Prefazione Questo libro offre una nuova spiegazione delle origini dei misteri mitraici basandosi sulla constatazione che la strana iconografia del culto era in realtà un codice astronomico. Il tema trattato è piuttosto complesso, ma, scrivendo questo libro, ho tenuto conto del lettore non specialista. Spero che perfino i dettagli astronomici e le minuzie classiche di cui trat to in questo testo siano stati esposti in modo da risultare non ostici al let tore generico. Gli anni di ricerca e lo scrivere su questo argomento mi hanno per messo di essere testimone di un progressivo svelamento di un mistero. Ho perciò provato a ricatturare questa entusiasmante esperienza permettendo alla storia si svelarsi passo dopo passo, aggiungendo lentamente i tasselli separati del puzzle la cui immagine completa non si svelerà che alla fine. Questo richiede pazienza da parte dei lettori, ma spero che la loro pazien za verrà ricompensata - come sono stati ricompensati i miei sforzi - da stupore e sorpresa quando finalmente tutti i pezzi saranno al loro posto. Questo libro si è sviluppato dalla mia tesi di specializzazione e vorrei ringraziare, soprattutto, il mio insegnante a Princeton, John Gager, che mi ha mostrato come trovare la mia strada nel labirinto degli studi classici e ha sostenuto con entusiasmo il mio progetto di esplorare alcuni dei per corsi meno battuti. Sono anche grato agli altri insegnanti, soprattutto a Martha Himmelfarb del Dipartimento di Religione e a Michael Mahoney del Programma di Storia della Scienza a Princeton. Sono inoltre debitore verso numerose altre persone che hanno condi viso con me questo lavoro. Una prima versione del manoscritto è stata letta da B.L. van der Waerden, mentre Maarten Vermaseren ha letto l'ulti ma; un abbozzo della presente tesi è stata letta da Jacques Duchesne-Guil lemin. Sono profondamente grato a questi studiosi perché ho potuto bene ficiare delle loro acute critiche e dei loro saggi consigli. Ho anche tratto grande vantaggio dalla frequente discussione negli anni con Martin Schwartz e Luther Martin. Mi sono stati immensamente utili il parere e il sostegno di molti colleghi, tra i quali vorrei ringraziare in particolar modo Erich Gruen dell'University of California a Berkeley e Howard Kee, Rufus Fears e Emily Albu Hanawalt della Boston University. Sono ovvia mente l'unico responsabile di tutte quelle manchevolezze e difetti che il libro potrebbe contenere. 9