Veronica, un tempo professionista dell’editoria, partecipa per la prima volta a un gruppo di lettura. A coinvolgerla è stata la sorella, per lei queste sedute sono sempre molto interessanti e circondate da un’atmosfera piacevole e rilassata. Così, tra insistenze e scetticismo - «un gruppo di babbione e di pensionati che si ritrovano a parlare degli ultimi best seller per dire le loro cretinate, come al circolo, figuriamoci» - Veronica finisce per accettare l’invito. Il primo incontro non delude le sue aspettative, ma nonostante tutto non si tira indietro, anzi decide in cuor suo di sfidare il gruppo: «gliela avrei fatta vedere io a quelle sceme». Sono ex professoresse analitiche, lettrici emotive, ma anche il finto sempliciotto, il vanesio, il critico professionista, un vero e proprio campionario di casi umani, un micromondo che replica quello più grande con tutta una gamma di manie e ossessioni, comprese quelle di Veronica, neppure lei esclusa dal catalogo: «per non dare l’idea a mia sorella che mi stessi preparando per l’incontro, dalla parrucchiera ci andai qualche giorno prima». Seguendo lo schema della commedia all’italiana Francesco Recami racconta vizi e maniere, ansie, nevrosi e insicurezze dell’Italia di oggi e lo fa con lo sguardo cinico e sarcastico a lui congeniale, grazie al quale riesce ad intrecciare ancora una volta una brillante e feroce satira.