la loro prassi politica concre fino a tutta la prima guerra mondiale), si sono venuti insinuando ta smentirebbero siffatti giudizi. Ma se, in luogo dello slancio e fissando nella dottrina, corrodendola come un tarlo. soggettivo pratico, al centro della riflessione mettiamo, come è La controversia investe direttamente la questione di vecchia indispensabile si faccia qui, i principi, allora appare innegabile data circa la valenza dello statuto teorico del marxismo, cioè a dire che il nesso tra movimento operaio, risveglio delle masse prole l'ampiezza del suo raggio di incidenza, il suo ambito di applicabi tarie all'autocoscienza e all'azione e principi teorici resta in loro lità alle varie discipline e le sue correlative potenzialità scientifiche. sempre superficiale. Vero punctum dolens per tutti è proprio la Il sociologismo volgare largamente invalso con la II Internaziona teoria. Da studioso della storia della socialdemocrazia tedesca, le (e protrattosi poi ben oltre quel periodo, fino a inglobare anche Mehring non ha difficoltà ad ammettere che, anche nella fase del gran parte dello sviluppo del marxismo sovietico nel periodo sta suo maggior fulgore, la prassi della socialdemocrazia «era molto liniano) tagliava corto senza troppi complimenti, riconoscendo al più avanzata della teoria»; che anzi, in fatto di teoria, «l'intero marxismo dignità di scienza solo sul piano economico e, privo di modo di pensare del comunismo scientifico [...] le mancava quasi un sistema dottrinale in proprio, andandosi a incagliare per il re completamente»1. Né Lassalle, con i suoi seguaci e successori, sto nelle secche di quell'eclettismo incoerente, secondo cui occor né la stragrande maggioranza dei marxisti della II Internaziona rerebbe 'completare' le dottrine economiche di Marx dall'esterno, le - come Lenin comprende bene - sono penetrati dalla teoria a esempio con Mach sul piano fisico, con Kant sul piano etico e, di Marx fino al punto di fare di essa la base generale della loro su quello estetico, con un mélange tra le teorie kantiane e le teorie concezione del mondo. Sia gli uni che gli altri, pur da matrici positivistiche dell'arte {inprimis, la teoria del milieu sociale di Tai- ne): si pensi particolarmente allo sviluppo che le tradizioni della 1. F. MEHRING, Geschichte der deutschen Sozialdemokratie [1897-98], in Ge- socialdemocrazia russa hanno avuto in Plechanov e quella della so sammelte Schrifteti, lirsg. von Ih. Hohle/H. Koch/J. Schleifstein, Dietz Ver- cialdemocrazia tedesca in Franz Mehring. (Vedremo più da presso lag, Berlin 1960-78, II.ile I .' (i In- i|iii cito nella trad. di M. Montinari, Storia i termini della questione nel cap. II.) della s<n ia/tleiiioi la: la IIAIM .<, I iluoi i Rumili, HOULI 19682, II, p. 477). 14 IL MARXISMO E LE ARTI CENNI SUL MARXISMO COME TEORIA GENERALE 15 opposte, finiscono nelle stesse secche: l'accettazione del collega hanno entro il contesto del marxismo della II Internazionale. mento immediato tra categorie ideali e storia o tra scienza e fatti, Proprio come buon conoscitore della socialdemocrazia europea, l'incapacità di sollevarsi al punto di vista - in cui Marx e Engels, come vivace corrispondente dei suoi rappresentanti di maggior poi Lenin, sono maestri - donde cogliere le linee direttrici del prestigio, e in rapporto personale con parecchi di loro, Labrio processo storico concreto. la non tarda a farsi un quadro preciso dello stato culturale della Lungo, lento e faticoso sarà per il marxismo il cammino di situazione, dal periodo di Lassalle in avanti. Questo quadro gli ripresa. La convinzione esternata da Engels a Conrad Schmidt, appare subito fosco. Il marxismo naviga in cattive acque; troppe nella sua lettera del 17 ottobre 1889, che per esso «sul piano teo magagne, teoriche e pratiche, lo affliggono. Quattro, schemati retico c'è ancora tanto da fare», che in specie circa il nesso della camente, i poli negativi di riferimento, tutti variamente carat storia economica «con quella politica, con la storia del diritto, teristici del marxismo della II Internazionale, con cui si trova a della religione, della letteratura e della civiltà in generale [...] confrontarsi Labriola nel suo decennio di operosità marxista: la solo un chiaro sguardo teoretico è in grado di indicare la strada persistenza entro il marxismo di eredità della tradizione lassal- nel labirinto dei fatti»1, - questa convinzione sarà destinata a liana (nonostante il diuturno e pugnace impegno di Engels nella protrarsi ancora per decenni. A fine secolo, la figura marxista di battaglia per la sua liquidazione); la fragile e filosoficamente in maggior spicco nel campo della teoria, grazie anche agli stretti consistente ortodossia di Kautsky; la piega scientificizzante (filo rapporti intrattenuti con Engels, resta l'italiano Antonio La positivistica) impressa al marxismo da Plechanov; e, sul declino briola. Solo o quasi solo egli intuisce la necessità di reagire con del secolo, la crisi revisionistica promossa da Bernstein. Sostan vigore alla proclamata "crisi del marxismo" da entrambi i Iati che zialmente egli assiste, preoccupato, allo sfrangiamento teorico ne pregiudicano la consistenza, ossia la volgarizzazione sociolo e politico del partito in Germania, vede i suoi dirigenti sempre gica dei suoi principi e l'avanzata a tutto campo delle tenden più in difficoltà a fronteggiare i sintomi di una crisi che avanza ze del "revisionismo". Credo siano fuori dubbio per chiunque rovinosa, soprattutto si rende conto dell' impasse nei rapporti tra la statura e la cultura dell'uomo. Formatosi tramite la filosofia dirigenti, base sociale e intellettuali: si pensi solo all'imbarazzo classica tedesca, Labriola entra in contatto con il mondo politico di Kautsky - scaltrito tattico, ma poco a suo agio con la teoria e e culturale della socialdemocrazia europea, soprattutto austro- la filosofia - di fronte all'offensiva dei socialpositivisti e dei revi tedesca. Le ricerche storiografiche sulla sua 'fortuna' evidenzia sionisti; o ai disaccordi e ai contrasti tra i socialdemocratici sul no il giro vastissimo dei suoi interlocutori epistolari (da Viktor cosiddetto Akademikerproblem (Labriola vi interviene polemi Adler a Wilhelm Ellenbogen, da Liebknecht a Bebel, da Kautsky camente una volta, con lettera pubblica del 4 dicembre 1894), a Bernstein), il prestigio di cui egli gode in quell'ambiente, i giu problema che nella socialdemocrazia tedesca rispunta di conti dizi positivi che su di lui esprimono non solo Werner Sombart o nuo, senza mai ricevere soluzione. Franz Mehring, ma personalità marxiste del calibro di Engels e, L'apporto filosofico di Labriola va visto su questo sfondo, in Russia, di Trockij e Lenin. entro questo contesto, e giudicato in relazione alla natura delle Il punto che si tratta qui di mettere bene a fuoco, come de tendenze culturali che vi predominano e vi si scontrano. Lungo terminante per la comprensione della specificità della sua figu il corso della critica implacabile che egli conduce del marxismo ra e del suo ruolo, è il carattere anomalo che tale ruolo e figura della II Internazionale, in battaglia perenne contro le sue insuf ficienze, le sue degenerazioni, le sue incoerenze eclettiche, il suo confusionismo teorico, proprio la teoria fa in lui da leva per il 1. K. MARX - F. ENGELS, Werke (MEW), Dietz-Vcrlag, Berlin 1958-83, Bel. 37, pp. 290-1 (trad. MARX-ENGELS, Opere, Editori Riuniti, Roma 1972 sgg., rilancio del marxismo. I la rilievo anzitutto la questione della li XLVIII, p. 311). nci di continuità «oli li Imiti classiche, in aperto dissenso dalla 16 IL MARXISMO E LE ARTI CENNI SUL MARXISMO COME TEORIA GENERALE 17 vulgata della tradizione socialdemocratica tedesca e del sociali intenderla tutta integralmente», che essa «è sempre tutta d'un smo italiano. Nessuno dei marxisti della II Internazionale, nem pezzo, e poggia tutta sul processo di formazione e trasformazio meno Mehring, appare mai davvero ben compreso del senso, ne della società» ', gli dischiude la prospettiva di una altrettanto dell'essenza e del raggio di incidenza della teoria di Marx; Io è integrale concezione del marxismo, e non solo come metodolo invece, e a fondo, Labriola, sebbene non riesca neanche a lui di gia per la ricerca storica o, alla Mehring, come « metodo scienti sviluppare a fondo la teoria: sebbene - voglio dire - neanche lui fico», bensì come dottrina. «In fondo al Marxismo - ribadisce trovi il modo o la possibilità o la capacità di farlo, come faran con forza nella quinta lettera a Sorel - ci son dei problemi gene no in seguito Gramsci e Lukacs. Vantaggi e svantaggi della sua rali; e questi si aggirano, per un verso su i limiti e su le forme del lezione derivano da qui. «Perché il Labriola e la sua impostazio conoscere, e, per un'altra parte, su le attinenze del mondo uma ne del problema filosofico hanno avuto così scarsa fortuna?», si no col resto del conoscibile e del conosciuto». Dei «tre ordini domanda Gramsci in una nota pagina dei Quaderni del carcere. di studii» cui mette capo il materialismo storico, il terzo (dopo Perché - argomenta, utilizzando un suggerimento della Luxem- i due che riguardano la preparazione pratico-politica delle armi burg - gli interessano non le circostanze immediate della lotta, i per la lotta e il rinnovamento degli indirizzi della storiografia) «problemi di tattica», ma la strategia, «la lotta per una cultura «consiste nella trattazione dei principii direttivi», a compren superiore autonoma», quale si addice alla fase del rovesciamen dere e a svolgere i quali occorre, appunto, una «generale orien to del rapporto egemonico tra le classi: tazione» (marxismo come «tendenza filosofica nella veduta ge nerale della vita e del mondo»)2. Labriola ci batte e ribatte; la Ma - sono le parole di Gramsci - dal momento in cui un gruppo ricerca del supporto di una linea teorica organica, secondo prin subalterno diventa realmente autonomo ed egemone suscitando cipi, è in realtà l'istanza più di continuo e più uniformemente un nuovo tipo di Stato, nasce concretamente l'esigenza di costru ricorrente nella sua teoria marxista. ire un nuovo ordine intellettuale e morale, cioè un nuovo tipo di Ora la teoria - componente imprescindibile della rivoluzio società e quindi l'esigenza di elaborare i concetti più universali, ne - ha da guardare sempre più in là delle contingenze immedia le armi ideologiche più raffinate e decisive. Ecco la necessità di te. Ne va preservato e fatto valere in ogni circostanza il nucleo rimettere in circolazione Antonio Labriola e di far predominare strategico, ne va sceverato e trattenuto l'essenziale, mentre tutti la sua impostazione del problema filosofico1. i suoi aspetti collaterali di propaganda, di tatticismo pragmatico (così cari ai riformisti nostrani e a tante altre frange del movi « Lotta per una cultura superiore autonoma » : questo - se mento socialista internazionale) vanno messi risolutamente da condo il felicissimo slogan gramsciano - l'impegno teorico di parte. Se, per disgusto nei confronti delle ambiguità e dei com Labriola. A centro del suo lavoro egli eleva l'esigenza di muovere promessi opportunistici delle sfere dirigenti del socialismo, egli da una visione filosofica ampia, chiara e lungimirante, fondata su ripara a un certo punto dalla politica negli studi, questa scelta principi, cioè dal marxismo come concezione generale del mon non comporta da parte sua rassegnazione alcuna; essa non signi do; o, detto altrimenti, da una chiara comprensione dell'essenza fica una ritirata, meno che meno una resa; anzi, proprio soltanto della teoria marxista, intesa per quello che essa è in se stessa, per in grazia della sua ferma, isolata e solitaria concentrazione sulla ciò che esprime, per il campo (universale, in linea di massima) teoria e della rottura aperta con le tendenze alla moda, egli può che, come teoria, essa abbraccia. Il principio della fondamentale diventare quella figura eminente del marxismo italiano che tutti unitarietà della scienza della storia, che cioè la storia «bisogna 1. A. I.AHKIOI A, .V./fi;/ uil materialismo storico, a cura di V. Gerratana e A. 1. A. GRAMSCI,Quaderni del carcere, a cura di V. Gerratana, F.inaiuli, forino Guerra, Iditoii Umilili. KOIII.I l'Jivl.pp. 16,83. 197S,II,pp. 1S08-9. .». /W.pp. IH.\.M"
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