Piccola Biblioteca 697 Marcel Jouhandeau IL CADAVERE RAPITO ADELPHI «Un originale, un selvaggio, un sapiente, un de monio, il nostro parroco; nessuno sa quale sia la sua pena segreta, né quale insetto l’abbia punto al momento della nascita». Questo dico no di padre Diverneresse gli abitanti di Port- Salut, che lo hanno soprannominato Simon Mago e sono convinti che «nel fondo di quella vita inverosimile» si nasconda un mistero. Tut to di quello strano prete suscita in loro stupore e scandalo: il suo desiderio di solitudine, il suo bisogno di luce e di silenzio; e più di ogni altra cosa li indigna il modo in cui tratta la sua per petua, alla quale non permette neanche di ri fargli il letto. Verrà un giorno in cui giunge ranno a sospettarlo di macchiarsi di crimini ne fandi - sacrilegio, stregoneria, forse persino in cesto - in compagnia della enigmatica signori na Angèle, il suo «Angelo tremendo», l’unica a cui egli rivolga la parola. Sullo sfondo di un pae sino francese pettegolo, soffocante e feroce, il grande cantore dell’Abiezione tesse con mano magistrale i fili di un dramma metafìsico in cui, più ancora che «le Presenze», si avverte «l’essen ziale e unica Assenza». Traduzione di Rosetta Signorini. Con una Nota di Ena Marchi. ISBN 978-88-459-3131-4 9 788845 931314 Nato a Guéret nel 1888, Marcel Jouhan- deau è morto a Rueil-Malmaison nel 1979. Di lui Adelphi ha pubblicato Tre delitti rituali (1996) e Cronache maritali (1999). Il cadavere rapito è uno dei dieci racconti di cui si compone il volume Le saladier, apparso in Francia nel 1936, e che fa a sua volta parte del vastissimo ci clo di narrazioni dedicate, tra il 1921 e il 1961, a Chaminadour, trasfigurazione letteraria della sua città natale. «Alto e sottile, padre Diverneresse aveva il volto color bronzo di chi vive al sole; la testa e le mani parevano scolpite in vecchio legno di ciliegio; abituate al- l’immobilità assoluta, erano diventate oggetti, vere e proprie “cose”, cose pres soché eterne, preziose, cariche di luce interiore. Impossibile attribuirgli un’età o l’attinenza con un luogo, quasi che si fosse sottratto al tempo, che non facesse più parte di alcun consorzio umano; e la pazienza irreale della sua maschera cosi come la solidità delle sue forti mem bra, allorché si muovevano, erano tali che avrebbero potuto appartenere tan to a un contadino abituato a spostare fo reste e montagne quanto all’ombra leg gera di un principe che si risvegli da un sonno secolare in fondo a un sotterra neo». Stampato dal Consorzio Artigiano «L.V.G. » - Azzate nel novembre 2016 Piccola Biblioteca Adelphi Periodico mensile: N. 697/2016 Kegisli. l'rib. di Milano N. 180 per l’anno 1973 Dii cuore responsabile: Roberto Calasso PICCOLA BIBLIOTECA ADELPHI 697 Marcel Jouhandeau IL CADAVERE RAPITO Traduzione di Rosetta Signorini Con una Nota di Ena Marchi il ADELPHI EDIZIONI