Scritto nel 1944, Säo Jorge dos Ilhéus (questo il titolo originale de I padroni della terra, precedentemente pubblicato in Italia come Frutti d'oro) è la continuazione ideale di Terre del finimondo, del 1942, e ci riporta nello stesso clima etnico e fantastico degli spazi situati a sud di Bahia. Se il primo romanzo descriveva le guerre intestine tra i latifondisti che si contendevano e facevano abbattere immensi spazi di foresta per sfruttare la terra fertile su cui piantare il cacao, qui Amado racconta ciò che avviene nella stessa regione, ai personaggi superstiti, trent'anni più tardi, quando gli esportatori di cacao, capitanati da un americano, un tedesco e un brasiliano, tendono una trappola ai proprietari terrieri locali per far prima lievitare e poi precipitare la quotazione del frutto. Allo scopo, naturalmente, di strappare le proprietà ai latifondisti e diventare, a loro volta, «i padroni della terra». E Jorge Amado, con la sua inesauribile fantasia, ma anche con straordinaria obiettività, descrive questo mondo tragico e bellissimo di potenti e di poveri braccianti legati al lavoro dei campi, di fiumi di denaro per i pochi privilegiati e di lotte contro la miseria e la fame, di amore e di avidità. E sullo sfondo la città di Ilhéus, la «Regina del sud».