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I mosaici della basilica eufrasiana di Parenzo PDF

2005·29.7 MB·Italian
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CDU726:738.5(497.5Parenzo)"653" ISSN 0353-3301 COLLANA DEGLI ATTI CENTRO DI RICERCHE STORICHE -ROVIGNO N.24 GABRIELLA BERNARDI I MOSAICI DELLA BASILICA EUFRASIANA DI PARENZO DOCUMENTI PER LA STORIA DEI RESTAURI (1862-1916) UNIONE ITALIANA-FIUME UNIVERSITÀ POPOLARE DI TRIESTE ROVIGNO -TRIESTE 2006 COLLANA DEGLI ATI! -Centro di Ric. Stor., Rovigno n. 24, pp. 1-384, Rovigno-Trieste 2005 CENTRO DI RICERCHE STORICHE -ROVIGNO UNIONE ITALIANA- FIUME UNIVERSITÀ POPOLARE DI TRIESTE REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE Piazza Matteotti 13, Rovigno (Croazia), tel. (052) 811-133, fax (052) 815-786 Internet: www.crsrv.org e-mail: [email protected] COMITATO DI REDAZIONE t ARDUINO AGNELLI, Trieste EGIDIO IVETIC, Rovigno t ELIO APIH, Trieste LUCIANO LAGO, Trieste MARINO BUDICIN, Rovigno ANTONIO PAULETICH, Rovigno GIULIO CERVANI, Trieste ALESSIO RADOSSI, Rovigno FRANCO CREVATIN, Trieste GIOVANNI RADOSSI, Rovigno GIUSEPPE CUSCITO, Trieste FULVIO SALIMBENI ANITA FORLANI, Dignano REDATTORE MARINO BUDICIN, Rovigno DIRETTORI RESPONSABILI LUCIANO LAGO, Trieste GIOVANNI RADOSSI, Rovigno Finito di stampare da Mosetti Tecniche Grafiche s.n.c. nel mese di maggio de li' anno duemilasei 2005 -Tutti i diritti d'autore e grafici appartengono al Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, nessuno escluso A Wendy mosaico di culture Veduta d'insieme dell'interno della basilica eufrasiana di Parenzo Veduta d'insieme dell'interno della basilica eufrasiana di Parenzo INDICE Prefazione Antonio lacobini .......... .......... .. ..... ....... . p. 7 L'Eufrasiana di Parenzo ............................ . 11 Giuseppe Cuscito Mosaici e documenti d'archivio: un'introduzione .... . ... . 21 Storia dei restauri .. .................. ... .......... . 27 Tecniche e materiali ................... .... ........ . 45 Osservazioni sui mosaici absidali 53 Documenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91 Catalogo dei disegni e delle fotografie storiche . . . . . . . . . . . 321 Biografie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 355 Addenda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 363 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 365 Indice dei nomi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 373 Indice dei luoghi e delle opere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 378 Indice iconografico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 382 Referenze fotografiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 384 PREFAZIONE Ricordo ancora nitidamente (era una bella mattina di giugno del 1995) il giorno in cui Gabriella Bernardi discusse a Urbino la sua tesi di laurea sui mo saici di S. Giusto a Trieste, una delle testimonianze più preziose di quella koinè pittorica bizantina che, al principio del XII secolo, coinvolge Venezia e l'Alto Adriatico. L'anno precedente avevo convinto la giovane e riluttante allieva ad affrontare - vista la sua familiarità con la lingua tedesca- un tema diverso da quello che si attendeva, a metà strada tra la storia dell'arte e la storia della conservazione, un tema dai contorni in verità un po' sfuggenti e i cui risulta ti apparivano solo in parte prevedibili: si trattava di studiare la decorazione delle due absidi della cattedrale triestina non tanto con un approccio di tipo storico-stilistico, ma andando piuttosto a scavare negli archivi, alla ricerca di documenti utili a far luce sulle loro vicende dal punto di vista del restauro. Pro ponevo alla laureanda di indagare, per dir così, non la storia dell'opera prima ma dopo la sua realizzazione, per cercare di comprendere meglio in che modo essa avesse attraversato i secoli giungendo sino a noi. Seguendo questa via, mi auguravo che, nella prospettiva della "lunga durata", tanti elementi problema tici di quei mosaici avrebbero forse potuto trovare un più plausibile inquadra mento, consentendo di mettere a punto un'"edizione critica" del monumento. Si era a conoscenza che i mosaici avevano subìto nel tempo manornis sioni, riparazioni, reintegrazioni -le ultime all'indomani della seconda guerra mondiale -, ma le tappe più antiche e le modalità tecniche di questi interventi attendevano di essere organicamente studiate. Inoltre, occorreva fare chiarez za, caso per caso, su quante di tali imprese fossero state solamente auspicate, rimanendo a livello di semplici progetti, e quante invece si fossero tradotte in effettive operazioni di restauro. Bisognava insomma rimboccarsi le maniche e calarsi concretamente in quell'imprevedibile avventura che è ogni autentica indagine d'archivio, affrontare ingenti quantità di carte da leggere e mettere in ordine, ricavarne date, nomi e fatti, verificarne l'attendibilità, e, infine, cal colare anche il rischio - e la delusione - di dover constatare eventuali perdite. Pur consapevole di tutto ciò, Gabriella Bernardi si accinse con entusiasmo a 8 G. BERNARDI, I mosaici della basilica eufrasiana di Parenzo, Coli. Atti, n. 24, 2005, pp. 1-384 "tuffarsi" nelle profondità degli archivi (a Trieste e soprattutto a Vienna) e questa attitudine allo scandaglio dei documenti è poi divenuta una delle carat teristiche della sua attuale specialità di studiosa. Nello stesso anno della sua laurea, Gabriella Bernardi partecipò, parlando di S. Giusto, al III Colloquio dell'allora neonata Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (AISCOM), di cui divenne subito uno dei soci più attivi, ritagliandosi un terreno d'indagine proprio nell'ambito delle ricerche documentarie. Dopo Trieste, fu la volta dei mosaici trecenteschi del Duomo di Messina, sfigurati dai restauri che subirono dopo i numerosi terremoti; e poi del bel frammento con l'Hodigitria nel Museo Civico Medievale di Bolo gna, di cui la Bernardi ha ricostruito anche gli intricati percorsi collezionistici. Questa stessa metodologia, non disgiunta da un accresciuto "fiuto" di ri cercatrice, la ritroviamo messa al servizio dell'ampia campagna d'indagine di cui il volume che presentiamo è il punto d'arrivo: ovvero quella che ha avu to come oggetto i mosaici parietali della basilica di Eufrasio a Parenzo. Con questo lavoro la studiosa punta nuovamente a un territorio a lei caro, l'Alto Adriatico, anche se la sua attenzione stavolta si volge ad uno dei Meisterwer ke dell'età giustinianea, situato in !stria, sulla sponda orientale di quell'unico "lago bizantino" su cui nel VI secolo prospettavano anche le mirabili chiese ravennati dell'arcivescovo Massimiano. Come già per Trieste, anche per Parenzo la mano esperta della Bernardi ha saputo riportare alla luce numerosi documenti importanti - preventivi, rela zioni di sopralluoghi, disegni, incisioni, fotografie storiche -che sono divenuti altrettante "tessere" utili a ricostruire la storia conservativa del monumento nel periodo (politicamente ancora tutto asburgico) che va dal 1862 al 1916. Se si allarga lo sguardo a valutare la situazione dei mosaici medievali di area italiana, si può ben dire che, grazie a questi nuovi apporti, l 'ideale database documen tario della loro storia conservativa si è arricchito di riferimenti cronologici, in formazioni tecniche, nomi di studiosi, imprenditori e restauratori, che sovente coincidono con quelli che ritroviamo presenti negli stessi anni anche in altre cit tà e regioni. Gabriella Bernardi si è inserita in questo filone poco praticato degli studi sul mosaico potendo fortunatamente contare su alcuni solidi punti di rife rimento, da considerarsi i battistrada della storiografia novecentesca del settore: i lavori di Otto Demus e Irina Andreescu per Venezia e l'Alto Adriatico e quelli di Giuseppe Bovini per Ravenna; quelli di Guglielmo Matthiae e Giuseppe Ba sile, nonché il catalogo della mostra Fragmenta picta, per i mosaici di Roma; il corpus di Ernst Kitzinger e i saggi di Maria Andaloro per la Sicilia normanna. G. BERNARDI, I mosaici della basilica eufrasiana di Parenzo, Coli. Atti, n. 24, 2005, pp. 1-384 9 E cito solo alcuni dei contributi più attenti al coté della storia conservativa, talora frutto di osservazioni dirette condotte nel corso di interventi di restauro. Va sottolineato che le ricerche archivistiche intraprese dalla Bemardi sulla basilica eufrasiana per il suo primo articolo del 1996 hanno coinciso -come so vente accade negli imprevedibili percorsi della storia degli studi -con una fase di rinnovato interesse globale per le vicende dell'illustre monumento giustinianeo: ricordo qui solamente (partendo dalla fine degli anni Ottanta) il saggio sulla scultura di Ann Terry (1988), o la monografia, sempre dedicata alla Bauplastik, di Eugenio Russo (1991), il volume d'assieme sul complesso di Milan Prelog (1994), o il lungo articolo sulla residenza episcopale di Ante Sonje (1996). Se si compulsa la bibliografia del libro che presentiamo, tuttavia ci si accorge che - dal punto di vista dei documenti - il primo intervento di Gabriella Bernardi · del 1996 è tra i lavori pionieristici sull'argomento: esso infatti precede di poco (quasi intrecciandovisi) la pubblicazione di un saggio dedicato allo stesso tema da A nn Terry e Tom Muhlstein ( 1998). Ma al di là del primato cronologico, ciò che preme sottolineare è che quel lavoro della Bernardi - inserito in un filone d'indagine vivo e attuale - costituiva la franche preliminare di una sistematica indagine d'archivio avviata a Trieste, Vienna, Pisino, la quale vede finalmente la luce in questo volume, a diversi anni dalla sua effettiva conclusione. Tutti sappiamo quanto sia difficile nell'odierno orizzonte editoriale italia no reperire il sostegno economico per la pubblicazione di una monografia: tan to più nel caso di un libro "difficile" come questo, un libro di documenti privo del seducente corredo di riproduzioni fotografiche su carta patinata e provvi sto di un apparato iconografico strettamente funzionale. Se, comunque, questo obiettivo è stato raggiunto, lo si deve (e fa piacere ricordarlo) all'illuminato interessamento e alla generosa disponibilità del Centro di Studi Storici di Ro vigno e dell'Istituto Regionale di Cultura !striano-fiumano-dalmata, i cui re sponsabili -rispettivamente, il prof. Giovanni Radossi e il dott. Piero Del Bel lo- hanno creduto nell'importanza di una simile ricerca per lo studio e la tutela del patrimonio storico-artistico del territorio in cui le due istituzioni operano. Il volume di Gabriella Bernardi non è un lavoro che offra facili soluzioni a problemi complessi, né sopravvaluta la portata talora solo apparentemente risolutiva del dato documentario: esso, infatti, va interpretato con prudenza, soprattutto in assenza del supporto di quelle verifiche tecniche e scientifiche sull'opera che finora sono state condotte solo in parte minima. La ricerca della Bernardi, dunque, in realtà pone spesso in discussione quanto acquisito con salutari interrogativi e, nel far ciò (questo è un suo merito indiscusso) mette

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