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Il Libro del Mese Il medioevo latino di Ernst Robert Curtius Enrico De Angelis Petrolio di Pasolini PDF

56 Pages·2013·14.95 MB·Italian
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FEBBRAIO 1993 — ANNO X - N. 2 — LIRE 8.000 Pier Vittorio Tondelli Il Libro del Mese Il medioevo latino L 'abbandono di Ernst Robert Curtius recensito da Marco Belpoliti recensito da Piero Boitani e Maria Luisa Meneghetti Enrico De Angelis Petrolio di Pasolini Paolo Desideri Momigliano e le radici classiche della storiografia Balibar Baratta Frosini Gerratana Glotz Gregor'eva Hobsbawm Luperini Said Capire Gramsci Paolo Pezzino e Nicola Tranfaglia Mafia e 'ndrangheta Giuliano Pancaldi Il Darwin di Desmond e Moore MENSILE D'INFORMAZIONE • SPED. IN ABB. POST. gr. 111/70% ISSN 0393-3903 RECENSORE AUTORE TITOLO • Il Libro del Mese 4 Piero Boitani Ernst Robert Curtius Letteratura europea e Medio Evo latino 5 Maria Luisa Meneghetti • m Narratori italiani 6 Enrico De Angelis Pier Paolo Pasolini Petrolio Francesco Ciafaloni Sandro Veronesi Occhio per occhio 7 Alberto Papuzzi Gianfranco Bettin L'erede. Pietro Maso, una storia dal vero 8 Marco Belpoliti Pier Vittorio Tondelli L'abbandono. Racconti dagli anni novanta "Patita " n. 9 Cesare Cases Carlo Muscetta L'erranza. Memorie in forma di lettere m 9 La Musa commentata j4««ìj Ackmatova, a cura di Fernando Bandirti 10 1 Premio Italo Calvino 1992 1 m Letteratura Itala Vivan Zora Neale Hurston Tre quarti di dollaro dorati 11 Guido Carboni Robert M. Pirsig Lila Thomas Pynchon V 12 Olga Cerrato Gottfried Keller Enrico il Verde Romeo e Giulietta nel villaggio 13 Francesco Fiorentino Gustave Flaubert Bouvard e Pécuchet e altri 14 Dario Puccini Gabriel Garda Marquez Dodici racconti raminghi Marin Mincu Mircea Eliade Il romanzo dell'adolescente miope 15 Giorgio Amitrano Edogawa Ranpo La belva nell'ombra 16 Boghos Levon Zekiyan Daniel Varujan Il canto del pane Antonella Comba Mariangela D'Onza Chiodo (a cura di) Vite anteriori del Buddha 17 Edoarda Masi Jonathan D. Spence L'enigma di Hu m Cinema e Teatro 17 Gianni Rondolino Giovanni Grazzini Cinema '91 Antonio Costa Dario Tornasi Ozu Yasujiro 18 Ferdinando Taviani Paola Ventrone (a cura di) Le tems revient — Il tempo si rinnova. Feste e spetta- coli nella Firenze di Lorenzo il Magnifico Cristina Valenti Comici artigiani. Mestiere e forme dello spettacolo a Siena nella prima metà del Cinquecento • Arte 19 Maurizio Ghelardi Edgar Wind L'eloquenza dei simboli Patrizia Magli Charles Le Brun Le figure delle passioni. Conferenze sull'espressione e la Fisionomia 20 Simone Baiocco Vincenzo Farinella Archeologia e pittura a Roma tra Quattrocento e Cin- quecento. Il caso di Jacopo Ripanda m 21 Inserto Schede m 37 Intervento Diamo al Barocco quel che è del Barocco, di Michele Rak Mario Quesada Claudia Salaris Artecrazia. L'avanguardia futurista negli anni del fa- scismo • Storia 38 Paolo Desideri Arnaldo Momigliano Le radici classiche della storiografia moderna 40 Rilettura Capire Gramsci, capire la realtà Testi di Etienne Balibar, Giorgio Baratta, Fabio Frosini, Valentino Gerratana, Peter Glotz, Irina V. Gregor'eva, Eric Hobsbawm, Romano Luperini, Edward W. Said 44 Bruno Bongiovanni Giorgio Spini Le origini del socialismo. Da Utopia alla bandiera rossa Franco Ferraresi Sergio Romano Ifalsi protocolli. Il "complotto ebraico" dalla Russia di Nicola II a oggi 45 Angelo d'Orsi Aldo Capitini Scritti sulla nonviolenza • Società 46 Paolo Pezzino Diego Gambetta La mafia siciliana. Un'industria della protezione privata Nicola Tranfaglia Maurizio Calvi Figure di una battaglia Antonino Caponnetto I miei giorni a Palermo RECENSORE ^ AUTORE TITOLO DEI LIBRI DEL MESE RECENSORE AUTORE TITOLO G. Casarrubea, P. Blandano L'educazione mafiosa AA.VV. Gabbie vuote Enzo Ciconte 'Ndrangheta dall'Unità ad oggi Tano Grasso Contro il racket Ammazzare stanca A. Zangari 48 Gianfranco Giovannone Bill Buford 1 furiosi della domenica m Libri per Bambini Fernando Rotondo Robert Swindells Hooligans m 49 Libri di Testo Guido Armellini Paolo Perticari (a cura di) Conoscenza come educazione Alberto Papuzzi Bruno Rossi, Paola Pastacaldi • Hitler è buono e vuole bene all'Italia Filosofia e Scienze 50 Massimo Bonola Martin Heidegger Concetti fondamentali della metafisica Paolo Casalegno Gabriele Lolli Incompletezza. Saggio su Kurt Godei 51 Giampaolo Sasso Patrick Mahony Lo scrittore Sigmund Freud 52 Alberto Oliverio Pietro Calissano * Neuroni. Mente ed evoluzione Roberto Battiston Victor Weisskopf Le gioie della scoperta 1 53 Giuliano Pancaldi Adrian Desmond, James Moore Darwin m • Città e Giardini 54 Rossella Sleiter Daniela Palazzoli (a cura di) Il secondo paradiso Roberto Finelli Augusto Illuminati La città e il desiderio. Realtà e metafore della moder- na cittadinanza m 55 • Lettere L'INDICE • DEI LIBRI DEL MESEHI FEBBRAIO 1993 - N. 2, PAG. 4 Il Libro del Mese La vera patria dei leoni di Piero Boitani ERNST ROBERT CURTIUS, Letteratura na ogni singola articolazione. Ambe- in lingua latina, forma e senso, voce e ca: ecco dunque la concezione delle smica" alita, anima del mondo, nel- • europea e Medio Evo latino, a cura di due, tuttavia, sono ferreamente re- sostanza, all'Europa, che ne costitui- artes, il posto fondamentale occupato l'ispirazione poetica. Ad essa corri- Roberto Antonelli, La Nuova Italia, golate dall'idea — l'idea che la sce il perno di continuità legandola in esse dalla grammatica, i canoni di sponderà, sul piano dove la poesia è Firenze 1992, ed. orig. 1948 e 1954, tradizione e la retorica determinano da una parte all'antichità classica e autori letti nelle scuole. Sovrana, re- intessuta di retorica ed imbevuta di trad. dal tedesco di Anna Luzzatto e lo sviluppo delle immagini poetiche preparandola dall'altra alla moderni- gna la retorica, il "sistema" di figure tradizione, il "paesaggio ideale" ere- Mercurio Candela; trad. delle cita- — e dalla capacità di generalizzare, tà. Così infatti, con i due straordina- e di regole che assicura la soprav- ditato dai classici: la flora e la fauna zioni e indici a cura di Corrado Bolo- sorvolando i secoli come se fossero ri capitoli intitolati Letteratura euro- vivenza della memoria e organizza la esotiche (i fulvi leoni di Pietro da Pi- gna; pp. 727, Lit 75.000. un unico istante presente alla memo- pea e Medio Evo latino, si apre il libro letteratura. All'interno di essa, la sa), il boschetto, il celeberrimo locus ria di un Dio filologo. di Curtius: e così si conclude, con un "topica" e la "metaforica", i campi amoenus di piante, fiori e rivi che è I leoni non vivono più in Europa ombra del paradiso terrestre. da epoche immemorabili. Eppure Un continuo intersecarsi, dunque, Pietro da Pisa, poeta della corte di di "costanti formali" e di sentieri Carlo Magno, in un'epistola metrica diacronici percorsi empiricamente, in latino descrive l'ora meridiana, nella grande "ellisse" — come Cur- durante la quale il pastore stanco si tius stesso definiva la struttura del distende all'ombra, mentre "il sonno suo lavoro — di Letteratura europea. coglie gli uomini ed i fulvi leoni". Nella seconda metà del libro, ad "Qui — commenta Ernst Robert esempio, la poesia incontra la filoso- Curtius con sottile ironia, citando fia e la teologia, sue perenni avversa- l'episodio — uno storico del senti- rie. Ebbene, il cammino che Curtius mento della natura del Medio Evo si intraprende per ricostruire questa stupisce di 'questa assurda citazione che sorprendentemente (nel 1948, si Novità del leone'". E aggiunge: "E appunto tenga a mente) diviene identificazio- perché, in questo caso, il 'sentimento ne, ha inizio con l'allegoresi dei poe- della natura' — concetto, del resto, mi omerici, passa per Filone, Macro- per nulla chiaro — non c'entra nien- bio, Giovanni di Salisbury, Erasmo, te". E allora da dove vengono i leoni L. Grinberg D. Sor G.P. Quaglino S. Casagrande Winckelmann; riprende con i filosofi di Pietro da Pisa? Ma dalla tradizio- tardo-pagani, attraversa il medioevo ne, s'intende! E più specificamente, E. Tabak de Bianchedi A.M. Castellano cristiano, Dante, Giovanni del Virgi- essi sono un luogo comune della lio, Petrarca e Boccaccio, per giunge- Introduzione Gruppo di lavoro "tecnica letteraria". Il fatto è che re infine da una parte a Leopardi ("la nella poesia romana compaiono spes- al pensiero di Bion lavoro di gruppo scienza del bello scrivere è una filo- so dei leoni. "I fulvi leones risalgono sofia... e tiene a tutti i rami della sa- ad Ovidio" (Eroidi, 10, 85). E da lì, Nuova edizione Una proposta di intervento pienza") e dall'altra a Maritain e con sonno decisamente inquieto e Maurras ("La Poesia è Teologia... la nelle organizzazioni per le vie tortuose del medioevo lati- poesia è Ontologia"). no, vanno a ruggire in tutta l'Euro- Allora, precedute da un capitolo pa, particolarmente quella setten- che, dedicato alle divinità della poe- trionale. Ecco infatti Alcuino di Serge Viderman I. Mangham M. Overington sia, le Muse, fa da pendant a quello York, trapiantato a maestro della sulla Dea Natura, si stagliano infine scuola carolingia, augurare ad un pel- Il denaro Organizzazione le due categorie fenomeniche della legrino, in forma poetica, che né leo- "Classicità" e del "Manierismo". ni né tigri abbiano ad assalirlo. E poi In psicoanalisi e al di là come teatro "Classico" viene usato per la prima Adalberone di Laon lamentare che, volta da Aulo Gellio per connotare lo L'analisi dei comportamenti di lavoro con le incursioni dei Saraceni, le reli- stile di uno scrittore "di classe" op- quie dei santi siano divenute preda attraverso la metafora teatrale posto ad uno "proletario". La strada degli uccelli e dei leoni. Anche i pa- che esso deve percorrere per giunge- stori inglesi, come testimonia Beda, H.S. Krutzenbichler re all'accezione odierna è parallela a sono messi in guardia contro i leoni. quella che, dall'antichità al medioe- H. Essers Perfino Sigfrido abbatte un leone: G. Ponti I. Merzagora vo, disegna l'opposizione Antichi- uso del gergo dei cacciatori da parte Se l'amore in sé Moderni, ed è costruita sul formarsi di un poeta entusiasta per le imprese Psichiatria e giustizia successivo dei "canoni" biblico e let- eroiche dei Nibelunghi? "C'è da du- non è peccato terario dai primi secoli cristiani alla La nuova psichiatria bitarne — risponde Curtius. — Si modernità. Frutto dunque di una ' tratterà piuttosto di stilizzazione Sul desiderio dell'analista nel mondo della giustizia grandiosa e cangiante opera di cano- epica, derivata dai modelli classici e nizzazione (sul problema della quale, biblici". L'epica francese brulica di come su tanti altri, la meditazione di leoni: "un leone, che era stato man- Curtius anticipa discussioni ancora dato in omaggio da Roma ad un re, Raffaello Cortina Editore vive oggi), la "classicità" non deve viene definito un lion d'antiquité". cristallizzarsi in freddi ed immutabili "Quanto pertinente ci sembra tale monumenti marmorei, ma piuttosto espressione!", esclama Curtius con essere purificata dal "mistificato e gusto. E, concludendo il breve para- mistificante umanesimo da liceo" e grafo con l'affermare che "gli anima- rimanere aperta agli "spiriti liberi". li esotici elencati hanno bensì... pro- Il manierismo, per contro, è una co- venienza meridionale, ma non ven- Soltanto il lungo studio e il grande capitolo dedicato a Dante — il "clas- che hanno reso celebre Letteratura stante della letteratura, perché il suo gono dai giardini e dai serragli: deri- amore con cui Dante aveva "cerca- sico" che esorcizza i cosiddetti "die- europea e Medio Evo latino-, l'indivi- germe è "nascosto nel seno stesso vano invece dalla poesia antica e to" il volume di Virgilio potevano ci secoli muti" trasformando il mon- duazione cioè, rivoluzionaria rispet- della retorica" e le sue forme condu- dalla retorica" e che "le immagini re- sorreggere uno sguardo del genere do storico medievale in lingua mo- to alle "storie letterarie" tradiziona- cono ancora una volta alle figure di lative al paesaggio della poesia me- (né è un caso che proprio l'incontro derna — e un epilogo che celebra so- li, di quella che Roberto Antonelli, quella, ai giochi di parole, agli artifici dievale debbono essere intese nel di Dante con l'ombra fioca del poeta briamente il tessuto della continuità nel suo sottile, profondo, esauriente metrici, alle metafore incubate nel quadro di una solida tradizione lette- latino apra e chiuda il libro di Cur- e della memoria, con profonda co- saggio introduttivo, chiama la feno- medioevo latino ed esplose nel baroc- raria", si chiede: "fino a quando fu tius). Quell'amore è ancora oggi (spe- scienza delle lacerazioni che lo strap- menologia letteraria. Eccoli finalmen- co. operante questa tradizione?" Rispo- cialmente oggi) commovente. Pro- pano e dell'oblio che lo minaccia e te dispiegati davanti a noi, i loci com- Ben venticinque excursus amplia- sta: "nello shakespeariano bosco del- prio durante gli anni che più hanno pur gli è necessario. In mezzo, il gran munes, i topoi, le metafore che fanno no l'indagine di Letteratura europea e le Ardenne (As You Like It) si trova- reso la civiltà europea lorda di san- corpo dell'indagine metodica, la se- da mattoni strutturanti della compo- Medio Evo latino, lasciandola poten- no ancora palme, ulivi, leoni". gue, il tedesco alsaziano Ernst Ro- quenza di esplorazioni storico-cultu- sizione poetica: la consolazione, la zialmente aperta all'infinito: da una Ho voluto citare questo episodio bert Curtius — filologo romanzo, rali e morfologiche, i sondaggi e i ca- falsa modestia, il mondo alla rove- sezione sulle formule di devozione e da una pagina qualsiasi di Letteratura francesista, critico militante, profes- taloghi topologici, la discussione del- scia, le coppie di giovane e vecchio e umiltà, a due sulla scienza letteraria europea e Medio Evo latino perché es- sore all'università di Bonn — inve- le categorie: insomma i prolegomeni di vecchia e fanciulla, i modi del- dalla tarda antichità al medioevo, al- sa è in certo modo esemplare delle stiva tutto il suo patrimonio di studio ad ogni studio della letteratura (euro- l'esordio e della conclusione; le meta- la "scimmia come metafora", e così qualità e del metodo di un'opera che, nella fede europea. Contro la bar- pea) che voglia presentarsi come fore nautiche, alimentari, corporali, via. Il libro di Curtius, spesso defini- classica da molto tempo in tutto il barie contemporanea si ergeva per scienza, il "susseguirsi dei capitoli... teatrali; l'inesprimibile, il "sopra- to una summa, è insieme qualcosa di mondo, viene ora finalmente presen- lui il baluardo di un'Europa sostan- disposti in modo che ne consegua un vanzamento", l'elogio dei contem- più moderno (perché una summa è tata in edizione italiana (impeccabile zialmente figlia di Roma, una "Ro- graduale ed uniforme moto ascen- poranei. Il poeta medievale trasfor- conchiusa) e di più antico: è il volu- e non costosa, dotata di indici esem- mània" ideale estesa nello spazio dal- dente, a spirale". ma l'invocazione alla natura della let- me che, legato con amore, contiene plari e della traduzione di tutti i bra- la Spagna all'Inghilterra, dalla Fran- Il cammino inizia con la ricostru- teratura classica? Ebbene, Curtius si le sustanze, gli accidenti e i loro co- ni citati) a più di quarant'anni dalla cia alla Germania e all'Italia, e nel zione dell'edificio che alberga tutta lancerà in una pionieristica esplora- stumi quali si squadernano per l'uni- sua prima pubblicazione. Un'erudi- tempo dalla Roma antica fino al Set- la "letteratura" medievale, quello zione della "Dea Natura" per spie- verso letterario europeo. Come il ti- zione sterminata regna nel passo che tecento e oltre. Al centro di questa dell'istruzione. Sapere cosa e come si gare perché, come, con quali risulta- tolo di uno dei suoi ultimi capitoli, è abbiamo letto, frutto di letture e ri- Romania, l'età già definita più studiava nel medioevo è essenziale ti: da Ovidio a Claudiano, da Bernar- un Libro-simbolo. Dell'Europa, ap- cerche decennali. Un'attenzione in- "oscura" e meramente "di mezzo", per poter penetrare a fondo la menta- do Silvestre ad Alano di Lilla, fino al punto, e della sua letteratura. finita e curiosa al dettaglio ne gover- il medioevo: l'epoca che in realtà dà, lità del letterato e del poeta dell'epo- Roman de la Rose, la "potenza co- riNDICF • DEI LIBRI DEL M E S EH FEBBRAIO 1993 - N. 2. PAG. 5 Il Libro del Mese Il Linneo dei letterati di Maria Luisa Meneghetti "What do we talk about when we pea nasce dalla "fusione totale, ed sti topoi disvela il cammino compiu- tius in una prospettiva tipologica, se 1947, gli consentirà di citare senza il talk about tradition?" La domanda insieme cosciente" con la cultura to, spesso per secoli, per il tramite di non già strutturalistica, abbia dovu- minimo rossore, e anzi con netto — parafrasi del felice titolo "metafi- dell'antichità (p. 27). La convinzione una catena ininterrotta di testi: una to prendere le mosse da un recupero compiacimento, quanto nel 1926 sico" di un felice volume di racconti che il "presente atemporale" sia la catena che è imprescindibile rico- più o meno esplicito — o forse nem- aveva scritto Max Scheler: "La de- di Raymond Carver — può sorgere caratteristica specifica del fatto let- struire diacronicamente nella sua in- meno del tutto cosciente — di quella mocrazia che oggi impera e che viene spontanea a chi ha ora finalmente tra terario finisce invero per diventare la terezza e autenticità "filologica". sistematica descrittiva che aveva co- estesa alle donne e ai giovanetti non le mani l'accurata traduzione italiana tesi "forte" di tutto il volume di Mi preme però tornare a sottoli- stituito la grande forza della ricerca è amica, bensì piuttosto nemica della di Europàische Literatur und lateini- Curtius: forte anche perché in grado neare che il puntello metodologico su dell'età moderna. E non è un caso ragione e della scienza" [Letteratura sches Mittelalter di Ernst Robert Cur- di giustificare in senso appunto stori- cui si regge Letteratura europea è pro- che dietro un altro importante — an- europea, p. 11, nota 1]); si è accenna- tius, ben introdotta da Roberto An- to anche al significativo, benché fug- tonelli. Un libro, uscito in prima edi- gevole, incontro romano del 1929 zione a Berna nel 1948 (ma frutto di con Aby Warburg, studioso delle ricerche protrattesi per almeno una permanenze classiche nell'arte occi- quindicina d'anni), che deve senz'al- I libri consigliati dentale. tro essere annoverato fra quelli che E però forse importante sottoli- più hanno contribuito al salto di qua- neare che la valorizzazione della lità fra una "vecchia" filologia ro- componente latina della letteratura manza ancora fortemente legata — Quali libri vale sicuramente la pena di lecere fra le migliaia di titoli che sfornano ogni mese le case medievale risulta anche essere uno nel bene e nel male — al metodo sto- editrici italiane? ' 'L'Indice" ha chiesto a una giurìa di lettori autorevoli e appassionati di indicare fra dei punti di forza della filologia ro- rico, e una "nuova" filologia roman- manza.degli anni intorno al secondo- za che tende piuttosto a caratteriz- le novità arrivate in libreria nei mesi scorsi dieci titoli. Non è uno scaffale ideale, né una classifica o terzo decennio del nostro secolo: per zarsi in senso formalistico e tipologi- una graduatoria. I dieci titoli sottoelencati in ordine alfabetico per autore rappresentano soltanto non citare altro, al 1913 risale lo stu- co-cul turale. consigli per favorire le buone letture. dio di Edmond Farai sulle fonti lati- ne del romanzo cortese; al 1927 quel- È chiaro infatti che un saggio esplicitamente consacrato ai rapporti Paola Barocchi - Storia moderna dell'arte in Italia- Einaudi lo di Maurice Delbouille sui rapporti fra il genere dell'invitatio amice e la che in qualche modo legano la cultu- pastorella romanza; al 1929 la monu- ra latina — pur tarda, quando non Thomas Bernhard - Antichi maestri - Adelphi mentale indagine, ancora di Farei, medievale — alle diverse letterature sulle origini clericali della leggenda europee (fino a Shakespeare, Calde- Gianfranco Bettin - L'erede - Feltrinelli arturiana. Sappiamo che questa co- rón, Diderot, Goethe) presuppone stellazione di ricerche rappresenta che il suo autore abbia fatto, Q co- una reazione netta — anche se talora munque intenda fare i conti con un Jean Cocteau - Oppio - SE forse lievemente poussée — al "cul- "divenire" nel cui alveo ogni espe- to" delle supposte radici nazionali e rienza letteraria appare legata alle Anatole France - Crainquebille - Sellerio popolari praticato fino a quel mo- precedenti da un rapporto di causali- mento dagli studiosi di letterature tà. Eppure nulla è più sfuggente e romanze delle origini; ma pure in un contraddittorio dell'idea di tradizio- Mario Luzi - Io, Paola la commediante - Garzanti contesto di più ampia storia della cul- ne che sembra alla base delle pagine tura e delle idee, ove non incombeva- di Curtius, in particolare nei luoghi Sebastiano Timpanaro - La "fobia romana" e altri scritti su Freud e Meringer - no precise ragioni polemiche, il nuo- metodologicamente impegnati costi- vo punto di vista si impone con deci- tuiti dal capitolo introduttivo e dal- l'epilogo del volume. ETS sione: si pensi al capolavoro di Char- les H. Haskins (The Renaissance of A un primo livello, i legami fra the 12th Century), uscito a Cambrid- passato e presente sono individuati Tzvetan Todorov - Di fronte all'estremo - Garzanti ge, Mass., nel 1927, in cui si delinea dallo studioso tedesco, in questo alli- compiutamente il fondamentale ruo- neato con la migliore ricerca tardo ottocentesca (si pensi anche soltanto Sebastiano Vassalli - Marco e Mattio - Einaudi lo di cerniera svolto dalla latinità del XII secolo fra la tradizione classica e all'esemplare indagine di Pio Rajna la nascente cultura volgare dell'Occi- sull'Orlando furioso), sotto le specie Wim Wenders - L'atto di vedere - Ubulibri dente. del rapporto fra un determinato au- tore — o testo — e le sue fonti: "... Non è perciò da considerare ca- la letteratura del passato è sempre in suale il fatto che Haskins appaia grado di offrire un contributo a quel- spesso citato, benché per questioni la del presente. Ed ecco Omero in relativamente marginali, in Lettera- Virgilio, Virgilio in Dante, Plutarco tura europea: anche se gli strumenti e Seneca in Shakespeare. Shakespea- sono diversi, la linea dimostrativa re nel goethiano Gòtz von Berlichin- La giuria che consiglia i libri Gianni Carchia, Guido Davico del volume dello studioso tedesco si gen, Euripide nell'Ifigenia di Racine e per il mese di febbraio 1993 Bonino, Mario Isnenghi, Roberto rivela molto prossima a quella del- in quella di Goethe..." (p. 23); "Fili l'americano. C'è in più nell'alsaziano è composta da: Micheli, Elisabetta Rasy, che si intrecciano, personaggi e moti- Curtius, convinto che solo un recu- vi che ricompaiono in diversi conte- Giacomo Agosti, Laura Balbo, Gianni Rondolino, Valentino Parlato. pero della grande unità culturale eu- sti, rispecchiano la concatenazione ropea potrà evitare per sempre le tra- dei rapporti storici" (p. 422). gedie derivate dall'imposizione — o Subito però il concetto perde dall'enfatizzazione — di improvvi- quanto poteva avere di meccanica ri- de, quando non ingiuste frontiere, gidezza, grazie alla precisazione che co-filosofico la teoria psicologico- prio l'idea che la cultura sia una sorta che se diverso per mole, trattazione e quella tensione emotiva che ce lo il recupero del passato "è nello stesso analitica junghiana degli archetipi di repertorio finito di formule e mo- finalità — prodotto della scuola di rende ancor oggi vicino e consonan- tempo accettazione e trasformazio- verso cui lo studioso, al pari di molti tivi: repertorio finito, come lo sono i Curtius della fine degli anni quaran- te. ne", e che "quest'ultima può assu- altri suoi colleghi dei primi decenni fonemi di una determinata lingua, o ta, gli Elemente der literarischen Rhe- mere aspetti molto diversi: può signi- di questo secolo, sembra esser stato le figure della retorica classica. Que- torik di Heinrich Lausberg, intesi a 8 ficare impoverimento, imbarbari- fortemente attratto. sta concezione sottintende la possi- classificare, già in senso generativo, mento, contrazione, travisamento, La duplice dedica — a Gustav bilità di descrivere, ordinare e classi- l'insieme dei costituenti della langue ma può essere, anche..., trascrizione Gròber e ad Aby Warburg — di cui ficare, un po' alla Linneo, i costi- retorica, si possa a mio parere scorge- scolastica, imitazione zelante di mo- si fregia Letteratura europea e Medio tuenti del repertorio. E non è invero re l'ombra delle proto-ottocentesche delli formali, appropriazione di con- Evo latino sta proprio a indicare sim- un caso che la metafora biologica at- Figures du discours di Pierre Fonta- cetti culturali, entusiastica identifi- bolicamente il doppio valore, tanto tragga sensibilmente Curtius: il suo nier, il "Linné de la rhérotique" ri- cazione sentimentale" (p. 27). semantico quanto ideologico, che il libro, annuncia nella prefazione alla proposto non molto tempo fa all'at- Fin qui, comunque, si resta all'in- termine "tradizione" assume in Cur- seconda edizione del 1954, esamine- tenzione dei ricercatori da Gérard terno di un'idea dell'evoluzione cul- tius: favente Warburg, la tradizione rà "i fenomeni ricorrenti o costanti Genette. turale di tipo sostanzialmente stori- culturale europea si rivela come per- della biologia letteraria..."; in una Viene a questo punto da chiedersi cistico — anche se deprivata di qual- manenza atemporale di un numero, lettera del 1922 a Cari Schmitt, rela- perché comunque Curtius abbia in- siasi prospettiva teleologica. Ma pro- tendenzialmente finito, di "espe- tiva a un'indagine di quest'ultimo dividuato proprio nella cultura del prio dai lavori di Ernst Troeltsch, dienti espressivi" — espedienti sulla forma mentis romantica, già in- medioevo latino (di un medioevo che massimo teorico dello storicismo (e espressivi che per Curtius sono in sisteva che: "... si dovrebbero racco- per lui inizia nel IV secolo, in una addirittura inventore del termine), primo luogo, anche se non esclusiva- gliere e classificare morfologicamen- temperie ancora fortemente impre- citato a varie riprese nel capitolo ini- mente, i topoi (dal puersenex alla dea te, in maniera sistematica, tutte le gnata di classicità) il compiuto "di- ziale di Letteratura europea, Curtius Natura, dal mondo come libro al fo- forme in cui si manifesta quel modo zionario" delle formule e dei topoi di ricava una suggestione che lo porta a cus amoenus), mentre per il geniale di pensare nell'intera storia dello spi- cui tutta la cultura europea medieva- spostare di parecchio il proprio pun- storico dell'arte erano le cosiddette rito" (il passo è opportunamente ci- le e moderna farà poi uso. Si è accen- to di vista: mondo antico e mondo Pathosformeln della scultura antica tato nell'introduzione di Antonelli). nato a varie riprese alla forte compo- moderno rappresentano le due facce —; ma sotto l'egida di Gròber, il Si direbbe quasi che il sostanziale nente aristocratico-reazionaria della auurjvnit di una stessa medaglia, ne! senso che, maestro di filologia romanza degli superamento del paradigma critico sua ideologia (una componente ari- secondo Troeltsch, la cultura euro- anni di Strasburgo, ciascuno di que- storico-idealistico, attuato da Cur- stocratico-reazionaria che, in pieno HEBBRAIO 1993 - N. 2, PAG. 6 Narratori italiani Corpi simbolici PIER PAOLO PASOLINI, Petrolio, Ei- piamento o il raddoppio è sia dentro i naudi, Torino 1992, pp. 602, Lit racconti mediati sia nel racconto ge- 38.000. nerale entro cui i cicli sono contenu- di Enrico De Angelis ti: Dio e diavolo, un padre e due fi- Al momento di leggere queste pa- glie, due padri e due figli e via com- gine il lettore è certamente già in plicando nei racconti interni; Carlo e possesso di alcune informazioni. Sa chiarazione di volontà; allo stato at- va) che quel mondo pasoliniano non zo stilistico amato dall'epica. Tante il suo corpo, Carlo Tetis e Carlo Po- per esempio che il romanzo è stato tuale (l'unico del quale possiamo giu- è da vedere alla maniera degli antro- parti di questo libro sono fatte dalla lis, Carlo uomo e Carlo donna nel scritto dal 1972 alla morte dell'auto- dicare) quella dichiarazione rientra pologi, come mondo di una cultura ripetizione epica dell'atto d'amore. racconto esterno. Quest'ultimo è re, ma sa soprattutto che esso è un negli interventi autoriali e dunque funzionante con leggi proprie e a Ma l'epica è oggi tanto poco credibi- mediato dalla voce narrante principa- frammento; colossale frammento di nella dimensione saggistico-giudi- proposito del quale bisogna ripensare le quanto la fusione lirica nell'atto le, che esercita massicci interventi. 547 pagine a stampa ma pur sempre cante, cioè in una delle dimensioni dall'interno (cioè mettendo quanto d'amore. Ecco che allora mediazio- Questa epica fittizia, distaccata, frammento. Sa anche che frammento che compongono il romanzo. più si può tra parentesi il nostro pun- ne, interruzione e simbolo sono chia- citata ha per contenuto — in più di non significa qui soltanto che manca In quel che c'è, il libro vuole co- to di vista) i criteri di giudizio. No. mati a dare una mano. Buona parte un caso — dei racconti d'amore; ciò il finale (altro che finale! erano previ- munque essere molte cose. Innanzi- Per Pasolini quello è un mondo di va- dei racconti sono introdotti da una vale meno per i racconti interni ma ste 2000 pagine complessive) ma an- certo per gran parte del racconto che che mancano dei raccordi tra i esterno. E un amore da inferno, vio- frammenti presenti e che il loro sta- lento e subito. Ma è amore. E rap- dio di elaborazione è-molto vario. porto di corpi. Ma di corpi non co- La giustizia e il taglione Ma forse occorre insistere su due municanti; è fittizio, egoistico, sim- cose. Petrolio voleva essere un ro- bolico. I corpi stessi sono simboli. E manzo di frammenti. "Tali fram- sono simboli i racconti, spesso di- menti" dovevano essere disposti "in di Francesco Ciafaloni chiarati come tali. Tutto il romanzo paragrafi ordinati dal curatore". La obbedisce del resto a un"'idea sim- seconda cosa da ricordare è che Paso- bolico-allegorica" (p. 181), cui le lini prevedeva un complesso gioco "folate di vita" (ibid.) fanno a volte SANDRO VERONESI, Occhio per occhio. La pena carne e ossa ma hanno anzi un rapporto stretto, autoriale. L'opera doveva essere fin- da contrappunto ma più spesso — e di morte in quattro storie, Mondadori, Milano indispensabile con essi, di corrispondenza e de- ta come edizione critica di un testo anzi quasi sempre — da supporto. I presente in più manoscritti, concor- 1992, pp. 302, Lit 30.000. terminazione). Però, in un mondo che cambia e cicli, i racconti simbolici, lo stesso danti e discordanti, tanto autentici che si differenzia nelle sue parti, tornare a guar- racconto esterno sono racconti di quanto apocrifi. I frammenti dove- Il libro di Sandro Veronesi affronta il proble- dare i casi può essere indispensabile per fare una una ricerca: una larga parte di que- vano essere legati da un curatore che ma della pena di morte. Il modo per trattarlo è buona teoria. Per esempio, se un sistema giuridi- st'ultimo doveva essere ricalcata su- riempiva con materiale storico le va- l'esame del contesto (la situazione sociale, il si- co esclude i "cruel and unusual punishment", gli Argonauti di Apollonio Rodio; ste lacune del libro; il tutto, peraltro, stema giuridico, il processo, il tipo di esecuzione) può essere importante riesaminare il modo che si quel che ne è stato scritto è una serie senza arrivare a certezze, poiché "il in cui la pena di morte viene effettivamente ese- usa per dare la morte (tutti i modi disponibili, di appunti lampeggianti cui l'incom- carattere frammentario dell'insieme piutezza — se è tale — e l'apparente guita o sospesa o evitata, annullata, in quattro perché alla fine non c'è un modo per ammazzare fa sì che certi 'pezzi narrativi' siano provvisorietà aggiungono il fascino casi molto diversi, per quattro reati che non han- uno con dolcezza e in pochissimo tempo, se lo si in sé perfetti, ma non si possa capire, che comunicano la sorpresa e Ja folla no quasi nulla in comune, in situazioni geografi- vuole cosciente al momento della pena); come per esempio, se si tratta di fatti reali, di sensazioni e rivelazioni. di sogni o di congetture fatte'da qual- che e politiche diverse, ai quattro angoli del può essere importante una rassegna degli errori Simbolici sono i corpi, simbolici che personaggio". Di tutto ciò non si mondo. , giudiziari; o una storia delle situazioni di attesa sono i racconti e simboli produce la è però realizzato nulla di nulla. Po- I paesi sono il Sudan (Kartoum), Taiwan (Tai- di anni o decenni. E se, altrove, ci sono stati mu- stessa interruzione dei racconti. E un trebbe pertanto nascere la tentazio- pei), la Russia (Voronez) in piena bufera politi- tamenti forti della società, esaminare il quadro simbolismo che si produce per accu- ne di vedere questo romanzo (per ca, gli Stati Uniti. Il tempo è ora, un paio di anni sociale reale può essere importante per la defini- mulo, come in un racconto compiuto usare un'espressione tanto in voga fa; la distanza temporale indispensabile per scri- zione, astratta, teorica, appunto, del problema. il profilarsi di un motivo troppo den- negli ultimi tempi) come il romanzo vere e pubblicare un libro che non sia un instant La pena è sempre una pena in una situazione, so di significato, troppo inesauribile che non c'è. Per fortuna è facile resi- per essere semplicemente motivo. stere a questa tentazione: il romanzo book: e questo non lo è, né credo volesse esserlo, è una pena pratica, non un caso senza caratteri- L'acme viene sempre rimandata e forse non c'è, ma quel che c'è (co- perché nessuno dei casi ha suscitato un particola- stica alcuna. Un po ' si tratta di dare corpo ai cor- dunque sempre riproposta daccapo. I munque lo si voglia chiamare) è a re clamore, salvo forse l'ultimo, e quindi non si pi, il rovescio dell'omicidio a distanza di uno racconti sono ripetitivi così come ri- tratti entusiasmante e sempre inte- tratta di approfondire o colorare un evento che sconosciuto premendo un bottone, o per pura petitivo è l'atto d'amore. I racconti ressante. Pasolini avrebbe voluto da- ha fatto notizia e di cui tutti già parlano. Qui la espressione di volontà. Un po ' si tratta di dare si interrompono così come l'atto d'a- re ancora di più: uno sdoppiamento cosa che è al centro dell'attenzione non è l'episo- corpo alle società e agli stati. more non è conclusivo ma lascia l'a- stilistico, una molteplicità di punti di dio ma il fatto, o meglio il problema in sé della Per questo motivo il problema mi sembra ben mante regolarmente solo. Pasolini ha vista, una stratificazione di generi, pena di morte: il problema della legittimità di posto e i casi ben scelti. Si tratta infatti: di un at- scritto sì molto meno delle 2000 pa- una moltiplicazione di piani che an- questa pena negli stati contemporanei. to di terrorismo a Kartoum che viene giudicato, gine che si proponeva, ma non faccia- dasse di pari passo con la loro genera- mo fatica a convincerci che nel ro- le messa in discussione. Tutto ciò La strada prescelta, quella di fotografare, illu- nel Sudan governato dalla Sharia, secondo le mo- manzo c'era posto per 2000 o per in- sembra fosse intenzionato a mimare strare dei casi, anziché discutere dei principi, mi dalità tradizionali della vendetta o del pagamen- finite pagine: l'ossessiva variazione quello che ora si legge come contenu- sembra opportuna. E vero che alla fine il proble- to del prezzo del sangue; di un rapimento per ri- sul tema non ammette finale ma non to. Ma l'importanza di quel che c'è ma è, per sua natura, un problema di principi e scatto, a Taiwan, di una persona particolarmente più che un'interruzione ultima. I rac- richiede che lo si giudichi senza crol- non può che essere affrontato in generale, in teo- ricca e potente da parte di tre balordi; del- conti interni si interrompono dichia- lare sotto i rimpianti per quel che ria, in astratto (tutte cose che non sono il contra- > ratamente, non per accidente; alla fi- non c'è. E vero che non sempre i rio della pratica, dei casi singoli, delle persone in ne risultano "delusori" (p. 170), frammenti sono sviluppati, non sem- "puri enigmi" (p. 136), forma dalla pre sono riusciti; eppure ciò conta conoscenza illusoria (p. 410) o — dir- meno dei risultati ottenuti, tale è il la ore rotundo — desinunt in piscem loro livello. (p. 420). Sono tutti racconti incoati- Per di più, nel lettore s'insinua un tutto uno spaccato politico-ideologi- lori, andato distrutto non solo per se voce narrante, in aggiunta a quella vi, non esecutivi. La cosa singolare è dubbio. Qualche cenno che vada nel- co-culturale della sua epoca. Qui ci stesso ma anche per noi; dunque co- dell'autore. Nella maniera più sem- che lo stesso succede ai racconti in- la direzione di fondare quella molte- viene incontro il Pasolini — affasci- stituiva un deposito di valori, una ri- plice ciò avviene nel ciclo di storie compiuti; cioè non a quelli interrotti plicità-sospensione che si diceva, nel nante e incredibile — che vede l'in- serva ormai inesistente a livello col- che dovrebbero essere varianti di dichiaratamente perché quello è il lo- materiale rimasto c'è: si narra dello ferno presente e crede in un paradiso lettivo. A tale livello pare ci sia qual- una storia prima dedicata a un colpo ro modo di terminare, ma a quelli la- smarrimento di una valigia con ver- perduto. È bene che il lettore sia av- cosa da sperare solo dal terzo mondo: di stato fallito; ma i titoli di fatto sciati in sospeso: la stupenda storia bale e questo fatto pone il racconto vertito di un pregiudizio del recenso- l'osmosi tra le culture resta possibile messi lasciano intitolare il ciclo — di Carmelo è rimasta incompiuta e gli nell'"ordine dell''illeggibile', e la sua re: con questo Pasolini non riesco a attraverso il sesso (p. 158). Ma attra- opportunamente — in modo diverso, appunti che ne profilano la continua- leggibilità è dunque artefatta... il conciliarmi; l'inferno mi pare sempre verso il sesso — e dunque a livello in- e cioè ciclo dell 'epoche-, una nota (p. zione non risultano per nulla convin- mio dovere di scrittore è quello di un po' diverso da come lo vede lui e il dividuale — sembra possibile qual- 453) spiega che l'epoché è il blocco centi. Ma la storia di Carlo e Carme- fondare ex novo la mia scrittura" e paradiso non c'è mai stato. Siccome che recupero anche all'interno del conseguente alla via intermedia fra le lo si interrompe al modo delle altre affrontare un racconto in cui tutto il suo inferno — come quello di ogni nostro mondo, e più precisamente al- due: creare il personaggio con la divi- storie; e grazie al suo interrompersi sia "greve allegoria, quasi medioeva- religione — si misura sul suo paradi- l'interno delle sue differenze cultura- sione di una persona in due (e per Carlo si trova nella solitudine che gli le (appunto illeggibile)" (p. 48). Il so, anche il primo rischia di diventa- li: scomparse a livello collettivo, i conseguenza si ha l'ordine e la mor- è necessaria "perché il mondo sia verbale smarrito (anzi rubato) viene re incredibile; il che sarebbe un bel corpi sembrano però conservarne te), oppure creare un personaggio co- suo" (p. 314). Il frammento è la di- poi ritrovato insieme con una biblio- guaio sia per l'inferno sia per la real- qualche traccia: questa non arriva me sintesi di un'infinità di personag- mensione imprescindibile di questo techina (il che offre occasione per ri- tà. Il male è colpevole per aver di- più a formare una cultura, tuttavia le gi ovvero un'infinità di personaggi romanzo; un suo completamento prendere un così amato topos della strutto il paradiso, il diavolo è colpe- tracce sono più presenti tra coloro dalla polverizzazione di uno solo (e avrebbe di certo eliminato incoeren- letteratura moderna: la descrizione vole per aver fatto chiudere l'Eden. che almeno discendono dalla cultura per conseguenza si ha l'ordine e la vi- ze e parti meno elaborate, avrebbe di una biblioteca; pp. 86-87). Tutta- Tutto esaurito, sull'Eden si costrui- popolare e sottoproletaria. Qui il li- ta). Tali racconti sono introdotti da aggiunto chissà quante belle cose. via questi spunti per il progetto mul- scono quartieri di periferia con con- bro si manifesta come un libro d'a- narratori, come nel Decamerone o co- Ma non è da espungere il sospetto tistilistico ecc. non hanno un segui- domini. E ciò dimostra l'esistenza more. E qui è sublime. me in Sade, esplicitamente citato. La che avrebbe rischiato di apportare to. Non sembra dunque che la volon- del diavolo. La historia rerum gesta- L'amore ama la ripetizione. E le ripetizione è qui dichiarata, esibita e più di un peggioramento. Comunque tà di Pasolini in questa direzione fos- rum consiste nella lotta del diavolo storie d'amore di questo libro si ripe- mediata. Nel caso specifico essa si sia (ipotesi e speculazioni a parte, a se molto forte; ha trovato modo di con Dio. Vince il diavolo, di Dio c'è tono, tutte uguali e tutte diverse, presenta come variazione. Come cominciare dalle mie), la collazione scrivere tante cose per questo roman- ancora qualche traccia nei corpi ter- tutte insistendo sullo stesso fremito, questo dovevano esserci altri cicli; delle interruzioni — quelle program- zo, niente però che avesse a che fare zomondisti-sottoproletari-reietti; ma sullo stesso mistero, sulla stessa fina- uno è dato nel primo inizio (p. 128). mate e quelle accidentali — permette con quel proposito. Resta l'ipotesi di questi sono poi più un ricordo che le estraneità dei partecipanti. Un Altri casi di mediazione sono più di vedere che tipo di frammento in- uno stile da realizzare in due tempi; non carne e ossa. Sarà opportuno ri- frammento lunghissimo (29 pagine, complessi: un sogno, una visione. Ma teressava a Pasolini, che cosa aveva non so quanto sia credibile. Allo sta- petere (a vantaggio di lettori non mai da p. 201) è tutto fatto esso stesso di si tratta comunque di racconti intro- to attuale, comunque, resta quella di- familiarizzati con questa prospetti- ripetizioni. La ripetizione è un mez- dotti. E ripetuti a più piani: lo sdop- D> riNDjCF ••DEI LIBRI DEL MESEBH FEBBRAIO 1993 - N. 2, PAG. 7 Narratori italiani < spetto a tutto il resto. Una definizio- Vivere vecchia cultura rurale: ha fatto tabu- gente sono spezzettati come i foto- ne di non so più quale autore greco la rasa provocando una frattura gene- grammi di una pellicola cinematogra- in mente quando nei suoi appunti vuole che la tragedia sia tragedia di razionale. fica e i frammenti sono riordinati in programmatici parlava di romanzo corpi; dunque ne occorre più di uno. alla grande Bettin tiene dunque Maso al cen- un percorso, tipicamente romanze- fatto di frammenti: l'idea germinale, Ma la voce, onnipresente, non sol- tro della narrazione, ma come un sco, che porta gradualmente ma ine- il simbolo, la "folata di vita" puntua- tanto non ha controparti e dunque perno attorno al quale fa ruotare una luttabilmente al delitto. Come in un le, l'impiantarsi senza realizzarsi in non si propone come parte fra altre folla di personaggi minori, che met- racconto poliziesco di stampo classi- una serie di conseguenze distesamen- in una tragedia: oltre a questo, essa di Alberto Papuzzi tono in scena una vita provinciale co, ciò che avvince il lettore è il gioco te narrate, il lampeggiare di corpi e di esclude la tragedia anche dall'interno senz'anima, senza fantasia, zeppa di di incastri: fatti in apparenza lontani cose che non si esauriscono. In que- del narrato. Con la sua onnipresenza, GIANFRANCO BETTIN, L'Erede. Pietro volgarità santificate dal denaro. In e non significativi, la cui accurata an- sto, Pasolini è lirico e non epico; l'e- infatti, ci rassicura sull'esito, e cioè Maso, una storia dal vero, Feltrinelli, che modo e in che misura la società notazione sembra perfino irritante, pica è demandata all'esterno, a nar- ci assicura che — qualunque cosa ac- Milano 1992, pp. 181, Lit 20.000. rappresentata in questi personaggi man mano che si procede si collegano ratori che intervengono a distaccare cada — essa sopravvivrà. Ma soprat- entra negli ingranaggi di questo caso fra loro, diventano eloquenti, si tra- l'impossibile salvezza lirica, ben as- tutto, nella fattispecie, ci descrive Questo libro è la ricostruzione di di cronaca nera? E quanto assomiglia sformano in indizi. secondati dalle interruzioni e dai fi- corpi in cui la tragedia non può av- un delitto, secondo il modello del ro- tale società, con i suoi feroci ragazzi Una vicenda chiave è il prestito nali "delusori". Sono traducibili per l'acquisto di un'automobile che questi simboli? Si e no. Sì, nella loro ottiene uno degli assassini, Giorgio parte più caduca: per esempio tradu- Carbognin. Di famiglia operaia, im- cibili in quello che Pasolini stesso piegato in un supermercato, l'auto- chiama "il mito del popolo" (p. 285), < essere esemplare, e tale risulta. Il caso russo è tal- mobile da rallie è il suo sogno, come la credenza del quale attribuisce a un mente un artefatto da non poter essere inquadra- simbolo ma anche strumento di una personaggio mentre il mio pregiudi- l'omicidio di due prostitute, che viene molto ar- to se non in un paese in cui la facoltà di diritto "vita alla grande". Stipula un preli- zio di recensore me la fa attribuire a tificiosamente accorpato a un'attività cospirati- poteva esser chiamata La facoltà di cose inutili minare di acquisto in un autosalone, Pasolini stesso. No, nella loro parte va, con persone diverse da quelle eventualmente (e se qualcuno trova che rassomiglia tanto ai pro- per una Lancia Delta a trazione inte- simbolica e dunque non esauribile in implicate nell'omicidio, o almeno presenti sul cessi italiani ne tragga pure le conseguenze). grale, usata ma potente. I famigliari un concetto: sono godimenti diretti luogo, nella Russia in travolgente mutamento; Due su quattro delle pene comminate (quella gliela rifiutano. Si rivolge al suo da- della situazione e della carne, che vo- tore di lavoro che gli garantisce una gliono essere ripetuti. Perciò Petro- dell'omicidio di due ragazzi per futili motivi da sudanese e quella russa) non vengono eseguite. E fideiussione presso un'agenzia della lio, libro lirico nella sua essenza, è parte di un violento. la casualità o l'ambiguità della mancata esecu- Cassa di risparmio di Verona, Vicen- sempre al bivio tra manifesto ed epi- In tutti questi casi, dai particolari c 'è molto da zione aggiunge argomenti al quadro. za, Belluno e Ancona. Giorgio ottie- ca. Chi lo mantiene su questo bivio, e imparare. Forse, più che dagli altri, soprattutto Malgrado l'interesse del tema, della posizione ne 25 milioni. Ma quando dall'auto- dunque lo propone e lo rilancia ogni dal primo. Infatti la vecchia norma della vendet- del problema, del metodo prescelto (andare a ve- salone telefonano a casa, i fratelli volta, è la voce narrante. Con la sua ta e, in alternativa, del prezzo del sangue, ha ret- dere, salvo il caso americano) non credo però che mandano a monte il contratto. Non recitazione, essa impedisce comun- to un gran numero di società, non necessaria- si possa parlare di un libro riuscito. A leggerlo ci sanno nulla, naturalmente, del pre- que la soluzione (perfino oltre le in- mente islamiche (per esempio il pagamento del si guadagna, perché si è costretti a riflettere su stito. Il giovane cambia in banca l'as- terruzioni) poiché richiama l'atten- prezzo del sangue era ancora praticato in Alba- quattro casi di cui si viene a sapere abbastanza-, segno destinato all'autosalone, inta- zione su se stessa, sul suo atto di por- sca i contanti e incomincia a fare la re; l'allontana dal materiale per ri- nia immediatamente prima della grande guerra, ma se si pensa a ciò che un viaggiatore attento rie- bella vita, mandando ottanta rose chiamarla sull'atto che lo costituisce. anche in area ortodossa e cattolica, ed è diffuso sce a vedere di un paese, si conclude che la for- rosse, per San Valentino, a una ra- La traducibilità dei simboli si fa me- in tutte le società di faida) e rappresenta una for- mula prescelta dall'autore del viaggio brevissi- gazza. Poi acquista vestiti firmati, no credibile perfino quando vorreb- ma di separazione tra diritto penale e conseguen- mo, in sostanza non ha funzionato, non total- anelli d'oro, un orologio, un braccia- be esserci, perché è una traduzione ze civili e di prevalenza della mediazione sulla mente. O forse l'autore ci aveva pensato troppo letto. Regala soldi a Pietro Maso; operata da quella voce, protagonista vendetta, tramite parlamenti di anziani o gruppi poco (al sistema del prezzo del sangue, per esem- nelle discoteche paga per tutti, anche della traduzione e dunque oggetto di di mediatori. Ma la situazione cui viene applica- pio, che riguarda tutto il Mediterraneo); ha sotto- un milione a sera. Testimoni raccon- giudizio insieme con la sua opera di ta è la più distante possibile da quella per cui la valutato le differenze di contesto che avrebbe po- tano che sparpagliava al vento le ban- traduttrice; e comunque la traduzio- norma aveva un senso. Qui gli assassini agiscono tuto trovare e la varietà di sistemi penali preesi- conote da cinquantamila. Allo psi- ne, che vorrebbe esserci, di fatto per motivi ideologici, non conoscono le vittime, stenti e variamente inclusi nelle istituzioni stata- chiatra d'ufficio Vittorino Andreoli, nemmeno c'è: i racconti dell'epoché dichiarerà che quello era stato "il più dovrebbero concludersi con il rac- che sono puri simboli, non sono rappresentati da li. bel mese della mia vita". Dopo un conto delle stragi intese come loro una famiglia ma da un'organizzazione politica, Perciò è difficile non lasciarsi trascinare da mese, appunto, i soldi sono finiti. E traduzione; esso però s'interrompe non trattano in un parlamento di anziani ma in una reazione analoga a quella di uno dei parenti intanto il datore di lavoro sollecita il (p. 451) e quel che si legge molte pa- una corte di giustizia e con una parte dei familia- britannici delle vittime uccise dai terroristi in Su- rimborso della somma. A quell'epoca gine dopo (476 sgg.) e una ripresa ri delle vittime, che sono inglesi e protestanti, che dan: chiudersi a casa propria e rifiutare il contat- il delitto era già stato progettato: l'e- dell'andamento epico-lirico. In com- non condividono nulla della norma e non riesco- to con chi, dall'esterno, vuole mettere il naso nei redità di Maso — un miliardo e mez- penso — e a danno della traducibilità no a vedere come sia conciliabile il perdono con fatti nostri. Se un buon antropologo deve riuscire zo — avrebbe risolto ogni problema. — il godimento si fa più certo perché un ridicolo risarcimento civile, mentre vedrebbe- a rompere la barriera che c'è tra l'osservatore e Restituire il prestito "era l'ultima èv eirli tgào dsii mpueòn tnoo dni cqrueedlelare ,v oacl es:u oal lgao dsuea- ro volentieri i colpevoli condannati a una pena l'osservato forse Veronesi non è stato abbastanza spercecstaotu sraa redbi buen fai nviittaa" .m Medaisooc rgeli, pcahse- re non si può fare a meno di credere. detentiva. buon antropologo. Forse riesce di più nel mestie- sa un assegno di 25 milioni, sottratto Le voci recitanti sono personaggi Il caso di Taiwan è istruttivo per altri motivi: re di mettere in fila le parole (ciò che fa nel caso dal libretto della madre, della quale del romanzo. Con la loro molteplici- il rapimento, reato grave ma non feroce o irrepa- americano) che a farci vedere gli uomini. Ma il falsifica la firma. Il 16 aprile Giorgio tà, cioè col loro ripetere moltissime rabile, in questo caso per giunta miseramente fal- problema, che è quel che più conta, ne risulta un versa l'assegno alla Cassa di rispar- volte il modulo, sono talmente strari- lito, durato poche ore, ha però colpito un ricco po ' illuminato lo stesso. mio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona. Neppure due giorni dopo, panti da risucchiare nel loro seno, co- potente ad opera di un servo. La punizione dovrà prima che la falsificazione venga sco- me non più che primus inter pares, an- perta, i genitori di Maso sono massa- che l'"autore dell'edizione critica", crati con spranghe di ferro, un bloc- il narratore che allo stato delle cose casterzo, un pentolone, a pugni e cal- non sempre è possibile distinguere ci, soffocati con un telo, perché non dall'autore del romanzo. (Tale indi- venire poiché ci descrive corpi che manzo-reportage, reso famoso tren- assassini, a quella in cui noi viviamo? morivano. stinzione la vedo come uno dei pregi non sono corpi, ci descrive corpi ine- t'anni fa da Truman Capote con A Quanto ci rappresenta? La frase più del libro: libro di frammenti, libro di sistenti di protagonisti. Questa è la sangue freddo. Il protagonista è un impressionante che si legge nel libro Ecco la normalità dagli esiti atro- indistinzioni, questo romanzo è l'u- sorte del corpo di Carlo, corpo che ventenne di buona famiglia, Pietro è stata riferita da un quinto giovane ci, fatta di imprenditori, bancari e al- nico romanzo romantico della lette- non può essere amato perché inesi- Maso, che ha assassinato crudelmen- che quella sera era stato invitato a tra gente che trova normale far girare ratura italiana, che non ha conosciu- stente, corpo che non può essere te i genitori per mettere le mani sul- prendere parte al delitto ma si era ri- prestiti e assegni perché un ragazzet- to un romanticismo vero. Sia detto amato e che dunque è inesistente (p. l'eredità, a Montecchia di Crosara, fiutato. Lui chiede: ma cosa fate? to diciannovenne possa acquistare tra parentesi). L'intervento di tale 317). I corpi veri sono gli altri, lonta- in provincia di Verona, nella prima- Una prima voce: "Il lavoro no? An- un'automobile da venticinque milio- autore propone prepotentemente la ni; e così i corpi non sono corpi tragi- vera del 1991. Tre amici, altrettanto diamo a fare il lavoro". Uria seconda ni o possa incassare la cifra in contan- forma del saggio tra le forme del ro- ci ma corpi amorosi. L'amore sa "il giovani, gli sono stati complici: Pao- voce: "Ghemo da capare gente". Nel- ti. manzo. In tal modo il soggettivismo nulla del possesso" e vuol vederlo da lo, Giorgio e Damiano. Il processo di la degradazione dialettale si avverte Fare soldi non è solo il movente della voce autoriale mette ulterior- tutti i lati, così come vuole non ve- primo grado, celebrato l'anno scorso, una banalizzazione di ciò che i quat- balordo di un delitto; è una norma di mente in forse l'epicità del romanzo derlo; e pertanto si ripete all'infini- si è concluso con una condanna che tro stavano per fare. Come se quello vita, è il sistema di valori creato dalla e addirittura — in un gioco al qua- to. Il nulla del possesso ha il suo pen- ha tenuto conto dello stato psicópa- fosse un fatto di ordinaria ammini- turbina della moltiplicazione del red- drato — mette in forse almeno tutta dant negli sdoppiamenti e nei rad- tologico in cui i quattro avrebbero strazione. Come se avessero detto: dito: è l'altra faccia di un modello in- la dimensione della stessa soggettivi- doppi dei corpi. La dissociazione-ordi- agito. "Ghemo da andare in discoteca". dustriale (piccola impresa, lavoro ne- tà saggistica, poiché questa diventa ne-leggibilità, accanto all'ossessione- Ma il libro è anche la ricostruzione Sgombriamo subito il campo da ro, evasione fiscale, internazionaliz- parte del romanzo, materiale che /frantumazione dell'identi- di un ambiente: quello del paese un equivoco: L'Erede è un romanzo, zazione dei mercati, e così via). L'E- dobbiamo ricondurre a sua volta al- tà-disordine-illeggibilità (con macchiato dal delitto, espressione di non una ricerca sociologica, anche se rede, in fondo, è la storia di un modo l'interpretazione invece che obbedir- mescolamenti vari, p. 182) vanno di una normalità che si rivela capace — Bettin — veneziano, trentottenne di dire provinciale: "vivere alla gran- gli come dispensatore di concetti. In pari passo col moltiplicarsi dei rac- come scrive lo stesso autore — "di — si occupa di studi e ricerche socia- de". Discoteche, casinò, macchine questo senso importa meno l'ideolo- conti e dei loro piani, con la media- approdare a esiti tanto atroci". Negli li. Un romanzo particolare, in cui si potenti, vestiti con la griffe, le parti- gia del saggio e del saggista quanto zione così come con l'immediatezza anni ottanta, la provincia di Verona scava in un avvenimento reale e in te di poker nella cantina del bar John invece la presenza di una voce — re- del narrato e con la frantumazione ha conseguito il più alto reddito lor- cui si usano materiali di lavoro: atti e le corse a Verona per prendersi le citante tra le altre — che propone il dell'intero. La forma narrativa — do del Veneto, addirittura raddop- giudiziari, articoli di giornale, inter- prostitute a centomila lire l'una. Può saggio. Così la voce autoriale, perso- proprio quella che c'è, indipendente- piandolo in pochi anni: circa 13 mi- viste, documenti; ma l'autore si ri- finire in tanti modi. naggio tra i personaggi, acquista un mente da quella che doveva esserci lioni di lire per abitante, superiore serva una libertà narrativa nella rie- corpo, il corpo della voce recitante. — è dunque omogenea alla concezio- dell' 11 per cento alla media naziona- laborazione dei dialoghi e nella rico- E però un corpo ridondante, senza ne del romanzo — del più bel roman- le. Questo benessere, esploso all'im- struzione delle psicologie. Gli atti vis à vis: la voce autorial-recitante, zo di Pasolini, di una pietra miliare provviso e abbastanza diffuso, ha giudiziari e la realtà locale, i verbali infatti, sovrasta tutto, è staccata ri- nella nostra letteratura. travolto i valori e le tradizioni della di interrogatorio e le interviste con la FEBBRAIO 1993 - N. 1, PAG. 8 Narratori italiani Il medioevo sotto la cintura PIER VITTORIO TONDELLI, L'abban- sto giornalistico che in un racconto o dono. Racconti dagli anni novanta, a in un romanzo. Il suo non è tuttavia cura di Fulvio Panzeri, Bompiani, mai un autobiografismo, ma uno Milano 1993, pp. 336, Lit 30.000. di Marco Belpoliti pseudo-autobiografismo, dal mo- PIER VITTORIO TONDELLI, "Panta", mento che lo scrittore è sempre con- n. 9, 1992, a cura di Fulvio Panzeri, scio della distanza che esiste tra il suo pp. 371, Lit 18.000. le manie, ma anche il proprio talento, patchwork, le sue cialtronerie, per al- weekendpostmoderno). Eppure detto vero sé e quello rappresentato sulla in un fatto pubblico; tanto da indur- tro previste e sapientemente esibite, tutto questo, dopo aver insistito su pagina. Emblematicamente, a metà Pier Vittorio Tondelli si è identifi- gli a credere — ecco lo stigma di que- controcanto a tratti tragico, a tratti questa chiave ovvia, c'è ancora qual- del racconto dedicato ai dischi del cato con gli anni ottanta, con il de- sto decennio passato — che ci si po- comico, sempre spietatamente since- cosa che non torna nel percorso lette- "suo" decennio, dopo aver allineato cennio che se ne è appena andato, ne tesse muovere nello spazio della rap- ro. La chiave generazionale è dunque rario e umano di Tondelli, qualcosa una serie di strofe di canzoni abbina- è stato il cantore, il testimone, il por- presentazione come se si fosse nella indispensabile per comprendere il la- che bisognerebbe cercare al di là del- te a ricordi, trascritti sotto forma di tavoce, il trascrittore, uno degli indi- propria casa, come se il pubblico fos- voro dello scrittore emiliano, come lo le facili coincidenze — la ristampa di flash, conclude ricopiando una frase scussi protagonisti, almeno nella let- se, almeno nelle intenzioni, la "veri- sono l'appartenenza alla sua terra, Altri libertini nel gennaio 1990 e la del diario di un altro scrittore, Gio- teratura. I libri di Tondelli, i primi, tà" del privato. Per un certo periodo terra generosa e melanconica — co- morte nel dicembre del 1991 — e vanni Comisso: "Tutta questa pre- Altri libertini e Pao Pao, passano di sunzione di scrivere racconti o ro- mano in mano, sono letti dai giovani manzi è una buffonesca menzogna. e dagli adolescenti, suscitano il culto Non resiste narrativamente che la dei trentenni. E tuttavia Tondelli storia di se stesso". Questa è la con- Lettere immaginarie di un uomo realissimo non è che un protagonista di parte, di traddizione in cui si è dibattuto per una parte soltanto, dal momento che un decennio Pier Vittorio Tondelli: gli anni ottanta hanno molte facce. la storia di se stesso. Niente di più La sua non è quella patinata, gla- di Cesare Cases evidente, anche per un lettore meno mour, postmoderna — nonostante scaltro: esiste un legame tra le storie Rimini e Un weekend postmoderno raccontate dall'autore e il suo sé. Ma —, yuppie e rampante di molti che di quale sé si parla? Quello dell'uomo CARLO MUSCETTA, L'erranza. Memorie in for- di è in grado di offrirci ghiottonerie inedite. In un hanno scorrazzato con i loro romban- Tondelli? quello dello scrittore Ton- ti e vuoti motori sul palcoscenico del ma di lettere, Il Girasole, Valverde (Catania) capitolo di estremo interesse indirizzato a Franco delli? Il sé di chi si specchia e si osser- decennio, bensì quella rabbiosa e do- 1992, pp. 208, Lit 25.000. Fortini sulla politica culturale del Pei e il conflit- va attraverso la pagina? o quell'altro lente, ribelle e tenera, la parte del- to tra "Società", diretta da Muscetta e Gastone sé, quello che esiste, da qualche par- l'attesa, della ricerca, dell'umiliazio- L'erranza muscettiana si rivela già nella pre- Manacorda, e il neonato "Contemporaneo" di- te, fuori dalla pagina e che nutre con ne del corpo, come la definisce con ziosa carta tirata a mano e da tagliare sempre a retto da Carlo Salinari, è riportata tra l'altro una la sua "oscura" esistenza il sé che pathos autobiografico Enrico Palan- mano (particolare oggi quasi incredibile) che ca- lettera scritta da Togliatti a Muscetta dopo la let- adesso si rimira sul foglio infilato nel- dri nel suo testo su "Panta", nel nu- ratterizza le edizioni di Angelo Scandurra. Può tura delfamoso ' 'manifesto dei 101" (gli intellet- la macchina per scrivere o stampato a mero interamente dedicato al suo caratteri neri sul giornale, la rivista, essere che ci sia qualcuno che non conosce Carlo tuali del Pei che disapprovavano la repressione fondatore, Pier Vittorio Tondelli. La il libro? Man mano che passano gli Muscetta, ma certo non c 'è nessuno che non ab- del 1956 in Ungheria). La lettera, molto cauta gran parte delle oltre trecentosessan- anni, l'adolescente baldanzoso, l'im- bia litigato con lui, magari senza saperlo e conti- onde tentare di evitare, suppone Muscetta, la ta pagine di "Panta", curate con de- punito cantore degli "altri liberti- dizione e intelligenza da Fulvio Pan- nuando ad apprezzarlo e ad amarlo. L'unico che pubblicazione del "manifesto" che circolava an- ni", il rappresentante delle nuove ge- zeri, oltre che una rilettura critica, non saprà che farsene di lui sarà Umberto Bossi. cora manoscritto, dà ragione nella sostanza agli nerazioni, il loro aedo, si trasforma sono una lunga e preziosa testimo- Nato ad Avellino, formatosi alla Scuola Norma- oppositori ma sbandiera il solito argomento che in uno scrittore meditativo e riflessi- nianza, a tratti lirica, a tratti dolen- le, residente a Roma, professore a Catania e in al- la solidarietà offerta oggi al partito ungherese do- vo, la leggera pesantezza dei perso- te, a tratti lucida e autocritica, della tri luoghi (tra cui perfino Parigi), Muscetta ha la- veva servire a tenersi liberi per le "critiche seve- naggi del Postoristoro cede il passo al- "parte" di Tondelli, di quel mondo vorato e litigato con tutti, dalle Alpi al Lilibeo, re" che gli sarebbero state mosse in un secondo la pesante malinconia dei Biglietti agli che si è identificato nel percorso dei infischiandosi delle divisioni geografiche. Tra tempo, ' 'sulla base di una conoscenza adeguata amici e delle Camere separate. E un suoi libri, ne ha condiviso la passione processo inevitabile che hanno dovu- tutte queste città e borghi Muscetta ha intessuto di tutti i fatti ' '. Ma questa e molte altre esperien- dell'esistere e le istanze morali che to subire tutti quelli che sono stati una vastissima rete di rapporti che rievoca nella ze non impediscono a Muscetta di affermare che scaturiscono da quelle pagine. I testi giovani almeno una volta nella vita, forma da lui scelta di lettere a vecchi e nuovi magari con altri nomi "occorrano fiir ewig dei di Enrico Palandri, di Alessandro quelli che hanno avuto la ventura di Tamburini, di Sandro Lombardi, di amici o ai figli e nipoti dei medesimi (e ai suoi comunisti" di fronte "agli orrori e alle miserie scrivere il loro primo libro poco più Generoso Picone, di Claudio Pier- propri). Ciò che colpisce favorevolmente è che del mondo capitalistico giunto a una crisi non fa- che adolescenti. Come scrisse Italo santi, di Giovanni Ferretti, sono un questa rete ignora le gerarchie, accademiche o cilmente reversibile". Muscetta non demorde, Calvino, a proposito del suo Sentiero, documento di una passione mai sopi- meno, in mezzo alle quali Muscetta è venuto a anche se conserva qualche indulgenza per l'ex al- guardando il se stesso che era stato: ta e contengono pagine ammalianti. trovarsi. Non ci sono solo compagni di scuola o lievo Giampiero Mughini, che peraltro stava per "il grande strappo lo dài solo in quel Il fatto è che nonostante quell'iden- celebrità locali avellinesi, ma accanto a Vito La- bocciare all'università perché parlava del Canzo- momento, l'occasione di esprimerti tificazione che Tondelli ha consape- si presenta una sola volta, il nodo che terza, Giulio Einaudi e Giangiacomo Feltrinelli niere avendo letto tutta la letteratura critica in volmente assunto, quasi come un porti dentro o lo sciogli quella volta o (con il primo Muscetta pubblicò una grossa storia proposito, ma neanche una lirica del poeta (un compito affidatogli dalle circostanze mai più". Nel testo critico di Aldo letteraria a più voci, con il secondo l'edizione del precursore anche in questo). e dal caso, che aveva trasformato il Tagliaferri, Pier Vittorio Tondelli ci De Sanctis e l'eccellente ' 'Parnaso italiano ' ', con suo primo libro in un cult book e fat- P.S.: Con Muscetta (e ciò è una prova della si presenta così: occupato dal "tema to di lui il "vero e proprio enfant pro- il terzo una collana di classici) troviamo presen- sua immutata vitalità giovanile) si arriva sempre del ritorno, e della difficoltà di tor- dige della giovane narrativa", come è tate figure come Luigi Diemoz, che ebbe il torto nare a un luogo reale e immaginario, in ritardo. Appena consegnata la recensione al scritto anche nelle storie letterarie di essere uno di quei valorosi redattori editoriali odiato e adorato, per ritrovarvi l'E- volume autobiografico, giunge in redazione una per uso scolastico, qualcosa sfugge al- che non si raccomandano alla posterità con opere den dell'onnipotenza infantile". L'e- nuova raccolta di articoli e lezioni (C.M., Il giu- l'incasellamento generazionale, alla proprie. E si scopre che le famose ire muscettiane nigma è tutto in quel "ritorno a ca- definizione ribellistica e picaresca. sono riservate a personaggi minori che magari dizio di valore. Pagine critiche di storicismo sa", a cui ci richiama autobiografica- Eppure è stata proprio questa la ma- integrale, Bonacci, Roma 1992). Se vogliamo mente anche Giovanni Ferretti, un non le meritavano ma che nemmeno meritavano schera con cui Tondelli ha attraver- qui segnalarla non è soltanto per gli interessanti enigma che pare insolubile e che nel- un monumento, mentre chiunque brillasse per sato il decennio, una maschera appe- contenuti o per il titolo e sottotitolo apertamente la vita dello scrittore è rappresentato intelligenza e alacrità viene trattato a giusta stre- na sfumata dalla timidezza e dal pu- provocatori, né perché è uscita dall'altro fedele dal gioco dell'oca delle sue camere, dore della persona, lasciandosi dietro gua indipendentemente dalla sua fama e dai ran- editore dell'ultimo Muscetta, cui è rivolta la let- case, città, nell'essere sempre stra- le spalle quella ricostruzione di parte cori muscettiani, quindi non solo Diemoz ma tera dell'Erranza sui suoi rapporti con gli edito- niero in patria e sempre sulla via del che porta il titolo di Un weekend anche il bistrattato Feltrinelli e perfino Einaudi ritorno, verso quel luogo perso una ri, ma perché una bibliografia completa alla fine postmoderno, doppio fondo dei suoi il cui elogio sembra strappato a forza alla penna volta per tutte, e che tuttavia deve del volume, opera di R.M. Monastra e E. Frusta- romanzi, ma anche tentativo "di de- del vecchio collaboratore. Muscetta non ha perso ogni volta raccontare o almeno evo- ci, permette per la prima volta di orientarsi nella terminare una via nuova all'idea di quasi nulla dei documenti del suo passato e quin- care sulla pagina. Scrittore di presen- romanzo", come ha scritto Panzeri selva della produzione muscettiana. za, Tondelli ha posto al centro delle nella sua nota d'accompagnamento. sue ultime opere il problema della co- E anche questa seconda parte di "un noscenza, conoscenza di sé e del pro- weekend postmoderno", che porta il prio incanto, non conoscenza del titolo de L'abbandono, progettato in- mondo o delle sue forme — natura, sieme all'amico critico Fulvio Panze- saperi, storia — ma conoscenza della questo è stato vero, anche se per Pier me sottolineano diversi interventi in persino dell'identificazione di una ri, ricalca i percorsi della precedente, propria origine. La ricerca del pro- Vittorio Tondelli il rapporto tra i "Panta", e come orgogliosamente generazione. Forse andrebbe cercata sebbene in modo più intimo e perso- prio segreto di scrittore è diventato due, privato e pubblico, si è progres- scriveva Tondelli stesso al termine di un'altra chiave per penetrare in quel- nale. Mentre il primo weekend era per lui il nodo da sciogliere, il vilup- sivamente aggrovigliato e complica- Un weekend postmoderno —, l'omo- lo che Francois Wahl, con rispetto e opera centrifuga, multiforme, noma- po da dirimere, ricerca che ora si leg- to, sino al rovesciamento totale di Bi- sessualità, tema esibito e discusso in intelligenza, chiama il mistero di dica, L'abbandono, che è una raccol- ge in trasparenza nelle pagine del- glietti agli amici, "capolavoro a bocca modo diverso dal passato, e le radici Pier Vittorio Tondelli (PVTTPV, co- ta di saggi narrativi, conferenze, rac- l'Abbandono e in quelle di Camere se- chiusa" (F. Wahl). Dal punto di vista cattoliche. Anche in quest'ultimo me titola con allusione "cosmicomi- conti, appare centripeta, rivolta ver- parate. Questo è il vero rito di passag- generazionale — e nel tempo breve aspetto Tondelli è diverso da molti, ca" il suo testo critico e testimonia- so il proprio sé, di uomo e di scritto- gio che Pier Vittorio Tondelli ha le generazioni contano, almeno per poiché la sua matrice non l'ha mai le). E forse a questa direzione alludo- re, ammesso che le due cose in cercato di compiere nella sua vita di chi vi appartiene —, Tondelli è stato negata e neppure esaltata, ma l'ha te- no i racconti autobiografici de L'ab- Tondelli si potessero più separare, al- scrittore, rito generazionale eppure il testimone della provincia italiana, nuta come un sottofondo, dolce e de- bandono e il testo che chiude il meno dopo quell'inizio folgorante, privatissimo, rito che proietta il suo quella che, dopo l'epoca metropolita- licato, in un paese che, a ogni piè so- volume, per scelta dell'autore: Qua- dopo che la fortuna (o sfortuna) l'a- lavoro su un altro piano, là dove le na degli anni settanta, ha mostrato la spinto, si professa laico e si dimenti- rantacinque giri per dieci anni. Ancora veva proiettato sulla scena pubblica, "camere separate" non sono abitate propria vitalità, il vigore e la creativi- ca che per quasi quarant'anni è stato una volta le date sono essenziali per offrendogli l'occasione di trasforma- da persone diverse, ma dalla medesi- tà del paese delle mille città, che è educato dai preti e amministrato dai Tondelli, scrittore di memoria e ri- re le proprie preferenze, le proprie ma persona, così come l'"altro" li- stato il vero controcanto degli anni democristiani, e dove, senza troppe cordi, teso a non perdere neppure inclinazioni, i propri miti, i propri bertino è sempre lo stesso che ora Io ottanta, nonostante le sue contraddi- repulse, "il Medioevo trionfava, sot- una goccia del proprio passato, ma a amori, le idiosincrasie, le fissazioni, racconta, in vita come in morte. zioni, il suo irrimediabile spirito to la cintura" (Carlo Coccioli, in Un trascriverlo sulla pagina, sia in un te- La Musa commentata Anna Achmatova I i a cura di Fernando B andini Le prime poesie di Anna Achmatova (in traduzione) le ho let- traduzione di Colucci è molto bella e trasmette in modo adegua- te giovanissimo sulla "Fiera letteraria" agli inizi degli anni cin- to la suggestione del senso. quanta. La "Fiera" era un settimanale àdY establishment politi- Nella prima edizione di questa poesia, come c'informa in una co-culturale di quegli anni (ma l'altra cultura, quella di opposi- nota il curatore, le strofe 1,2,5 apparivano in veste di varianti zione, non mancava di salde zone d'influenza). Era un giornale (immagino in caratteri piccoli, relegate in una appendice). Il i anticomunista, con raffinatezze alle quali l'anticomunismo di censore aveva smontato il senso della poesia riducendola — at- quegli anni risultava estraneo, e dedicava largo spazio alla poe- traverso le sole strofe 3 e 4 — a un semplice elogio della-musa di sia di voci diverse dell'Est. Nacque allora il mio grande amore Mandel'stam. E anche questa operazione veniva resa possibile per questa poetessa, condiviso da molti in Italia dove i suoi versi dal fatto che la poesia è scritta in quartine, ognuna sintattica- non sono sconosciuti, con la pubblicazione di numerose antolo- mente autonoma e conclusa. Ma restava per sempre obnubilata gie della sua opera, ultima delle quali quella a cura di Michele l'accezione di quella parola, immortalità, che concludeva la poe- Colucci (Anna Achmatova, La corsa del tempo. Liriche e poemi, sia in redazione censoria. Non è l'immortalità retorica con cui si 1 Einaudi, 1992, recensito da Lia Wainstein ne "L'Indice" n. 5, fa riferimento alle opere dell'arte e della poesia, è l'immortalità 1992). paradossale e antifrastica di una sconfitta: chiave, come l'Ach- matova avrebbe svelato nella strofa successiva, che apre un edi- La poesia Mi chino su di loro è del 1957 e fa parte di una rac- ficio ormai distrutto; eco di una lira che può risuonare soltanto colta intitolata Un serto ai morti. Si tratta, per Io più, di versi che nell'Ade (i "prati d'oltretomba", ulteriore omaggio alle remini- l'Achmatova dedica ai poeti scomparsi della sua generazione. Il scenze classiche che gremiscono i versi di Mandel'stam). testo qui presente, pur rivolgendosi specificamente a Osip Man- del'stam, pensa a tutti questi poeti, si china sulla loro memoria L'Achmatova non fa nei suoi versi tale uso di simboli e miti. I (sulla loro poesia) come su di una tazza che non ha bisogno di es- Le sue poesie, di solito brevi, appaiono come l'ellissi di un rac- sere decifrata (come fanno le indovine coi fondi del tè). L'unica conto, condensato di un'autobiografia che quanto più si fonda cosa che si legge in quella tazza è un destino comune, una comu- sulla discrezione, tanto più appare, vista postumamente, come ne tragica giovinezza. Il discorso acquista forza dal fatto che la testimonianza del destino di un'intera generazione. E questo poesia di Mandel'stam (e di altri poeti della sua epoca) sembra succede sia nelle poesie d'amore delle prime raccolte, sia in quel- difficile, intrecciato appunto di "segni ascosi". Diversa, si deve le della maturità che si espongono all'acerbo sigillo del tempo. aggiungere, dalla qualità dei versi dell'Achmatova, così animati, L'Achmatova parla sempre del proprio privato. Lo fa con estre- nel loro segreto, da un'intensa quotidianità e che si raccolgono mo pudore. Non cita i fatti drammatici che hanno contrassegna- 8 attorno a un episodio e a un sentimento spesso, in apparenza, to la sua vita: la fucilazione del marito Gumilév, la lunga deten- fragili. Il fatto è che a lei l'opera poetica di Mandel'stam non ri- zione del figlio Lev nel secondo dopoguerra. Se Mandel'stam ha sulta oscura, la capisce come un grande archeologo capisce i se- rispecchiato la storia di quegli anni in miti baluginanti, l'Ach- gni della stele sopravvissuta che racconta, per frammenti, le vi- matova ha invece interiorizzato la storia: è stata una redditiera cende di un mondo scomparso. Questo perché l'Achmatova ha dell'anima i cui beni era impossibile espropriare. respirato "la stessa aria", si è trovata ad affacciarsi "sullo stesso Ai poeti dell'ex Urss, più che quelli di qualsiasi altra parte del abisso". E legge una storia (la Storia) dove Mandel'stam sembra mondo, è stato affidato uno straordinario potere di certificazio- 8 affabulare unicamente visioni e miti. Da Mandel'stam arrivano ne su quello che i russi hanno pensato e sentito, per quasi settan- in questi versi sia Euridice che Europa rapita dal toro. E all'ac- tanni, sull'esistenza umana. Anche negli Usa ci sono stati i poe- cento eloquente di Mandel'stam, l'Achmatova fa in un certo ti, ma se io voglio conoscere i sentimenti e i pensieri degli ameri- 8 senso il controcanto con la triplice iterazione del nome del fiu- cani in quello stesso periodo, posso rivolgermi a film, a romanzi. me, la Nevà (nad Nevài, nad Nevài, nad Nevài) che attraversa Nell'Urss film e romanzi parlavano quasi sempre d'altro e i poe- Leningrado-San Pietroburgo, spesso nominata nei propri versi. ti sono stati più importanti. Essi hanno fissato la memoria di ge- Lo ripete tre volte, in rima con tvoi, possessivo di scansione tut- sti, speranze e drammi come "l'aroma di un garofano / sognato ta achmatoviana. La poesia è infatti scritta in quartine a rime al- chissà quando laggiù", anche se la loro presenza, nel clamore del terne. Una traduzione comporta sempre una secca perdita di secolo, era quella di deboli "ombre balenanti". fatti formali sui quali un testo poetico basa il suo smalto, ma la 8 Mi chino su di loro... 8 a O. Mandel'stam Mi chino su di loro come su di una tazza, Sono le nostre ombre che balenano non vi sono ascosi segni da vagliare; sulla Nevà, sulla Nevà, sulla Nevà, è la nera, tenera notizia è la Nevà che sciaborda ai gradini, della nostra insanguinata giovinezza. è il tuo lasciapassare per l'immortalità. Un tempo io respirai la stessa aria, Sono le chiavi di un'abitazione fui sullo stesso abisso nella notte, della quale non resta più pietra... in quella notte deserta e ferrea è la voce della lira segreta, in cui inutilmente chiami, gridi. ospite sui prati d'oltretomba. Oh, com'era acuto l'aroma di un garofano sognato chissà quando laggiù: sono le Euridici che roteano, è il toro che sulle onde mena Europa. (trad. dal russo di Michele Colucci) D in L'INDICE •FEDBBEIRA IOL I1B9R9I 3 D-ENL. M2, EPSAGE.B 1I 0 ZORA NEALE HURSTON, Tre quarti di La scimmia significante attraverso barriere che si sarebbero dollaro dorati, Marsilio, Venezia potute credere invalicabili, impossi- 1992, trad. dall'inglese di Chiara bili. Spallino, con testo a fronte, pp. 158, J: t ] Vinari Analoga è la significazione di mu- f Lit 14.000. sica e danza rispetto allo storytelling, e ad esso intimamente legate, come Un canone multiculturale induce della favolistica dei neri americani, suo universo natio, la cittadina di racconto di formazione o apologo vuole la consuetudine africana della oggi a riletture diversificate e all'ac- personaggio del folklore africano Eatonville (abitata da soli neri) cui morale, bensì contesto che si offre al- performance. cettazione di estetiche multiple, ri- sbarcato oltreoceano e dotatosi di un sempre attinse e appartenne, e in cui la performance. Nella lunga notte Il racconto che dà il titolo alla rac- proponendo di forza voci significanti nuovo linguaggio. negli anni venti prese a raccogliere della schiavitù gli eroi del mito e del- colta italiana, Tre quarti di dollaro do- che parevano sommerse e smarrite Sembrava che la schiavitù avesse materiale folklorico sotto la guida la fiaba si fecero risposta vitale a rati, del 1933, è un bell'esempio della nella babele del Novecento. Fra esse ucciso lingue e culture d'Africa nel dell'antropologo Franz Boas della un'esistenza diurna di privazioni, di- presenza di un "briccone" che sedu- la voce dell'afroamericana Zora Nea- corso della tratta e della diaspora in Columbia University. Da subito, la struzione e morte, significando così ce e imbroglia e poi, smascherato, le Hurston, narratrice e antropologa, terra nordamericana. Ma così non è Hurston lesse il folklore come story- una trasgressione alle lingue tagliate scompare nel polverone della sconfit- folklorista e creatrice multimediale, stato; e la prima rivelazione di questa telling, e ne apprezzò la valenza e al silenzio. Ne emerge una fascina- ta. Il briccone è qui il gelataio Otis originaria del Sud ma emersa alla no- vitale sopravvivenza si è avuta ana- espressiva riusandolo come narrativa zione estetica rispetto alle possibilità Slemmons, dongiovanni di provincia torietà nella New York degli anni lizzando — anzi, ascoltando — il fol- e teatro, facendolo emergere come di trasformazione di scenari e perso- che seduce le donne con il bagliore venti e trenta, in piena Harlem Re- klore. A questo modo ha iniziato la voce: e in ciò dimostrò di capire la naggi, e un incontrollabile, travol- dell'oro: una moneta d'oro da cinque naissance. Dopo aver sofferto un carriera la Hurston, innamorata del natura della fiaba africana, che non è gente piacere nel far passare l'azione dollari come fermacravatta, un'altra lungo oblio, Zora Hurston si rivela moneta d'oro da dieci dollari appesa essere una chiave di volta della tradi- alla catena dell'orologio da panciot- zione afroamericana, che, rifacendo- to, nonché "in bocca... una quantità si e attingendo al fiume sotterraneo incredibile di denti d'oro". Con il della cultura africana, porta diretta- tintinnio dell'oro sfavillante, e le pa- mente alle scrittrici nere, da Alice role di miele, fatte per accalappiare Walker a Toni Morrison, Cade Bam- ("denti d'oro"), Slemmons seduce bara e le altre (in Italia poco o nulla anche l'avvenente Missie May, che conosciute), e anche agli scrittori ne- conosce solo i dollari d'argento gua- ri, da Ralph Ellison e Ishmael Reed. dagnati dal marito Joe; e se la porta a In sintonia con la riscoperta d'ol- letto. Viene colto in flagrante da Joe: treoceano, compare in Italia un libro ed è subito tragedia. "In camera da gioiello, Tre quarti di dollaro dorati, letto vi fu un improvviso scompiglio. che presenta Zora Hurston con at- Un fruscio, un tonfo e un silenzio so- tenzione filologica e critica (era già spetto... La grande cinghia sulla ruo- comparsa, ma lasciando scarsa trac- ta del Tempo si allentò, e fu l'eterni- cia, una traduzione del 1938 del ro- tà". Alla fine Joe trionferà sugli "in- manzo Their Eyes Were Watching formi nemici dell'umanità che si an- God, I loro occhi guardavano Dio). nidano nelle ore del Tempo Tre quarti di dollaro dorati riunisce mortale", e rivelerà a Missie May la tre importanti racconti di epoca e natura bugiarda del briccone: i suoi momento diversi, tradotti con intel- dollari sono falsi — non sono d'oro, ligente fantasia da Chiara Spallino, bensì dorati. Il briccone è scoperto cui va reso atto di aver assolto con ed estromesso dal racconto. Ma la vi- eleganza un compito che altri avreb- cenda prosegue. La metafora portan- be ritenuto impossibile. I testi della te del racconto, ritmato come una Hurston sono infatti un veicolo di in- ballata, è appunto l'oro — il denaro candescente oralità, impastati di ger- — come emblema di falsità: in tal ghi e dialetti dei neri americani. modo lo schema fiabesco diventa si- Morta in oscura indigenza a Ea- gnificante sociale. Ma il racconto, tonville (Florida) nell'anno 1960, nel suo insieme, non è moraleggian- Zora Hurston è stata riscoperta pro- te, bensì un'occasione per inscenare prio da Alice Walker, l'autrice di II la gioia del narrante; e marca il trion- colore viola che nel 1983, lungo l'iti- fo dell'azione basata sulla struttura nerario di un'ascendenza matrilinea- dell'inganno/disvelamento. La trama re, le ha dedicato un libro amorevole, si radica e si conclude in un coerente Alla ricerca dei giardini delle nostre universo di fiaba, annunciando in madri, dopo aver posto, nel 1973, apertura: "Era un giardino di negri una pietra tombale sul luogo presun- attorno a una casa di negri in un inse- to della sua sepoltura, con la dedica diamento di negri che traeva il suo "A Zora Neale Hurston, genio del sostentamento dal libro paga della Sud". In quegli stessi anni, il critico G. eG. Fertilizer". La traduzione ha Henry Louis Gates rintracciava i colto bene l'andamento scandito del passi della Hurston ripubblicandone narrare, riproducendo la velocità le opere e collocandole sul sentiero dell'azione attraverso un ritmo di incantato del dio africano Esu (dio corsa, rallentato a tratti — quasi fos- yoruba della conoscenza e del disor- se governato da una moviola — da dine), che nel viaggio attraverso la slarghi e pause di sgomento, dolore, diaspora della schiavitù ha rivestito, rabbia, oppure speranza e gioia. tra gli altri ruoli, quello di Scimmia Il racconto Sudore, datato 1926, si Significante in una celebre e inquie- colloca anch'esso nella natia Eaton- tante fiaba afroamericana. La Scim- ville, e ha come protagonista una mia Significante assunta da Gates a coppia. II gioco del significante — emblema del discorso narrativo dei ché davvero di gioco si tratta, nel neri è anche un trickster (briccone) senso di play — si scatena qui attra- verso le contrapposte metafore reg- genti del "fuori" e del "dentro": Alfio Mastropaolo dentro e fuori la casa, dove nasce la voce autoanalitica della protagonista IL CETO Henri-Frédéric Amiel femminile, dentro e fuori la coscien- za, dentro e fuori la vita. La casa è il DIARIO INTIMO teatro della crudele vicenda, prima luogo di sofferenza e tortura, poi pal- POLITICO (1847/1881) coscenico di battaglia e vittoria di Delia, la moglie maltrattata di Sykes; e l'uscio da cui entrano ed escono i a cura di Maurizio Ciampa protagonisti è la soglia del dramma. Teoria e pratiche e Francesco Cirafici Condotto sul filo della perversità fa- tale di Sykes, il racconto è pausato da Il degrado Per più di 40 anni Amiel ha atteso al suo "Journal" che frazioni di tempo senza tempo colme si compone di 17.000 pagine, nelle quali si rispecchia, di intensa liricità: la consueta docili- e i paradossi tra l'altro, il travaglio spirituale e lo sbandamento delle tà di Delia "parve scivolarle dalle della democrazia generazioni dopo il primo Romanticismo. L'Antologia spalle come una sciarpa sollevata dal che proponiamo offre un esauriente approccio con il vento"; Delia "rimase sveglia a con- italiana templare le macerie che si erano ac- pensiero dell'Autore, uno studioso malinconico dell'io, cumulate lungo il percorso del suo della vita, una tormentosa ricerca della verità. matrimonio... Il più piccolo fiore da tempo era affondato nel fiume di sale che era sgorgato dal suo cuore"; e co- sì via. La storia giunge al culmine e Collana Libri del Ponte / pp. 192 / L. alla conclusione in poche battute ful- La Nuova Italia Scientifica minanti, quando la donna accetta la >

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