Description:«Insuperabile nella magia di una prosa cristallina e musicale e nella creazione di mondi sgargianti e fantastici di iridescenti visioni esotiche, inventore di una nuova mitologia e di un sorprendente folklore che affonda le radici nei miti e nelle tradizioni di tutto il mondo» (Lovecraft). Lord Dunsany merita un posto di rilievo tra i narratori fantastici del Novecento e, per certi versi, è possibile considerarlo uno dei padri della moderna Heroic Fantasy, soprattutto nella forma del racconto breve. La bellezza più che il terrore è la nota dominante dei quattordici racconti inclusi ne Il Libro delle Meraviglie. Dunsany ama alludere con malizia ed eleganza a cose mostruose: così, in quest’agile volumetto di fantasie inizi secolo, leggiamo di Hlo-hlo, il gigantesco idolo-ragno che non sempre resta al suo posto; di ciò che la Sfinge temeva nella foresta: di Slith il ladro che scavalca con un salto il bordo del Mondo dopo aver visto una certa luce e sapendo chi l’aveva accesa; degli antropofagi Gibbelin, che dimorano in una funesta torre custodendo un tesoro; degli Gnoles che vivono nella foresta e che è meglio evitare; della Città di Mai e degli Occhi che guardano dai Grandi Abissi; e di altre, simili cose nell’ombra. Le storie di Dunsany sono sempre narrate in una lingua ricca e poetica, ma molto spesso il dato fantastico non si sorregge su una trama ben definita, e il racconto, gonfiatosi come una bolla iridescente, esplode d’un tratto, con esiti già surrealisti. Sebbene non abbia mai raggiunto una vasta popolarità (ma la sua produzione teatrale, incoraggiata da Yeats, ha interessato l’ultimo Pirandello e Borges), Dunsany ha avuto grande influenza sulla maggior parte degli autori fantastici di questo secolo, per parecchi dei quali è possibile individuare un «periodo Dunsany»: fra quanti, chi più, chi meno, gli devono qualcosa, basti ricordare Lovecraft, Robert Bloch, Clark Ashton Smith, Sprague de Camp, Robert Howard, Tolkien.