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Il conflitto delle facoltà PDF

212 Pages·1994·4.8 MB·Italian
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Filosofia_in_Ita IMMANUEL KANT IL CONFLITIO DELLE FACOLTÀ a cura di Domenico' Venturelli Nonostante sia eposta al rischio d'essere compresa in forma frammentaria, l'opera, della quale si presenta ora la nuova traduzione, tratta in modo unitario le gran­ di tematiche etico-religiose della filosofia kantiana. La prima parte, dedicata al conflitto della Facoltà fi­ losofica con quella teologica, affronta, col problema del­ l'interpretazione dei testi, il tema centrale, quanto mai irto di difficoltà, della relazione tra la dottrina filosofica e quella biblica della fede. La seconda parte, nella risposta al quesito etico-poli­ tico ccSe il genere umano sia in costante progresso verso il meglio)), presenta un'efficacissima sintesi della kantia­ na filosofia della storia e del diritto. Nella terza e ultima parte il filosofo, recando alla die­ tetica il curioso contributo della sua esperienza persona­ le, suggerisce che la medicina è art e scienza pratica an­ e che nel senso eminente del termine. Introduzione Nella sua il curatore mostra come in quest'opera, attraversata da ineludibili interrogativi eti­ co-religiosi, l'idea di Università sia basata sul primato della filosofia pratica: solo in quanto è un istituto di li­ bertà e di verità l'Università kantiana può essere una ge­ nuina istituzione scientifica. DOMENICO VENTURELLI (1947) è professore ordinario di Filo­ sofia morale all'Università di Genova. Tra le sue opere ricor­ diamo: L'antropologia filosofica di Marx (1976); Scepsi e nichili­ smo (1984); Etica e fede jiloso[�ea. Studi sulla filosofia di Kant (1989). Per la nostra editrice ha curato il fascicolo speciale Fi­ losofia-Religione-Poesia. In ricordo di Alberto Caracciolo, «Huma­ nitas•• 2 (1992). Filosofia_in_Ita IMMANUEL KANT ILC ONFLITIO. DELLE FACOLTÀ a cura di Domenico Venturelli MORCELUANA Filosofia_in_Ita Titolorogii naldee ll'opera: I. KantD,e r Streit der Fakultiiten (1798) traduzidoinD eo menicVoe nturelli © 1994 EditrMiocrec elliana ViaG abrieRloes a7,1 -25121 Brescia Primead iziomnaer:z o19 94 ISili\; ��37:l-1525-B TipolitogLraaN fiuao vaC artograSfi.cpa. -AB.resc1i9a94 Filosofia_in_Ita Presentazione Filosofia_in_Ita Filosofia_in_Ita IL CONFLITTO DELLE FACOLTÀ DI I. KANT E L'IDEA DI UNIVERSITÀ l. Esortando i propri discepoli a edificare la città - alla luce della giustizia e del bene, così come egli ave­ va tentato di fare Èv ÀOyOtç, prospettandone il model­ lo (1tcxpci5EtYIJCX), Platone non ignorava che il compito di governare era per il vero filosofo un doloroso sa­ crificio; sapeva che l'opera migliore del legislatore sa­ rebbe stata soltanto l'approssimazione a un ideale. Ma anche se le cose umane sono prive di serietà, egli pen­ sava di dovere agire per renderl e migliori 1• Formulato in modi diversi, il motivo platonico ispira e orienta l'inte­ ra ricerca di Kant, sia che egli riconosca nella respubli­ ca noumenon la norma, il criterio di valutazione e la mèta ideale di ogni costituzione politica esistita sino­ ra, sia che additi nella Chiesa invisibile il modello del­ la comunità etico-religiosa, l' Urbild che è scaturigine e fine sempre ulteriore delle Chiese visibili. <<La repubblica platonica - si legge in un passo molto eloquente della prima Critica - è diventata pro­ verbiale come esempio, che si crede salti agli occhi, di una perfezione chimerica, che può avere la sua se­ de solo nel cervello del pensatore sfaccendato, e Brucker giudica ridicola l'affermazione del filosofo, che un principe non potrebbe ben governare, se non fosse a parte delle idee. Ma si farebbe meglio a segui­ re maggiormente questo pensiero e - dove il grande uomo ci lascia senza aiuto - a porto in luce con rin- Filosofia_in_Ita 9 novati sforzi, anziché accantonarlo come inutile col miserrimo e pernicioso pretesto dell'inattuabilità. Una costituzione caratterizzata dalla massima libertà umana in base a leggi che consentono che la libertà di ciascuno possa coesistere con quella altrui (non dalla massima felicità, poiché questa sarà un'ovvia conse­ guenza), è quanto meno un'idea necessaria, e biso­ gna porla a base non solo del primo abbozzo di una costituzione politica, ma anche di tutte le leggi; e per fare questo si è inizialmente costretti a prescindere dagli impedimenti presenti, che può darsi non deri­ vino inevitabilmente dalla natura umana, ma piutto­ sto dall'inosservanza delle idee genuine in fatto di le­ gislazione,,2. Superiore alla comunità politica, che afferma l'idea del diritto in base a leggi costrittive e non può quindi rinunziare all'uso legittimo della forza, resta l'idea della comunità etico-religiosa, che abbraccia tutti gli uomini nella sollecitudine per la loro destinazione fi­ nale e i cui membri, se ottemperano liberamente al comando della legge morale, sono uniti dal vincolo della 'virtù' e delle 'opere buone'. Ma anche in que­ sto caso s'impone la differenza tra la realtà e l'idea in essa incoativamente presente: «L'idea sublime, ma mai completamente attuabile, di una comunità etica rimpicciolisce molto nelle mani dell'uomo, si riduce cioè a un'istituzione che sarà tutt'al più capace di rap­ presentarne la forma in modo puro, ma che - quanto ai mezzi volti a edificare un tutto di tal genere - è molto limitata, essendo subordinata alle condizioni della natura morale dell'uomo. Ma come si può spera­ re di cavare da un legno così storto qualcosa di com­ pletamente diritto?,>!!. IO Filosofia_in_Ita L'idea della comunità etico-religiosa che, prospet­ tata come la più autentica forma di societas, illumina il corso della storia umana, è dunque tale da non poter essere completamente attuata dalle mani dell'uomo (sempre esposto e soggetto alla radicalità del male) e da richiedere anzi la collaborazione di Dio, la sua as­ sociazione al progetto etico dell'umanità. Affidata a pensieri e a forze umane, calata nella storia e presen­ te in essa in forma incoativa, come un 'già' e un 'non­ ancora', l'idea escatologica della �aGlÀ.Eta TOO �eoo conserva i caratteri inalterabili propri della norma e del modello: la trascendenza, l'alterità, l'ulteriorità. L'ideale illuministico della religione razionale, e per­ sino la tendenza a risolvere l'invocazione nell'azio , si ne uniscono paradossalmente in Kant alla consapevolez­ za che soltanto da Dio si potrebbe attendere, in attiva speranza, la realizzazione del Regno. Ora, anche quella particolare istituzione storica che porta il nome medievale di Università, per essere intrinsecamente filosofica non sfugge certo alla legge che presiede, in strutturale identità, al giudizio della comunità politica e della comunità religiosa. Anche se ci riferiamo alla comunità dello studio l'idea è il paradigma, la norma, il modello al quale la figura vi­ sibile dell'Università - Universitas phaenomenon, po­ tremmo kantianamente chiamarla - si avvicina ora più ora meno. E di nuovo la difficoltà ad attuare pie­ namente l'idea non è solo di ordine morale, ma ancor prima di ordine antologico. La relazione che unisce l'o­ pera al modello è sempre aporetica, perché l'archeti­ po si coglie nel tempo, ma come sovratemporale; e così pure l'unità dell'idea si palesa, ma solo nella mol­ teplicità degli attingimenti possibili. Una diferf enza 11 Filosofia_in_Ita

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