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Il grande, il piccolo e la mente umana PDF

207 Pages·1998·7.426 MB·Italian
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Roger Penrose Ugrande, il piccolo e la mente umru:ia - tC •I" I • ·f I- • I I ·-- Roger Penrose Il grande, il piccolo e la mente umana con Abner Shimony, Nancy Cartwrigl e Stephen Hawking a cura di Malcolm Longair Nuova edizione ' ~ Raffaello Cortina Editore': www. raffaellocortina.it Titolo originale The Large, the Small and the Human Mind © 1999 Cambridge University Press First published 1997 Traduzione di Nicoletta Notarianni ISBN 88-7078-612-9 © 2000 Raffaello Cortina Editore Milano, via Rossini 4 Prima edizione: 1998 Nuova edizione: 2000 INDICE Introduzione (Malcolm Longair) 1 1. Spazio-tempo e cosmologia 9 2. I misteri della fisica dei quanti 55 3. La fisica e la mente 97 4. La natura della mente, la meccanica quantistica e l'attualizzazione delle potenzialità (Abner Sh imony) 145 5. Perché la fisica? (Nancy Cartwright) 161 6. Le obiezioni di un riduzionista spudorato (Stephen Hawking) 169 7. Penrose replica 173 Appendice 1 Il teorema di Goodstein e il pensiero matematico 187 Appendice2 Esperimenti per controllare la riduzione di stato indotta dalla gravità 193 VII INTRODUZIONE Uno degli eventi intellettualmente più stimolanti dell'ulti mo decennio è costituito dalla pubblicazione di un certo nu mero di testi in cui scienziati eminenti cercano di trasmettere sia i contenuti essenziali sia il fascino della loro disciplina a un pubblico di non iniziati. Tra gli esempi più rappresentativi ri cordiamo Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo di Stephen Hawking che ha ottenuto uno straordinario successo editoriale; Caos di James Gleick, che mostra come un argo mento di grande difficoltà concettuale possa venire trasfor mato in un appassionante racconto poliziesco; e Il sogno del l'unità dell'Universo di Steven Weinberg, capace di rendere sorprendentemente accessibili e attraenti la struttura e gli obiettivi dell'attuale fisica delle particelle. In questa ondata di testi divulgativi spicca il libro di Roger Penrose La mente nuova dell'imperatore (1989) per delle ca ratteristiche che lo dis.tinguono da tutti gli altri. Mentre quei vari autori tentavano di comunicare contenuti e fascino della scienza contemporanea, il libro di Penrose mostrava con grande originalità come aspetti apparentemente eterogenei della fisica, della matematica, della biologia, della scienza del cervello e persino della filosofia potessero convergere in una nuova sintesi, che, se pur non del tutto definita, presenta i tratti di una nuova teoria dei processi fondamentali. Non de ve sorprendere, dunque, che La mente nuova dell'imperatore abbia suscitato una lunga serie di discussioni e che, nel 1994, Penrose abbia pubblicato un secondo volume, Ombre della 1 INTRODUZIONE mente, in cui, oltre a replicare alle numerose critiche che gli erano state rivolte per il primo, cerca di chiarire e di sviluppa re le proprie tesi. Infine, nell'ambito delle Tanner Lectures del 1995, egli ha presentato un compendio dei temi più im portanti affrontati nei due libri, discutendo il tutto con Abner Shimony, Nancy Cartwright e Stephen Hawking. Le tre con ferenze riprodotte nei capitoli 1-3 di questo volume rappre sentano un'introduzione, facile e leggibile, ai concetti esposti in maniera assai più dettagliata e specialistica nelle due opere precedenti; mentre i capitoli 4, 5 e 6 contengono le critiche dei suoi interlocutori su queste stesse questioni. Penrose ha avuto la possibilità di replicare, e di riproporre le sue tesi nel capitolo 7. In questa introduzione non intendo sintetizzare o illustrare ulteriormente le idee di Penrose (le sue pagine sono sufficien temente eloquenti!), ma delineare lo scenario che aiuti a com prendere la peculiarità del suo approccio ad alcuni dei pro blemi più profondi della scienza contemporanea. Al di là dei riconoscimenti che gli sono stati tributati in campo interna zionale per il suo talento di matematico, Penrose ha sempre voluto collocare la propria ricerca nel contesto della fisica. I lavori per cui è più celebre nell'ambito dell'astrofisica e della cosmologia riguardano alcuni teoremi nell'ambito delle teorie relativistiche della gravità, e parte del suo lavoro è stata con dotta in stretta collaborazione proprio con Stephen Hawking. Uno di questi teoremi mostra che inevitabilmente, stando alle classiche teorie relativistiche della gravità, all'interno di un buco nero c'è una singolarità fisica, cioè una regione di spazio in cui la curvatura dello spazio, ovvero - il che è equivalente - la densità della materia, diventa infinitamente grande. Un se condo afferma che, sempre stando alle classiche teorie relati vistiche della gravità, c'è inevitabilmente un'analoga singola rità fisica all'origine nei modelli cosmologici basati sul Big Bang. Tali risultati indicano che, in un certo senso, tali teorie sono seriamente incomplete, in quanto singolarità fisiche an drebbero evitate in ogni teoria fisica significativa. Questo è soltanto un aspetto, però, di una vasta serie di 2 INTRODUZIONE contributi a numerose aree della matematica e della fisica ma tematica. Il cosiddetto processo Penrose è un modo mediante cui le particelle possono estrarre energia rotazionale dai buchi neri rotanti. I diagrammi di Penrose vengono abitualmente usati per studiare il comportamento della materia in prossi mità di buchi neri. Questo approccio è guidato da una fortis sima sensibilità geometrica, quasi pittorica, che il lettore po trà riscontrare continuamente nei primi tre capitoli, e che si esprime, per esempio, nelle figure "impossibili" di M.C. Escher e nelle "tessere" [tiles] di Penrose. Vale la pena di ri cordare che fu uno scritto a due firme, di Roger e di suo pa dre, L.S. Penrose, a ispirare un certo numero dei disegni "im possibili" di Escher. Inoltre, le figure intitolate "Cerchio limi te" di Escher vengono utilizzate nel capitolo 1 quando Penro se manifesta il proprio entusiasmo per le geometrie iperboli che. Le tessere di Penrose, a loro volta, sono costruzioni geo metriche di estremo interesse, dal momento che un piano infi nito può venire ricoperto completamente con tessere di un piccolo numero di forme differenti. Gli esempi più seducenti mostrano come si possa coprire completamente un piano infi nito senza mai ripetersi - vale a dire che la medesima configu razione di tessere non ricorre in alcun punto del piano infini to. Nel capitolo 3 questa tematica viene collegata al problema di come far eseguire al computer specifici insiemi di procedu re matematiche definite con precisione. Penrose, dunque, ci presenta qui una formidabile famiglia di concetti matematici e una straordinaria varietà di risultati nel campo della matematica e della fisica, allo scopo di esplo rare i problemi più profondi della fisica contemporanea. L'importanza e la serietà di tali problemi è fuori discussione. I cosmologi hanno buone ragioni per ritenere che il Big Bang offra il quadro più convincente a nostra disposizione per comprendere le caratteristiche a larga scala del nostro Univer so. Nondimeno, tale quadro appare gravemente incompleto per più di un aspetto. Secondo un'opinione condivisa dalla maggior parte dei cosmologi, disporremmo ormai di una buo na comprensione della fisica di base necessaria per spiegare IN1RODUZIONE globalmente le caratteristiche dell'Universo sin dal primo mil lesimo di secondo e in tutta la sua evoluzione fino allo stato at tuale. Il quadro risulta soddisfacente, però, solo se noi fissia mo le condizioni iniziali con una certa precisione. Il problema qui è che si va al di là della fisica controllata e ben convalidata quando ci si occupa dell'Universo prima di circa un millesimo di secondo dalla sua comparsa, e così dobbiamo basarci su estrapolazioni plausibili dalle leggi note della fisica. Conoscia mo abbastanza bene quali debbano essere state queste condi zioni iniziali, ma perché siano emerse proprio loro, e non al tre, è oggetto di speculazione. L'unico punto di accordo è che si tratti comunque di uno dei problemi più importanti della cosmologia contemporanea. Per cercare di rispondere a questi o ad altri interrogativi af fini, si è costruito un quadro concettuale, noto come teoria in flazionaria dell'Universo primordiale. Anche in questa raffi gurazione, si suppone che alcune caratteristiche del nostro Universo siano emerse nei primissimi istanti significativi, in quella che viene chiamata epoca di Planck, ove diventa neces saria una buona comprensione della gravità quantistica. È l'e poca in cui l'Universo aveva un'età di circa 10-43 secondi, il che può sembrarci qualcosa al limite del pensabile, ma, sulla base di ciò che sappiamo oggi, queste epoche "estreme" van no prese seriamente in considerazione! Penrose accetta il quadro convenzionale del Big Bang nella misura in cui gli sembra plausibile, ma respinge la spiegazione inflazionaria degli stadi primordiali. Preferisce pensare che manchino ancora le nozioni fisiche che andrebbero collegate a una appropriata teoria quantistica della gravità, una teoria che, per l'appunto, non possediamo ancora, nonostante gli sforzi, per anni, di molti studiosi in questa direzione. Ma se condo Penrose si è cercato di risolvere il problema sbagliato. Per il nostro autore, quello che va considerato con attenzione è, prima di tutto, il problema dell'entropia dell'Universo inte so come un tutto. Poiché l'entropia - o, per dirlo in termini più semplici, il disordine - aumenta nel tempo, l'Universo de ve avere avuto inizio in uno stato in cui l'ordine era dominan- 4

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