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Il cervello e le idee. Saggio sull'intelligenza, il linguaggio, la scienza PDF

236 Pages·1989·4.465 MB·Italian
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ISBN 88-11-59272-0 9LLlt Nella stessa collana Ugo Lucio Businaro, R & S X P Afexander Woodcock e Monte Davis, La teoria delle catastrofi James D. Watson, La doppia elica trent'anni dopo Werner Heisenberg, La tradizione nella scienza John McPhee, Il nucleare tra guerra e pace Francis Crick, L'origine della vita Jeremy Bernstein, Hans Bethe, il profeta dell'energia John Reader, Gli anelli mancanti Benno Miiller-Hill, I filosofi e l'essere vivente Valentino Braitenberg, I veicoli pensanti Enzo Tiezzi, Tempi storici, tempi biologici Michael Riordan (a cura di), Il giorno dopo Jean Piaget e Rolando Garcia, Psicogenesi e storia delle scienze Renzo Tomatis, Storia naturale del ricercatore Erwin Chargaff, Il fuoco di Eraclito Nicholas Kaldor, Ricordi di un economista Barry Commoner, Il cerchio da chiudere John C. Sheehan, L'anello incantato Evelyn Fox Keller, Sul genere e la scienza Erwm Schrodinger, La mia visione del mondo J.B. S.. Haldane, Della misura giusta Gianfranco Secchi, Miti e riti dell'informatica Humberto Maturana e Francisco V'arela, L'albero della conoscenza Rita Levi Montalcini, Elogio dell'imperfezione Richard F. Kahn, Un discepolo di Keynes Carolyn Merchant, La morte della Natura G.B.. Zorzoli, fl pianeta in bilico Max Perutz, E necessaria la scienza? Br ai tenber g, Valentino Il cervello e le idee. Presentazione di Giuseppe O Longo. (Saggi rossi). Tit orig.: Gescheit sein. Trad. di Umberto Gandini. I. Cervello 2. Intelligenza I Longo, Giuseppe O. IL Tit 153..9 Dati catalogiafici a cma del Servizio Biblioteche della Provincia di Milano Valentino Braitenberg Il cervello e le idee Saggi sull'intelligenza, il linguaggio, la scienza Presentazione di Giuseppe O. Longo Garzanti Prima edizione: giugno 1989 Traduzione di Umberto Gandini Titolo originale dell'opera: «Gescheit sein» © 1987 by Haffmans Verlag AG Ziirich ISBN 88-11-59272-0 © Garzanti Editore s p a, 1989 Printed in Italy Presentazione Mi ero trascritto su un foglietto di carta i tredici comanda menti del dottor Dell'Antonio e, seduto in un comodo scom partimento di prima classe, mi stavo domandando quali avrei cancellato, quando l'amenità del paesaggio, il dondolio della carrozza e la placida smemoratezza indotta dalla digestione mi conciliarono il sonno. Mi trovai in un vasto paesaggio colorito e scintillante, at traversato in tutti i sensi da festoni oscillanti al vento che col legavano tra loro globi traslucidi e pulsanti, simi}i all'immagi ne che tutti abbiamo del cervello in funzione. «E la rete delle differenze», disse accanto a me la voce del dottor Dell' Anto nio. Lo guardai con aria interrogativa ed egli, sorridendo, continuò: «Questo che Lei vede è l'universo dell'informazio ne. Questi globi sospesi non sono né pendoli né pianeti, si comportano in modo del tutto diverso dagli oggetti della fisi ca. Guardi!» Ne sfiorò uno col dito e ne suscitò una reazione assoluta mente sproporzionata, un lavorio, un'agitazione febbrile che, attraverso i festoni, si propagò a tutta quella policroma rete, creandovi un'oscillazione ripetuta e una commozione inde scrivibile. «I sistemi fisici non si comportano cosi, non Le pare?» Ne convenni, e Dell'Antonio proseguì: «L'informazione, che scaturisce e scorre dappertutto nel mondo che ci circonda, è contenuta nelle differenze: differen ze di forma, di colore, di intensità, che si propagano sotto 7 forme diverse in quell'innumerevole rete di comunicazione che è l'universo, rete acentrica, di cui ciascun essere vivente può considerarsi il fulcro vero e unico, ricco e privilegiato. Ecco, guardi, questo globo è Lei, quello un po' più in là sono io e quello laggiù, che sembra illuminato da un sorriso canzo natorio e corrosivo, è il nostro amico Valentino Braitenberg. Ciascuno di questi globi è esattamente al centro dell'universo della comunicazione e dell'informazione. E, come Le dicevo dianzi, questo universo è diversissimo dall'universo fisico. Qui non ci sono urti, forze e quantità di moto, le leggi non sono quelle di Newton. Questo è l'universo mentale.» «Ma non c'è informazione senza supporto materiale», obiettai per dimostrargli che non ero del tutto digiuno di si mili argomenti, e anche per vedere come se la cavava quello strano psicologo di origine montanara. «Giusto,» replicò Dell'Antonio, «l'informazione ha biso gno del mondo fisico, ha bisogno di una materia per esplicar si nelle differenze spaziali tra le diverse parti del supporto, oppure nelle differenze temporali tra i suoi stati successivi. Ma l'informazione non è il supporto, l'informazione è nelle differenze. Queste differenze, codificate, cioè trasformate in vari modi, si propagano da un estremo all'altro dei vari cana li di comunicazione, giungono agli organi di senso e da qui, se superano certe soglie, entrano nel misterioso laboratorio del cervello, sono riconosciute come differenze, sono messe in relazione con altre differenze - presenti o passate - e acquista no un significato all'interno di quella vasta struttura che è l'e sperienza filogenetica, cioè specifica, e ontogenetica, cioè in dividuale. Le differenze, infine, sono sfruttate come punti di riferimento per agire sul mondo, e dunque per accrescere o ridurre altre differenze. I sistemi sintattici di segni, vuoti, di vengono così sistemi semantici e sistemi pragmatici.» Ero stupito e confuso: non mi ero aspettato tanta dottrina e tanta profondità in quell'ometto. Inoltre lo spettacolo di quei lucidi festoni ondeggianti, di quei globi pulsanti mi am- 8 maliava. Dell'Antonio dovette accorgersi del mio turbamen to. Mi prese confidenzialmente per il gomito e mi sussurrò: «Ogni essere umano costituisce un ponte fra questi due universi, un forarne problematico e misterioso attraverso il quale l'universo fisico si rovescia nel mentale e vi si contem pla. .. curioso circolo curioso ... Nel corpo di ogni organismo, in particolare nel suo cervello, è scritta la storia della sua spe cie, riassunta e compressa, vista con gli occhi di quel bizzarro artefice, intelligentissimo e privo di finalità, che è l'evoluzio ne. Ma anche questa storia è tale solo per noi che sappiamo interpretarla ( o così c'illudiamo). Nel cervello, con parole e segni condizionati o creati da questa storia, sboccia e si di spiega un mondo che riproduce una parte, sia pur piccola, del mondo esterno: quella parte che, qui e ora, è per noi interes sante, codificata dagli organi di cui ci ha dotato la coevolu zione, scritta con parole in parte prefabbricate e in parte in ventate. Il mondo che entra nel cervello è filtrato dagli organi di « senso: l'occhio non può vedere tutte le differenze, e non tutte quelle rilevate dall'occhio vengono trasmesse al cervello. Solo le differenze che superano una certa soglia provocano eventi, cioè altre differenze ... Questa è l'informazione. Le informa zioni vengono sottoposte a elaborazioni che ne comportano sempre una qualche perdita irreversibile: quelle che sopravvi vono si situano, secondo una gerarchia complessa e mutevole, in un punto di equilibrio fra le loro sorgenti naturali, la no stra posizione nell'universo e i nostri bisogni teorici e pratici - la nostra interpretazione del mondo e la nostra azione in esso ... Ma adesso basta con queste chiacchiere teoriche. Si avvici ni, osserviamo il cervello di Valentino. Qui c'è tutta la sua storia, ma non solo la sua storia come persona, anche quella dei suoi antenati, degli uomini e delle donne che l'hanno pre ceduto, e degli esseri, le scimmie, i mammiferi, gli uccelli, i pesci che nella lunga marcia filogenetica hanno tracciato il percorso che ha portato, oggi, a questo particolare individuo. 9

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