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Il Corano e il male PDF

247 Pages·2002·0.687 MB·Italian
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Biblioteca Einaudi 135 © 2002 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino www.einaudi.it ISBN88-06-15950-x Ida Zilio-Grandi Il Corano e il male Einaudi Indice p.vii Premessa x Ringraziamenti xi Nota alla traslitterazione e alle citazioni xii Elenco delle abbreviazioni Il Corano e il male parte prima Il male secondo il Corano 5 i. Il racconto coranico della genesi 6 1. Male di ragione 10 2. Male di rivelazione 16 3. Male di passione 20 4. I nomi del male 25 ii. Antropologia del male 26 1. Un male creaturale 34 2. Quando il male tocca l’uomo 40 3. Ciechi e sordi 44 4. «In verità Dio fa udire chi vuole» 48 5. L’ignoranza, l’ottusità e i più 53 6. Chi compie il male lo compie contro se stesso 56 7. I nomi dell’incredulo e il nome della Negazione 61 8. Il male, i credenti e i profeti parte seconda Il male nella letteratura esegetica iii. Il primo male 71 1. Ibl¥s e i suoi compagni 76 2. Angelo o ginn? 79 3. Dal ragionamento allo smarrimento 86 4. Retta via e giusta sentenza vi Indice iv. Il secondo male p.88 1. La tentazione e i suoi modi 93 2. Colpevole eppure infallibile, punito eppure premiato 98 3. Il bene che tentò Adamo al male 101 4. L’inimicizia 104 5. Il ritorno 109 v. Il terzo male 110 1. La storia vera dei due figli di Adamo 113 2. Le sorelle gemelle 117 3. Il nuovo Ibl¥s 121 4. Rifiuto dell’offerta e rifiuto dell’offerente 123 5. Caino l’estraneo 127 6. Reazioni e secessioni 132 7. Il peccato del pio 136 8. L’assassinio e il miracolo della sepoltura 140 9. Uomini e corvi vi. Il male, l’uomo e Dio 144 1. Il pegno accettato… 152 2. …e il patto violato 157 3. L’uomo avversario 163 4. L’uomo contro se stesso 172 5. Tutto viene da Dio e il male viene dall’uomo 181 6. Dall’afflizione all’abiezione 188 7. «Noi inviammo i diavoli» 193 8. I cuori sigillati 200 9. Male e necessità 213 Bibliografia 225 Indice analitico Premessa C’è una definizione per il male? e c’è un rapporto tra il male che è malvagità, nell’anima e nell’azione, e il male che è sofferenza? Da dove proviene questo male, agito o patito dall’uomo singolo o dall’umanità? e cosa significa la sua pre- senza nella vita umana, se un significato è ammesso? Come si concilia l’esistenza del male nel mondo con l’esistenza di un unico Dio? c’è posto per l’Onnipotente in un mondo at- tore e vittima di male? e c’è posto per la doglianza delle crea- ture, per la loro lamentazione? Nell’ambito islamico, invariabilmente, il primo campo di indagine è il Corano, testo fondativo e sostegno inestimabile nel pensiero e nel sentire dei musulmani; le risposte dell’Islam al problema del male vanno cercate nel Libro innanzitutto, at- traverso un percorso che evidenzi i passi coranici dedicati all’origine del male, alla sua incidenza nella vita umana nel rap- porto dell’uomo con Dio e nel rapporto dell’uomo con l’uo- mo. Il racconto coranico della genesi è prossimo al suo equi- valente vetero-testamentario, ripreso dal Libro dell’Islam perché la Scrittura ebraica, al pari della Scrittura cristiana, è ritenuta parola del medesimo unico Dio. L’analisi della gene- si secondo il Corano costituisce un ottimo punto di partenza e non solo perché risulta già familiare al lettore: è un raccon- to, e non serve insistere sulle potenzialità espressive della nar- razione quando si tratta di questioni speculative anche le più complesse; inoltre, si rivela assai efficace nel costituire un pa- radigma dell’intera riflessione islamica sull’argomento. Per in- trodurre la questione del male secondo il Corano e più in ge- viii Premessa nerale secondo il pensiero religioso musulmano è utile rileva- re la ribellione dell’Angelo, la tentazione dei progenitori con la caduta dal giardino paradisiaco e la vita in terra dei loro figli, nei temi e nei concetti espressi ma anche nella terminologia impiegata, strumento irrinunciabile di comprensione. Al centro di altri riferimenti al male disseminati lungo il dettato coranico sta la creatura umana, considerata di frequente sotto l’aspetto universale: tutti gli uomini sono creati nell’af- flizione e all’afflizione sono destinati nella loro vita terrena, tutti gli uomini sono biologicamente spregevoli, deboli, avari, litigiosi, infidi, ribelli, ingrati per i doni ricevuti, inclini alla malvagità, ignoranti della legge e quindi ingiusti. Altre volte il Libro confina il male ad alcuni uomini soltanto, un gruppo di malvagi peraltro assai numeroso, composto di tutti tranne po- chi. I più, si dichiara, sono increduli, ipocriti, negatori, ciechi, sordi o morti di fronte alla Parola, pigri seguaci della tradizio- ne avita; così errano e fanno torto a se stessi. Oltre a dipinge- re un’umanità afflitta da un male originario e naturale e in lar- ga parte tormentata dal male che sopraggiunge in seguito alle cattive azioni, il Corano insiste sulle prove, le sventure e le ca- lamità che colpiscono per mano di Dio perché così Dio vuole. Il male, nei suoi mille volti, spicca nel Libro dell’Islam co- me la prima condizione umana; i riferimenti alla mala dispo- sizione e alla mala sorte degli uomini sono tanto numerosi e puntuali da consentire l’individuazione di un’antropologia del male in senso proprio. Molto ricca nei temi e nelle immagini, questa antropologia si illumina ulteriormente quando si pene- tra nel suo variegato lessico e si evidenzia, oltre al senso com- piuto, anche la specificità letterale dei passi che la riguardano. Per leggere e comprendere nei limiti concessi il Corano com’è stato letto e inteso dai musulmani nella loro storia, il ri- corso all’esegesi è indispensabile, giacché permette un avvici- namento più genuino alle intenzioni e alle idee. Affondare nei presupposti e muovere per così dire dall’interno non può che giovare contro le precomprensioni radicate in chi ora scrive data la diversa appartenenza culturale. La consultazione di al- Premessa ix cuni commentari tra i più autorevoli, presentando le figure dei loro autori e riportando le singole posizioni interpretative con le diverse intenzioni in sede dogmatica, rende possibile trac- ciare un percorso storico-critico del pensiero islamico sul ma- le, e non solo sul male; e consente di illustrare almeno in par- te l’ampiezza elaborativa e la profondità speculativa di una cultura multiforme e dinamica, ben lontana dalla staticità e dall’appiattimento sterile, qual è la cultura arabo-musulmana. * Se è vero che l’esaustività è un compito arduo, è vero a maggior ragione per la materia di questo libro, guidato, nel- la piena consapevolezza dei propri limiti, dall’intenzione di fornire un quadro indicativo della questione del male secon- do l’Islam. Fedeli all’intento della maggiore rappresentati- vità, si privilegia l’orizzonte sunnita: per la quantità dei pen- satori e per la molteplicità di esiti del loro pensiero, esso offre un apporto più cospicuo e significativo dell’orizzonte ∫¥‘ita per quanto concerne l’argomento in questione. E si accoglie la letteratura esegetica di epoca classica a discapito di quel- la moderna e contemporanea sia per l’ovvia necessità di por- re degli argini sia per rispettare un’omogeneità di indagine: infatti, gli autori moderni e contemporanei, sunniti o ∫¥‘iti che siano, quando non si inseriscono in una linea di conti- nuità sostanzialmente ripetitiva rispetto al passato introdu- cono una tale rottura nel canone esegetico da richiedere una trattazione a parte. Si è infine scelto di tralasciare l’elemen- to escatologico pur così rilevante nel Corano – il Fuoco o la Fornace o il Braciere, i cibi e le bevande bollenti, le fruste di ferro che spingono indietro i dannati fuggitivi sotto lo scherno dei beati e così via – giacché il grande inciampo per la ragione e la fede è l’attualità del male in questa vita e non certo la punizione nella vita ultima. ida zilio-grandi Gennaio 2002. Ringraziamenti. Questo lavoro è stato possibile grazie a una borsa di studio quadrien- nale di dottorato di ricerca in Studi su Vicino Oriente e Maghreb dall’av- vento dell’Islam all’età contemporanea, presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli. Desidero pertanto esprimere un sincero ringrazia- mento a tutti i docenti che mi hanno seguito e tra questi innanzitutto Giu- seppina Igonetti, tutor della tesi, per l’ampia disponibilità di suggerimenti e incoraggiamenti, e Carmela Baffioni, coordinatrice del dottorato, per le critiche costruttive. Mi è stata di estrema utilità la frequentazione del Dipartimento di studi islamici, Facoltà di lettere, Università Muhammad V di Rabat (Ma- rocco) e della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, sede di Padova, in particolare la sapienza del padre Alfredo Bizzotto. Per l’attenta lettura prodiga di consigli ringrazio ancora Massimo Cac- ciari, Giovanni Canova, Eugenio Mazzarella, Angelo Scarabel e Alberto Ventura; un ringraziamento particolare agli amici Pier Cesare Bori, Giu- lio e Simonetta Busi, Antonio Rigo, Laura Luzzatto Voghera, Serena No- no e Cesare Segre, che mi hanno assistito in campi e modi diversi ma con pari generosità, e a Daniele Del Giudice che ha animato del consueto en- tusiasmo e inoltre condiviso con grandissima pazienza ogni riflessione sui testi e ogni momento della stesura di questo libro.

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