© 2004,Gius. Lacerza& Figli www.lacerza.ic Edizioniprecedenti: «BibliocecaEssenzialeLacerza.. 2004 Nella«EconomicaLacerza.. Primaedizionegiugno2013 Edizione 2 3 4 5 6 Anno 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Il Corano Propriecàleccerariariservaca Gius.Lacerza& FigliSpa,Roma-Bari e'la sua interpretazione Quescolibroèscamparo sucarcaamicadelleforesce Scampacoda SEDIT-Bari(Icaly) perconrodella Gius.Lacerza& FigliSpa ISBN978-88-581-0815-4 Èvieraralariproduzione,ancheparziale, conqualsiasimezzoeffeccuara, compresalaforocopia,anche adusoimernoodidaccico. Perlaleggeiralianalaforocopiaèlecira soloperusopersonalepurché nondanneggil'atltore.Quindiogni forocopiacheevicil'acquisro di un libroèillecicaeminaccia lasopravvivenzadiun modo dirrasmeccerelaconoscenza. Chiforocopiaun libro,chi mecce adisposizioneimezziperforocopiare, chi comunquefavoriscequesrapracica commecceunfunoeopera ai dannidellaculrura. I L'Islam e il Corano li Corano è il libro sacro dell'Islam; nella cultura islamica è, perantonomasia,«il»Libro.Mapercomprendereinchesen so e comeil Corano rappresenti all'interno della culturaisla mica il puntO di riferimento essenziale, è necessario capire che cos'èl'Islam stesso. L'Islam è, naturalmente, una religione: si tratta di un'af fermazione ovvia, perfino banale. È importante, tuttavia, te ner presente che il nostro termine «religione»risulta, se non erroneo, almeno impreciso, per definire che cosa è propria mentel'Islam In arabo, ilnostro termine«religione»perin 1. dicarel'Islamsipuòtradurreinvarimodi, mailvocabolofor se più onnicomprensivo e preciso è din. li Corano afferma per almeno due volte che l'Islam è «il» din. Per esempio in 5,3: «Oggi ho perfezionato la vostra religione (din); ho effu so su di voi la mia grazia e mi è piaciuto di darvi per religio ne (din) l'Islam» (ma vedi anche 3,19). Orbene, che cos'è il din? Secondo una definizione largamente accettata2 esso si- Nonèosservazionesuperficialerilevareche,metodologicarnente,con l cetti quali «religione»o «teologia» appaionospesso problematicioaddirit turaequivoci. Nelprosieguodeldiscorsosicercheràdi definireilsensodel l'espressione«religioneislamica»,cheperillettorenonmusulmanorisulterà Avvertenza. Si è adottata una traslitterazione delle parole arabe diverso, peresempio, da quelloaluinoto di«religionecristiana».Allostes molto semplificata, senza riportare isegni diacritici.Si sono rispet somodo,lateologia,inIslam,non è«studiodiDio»,maassumespessoca tati, invece, la 'ayn elahamza (quando postain mezzo o allafine di ratteriapologeticiedialettici,siapurediscutendo diresdivinae. una parola) egli allungamenti. La ta-marbz7.ta èstata omessa. 2 Cfr. lavoceDin diL. Gardet, in Encyclopedie de l'Islam, 2a edizione, voI. II,Brill,Leiden 1961,pp.301-2. 3 gnificatre cose: l'imdn, l'zhsdn, el'isldm, ossia, rispettivamen fessione chenonvièaltro diosenonIddio echeMuhammad te, lafede, ilretto comportamento elasottomissione. Lafede èilsuo Inviato (è la formula detta in arabo shahdda). Le due dirige, il retto comportamento obbliga, la sottomissione im parti della shahdda non compaiono collegateinsiemenelCo plica la retribuzione ultraterrena. Un celebre hadith (reso rano,mailversetto37,35affermache«nonvièaltrodiosenon conto di un detto o di un fatto del Profeta Muhammad) rac Iddio» (ldildhilldAlldh);mentreilversetto48,29affermache co~ta il seguente aneddoto: «Muhammad è l'Inviato di Dio» (Muhammad rasul Alldh). Dunque,laprofessionedifede puòessere composta apartire Un giorno, mentre eravamo seduti accanto al Messaggero di dal Corano.Mal'isldm è qualcosa di più della professione di Dio,ecco apparirci un uomo dagli abiti candidi e dai capelli di un fede; èancheabbandonocompletoefidenteallavolontàdiDio: nerointenso;su diluinon traspariva traccia diviaggio, manessuno equestoèilsignificatoprimario,bennoto ancheallettareco dinoiloconosceva.Sisedettedifronte alProfeta,miseleginocchia mune, deltermine«Islam». Viè, tuttavia, unasecondaimpli controlesueepoggiandolepalmedellemanisullesuecosceglidis cazionefondamentale.liDiocuicisiabbandonaèUnicoel'U se:«OhMuhammad,dimmichecos'èl'islam».TIMessaggerodiDio nicitàdiDio.unificala realtàdellanaturaelastessarealtàdel disse: <~'iszam è che tu testimoni chenon c'è altro dio cheAllah e l'uomo.Sitrattadiunprincipiofilosoficocheèstatomoltoben cheMuhammad èilMessaggero diDio; chetu compiala preghiera descritto dal Fratello Musulmano Sayyid Qutb (1906-1966), rituale, versila zakat [elemosinalegale], digiuni nel mese di Rama autorediunfondamentale commentariocoranicosucuisiri dan efaccia ilpellegrinaggio alla Casa [la sacramoscheadellaMec tornerànelcapitoloV: ca], senehailapossibilità». «Tudiciilvero!», dissel'uomo. Cisor prese chefosse lui ainterrogareilProfeta e ad approvarlo. L'uomo c~ieseallora: «Dimmichecos'èl'iman [lafede]». TIProfetarispose: L'Islamèla religione dell'unificazione tra tutteleforze dell'Es «E chetu credainDio,neisuoi angeli, neisuoiLibri,neisuoiMes sere; non per nulla è la religione dell'Unicità (tawhitiJ: Unicità di saggeri enell'Ultimo Giorno, e che tu credanel decreto divino, sia Dio, unificazione di tuttele religioni nella religione di Dio, unifor nelbenechenelmale». «Tu diciilvero!», replicòl'uomo cheripre mità nel messaggio trasmesso da tutti i profeti fin dall'alba della sedicend<r «Dimmiche cos'èl'ihsan [retto comportamentoJ».Egli vita4. rispose: «E chetu adoriDio comeselovedessi; perché, setunonlo vedi,certamenteEglitivede».L'uomodisse: «Dimmichecos'èl'O E ancora: ra [delgiudiziofinale]». IlProfetarispose: «L'interrogatononnesa piùdichilointerroga».[...J Dopodichel'uomosparìeiorimasiso L'essenza della vita, con tutte le sue varie specie, è una, e l'es ·1 lo. Allora il Profeta mi chiese: «'Ornar, sai tu chi mi ha interroga senza dell'uomo, con tutteleinfinitevariazioni e potenzialità uma .1 to?».lorisposi: «DioeilsuoMessaggeronesannodipiù».«EraGa I ne, èuna. [...] L'unico scopo dell'Islam è determinareil significato briele», disse,«che èvenuto perinsegnarvila vostra religione»3. dell'adorazione di Dio nella vita umanasecondo il Corano. [...] La realizzazione di questo scopo rimane impossibile finché distingue Inquestatradizione,l'isldm èdefinitonella sostanzacome remonellanostravita dueparti,lamaterialeelaspirituale. Essede la pratica legale (il retto comportamento o ihsdn) dei cinque vono invece venire connesse, nella nostra coscienza e nella nostra pilastridellafede.lipiùimportantedeicinquepilastrièlapro- azione,inun'unica,armoniosaentità.Lanostranozionedell'Unicità 3 Al-Nawawl, Quaranta hadith, Cesi,Roma 1982, p. 36. E cfr.Ilgiardi 4Lagiustiziasocialenell'Islam,tradottainW.Shepard,SayyidQutband no dei devoti, a cura di A. Scarabel, SocietàItalianaTesti Islamici,Trieste Islamic Activism. A Translation and CriticaI Analysis 01«SocialJustice in 1990,pp.30-31. Islam»,Brili,Leiden 1996,p.33. 4 5 diDiodeveriflettersinelnostrosforzodicoordinareeunificareiva vo deltermine, cioè comefilosofia econcezioneglobale dell-a---' ri aspetti della vita5. realtà. Èvero che, spesso, si inclina aconsiderare!'ideologia come alienazione, falsa coscienza, manipolazione delle men- Alla luce di queste considerazioni, è ovvio ritenere chela ti. Masièevidenziatocomel'ideologiasiaancheazioneepro religione (din) sia strettamente legata al «mondo» (dunya), gettazione sociale: «comeforza sociale reale, ogniideologiaè cosicché non vi sia distinzione tra atti del culto e atti sociali capace di pervaderelasocietàin cuisiforma»7. Se èvero che del comportamento. Coerentemente, Qutb scrive: l'Islam è religione e mondo, sarà anche ideologia nel senso ora specificato, pervadendol'ambito della vita umana eindi L'Islam èla religione cheunifica1'atto del culto el'atto sociale, rizzàndola al sociale. ilDogmaelaLegge,lospiritoelamateria,ivalorieconomiciequel Perpoteresserepienamenteunaideologiapositiva,però, li essenziali, l'aldiqua el'aldilà, laTerra eil ciel06. l'Islam dovrebbe appropriarsi della storicità. La gran parte dellaculturaislamicaclassicaeunaparteconsistentediquel Dunque, l'Islam è religione emondo (din wa dunya). An la contemporanea hanno abbracciato, invece, una concezio che il grande teologo al-Ghazili 0058-1111) ha affermato ne anti-utopicadellastoria. Intendo con questo terminel'in che aspetti esteriori e interiori della realtà umana si corri clinazione a considerare il passato, segnatamente l'epoca di spondono esi rifrangono reciprocamente, cosicchélapratica Muhammad e dei primi califfi, comeun'età dell'oro insupe legale degli atti del culto serve alla purificazione e al perfe rabile eirripetibilein cuila saldaturatra religione epolitica, zionamento dell'anima. Non bisogna stupirsi se la retta fede eticae comunitàha consentito di realizzarela societàislami comprende anchele regole su comevestirsi, cosa mangiare o ca perfetta. Siffatta età dell'oro dev'essere sempre imitata e, addirittura come tagliarsile unghie, poichéla rettitudine del possibilmente, ripetuta, anche aprezzo di sacrificare l'inno comportamento esterioreèlaprecondizione della rettitudine v'azione e la modernizzazione. Questo atteggiamento anti dello spiritoedell'anima. Molti- teologimedievalicomeIbn utopico è stato professato, per esempio, in età classica dai Taymiyya (1263-1328) e soprattutto i musulmani radicali pensatori hanbaliti: da Ibn Hanbal stesso a Ibn Batta a Ibr: contemporanei comelo stesso Sayyid Qutb - hanno tuttavia Taymiyya, ein età contemporanea dai cosiddettimusulmam sostenuto che l'Islam è anche religione e stato, cioè che nel radicalicomeSayyid Qutbeal-Mawducll(1903-1979)8. L'at l'Islam vi è una strettaintegrazionetra religione epolitica. In teggiamento anti-utopico può indurre einduce difatto a to un libro come questo, dove ci si occupa del Corano, il pro gliere il testo sacro dalla storia. Togliere il testo sacro dalla blema politico non interessa. Tuttavia, è importante sottoli storia significa, da una parte, non porlo in relazione con le neare che, se l'Islam è sicuramente religione e mondo e per mutate condizioni socio-politiche in cui vivono i popoli, e, moltiaddiritturareligioneestato (dawla),esso,inquantodin, dall'altra, irrigidirne il significato in una monodirezionalità èanche una ideologia.Intendo quiideologianel sensopositi- (il testo veicola una sola specie di significato). Vedremo nel capitolo V come alcuni esegeti contemporanei del Corano 5 S.Qutb, The Islamic Conceptandits Characteristics, AmericanTrust Publications,Indianapolis 1991,pp.104-7. 6Trad.inShepard,SayyidQutbandIslamicActivism,cit.,p.33.Suicon 7F.Rossi-Landi,Ideologia, Isedi,Milano 1978, p.5. cetti dell'Unità dell'Islam e dell'integrazione degli aspettiinteriori ed este 8Misonooccupatodisiffattoproblemaedellesueric.a~utesulpensie. riori dellavita umana,sivedano tuttiiprimi due capitolidella Giustiziaso ropoliticoinmoltialtriscritti,tracuiricordo:M.Camp~mru,.I~lamepolItI cialenell'Islam, pp.1-38. ca,liMulino,Bologna20032;eIslam:filosofia epolItIca,m «RiVIstaTeologI cadiLugano»,VII,2002,pp.323-39. 6 abbiano tentato di riportare il Libro sacro dell'Islam nella esempio,percuiimusulmaniparlanodel«Vangelo»enondel storia. «Vangeli»:inquantorivelazionedivina,ilVangeloeraunoso L'Islam è la religione naturale dell'uomo, quella in cui lo;ilfatto cheesistonoquattro (opiù)Vangelièlaprovachei ogni individuo è nato. Al-Ghazà1l: ha scritto più volte che cristiani hanno arbitrariamentemanipolatol'originale rivela «ogni uomo nasce nella religione naturale [l'Islam]; sono i zioneunitaria. Dunque,ebreiecristianihannotraditoilmes suoi genitori chefanno di lui un ebreo, un cristiano, un maz saggio deiloro profeti, percuiDioha avvertitolanecessità di deo»9. Questa concezione trova un appoggio evidente in un inviareunsestoprofetalegislatoreconunnuovoLibro.Sitrat versetto coranico, il 30,30, che Bausani traduce: «Drizza il ta' ovviamente, diMuhammadedelCorano. tuo volto alla vera Religione, in purità di fede, Natura prima L'Islam riprende dunque il nocciolo delle precedenti ri in cui Dio ha naturato gli uomini»lO, così rendendo il voca velazioni; lo perfeziona e, correlativamente, abroga l'ebrai bolo arabo fitra. Bonelli traduce il medesimo versetto come smo eil cristianesimo. Questaidea è condivisatanto dai sun segue: «Drizza quindi il tuo viso verso la vera religione, da niti quanto dagli sciiti, anche se questi ultimi affermano che, hanf/[monoteista]; essaèl'istituzionediDioperlaqualeEgli seppure sia chiusa la profezia, non è chiuso il vicariato del hafatto gliuomininaturalmenteinclinati»ll. Ognispontanea Profeta, di cuisono depositarigliimam successoridi 'Alì,cu tendenzaalmonoteismosiconfiguracomereligionenaturale, gino e genero di Muhammad e quarto califfo dopo di luF2. percui, per quanto possasembrareun paradosso, l'autentico Gli imam sonoin grado di decrittare esotericamentele Scrit ebreo ol'autentico cristiano sono ipsofacto «musulmani». ture, laddoveisunniti sono maggiormente inclini ad accetta L'Islamèreligioneprofetica,inquanto,comel'ebraismoe re il senso letterale ed ovvio del testo. Si affaccia così per la ilcristianesimo,sifondasull'ideacheilmessaggiodiDioèsta prima volta, addirittura in relazione alla dimensione storica to rivelato attraversol'invio diprofeti. Lastoriaprofetica co della divaricazione dottrinale tra sunniti e sciiti, il problema mincia con Adamo, il «padre degli uomini», e prosegue con dell'interpretazione, il problema critico centrale discusso in Noè,Abramo,l'«AmicodiDio»chenoneraebreomaunpu questolibro. ro monoteista, epoi con Mosè (propriamenteilprofeta degli L'Islam è, infine, religione anti-dogmatica; e ciò da alme ebrei) eGesù. Questicinqueprofetisonostatiicinqueprinci no due punti di vista: l'estrema semplificazione della profes pali legislatori dell'umanità ed hanno apportato un Libro, sione di fede; la mancanza di un magistero ecclesiastico e di contenente le rivelazioni e le prescrizioni di Dio: il Libro di una autorità docente centrale. Di fatto, l'unico principio su Mosè è stato la Torah, quello di GesùilVangelo. I contenuti cui tutti i musulmani devono convergere è riassunto nella dellaTorahedelVangelooriginalieranodeltuttosimili.Lari professione di fede: «Non vi è altro dio che Iddio eMuham velazione profetica è infatti espressione dell'intenzione, del mad èl'Inviato di Dio». Questa èla credenzaindispensabile, !'inclinazionenaturale dell'uomo al monoteismo. La Torah e tutto il resto - dal punto di vista teorico, almeno - è supere ilVangelo,però, sonostatiinseguito«falsificati»dagliebreie rogatorio. Lostudio dellateologiaèinessenziale.Ciòchevin daicristiani(tahrz1èiltermineutilizzatodaiteologimusulma cola i musulmani, piuttosto, èla pratica degli atti del culto, i ni per indicare questa falsificazione). Questa èla ragione, ad «Cinque pilastri»: oltre alla professione di fede, la preghiera, il digiuno, il pellegrinaggio e l'elemosina legale. Perciò,1'1- 9Al-GhaziUi,Scrittiscelti,Utet,Torino 1970, p. 8I. lOIlCorano, acuradiA. Bausani,Rizzali,Milano 1980 (esuccessiveri stampe). 12Cfr. H.Halm,Shiism,EdinburghUniversityPress,Edinburgh 1991; IlIlCorano,acuraciiL. Bonelli,Hoepli,Milano 1976. B. ScarciaAmoretti,Sciitinelmondo,Jouvence,Roma 1994. 8 9 slam èeminentemente un'ortoprassi. Per salvarsi èindispen derna. [...]liCorano cisvelailcambiamento.Leculturedell'Asiae sabile agire. dell'antichità intera hanno fallito perché si accostavano alla re~tà lifatto chenell'Islamnonvisianosacramentiecheildog esclusivamentedaldidentroesisviluppavanodall'internoversol'e sterno. [...) linaturalismo del Corano consIste nel riconoscere che ma si risolva in ortoprassi, rende superflua una classe sacer dotale. lirapporto tra Dio eil credente èdiretto,immediato. l'uomo èlegato allanaturaI4. Lafunzione dei sacerdoti èsvoltanell'Islam dagli fulama', gli esperti di diritto ediscienzereligioseche sono, però, appun Alessandro Bausani, uno dei massimi islamologi italiani to dei giuristi e dei teologi piuttosto che dei preti. Questo fa del Novecento, si èposto sulle orme di Iqbil e ha rivendica sì che ogni esperto giurista possa esprimere opinioni legali to il carattere razionalista dell'Islam e il carattere sperimen chenonsonoperòvincolantipertutti,masolopercoloroche tale eindagativo del metodo coranico. aderiscono alla scuola di diritto di quelgiurista. Perciò, imu sulmani sostengono con orgoglio di non avere una Chiesa e, . Scopo della rivelazione coranica non è uno svelamento di mi proprio per questo, di aver sempre consentito la più ampia steri (Dio stessofa dire aMaometto nel Corano: «ionon conoscoil capacità di dibattito e di opinione soggettiva epersonale. ghayb», il mistero, il trascendente cioè, e quindi ovviamente non Queste sono in massima sintesi le articolazioni del con possorivelarlo).Èinvecerivelazionediunmetodopraticopercam cetto didin. IlCorano costituiscelospazioespressivodeldin, biareil mondo (in questo,in certo modo, esso è più precursore di il sistemalinguistico in cui il din si esplicita. Perciò esso par unapraxis che di unafilosofia-cosmologia). Molti problemi epseu la di teologia e di profezia, di escatologia e di princìpi eticie do-problemi della storia culturale islamica si risolvono o meglio si vanificano, tenendo sempre presente questo aspetto radicalmente morali (e anche politici).La preminenza dell'aspettolegale e pratico fa sì che, come molti musulmani hanno rivendicato, «giuridico»-pratico della rivelazione coranicaI5. l'Islam sia una: religione priva di «mistero», priva, cioè, di quegli aspetti inspiegabili alla ragione umana (come l'incar Difatto,equesta èuna caratteristica peculiare della rive nazione o l'eucarestia nel cristianesimo e in specie nel catto lazioneislamica, ilCorano alludebensìalle«chiavi delsegre licesimo) che scavano tra Dio eil credente un abisso che so to» (ma/atih al-ghayb), mail«segreto» (iltermineghayb indi lo l'interpretazione ela mediazione sacerdotale possono col capropriamente «ciò chenon sipuòvedere») infondo ètut mare13 In questo senso, ilmetodo coranico èessenzialmente tocontenuto«inunLibrochiaro»(kitdb mubin), cioènelCo . un metodo pratico, giuridico. Questa idea è stata sostenuta rano stesso. Ilversetto centrale èforse 6,59: vigorosamente da un robusto pensatore pakistano, Muham mad Iqbal (1873-1938), che ha scritto: PressoDiosonolechiavidelsegreto [cioèdell'invisibile] esolo Luile conosce. Dio conosce ciò chevièsullaterraenelmare. Non litrattopiù rimarchevoledelCoranoèl'importanzacheessori cadefoglia cheEglinonsappia,enonviègranellonelletenebredel servaalla realtà per quanto puòessereosservata. [...) Questa attitu la terra né nulla di umido o di secco chenon sia [iscritto] in un Li dine empirica del Corano genera nei suoi adepti un sentimento di bro chiaro. rispetto perifatti enefa, indefinitiva,ifondatori della scienzamo- 14 M.Iqbal,Reconstruire la PenséeReligieusede l'Islam,Maisonneuve, 13.Questaconsapevolezzaèpropriadeiteologiislamicifin dalleorigini, Paris 1955,pp.20-22. teologIchecredevanoallapotenzadellaragione:cfr.J.VanEss,Prémicesde 15A. Bausani,Cosmologia ereligionenell'Islam, in «Scientia»,LXVII, laThéologieMusulmane,AlbinMichel,Paris2002,p.32 epp.129ss. 1973,pp. 723-46;p.724. lO 11 Interpretare il Libro significa automaticamente interpre esclude chela scrittura sia aperta auna pluralità di significa tare il segreto, anche se la conoscenzaultima di tutte le cose ti19 È vero, piuttosto, il contrario: la pluralità dei significati . non appartiene che aDio. in cui si esprime il ghayb, il «mistero», è decodificabile solo Questa èla ragione per cui ogni concetto del Libro sacro nei termini del linguaggio coranico e del contesto coranico. assumeil rispettivo ruolo e dunque il suo autentico significa Questaideami sembra ancoravalida e dimostra comemailo to se inquadrato in una serie di connessioni sistematiche re studio del testo, quando si parla del Corano, non vada mai ciproche. PerciòilCoranoèun sistemalinguisticoin cuiilsi scisso dall'interpretazione.Lo scopo di questo piccolo libro gnificato di ogni concetto èsolo quello dellafunzione chees èdunque, da unaparte, di offrireuna chiara esposizione del so assumeall'interno del'particolarelinguaggiocoranico. Co la forma e del contenuto del Corano; e, dall'altra, di portare sì, ad esempio, non è possibile definire il concetto di Spirito aconoscenzadiunpiùlargopubblicoimetodielestradeche (ruh) separatamente da quello diordine (amr), allorchéilCo ha seguito l'interpretazione soprattutto nel mondo islamico. rano dice: «Lo Spirito procede dall'ordine del mio Signore» Si tratterà, cioè, di vedere innanzi tutto come i musulmani (17,85). Spirito e Ordine convergono a spiegarela cosmolo stessi abbiano interpretato i'sensi del loro testo sacro, e poi gia coranica, e tutto questo all'interno di una precisa termi come la scienza classica dell'interpretazione si sia aperta, nel nologia che rappresenta una tessitura interconnessa, una co mondo contemporaneo, anche asuggestioni fìlosofiche. struzione in sé determinata16 Una ben nota esegeta contem , poranea del Corano, l'egiziana 'À'isha 'Abd al-Rahman Bint al-Shati' (m. 1999), ha sostenuto che ogni vocabolo del Co 19Lostrumentopiùidoneoperraggiungerequestofine èquello chein fìlosofÌa si chiama metodo ermeneutico, chenon implica solo la lettura eil rano èscelto con grande oculatezza edè adatto al contestoin commento dei testi, ma che collocaitesti all'interno di una precisa conce cui si trova, cosicché non è possibile sostituirne uno con un zione delmondoedella realtà. Sull'ermeneuticasivedanoJ. Bleicher,L'er sinonimo, pena il rischio di invalidare o di fraintendere il te meneuticacontemporanea,ilMulino,Bologna1986eM. Ferraris,Storiadel sto17 ÈunLeitmotiv abbastanzafrequente giàpresso glistu l'ermeneutica, Bompiani,Milano 19974. . diosimusulmanimedievali18 alcunepartidelCoranonespie : gano altre (lo sostiene anche Subhial-Salih, un commentato re contemporaneo su cui torneremo più avanti). Si tratta di una autoreferenzialitàdellinguaggiocoranico chesembrafis sareiltestoaun significatodeterminato.Manonècosì;ilruo lo specifico dei vocaboli all'interno del loro contesto non 16Sivedanole indicazioni preliminari contenute in M. Campanini,La SurahdellaCaverna.Meditazionefilosoficasull'UnicitàdiDio,LaNuovaIta lia,Firenze 1986,p. 16. 17 Cfr. 1. Boullata,Modern Qur'tin Exegesis. A Study 01Bint al-Shtiti' Method, in«TheMuslimWorld», LXIV, 1979,pp.103-13. 18 Per esempio, Averroè (1126-1198) nel Trattato decisivo: «di tutte le espressiolili delle Scrittureil cui sensoletterale contrasta conle conclusioni dimostratire, sesiha lapazienzadi esaminareilTesto Sacro edi indagarlo attentamentein tuttelesueparti, si troverannoaltreaffermazioni parallele che porteranno testimonianza, proprio collorosenso letterale, alla corret tezzadell'interpretazioneallegorica»(Rizzoli,Milano 1994,p.63). 12 II ritinelX secolo dell'èracristiana), una dellecorrentiteologi che più autorevoli all'interno dell'Islam classico, per i quali Composizione e struttura del Corano Dio èloquente per una parola diversa dalla sua essenza, che gliineriscein quanto attributo, anchesegliuomini«nonsan no come».Laposizioneash'aritahatrionfatoallafine, per·cui può essere considerata «ortodossa», cioè in grado di riscuo terel'adesione dellamaggioranzadellaComunità, anchesela questione della eternità o meno del Corano non è stata una pura disputa teologica. La dottrina mu'tazilita, infatti, venne promossa dal califfo 'abbaside al-Ma'mlin (813-833) come teologia di stato, ein particolarela dottrina del Corano crea to fu scelta come discrimine per giudicare ad un tempo della 1. Composizione fedeltà al califfo e della ortodossia religiosa. Il califfo inten devasupportarelasuaautoritàgrazieallaprofessionedelCo Quando e come è stato composto e messo per iscritto il Co rano creato: se infatti il Corano è creato, può venire modifi rano? Diciamo subito cheparlare di«composizione» delCo cato, adattatoocomunquepiegato allenecessitàpolitichedel rano può dar luogo a fraintendimenti. L'autore del Corano, momento, consentendo al califfo una libertà di intervento per i musulmani, è Dio, che certamente non si è seduto a ta- chelaintangibile sacertà del testo increatonon permettereb . volino a scriverlo. Per i musulmani è assolutamente inaccet be. La vittoria della tesi ash'arita ha invece consentito il tabile, una bestemmia gravissima, dire chel'autore del Cora trionfodellaclassedegli fulama),iteologi-giuristicustodidel no è stato ii Profeta Muhammad. Ora, il Corano esiste eter la Legge. È possibile che, se avessero vinto i mu'taziliti, 1'1 slam avrebbe conosciuto unaminore «clericalizzazione» del namente presso Dio. In quanto Logos di Dio, sua parola o lavita politica, poichél'influenza degli fulama) sullo stato sa Verbo, esso può essere considerato consustanziale aDio. Al rebbe stataminore. Il problema della creazione delCorano è l'interno della teologiaislamica, fin dai primi secoli (IX-X) si comunqueunaquestionestrettamenteteologica, edogginon è aperto il dibattito sulla creazione o meno del Corano: se il è più urgente e all'ordine del giorno della ricerca. Il Libro Corano, cioè, in quanto parola consustanziale aDio sia eter stesso non aiuta a dirimerlo, anche se versetti come 13,39 e no oppure no. Per la maggioranza dei musulmani, cioè per 85,22, che sembrano affermare chiaramente che un archeti l'ortodossia che per l'Islam è un criterio meramente quanti po celeste del Libro esiste eternamente presso Dio, parreb tativo, il Corano è eterno, ma questa conclusionenon è stata bero sostenere la soluzione ash'arita (si tornerà ancora sul raggiunta senza difficoltà. Sostenitori della tesi che ilCorano l'argomento nel paragrafo IV.l). sia creato furono i mu'taziliti (una scuola di pensatori in In ogni caso, che il Corano sia eterno o meno, Dio ne è fluenzati dallafilosofia grecafiorita in IraqnelIXsecolo del l'autore eMuhammadilProfeta èstato semplicemente il suo l'èra cristiana), i quali ritenevano che, seil Coranofosse eter recettore. Muhammad non ha «composto» il Corano: si èli no, si ergerebbe accanto aDio come una ipostasi, quasi fos mitato a riceverlo e a comunicarlo ai suoi compagni e disce se un secondo Dio, e ciò ne moltiplicherebbe l'essenza fa poli. Originariamente, dunque,larivelazionecircolavainfor cendo correre il rischio del politeismo. La tesi della increa ma orale ed era memorizzata dai fedeli. Muhammad la tra zione del Libro sacro fu invece sostenuta dagli ash'ariti (fio- smetteva ai compagni più prossimi e questi provvedevano a 14 15 diffonderla nella comunità. Del resto, la cultura beduina era suadere il primo califfo, Abli Bakr (632-634), a provvedere essenzialmente orale egli stessi certamipoetici che si svolge affinchéla rivelazione non andasseperduta. AbliBakrallora, vano alla Mecca durante le fiere e i pellegrinaggi non preve nonostante alcune incertezze iniziali dovute al timore difare devano la stesura scritta delle composizioni. La questione è qualcosa cheneppure Muhammad aveva osato fare, incaricò importanteperchécoinvolgeunaltroproblemadiassolutari un liberto di questi, ZaydIbn Thabit, di raccogliere e recen levanza: Muhammad sapeva leggere e scrivere? Sarebbe sta sire su «fogli» (suhu/J ,gli sparsi frammenti su cui il Corano to in grado di vergare su foglio le rivelazioni che riceveva? era conservato a pezzi, oltre a collazionare le testimonianze L'opinione dei musulmani è che Muhammad fosse illettera orali dei compagni sopravvissuti. to (così viene interpretato l'attributo di ummi'che il Corano L'iniziativadiAbliBakrnon condusseimmediatamente a riferisce due volte - 7,157 e 158 - al Profeta1), e ciò per la una redazione definitiva e dunque a quella che noi chiame buona ragione che ne risulterebbe confermato',il miracolo remmouna«composizione»delCorano. Nellevariecittàdel straordinario della comunicazione e della ricezione di un te l'impero arabo, che intanto si andava costituendo, circolava sto così puro e perfetto come quello coranico da parte di un no altre versioni di cui erano portatori prestigiosi compagni uomo analfabeta2 Ad ogni modo, anche se Muhammad in e amici del Profeta. Tra esse emersero quelle di 'Abd Allah . persona, pursapendo scrivere,non provvideafarlo, esistono Ibn 'Abbas (m. 688),di Ubayy (in Siria) e soprattutto di Ibn fondati indizi che frammenti del testo, singoli versetti, parti Mas'lid (a Kufa; m. 650), che godeva di particolare autorità. di capitoli osure e cosìvia, furono vergati su supporti difor Queste versioni differivano in questioni anche sostanziali: a tuna (cocci, pietre, ossa dianimali,foglie dipalma) ancoravi parte le varianti di lettura, cambiavano il numero delle sure, vo il Profeta. E ciò, ovviamente, senza che venisse meno l'a il loro ordine e i loro titoli, addirittura il loro contenuto. La bitudine prevalente di conoscere a memoria il Corano e di gravità della situazione convinse il terzo califfo, 'Othman trasmetterlo pervia orale. (644-656), aistituireuna commissione, dicuifacevapartean Ora,nelleguerreimmediatamentesuccessiveallamortedi cora Zayd Ibn Thabit, che lavorò alacremente a preparare Muhammad, molti custodi del Corano (hufftiz), molti di co una, per così dire, editio princeps. TI risultato fu però lungi loro, cioè, chelo sapevano amemoriasenzafar ricorso atesti dall'essere soddisfacente anche perché la lingua araba del scritti, morirono.Ciò spinseil prestigioso compagno 'Ornar, tempo noneraancoraperfezionata; mancavanovocalizzazio .f. che sarebbepoi diventato ilsecondo califfo (634-644), aper- neesegnidiacriticieciòpotevaportare aconfondereofrain tendere molte parole. Tuttavia, la redazione othmaniana de terminava definitivamentel'ordine ela lunghezza dei capito l Bau,~anitradu,ce~terminec.on«gentile»,cioè«nonebreo»,ecosìspie li che ancora oggileggiamo. TI califfo provvidepoi afar redi ga:«LaplUprobabilemterpretazlOnecisembrapursemprequellachenefa gerequattro (o, secondoun'altraversione, sette) copiedelte un calco di ethnikòsin senso giudaico L,'] quindi in casi particolari anche 'arabo'»(commentoalversetto2,78delsuoCorano[Rizzoli Milano1980 e sto concordato dalla commissione; a inviarle nelle quattro successiveristampe]). A.T. We1ch,da parte sua,hasostendto checonndbi principali città dell'impero: Mecca, Kufa, Bassora e Dama ummisiintendaunprofetaappartenenteaunpopolo cuinon eramaistata pr~ar~velataun~scri~u~a, rappresentando cosìuna discontinuitàrispetto sco, e aordinare la distruzione delle recensioni precedenti. allambienteebralco-cnstlanodoveeranoavvenutelerivelazioniprecedenti La tradizione maggioritaria afferma che l'iniziativa di (cfr.lavoceKur'anin Encyclopediedel'Islam,2aedizione,val. V, Brili,Lei 'Othmanfu bene accolta echelo stesso 'Ali, che di 'Othman den 1961,p.404). era avversario per ragioni politiche, la accettò. Tuttavia, altre L'orientalisticaoccidentale èpropensainvecearitenere cheMuham 2 madpossedessealmenoirudimentidell'arteletteraria,ancheacausadelme fonti rivelano che non mancarono le resistenze. Soprattutto stieredimercantecheesercitòpermoltianni. Ibn Mas'lid si rifiutò di obbedire all'ingiunzione del califfo e 16 17 go, tormentato e complesso e, secondo Blachère, ancora al continuò adifenderelamaggiorelegittimità della propriate l'iniziodell'XIsecolononsipotevaparlarediunascriptiopIe stimonianza. Perciò, almeno per qualche tempo, recensioni nauniversalmente condivisa, mentre sarebbeproprio duran diverse del testo coranico da quella stabilita da 'Othman so te l'XI secolo che sipervenne alla forma definitiva del Cora pravvissero e furono conservate con pia osservanza. I parti gianidi 'Ali, quellicheinseguitosarebberodiventatiglisciiti, no chepossediamo oggi. BelleWatt, peraltro, ritengono che il processo di miglioramento della scrittura fu completato sostenneroprestoche 'Othmaneisuoicollaboratoriavevano verso la fine del IX secolo. soppressodall'autenticotestocoranicogliaccenniallapremi nenza delloro capo. 'Alie 'Othman, infatti,si disputavano il Ad ognimodo, la redazione di'Othman èla redazione uf califfato e ogni mezzo poteva essere lecito per confermarele ficiale del Libro sacro; ed è assolutamente importante ricor pretese di una parte politièa sull'altra. Nel determinare que dare che,nonostante quanto abbiamo detto,gli stessi sciiti la sta situazione grande importanza ebbe la difettosità della accolgono comevalida. Ancheglisciiti, insomma, nonostante scrittura ancora approsslmativa dell'arabo. Basterà fare due lelororemore,preganocomeisunniticolCoranodi'Othman. esempP. TI versetto 75,17 suona, nella Vulgata di 'Othman, I! precedente dibattito sulle molteplici possibili versioni del «a Noi [Dio] (alaynti) spetta raccogliere [la rivelazioneJ»; testo ha però lasciato un'importante retaggio. La tradizione, mentre, con unalieve variazione grafica, laversione sciita at infatti, afferma tuttora che sono possibili sette letture ugual tribuita aIbn Mas'ùdlegge: «alnostro 'Ali (aliyyunà) spetta mente lecite e canoniche: nonostante, cioè, il testo sia stato raccogliere [larivelazione]». Analogamente,ilversetto33,56 fissato definitivamente, sono possibili alcune varianti foneti ufficialmente suona: «Dio e gli angeli pregano sul ('alti) Pro che, alcuni«modidi recitazione»4 diversi checonsentonolie feta»; mentrelaversione sciita intende: «Dio egli angeli uni vimodificazionialdettato testuale. Siffattemodificazioni, co scono (Altal Profeta». Insomma, basta una correzione orto munque, di solito non hanno alcuna importanza riguardo al grafica per cambiareilsenso della parola rivelata e, di conse contenuto dogmatico e dottrinale del Libr05 Servono piut . guenza, trasformare profondamente la dogmatica attribuen tosto ai recitatori,appunto, nelle occasioniliturgiche.Le set do ad 'Ali un ruolo pari o addirittura superiore a quello di te letture universalmente ammesse (ma alcuni ne hanno pre Muhammad. viste dieci o anche quattordici) sono attribuite tre arecitato Nulla di realmente importante accadde sotto i pnmI ri (qtiri')di Kufa, euna ciascuno arecitatori di Mecca,Medi Omayyadi,maallafine delVIIsecoloilgovernatoredell'Iraq na, Bassora e Damasco. al-Hajjaj promosse quella scriptio pIena del testo coranico, I! percorso della composizione del Corano che abbiamo con lavocalizzazione eisegni diacritici,che dovevanon solo quiricostruito riflette,perlagran parte enonostantequalche porre fine alle dispute sul contenuto, ma anche sistematizza puntualizzazione che abbiamo indicato, l'opinione propria re l'ortografia araba. Naturalmente, al-Hajjaj è stato accusa dei musulmani riguardo allaformazione del loro testo sacro. to dagli sciiti di essere uno dei responsabili di quella defor In molti punti questa ricostruzione è accettata anche da par mazione del testo che avrebbe permesso ai sunniti di negare tedegliorientalistieuropeioamericani, masuparecchieque- lelegittime pretese di 'Ali.I! processo di costituzione del te sto definitivodelCorano sembraesserestatotuttaviapiùlun- 4Blachère,IntroductionauCoran cit.,p. 103. 5Peresempio,nonèmoltoimportantesenelversetto40,21silegge:«fu rono divoi (minkum) piùforti»invecedi«furono di essi (minhum)piùfor 3 Cfr.R. Blachère, Introduction au Coran, Maisonneuve,Paris 1977,p. ti»;oppurese nelversetto2,219silegge: <<V'èin ciò peccatograve (kabir)>>, 209;eD. SourdeleJ.Sourdel-Thomine,LaCivilisationdel'IslamClassique oppure:<<V'èin ciòmolto (kathir)peccato» (cfr. voceKur'an cit.,p.409). . Arthaud,Paris 1968,pp. 129-32. ' 19 18