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Il linguaggio. Strutture linguistiche e processi cognitivi PDF

156 Pages·2006·1 MB·Italian
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Laudanna-Voghera.QXD 21-02-2006 20:21 Pagina I Manuali Laterza 227 Laudanna-Voghera.QXD 21-02-2006 20:21 Pagina II © 2006, Gius.Laterza & Figli a cura di Prima edizione 2006 Alessandro Laudanna e Miriam Voghera Il linguaggio Strutture linguistiche e processi cognitivi Editori Laterza Laudanna-Voghera.QXD 21-02-2006 20:21 Pagina IV Introduzione di Alessandro Laudanna e Miriam Voghera Proprietà letteraria riservata L’idea di questo libro nasce da una serie di riflessioni svolte sia all’in- Gius. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari terno delle nostre rispettive attività scientifiche e didattiche, sia nel corso della comune partecipazione a progetti di ricerca. Nel corso di Finito di stampare nel marzo 2006 Poligrafico Dehoniano - queste attività ci è capitato spesso di rilevare quanto sarebbe auspica- Stabilimento di Bari bile una più fitta collaborazione tra approcci diversi allo studio del lin- per conto della guaggio, in primistra linguistica e psicologia del linguaggio. L’auspicio Gius. Laterza & Figli Spa è fondato almeno su due motivazioni che riteniamo pienamente fon- CL 20-7940-2 date. In primo luogo, una maggiore collaborazione potrebbe assolve- ISBN 88-420-7940-5 re la funzione di una migliore chiarificazione concettuale, permetten- do ai temi di ricerca propri di ciascuna delle discipline di trovare una migliore definizione con l’aiuto dell’altra: come spesso accade nella ri- cerca, infatti, gli steccati disciplinari impediscono di scorgere come gli oggetti di interesse di due settori di studio in realtà non rappresentino altro che livelli di analisi diversi degli stessi fenomeni. In secondo luo- go, la collaborazione sarebbe auspicabile perché, probabilmente, le È vietata la riproduzione, anche delucidazioni concettuali di cui si diceva potrebbero portare ad au- parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche mentare il potere esplicativo interno a ciascuna disciplina. ad uso interno o didattico. Dobbiamo aggiungere che talvolta ci è anche capitato di consta- Per la legge italiana la fotocopia è lecita tare con piacere che la collaborazione tra studiosi di linguistica e di solo per uso personale purché psicologia del linguaggio si è senz’altro accresciuta nel corso dell’ul- non danneggi l’autore. Quindi ogni timo decennio e che più numerose sono diventate le occasioni di di- fotocopia che eviti l’acquisto battito per scambi di idee e conoscenze. Si è creata, per dir così, una di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo certa consuetudine al contatto che non solo fa sì che termini, nozio- di trasmettere la conoscenza. ni e temi di ricerca delle due discipline siano spesso condivisi, ma tal- Chi fotocopia un libro, chi mette volta determina anche il travaso di risultati e acquisizioni e interpre- a disposizione i mezzi per fotocopiare, tazioni di dati da una disciplina all’altra. chi comunque favorisce questa pratica Tuttavia, se dall’osservazione generale si passa ad un esame più commette un furto e opera ai danni della cultura. attento ci si accorge che il contatto è tuttora circoscritto a livelli e set- Laudanna-Voghera.QXD 21-02-2006 20:21 Pagina VI VI Introduzione Introduzione VII tori estremamente specialistici della ricerca. Ciò fa sì che si creino oggetti di analisi diviene inevitabilmente multidimensionale, o non gruppi di ricerca molto avanzati in alcuni settori o su singoli temi o coincidente con le dimensioni tradizionali: ad esempio, per la psico- progetti di ricerca, ma al contrario manchi, o sia ancora rara, l’abi- logia del linguaggio costrutti quali «rappresentazioni ortografiche» o tudine a integrare i punti di vista propri della linguistica e della psi- «lessico di output» o «strategia di parsing» si presentano come ogget- cologia del linguaggio nella comune pratica della ricerca di base. Ciò ti di studio del tutto legittimi e fecondi dal punto di vista euristico. è ancor più vero se passiamo dal terreno della ricerca a quello della La suddivisione qui proposta, quindi, non presume né che le di- formazione universitaria e post-universitaria, sia per quanto riguar- mensioni di analisi scelte siano le uniche possibili né che il linguaggio da la presenza di corsi, sia per i materiali didattici disponibili. Quan- e le lingue debbano necessariamente essere concepiti come rigide to al primo punto, basti pensare alle note difficoltà ad inserire corsi strutture a blocchi. In altre parole, i livelli di analisi che qui presen- a cavallo di ambiti disciplinari diversi;per quanto riguarda il secon- tiamo non solo non esauriscono l’insieme dei punti di vista dai quali do, gli strumenti didattici, esistono naturalmente numerosi manuali si possono indagare le lingue e il linguaggio, ma la stessa partizione da di linguistica e di psicologia del linguaggio, ma essi non sono sempre noi effettuata può in alcuni casi apparire inadeguata e riduttiva ri- sufficientemente agili per studenti che non vogliano diventare esper- spetto alla complessità dei fatti linguistici. Proprio perché consape- ti linguisti o esperti psicologi, e che tuttavia desiderino conoscere le voli del fatto che molte altre scelte sarebbero state possibili, vogliamo teorie, i metodi e i problemi empirici delle due discipline. citarne alcune: tra le aree nelle quali tradizionalmente si suddivide lo È sulla base di queste considerazioni che abbiamo pensato fosse studio del linguaggio è qui assente la pragmatica; l’acquisizione del utile raccogliere i capitoli di linguistica e psicologia del linguaggio linguaggio, che storicamente ha così profondamente inciso nelle svol- qui presentati, affidando ad essi la funzione di fornire un panorama te paradigmatiche delle due discipline, non è stata esplicitamente te- aggiornato dei principali temi di ricerca nelle due discipline. I capi- matizzata; dal punto di vista degli approcci e dei metodi, sui quali ri- toli, come diremo meglio tra breve, non hanno lo scopo di offrire torneremo più oltre, avremmo potuto concedere più spazio alla si- uno stato dell’arte esaustivo nelle aree di indagine considerate, quan- mulazione su calcolatore dei processi linguistici, che negli ultimi due to quello di mettere a fuoco le questioni più dibattute e di maggiore decenni è stata adottata in misura crescente soprattutto dagli psico- attualità. Si è quindi cercato da un lato di presentare alcuni risultati logi, ma anche dai linguisti, seppure in forme più limitate. che si considerano oramai acquisiti, dall’altro di discutere critica- La suddivisione che abbiamo scelto ha voluto privilegiare la ri- mente i nodi ancora irrisolti e più dibattuti nella letteratura scienti- partizione tradizionale, presente in tutta la manualistica più diffusa, fica. Ciascun autore ha di fatto approfondito gli ambiti più proble- e favorire, quindi, una certa «riconoscibilità» dell’ambito indagato matici, e perciò stesso più interessanti, all’interno delle varie dimen- che potesse essere trasparente sia per gli studenti sia per i lettori non sioni di analisi. specialisti interessati a questi argomenti. Le peculiarità dei capitoli La scelta degli ambiti presentati indubbiamente non esaurisce l’in- qui raccolti e i loro numerosi rimandi interni, che riguardano argo- sieme delle possibili dimensioni di analisi delle lingue e del linguag- menti e nozioni trattati in più capitoli, guideranno il lettore a cogliere gio. Tanto la linguistica quanto la psicologia del linguaggio hanno ne- le intersezioni tra le varie dimensioni, permettendogli di «ricostrui- gli ultimi anni sottolineato come le tradizionali partizioni della lin- re» a posteriori, induttivamente, la complessità dei fatti indagati. guistica, che sono state assunte anche dalla psicologia del linguaggio Il volume è idealmente costruito in modo da presentare coppie in una fase iniziale della sua storia, siano spesso inadeguate a descri- di saggi di linguistica e psicologia del linguaggio sulle varie dimen- vere la complessità dei fenomeni linguistici. Sempre più spesso si sot- sioni di analisi delle lingue: fonologia, morfologia, semantica, lessico tolinea – e i saggi qui raccolti ne sono una testimonianza – che non so- e sintassi. L’unica eccezione è costituita dai primi due saggi dedicati lo la spiegazione di una determinata struttura o di un determinato alla fonetica e all’ortografia. Nel primo caso, la presenza di un uni- processo di elaborazione coinvolge contemporaneamente più di- co capitolo è giustificata dal fatto che, per quanto concerne la fone- mensioni (lessico e semantica, fonetica e fonologia, morfologia e fo- tica, la divaricazione di approcci, teorie e metodi tra linguistica e psi- nologia, sintassi e pragmatica, ecc.), ma che la definizione stessa degli cologia del linguaggio è molto meno marcata che nelle altre aree trat- Laudanna-Voghera.QXD 21-02-2006 20:21 Pagina VIII VIII Introduzione Introduzione IX tate nel volume. Nel caso dell’ortografia, invece, ci troviamo di fron- Anche il termine processo, nonostante il largo uso che ne viene fat- te a uno di quei casi, citati in precedenza, nei quali un oggetto di stu- to in psicologia, non ha un significato del tutto univoco. Tuttavia, an- dio è tematizzato esplicitamente come tale solo all’interno di una che in questo caso potremmo individuare un nucleo di significato delle due discipline: la psicologia del linguaggio. condiviso tra i vari usi, sostenendo che con tale termine si intende l’in- sieme dei meccanismi cognitivi che permettono o di trasformare uno Come si vedrà dalla lettura dei vari capitoli, molti dei temi affronta- stimolo esterno (ad esempio, una parola scritta) in una corrispon- ti fanno emergere con forza i diversi punti di vista delle due disci- dente rappresentazione mentale (ad esempio, il significato di quella pline e richiamano problemi di definizione stessa dell’oggetto di stu- parola), ovvero di trasformare una rappresentazione mentale (ad dio. La ricchezza teorica di entrambe le discipline e la varietà degli esempio, l’immagine mentale del volto di una persona nota) in un’al- approcci adottati sono tali da non consentire l’attribuzione di facili tra rappresentazione mentale (ad esempio, il nome di quella persona). etichette ai punti di vista loro propri. È difficile pensare infatti alla La distinzione tra strutture e processi, come abbiamo già accen- linguistica e alla psicologia del linguaggio come a due insiemi omo- nato, non deve essere intesa come una rigida dicotomia, né per quan- genei al loro interno. Almeno in linea di principio, tuttavia, possia- to riguarda gli oggetti di indagine della linguistica e della psicologia mo individuare alcuni nuclei di interesse propri delle due discipline, del linguaggio, né per quanto riguarda gli aspetti più propriamente che nell’insieme le connotano. Tradizionalmente la linguistica studia definitori di tali oggetti. Come si può chiaramente constatare pro- la storia, gli usi, ma soprattutto le strutture delle lingue e del lin- prio a partire dai contributi qui raccolti, vi è un continuo riferimen- guaggio. La psicologia del linguaggio è interessata principalmente to – sia nei capitoli di linguistica sia in quelli di psicologia del lin- alle rappresentazioni e ai processi mentali implicati nella compren- guaggio – tanto alle strutture quanto ai processi o, meglio, all’inte- sione, produzione e acquisizione del linguaggio. razione tra dato strutturale ed elaborazione del dato nella realizza- Ci è sembrato quindi di poter individuare nella coppia di termi- zione dei processi linguistici e linguistico-cognitivi. Ciò avviene in ni strutturee processila coppia che più immediatamente caratteriz- misura diversa in rapporto alle opzioni teoriche assunte dai vari au- za gli oggetti di indagine più tipici della linguistica e della psicologia tori, al tipo di oggetti e alle dimensioni indagati, al diverso incre- del linguaggio. Non tutta la linguistica né tutta la psicologia del lin- mento di conoscenze nelle varie aree di ricerca e, infine, in rappor- guaggio si identificherebbero totalmente negli obiettivi designati da to anche alle loro diverse tradizioni. questi due termini, ma certamente le due discipline trovano in essi Nella linguistica, per esempio, sono presenti aree in cui vi è tra- parte della loro ragion d’essere e delle loro fondamenta. Ciò non im- dizionalmente una maggiore attenzione al rapporto tra sistema e uso, plica, ovviamente, che strutture e processi siano i primitivi di teorie tra languee parole, tra competenza ed esecuzione: si pensi alla fone- universalmente accettate, dato che la loro stessa definizione non è tica e alla fonologia, ma anche alla semantica e al lessico. Si tratta di priva di problemi. dimensioni linguistiche in cui il rapporto tra aspetti sostanziali e for- Il termine struttura, infatti, può avere all’interno delle teorie lin- mali del linguaggio appare più difficilmente distinguibile o, meglio, guistiche significati diversi identificando di volta in volta fatti di lan- più costitutivamente correlato, come dimostrano anche i relativi ca- gue, cioè costruzioni linguistiche astratte prevalentemente determi- pitoli in questo volume. nate dal rapporto sociale tra parlanti, o elementi di competenza, cioè costruzioni cognitive innate determinate dalla facoltà del linguaggio Una misura del contatto sempre maggiore tra linguistica e psicolo- o, ancora, elementi linguistici identificati sulla base dell’uso che ne gia del linguaggio è la diffusione di una terminologia di base comu- fanno i parlanti per realizzare le principali funzioni comunicative. ne e la condivisione di molte nozioni chiave. Sempre più spesso nei Benché i punti di vista adottati siano diversi tra loro, ciò che acco- saggi di linguistica si fa riferimento alla rilevanza di componenti co- muna i vari approcci è la ricerca di elementi sistematici e discreti sul- gnitive, e termini come memoria, elaborazione (processing), parsing, la base dei quali i parlanti costruiscono la complessa rete di inva- lessico mentale, sono diventati usuali. Allo stesso modo, nozioni di rianze che costituisce la grammatica di ogni lingua. linguistica quali tratto, parametro, costituente, e così via, sono parte Laudanna-Voghera.QXD 21-02-2006 20:21 Pagina X X Introduzione Introduzione XI dell’armamentario abituale di ampi settori della psicologia del lin- cialistici della metodologia, ma coinvolgono questioni più generali guaggio. Nei casi più felici, la psicologia e la linguistica si sono ar- relative al tipo e alla diversa osservabilità dei dati (Acquaviva 2000; ricchite vicendevolmente. È successo talvolta che alcune nozioni ela- Berruto 2004; Lepschy 2002; Voghera in corso di stampa). Si tratta borate in ambito linguistico siano state produttivamente importate di diversità, per così dire, costitutive, non solo legittime ma in molti nella psicologia cognitiva del linguaggio, ricevendo una conferma casi proficue proprio perché permettono di affrontare i fatti lingui- del loro ruolo anche come unità di elaborazione del linguaggio (si stici da punti di vista diversi: non crediamo infatti che sia un obiet- pensi alle nozioni di sillaba o di morfema); così come, d’altro canto, tivo scientifico da perseguire la reductio ad unumné dal punto di vi- nozioni derivanti dall’apparato teorico classico della psicologia del sta teorico né metodologico. Tuttavia, riteniamo, che si possano fa- linguaggio sono diventate elementi di discussione dai quali la lin- re dei passi in avanti nella discussione comune. guistica può ormai difficilmente prescindere (è il caso della già cita- Indicheremo a mo’ di esemplificazione solo due punti tra i tanti ta nozione di lessico mentale). possibili. Un primo punto riguarda la necessità di lavorare insieme Sarebbe tuttavia un errore credere che le due discipline procedano su una migliore definizione dei livelli di pertinenza per l’analisi dei di concerto o congiuntamente. Nonostante molte nozioni della lingui- vari fenomeni. Le ricerche linguistiche e di psicologia del linguaggio stica e della psicologia del linguaggio siano entrate in contatto, arri- degli ultimi anni hanno mostrato che l’allargamento del contesto lin- vando ad essere pienamente condivise, le due discipline appaiono an- guistico, o l’attenzione verso lo studio dell’interazione tra livelli di cora distanti quanto all’approccio ai dati. Se da un lato questa diver- elaborazione diversi, apre nuove prospettive per la comprensione sità è necessariamente connessa alla diversità di obiettivi, dall’altro es- dei fenomeni indagati: si pensi per esempio al ruolo del contesto sin- sa pone a volte problemi di comunicazione tra i due ambiti di ricerca. tattico nel determinare il riconoscimento di un’unità lessicale, al ruo- In prima battuta, possiamo dire che la psicologia del linguaggio lo che la prosodia della frase può avere nei processi di risillabifica- si presenta più omogenea al suo interno dal punto di vista metodo- zione delle parole o, ancora, al ruolo che la distribuzione dell’infor- logico. Pur nella diversità dei metodi propri alle diverse aree inda- mazione (per esempio la suddivisione in topic e comment) ha nella gate, negli studi di psicologia del linguaggio c’è un’accettazione pres- costruzione sintattica della frase. L’insieme di questi dati mostra la soché unanime del metodo sperimentale e la condivisione di proce- necessità di incrementare il lavoro comune su una migliore delimi- dimenti di raccolta e di trattamento dei dati. Ciò non avviene nei la- tazione dei livelli di pertinenza della ricerca sulle strutture e i pro- vori di linguistica, che possono presentare molte e sostanziali diver- cessi di base. sità non solo nella metodologia usata, ma in ciò che si considera da- Un secondo punto riguarda il peso e il ruolo da assegnare alla va- to (si vedano gli articoli contenuti nella rivista «Lingue e linguaggio» riabilità interlinguistica e intralinguistica. Non vi è dubbio che la 2003; 2004). È noto, per esempio, che la linguistica generativa basa scelta degli elementi pertinenti del fenomeno indagato avvenga solo le sue ipotesi teoriche e la loro verifica su dati provenienti da un pro- all’interno di ciascuna teoria scientifica, che per definizione indivi- cesso di controllo con le conoscenze grammaticali dei parlanti: i da- dua le classi di dati per essa rilevanti, facendo astrazione dagli ele- ti sono essenzialmente costituiti da ciò che i parlanti sanno della lin- menti contingenti o spuri. Inoltre, il vaglio delle ipotesi scientifiche gua più che da ciò che i parlanti fanno con la lingua. Al contrario, la di una teoria deve spesso avvenire su un insieme di dati che sono pro- linguistica di tipo funzionalista o, più generalmente, variazionista, dotti in un ambiente controllato, o sono specifici di certe condizio- basa le sue ipotesi teoriche sulla raccolta di usi linguistici, cioè su ciò ni date. Ciò rappresenta un passaggio in molti casi utile e necessario. che i parlanti fanno con la lingua. Il dibattito su questi temi è vivace Inoltre, esistono in alcuni casi delle limitazioni oggettivamente e continuo e coinvolge molteplici aspetti epistemologici, teorici e determinate dal contesto d’analisi. Basti qui semplicemente citare gli metodologici (si vedano tra gli altri i recenti contributi di Newmeyer studi di afasiologia, che inevitabilmente si basano su quantità e qua- 2003, 2005; Clark 2005; Laury e Ono 2005). lità di dati che sono quelle vincolate agli specifici patternsdi distur- Le diversità tra le due discipline e tra i vari approcci della lingui- bi che i singoli pazienti analizzati permettono di osservare. È anche stica non riguardano tanto – come è ovvio – gli aspetti più fini e spe- vero, tuttavia, che se il tentativo è quello di conseguire teorie del lin- Laudanna-Voghera.QXD 21-02-2006 20:21 Pagina XII XII Introduzione Introduzione XIII guaggio sempre più ampie e integrate, non ci si può limitare a colle- la ricerca in psicologia del linguaggio ha cercato di volta in volta di zionare fenomeni isolati, ma bisogna tentare, per quel che è possibi- discriminare in quali componenti (lessicale, semantico morfologico le, di inserire i risultati ottenuti in contesti diversi all’interno di un sintattico) del sistema di elaborazione del linguaggio il trattamento quadro concettualmente coerente. Tale aspirazione dovrebbe valere dell’informazione su nomi e verbi differisce in modo significativo. sia per quel che concerne la generalizzazione dei risultati sperimen- Affermare che su tale argomento si è verificata una produttiva in- tali agli usi spontanei del linguaggio, sia per quanto attiene all’inter- terazione tra apporti disciplinari diversi non significa che il quadro pretazione di dati che, pur avendo un comune oggetto linguistico, si disegnato da tali ricerche sia del tutto coerente, né che in esso non riferiscono a compiti diversi, che presumibilmente investono com- vi siano anche punti di divergenza. Se si valutano i dati psicolingui- ponenti almeno in parte diverse del sistema di elaborazione del lin- stici e neuropsicologici, ad esempio, vi sono pochi dubbi sul fatto guaggio. Per il primo punto – la generalizzazione – basti pensare al che la distinzione tra nomi e verbi sia rappresentata nel lessico men- fatto che le lingue sono oggetti intrinsecamente variabili, le cui ma- tale e che informi i processi di elaborazione del linguaggio, in com- nifestazioni sono profondamente influenzate dalle condizioni enun- piti sia di produzione che di comprensione. D’altra parte, tuttavia, è ciative, che possono incidere sullo svolgimento dei compiti lingui- altrettanto chiaro che la distinzione si situa a vari livelli del sistema stici. Per il secondo punto – l’interpretazione – si può prendere co- di elaborazione linguistica, e il dibattito sui risultati sperimentali in- me esempio il fatto che, nella psicologia del linguaggio, dati che su- veste di volta in volta il problema dei componenti responsabili delle perficialmente si riferiscono alla stessa entità (ad esempio, i verbi) dissociazioni riscontrate. Inoltre, dati recenti (Laudanna, Gazzellini debbono ricevere un’interpretazione limitata alla particolare inter- e De Martino 2004) inducono a dubitare del fatto che, almeno nel sezione di compiti, modalità, tipo di stimolo, ecc. all’interno della caso delle forme del verbo, si possa parlare di una classe grammati- quale sono stati raccolti. Ogni condizione sperimentale, difatti, iso- cale omogeneamente rappresentata nel lessico mentale. Se si passa ai la un sottoinsieme di componenti del sistema di elaborazione del lin- dati della linguistica, poi, ci si accorge che è la stessa distinzione tra guaggio, ed è a quelle componenti che va circoscritta l’interpreta- nomi e verbi ad essere più pronunciata o sfumata, a seconda dei li- zione dei dati. velli osservati e/o delle lingue considerate. In questo caso i risultati suggeriscono che la distinzione tra nomi e verbi si situa lungo un con- Quanto detto finora non vuole lasciare intendere che tentativi di te- tinuum, piuttosto che attestarsi sul piano di una netta dicotomia, e nere nel dovuto conto tutti gli aspetti e le condizioni citate non sia- che in alcune lingue essa è lungi dall’apparire ovvia. no stati effettuati. Anzi, la possibilità di integrare dati provenienti da Tuttavia, al di là delle disparità di approccio e interpretative, per vari settori di ricerca e acquisiti con tecniche e metodi diversi si è già certi versi persino ovvie, quello che ci interessa evidenziare è che il rivelata proficua in alcune aree, le quali sono state arricchite dalla tentativo di integrare prospettive di studio differenti, anche se non possibilità di integrare informazioni convergenti. Ad esempio, in an- garantisce il raggiungimento di un fine conoscitivo, aiuta – come af- ni recenti, nello studio dei nomi e dei verbi, la ricerca in linguistica, fermavamo all’inizio di questa introduzione – a chiarire il fenomeno da un lato, e in psicologia e neuropsicologia del linguaggio, dall’al- indagato e a definirlo meglio lungo linee teoricamente rilevanti, de- tro, ha dato un apporto prezioso nel dettagliare sia teoricamente che rivabili solo grazie a un confronto trans-disciplinare. Non solo, ma empiricamente i limiti della distinzione tra le due classi di parole, questo passo preliminare può in seguito portare o a corroborare ul- nonché il modo in cui tale distinzione è codificata nella mente uma- teriormente delle interpretazioni già fornite per quel dato fenome- na (per una rassegna si veda Laudanna e Voghera 2002). L’aumento no, o a riformulare e migliorare le spiegazioni preesistenti in modo di dati linguistici provenienti da un numero sempre maggiore di lin- da adattarle a una gamma di dati più ampia. gue e/o di contesti linguistici diversi ha affinato la conoscenza sulle La nostra speranza, e uno dei principali motivi che ci ha spinto a proprietà categoriali di nomi e verbi, delineando meglio i limiti di scrivere questo libro, è che lo scambio di idee e le opportunità di col- questa distinzione ai vari livelli nei quali essa è rilevante: lessicale, se- laborazione a cavallo dei confini disciplinari portino sempre più mantico, morfologico, sintattico, pragmatico. Parallelamente anche spesso a una dinamica di miglioramento delle teorie sul linguaggio e Laudanna-Voghera.QXD 21-02-2006 20:21 Pagina XIV XIV Introduzione a una migliore reciproca consapevolezza delle conoscenze maturate Avvertenza generale in settori diversi. Uno dei modi attraverso i quali favorire questo cir- sull’uso dei segni grafici cuito virtuoso è far sì che l’esposizione a una pluralità di punti di vi- sta abbia luogo non solo tra chi è impegnato nella ricerca sul lin- guaggio, ma anche, a un livello diverso, tra chi si accosta alle nostre aree spinto da curiosità intellettuali o da esigenze formative, come nel caso – ci auguriamo – dei lettori di questo volume. Non possiamo che concludere ringraziando tutti gli autori che hanno contribuito a questo lavoro per la pazienza e la comprensio- ne con cui hanno collaborato durante la lunga fase di preparazione. Un grazie va anche a James Brucato per l’aiuto offerto nella cura del- la bibliografia generale. Ma il pensiero più affettuoso va alla nostra casa amica e collega Nel volume abbiamo ridotto al minimo l’uso di segni grafici speciali. Marica De Vincenzi che, nonostante le difficoltà in cui versava, ha È tuttavia utile richiamare alcune convenzioni usate nei vari capitoli. collaborato fino alle ultime fasi della realizzazione di questo volume. Il grassettoè usato per evidenziare termini e concetti di partico- Oggi, che ci ha prematuramente lasciato, ne sentiamo dolorosamen- lare rilievo. te la mancanza come amica e come studiosa. Vogliamo ricordarla in- Il corsivoè usato, oltre che come di norma per i termini stranie- sieme con tutti coloro che hanno scritto questo libro. ri, anche per indicare: gli usi metalinguistici di parole o frasi; il si- Di comune accordo, curatori e autori hanno deciso di devolvere gnificante (in quanto opposto al segno o al significato); unità lingui- i diritti d’autore ad Amnesty International. stiche usate in esperimenti. Il MAIUSCOLETTOè usato per indicare: i lessemi; il segno (in quan- A.L. M.V. to opposto al significato o al significante). Le barre oblique (/ /) sono usate per la trascrizione fonologica, mentre le parentesi quadre ([ ]) indicano la trascrizione fonetica che fa uso dei simboli dell’International Phonetic Alphabet (IPA), ri- portati a pagina 10. Le virgolette alte singole (‘ ’) sono usate per indicare: il significa- to (in quanto opposto al segno o al significante); le glosse. Nel caso in cui due parole siano separate dal simbolo >, la prima parola in tondo è quella attesa, la seconda in corsivo è quella effetti- vamente prodotta. Laudanna-Voghera.QXD 21-02-2006 20:21 Pagina XVI Il linguaggio Strutture linguistiche e processi cognitivi Laudanna-Voghera.QXD 21-02-2006 20:21 Pagina 2 1. Fonetica di Renata Savy 1. Introduzione Rispetto alle altre discipline della linguistica, la fonetica è, insieme alla fonologia, quella che ha a che fare con una sola delle modalità semiotiche attraverso cui il linguaggio si manifesta, riferendosi per definizione all’analisi della lingua parlata. La fonetica è infatti, nella sua definizione «minima», la disciplina che studia i suoni, in parti- colare i suoni linguistici, prodotti dall’apparato fonatorio umano. Per questo, essa non può essere decisamente distinta e separata dal- la fonologia, che si occupa dell’organizzazione linguistica dei suoni. Il quadro sintetico della disciplina fonetica che stiamo qui per deli- neare sottende, pertanto, almeno due questioni interrelate: da un la- to, come e quanto la fonetica si rapporta ad altre discipline; dall’al- tro, se è possibile una teoria fonetica autonoma, distinta da quella di altri settori della lingua. L’oggetto di indagine della fonetica sembra ricavarsi, in un certo senso, per sottrazione dalle definizioni comparatorie che tradizio- nalmente si danno di fonetica e fonologia: tutte poggiano su alcuni elementi comuni, ma adottano punti di vista differenti nel delineare la direzione del rapporto tra le due discipline (si vedano Romito 2000; Laver 1994; Ladefoged 1988; il capitolo di Marotta in questo volume). Nella definizione comune «ampia», la fonetica si occupa degli elementi fonici della voce materiali e continui, nella loro di- mensione fisica e temporale, che convogliano al contempo informa- zione linguistica e altre informazioni paralinguistiche ed extralin- guistiche; descrive il modo in cui detti elementi vengono prodotti e percepiti, il come, il perché e le circostanze delle loro modificazioni; ma soprattutto si occupa di identificare e descrivere le proprietà dei

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