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i minori stranieri non accompagnati in italia PDF

194 Pages·2014·3.89 MB·Italian
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I MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI V RAPPORTO IN ITALIA ANCI / CITTALIA A cura di Monia Giovannetti V RAPPORTO ANCI / CITTALIA V RAPPORTO I MINORI STRANIERI ANCI / CITTALIA NON ACCOMPAGNATI IN ITALIA A cura di Monia Giovannetti Direzione: Luca Pacini e Paolo Testa Coordinamento scientifico e cura: Monia Giovannetti I contributi al testo sono di: Presentazione: Capitolo 1: Monia Giovannetti Capitolo 2: Alessandra Caldarozzi, Monia Giovannetti, Chiara Minicucci Capitolo 3: Katia Scannavini Le elaborazione statistiche sono state realizzate da Nicolò Marchesini. Si ringraziano per il sostegno e la collaborazione: Camilla Orlandi, Virginia Costa, Barbara Slamic, Daniela Di Capua, Cristina Passacantando ed in particolare Giulia Andreoli e Monica Lanzillotto per il prezioso contributo alla ricerca qualitativa nonché tutti gli intervistati che hanno gentilmente messo a disposizione il loro sapere e ci hanno dato la possibilità, attraverso le loro parole, di ricostruire ed approfondire gli interventi locali rivolti ai minori stranieri non accompagnati. Un ulteriore e sentito ringraziamento va ancora a Giulia Andreoli per l'attività di help desk nell'ambito dell'indagine censuaria così come un caloroso ringraziamento va ad Adriano Castigliego e a Marco Giuliani ed infine ad Andrea Rufo e a Marco Incitti per l'assistenza tecnica. Progetto grafico e impaginazione: HaunagDesign, Roma Stampa: Tipografia Grasso, Roma isbn 978-88-6306-040-9 Indice Presentazione 7 Giorgio Pighi Capitolo 1 11 I Comuni italiani e le politiche di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati 13 Introduzione 13 1. I Comuni rispondenti: dal grado di copertura dell’indagine alla modalità di gestione del servizio 14 2. Il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati in Italia nel biennio 2011-2012. 22 2.1. I minori stranieri non accompagnati contattati/presi in carico. 23 2.1.1. I minori stranieri non accompagnati richiedenti protezione internazionale contattati/presi in carico 35 2.2. I minori stranieri non accompagnati accolti in prima accoglienza 43 2.3. I minori stranieri non accompagnati accolti in seconda accoglienza 71 3. Gli interventi attivati a livello locale in materia di assistenza e protezione dei minori stranieri non accompagnati 93 3.1. Gli interventi e i servizi 93 3.2. La rete, i punti di forza e le criticità 98 4. Principali evidenze 103 Indice Capitolo 2 111 I percorsi di integrazione dei minori stranieri non accompagnati: le esperienze dei comuni nella fase della seconda accoglienza. 113 1. La formazione scolastica 114 2. La formazione lavorativa e l’avviamento al lavoro 118 3. Affido a famiglie eteroculturali e omoculturali 129 4. Interventi e servizi volti all’autonomia dei minori stranieri non accompagnati 130 5. Esperienze innovative di presa in carico: tra il bisogno di ripensare ai tradizionali modelli di accoglienza e la necessità di garantire una efficace tutela del minore 139 Capitolo 3 151 Una finestra sull’Europa: norme e politiche per l’accoglienza e l’integrazione dei minori stranieri non accompagnati richiedenti protezione internazionale in vecchi e nuovi paesi dell’UE 153 1. La Svezia: tra accoglienza e respingimento 153 2. La Danimarca e la protezione marginalizzante 160 3. Le politiche restrittive dell’Olanda per la gestione e l’integrazione dei msna 164 4. La delicata questione dei msna e dei minori vittime di tratta in Polonia 171 5. Analogie e differenze: una prima analisi comparativa 179 7 Presentazione Giorgio Pighi Sindaco di Modena, con delega all’immigrazione Il Quinto Rapporto sui minori stranieri non accompagnati, che anche quest’anno ANCIha affidato a Cittalia, esce in un momento particolarmente complesso, a tratti drammatico, che il nostro Paese sta vivendo proprio in relazione alla gestione dei flussi migratori in generale, e dei minori non accompagnati nello specifico. I dati parlano di più di 32.000 persone giunte nel contesto dell’operazione Mare No- strum, moltissimi dei quali minori soli, con una previsione di numero di arrivi ben più alti nel corso dell’anno. Un’ennesima “emergenza”, dunque, che ancora una volta ci costringe a inseguire la realtà dei bisogni immediati delle persone da accogliere, con il rischio di allontanare sine die il tempo della programmazione strategica e del- l’articolazione di strumenti di carattere ordinario che favoriscano i processi di acco- glienza e integrazione. Se questo è il contesto nel quale, ancora una volta, ci si trova ad operare e con il quale fare i conti, il valore di un Rapporto come quello dell’ANCIsta forse anche e soprattutto nella possibilità di fermarsi, per un momento, a riflettere, a partire/partendo proprio dagli elementi di conoscenza del fenomeno e degli strumenti messi in campo dai territori per tentare di affrontarlo. Intanto, è doveroso evidenziare il grado di copertura territoriale dell’indagine, che quest’anno è arrivata quasi al 70% del totale dei comuni italiani. Siamo di fronte, di fatto, a qualcosa che somiglia più a un vero e proprio censimento che a un’indagine. Questi dati ci confortano nel dire che, evidentemente, questo Rapporto è ormai di- ventato un “appuntamento”, a cui i Comuni si presentano volentieri, perché sanno che le informazioni che raccogliamo non rimangono dati inerti, ma diventano il con- testo nel quale si va a inserire l’attività istituzionale di ANCI, che sul tema dei minori non accompagnati non ha mai cessato di essere vivace e combattiva. Gli anni oggetto di monitoraggio, il 2011 e il 2012, sono stati particolarmente importanti per quanto riguarda l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, in quanto sono stati interessati dall’importante afflusso di minori provenienti da sbarchi sulle coste del sud Italia che si è sovrapposto alle provenienze “storiche” (Albania, Afgha- nistan Bangladesh, tra gli altri) che hanno continuato ad interessare l’intero territorio nazionale. Ciò ha dato luogo ad un cambiamento della tipologia di minori soli accolti. Come ben si evidenzia nel capitolo 1, vediamo che, mediamente, i minori arrivano con un’età più vicina ai 18 anni, che è in crescita costante la componente maschile, e che 8 presentazione i paesi di provenienza sono più eterogenei, con una netta diminuzione degli arrivi da altri Paesi europei, mentre è in crescita la componente di minori in arrivo dal con- tinente africano, ma anche da Bangladesh e Afghanistan. Conseguentemente è cre- sciuto significativamente il numero di minori richiedenti asilo, che nell’indagine risulta essere pari a quasi il 17% dei minori stranieri soli contattati o presi in carico dagli enti locali. Se mettiamo insieme tutti questi elementi, appare piuttosto evidente che si va profilando, sempre più, una realtà nella quale i minori non accompagnati rappresentano una componente del più vasto fenomeno migratorio ma, più speci- ficamente, della migrazione di categorie particolarmente vulnerabili. Con riferimento ai territori che accolgono, si conferma quanto emerso dai rapporti precedenti: pur essendoci un’ovvia preponderanza delle città metropolitane, sono impegnati nell’accoglienza dei minori non accompagnati anche molti comuni di medie e piccole dimensioni, del sud, centro e nord del Paese. Un’attenzione specifica l’abbiamo voluta dedicare, in questa edizione, ai percorsi di integrazione che i territori mettono in campo in fase di seconda accoglienza. Il secondo capitolo tratta specificamente questo tema, dando conto di un’approfondita analisi qualitativa di alcune esperienze innovative in ambito di inserimento scolastico, la- vorativo e di avviamento all’autonomia. Ne emerge un quadro variegato, fatto di luci e ombre, che vede i Comuni cimentarsi in un ripensamento dei modelli di accoglienza e inventarsi interventi innovativi, spesso scontrandosi con un quadro normativo e amministrativo che non aiuta ad affrontare la specificità di un target così particolare, peraltro in un contesto di cronica scarsità di risorse. L’istituzione del Fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accom- pagnati, rappresenta un importante passo avanti verso un’assunzione di responsabilità da parte dello Stato centrale, in coerenza con quanto previsto dell’art.117 della Co- stituzione. Il Fondo, istituito presso il Ministero del Lavoro, ha una capienza e modalità di erogazione però non ancora pienamente adeguate a soddisfare le esigenze dei Co- muni coinvolti nell’accoglienza. Oltre all’indispensabile sostegno economico, in più occasioni di confronto i Comuni hanno anche evidenziato con forza la necessità di un Sistema nazionale che operi in un’ottica di ottimizzazione delle risorse evitando replicazione di interventi, che innalzi il livello di protezione per tutti i minori che giungono soli sul territorio dello Stato assicurando un’accoglienza basata su standard omogenei definiti da precise linee giorgio pighi 9 guida nazionali. Tale richiesta fa riferimento all’esempio dello SPRAR, sistema nazionale basato sull’adesione volontaria dei Comuni, che accoglie anche i minori che arrivano soli in Italia in cerca di protezione e che possono così contare su un circuito di acco- glienza specializzato e dotato di risorse nazionali dedicate, al contrario di quanto av- viene per i minori soli che non richiedono protezione internazionale nonostante siano anch’essi stranieri, vulnerabili e inespellibili. Una situazione che crea una di- sparità di trattamento difficilmente giustificabile oltre ad aggravi amministrativi per i Comuni che devono rivolgersi a diverse autorità a seconda dello status dei minori che accolgono. Ciononostante, e come si evince chiaramente dal rapporto, l’impegno dei Comuni nell’assicurare accoglienza e protezione indiscriminatamente a tutti i minori è con- siderevole sia come numero di giornate, sia come qualità e varietà dei servizi, sia in termini di strutture coinvolte, un impegno che le amministrazioni locali sostengono grazie alla preziosa collaborazione con organismi del terzo settore più qualificato. Risulta più che mai necessario, anche alla luce della rapida evoluzione dei flussi mi- gratori in arrivo nel nostro Paese, un ripensamento delle politiche di accoglienza nel quadro di strategie complessive, che nel rispetto delle diverse responsabilità istitu- zionali scongiuri il rischio di scaricare sugli enti locali la gestione di emergenze fa- cilmente prevedibili. I Comuni chiedono di essere sostenuti con azioni di sistema nell’adeguare i propri interventi ai bisogni di migranti vulnerabili, in special modo se minori soli, al fine di predisporre e valorizzare le forme di accoglienza, protezione e integrazione più rispondenti alle necessità anche di questa particolare categoria di soggetti vulnerabili.

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Camilla Orlandi, Virginia Costa, Barbara Slamic, Daniela Di Capua, Cristina Passacantando ed in particolare Giulia Andreoli e a carattere nazionale non armonizzata con la legislazione UE, che - oltre alla necessità di protezione
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