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I Manoscritti Magliabechiani della Biblioteca Nazionale di Firenze - Sezione Prima: Poesia PDF

346 Pages·2018·1.42 MB·Italian
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I MANOSCRITTI MAGLIABECHIANI DELLA BIBLIOTECA NAZIONALE DI FIRENZE Descritti sotto la direzione di Adolfo Bartoli SEZIONEPRIMA POESIA Tomo Primo Firenze, Tipografia Carnesecchi, 1879 Testo elettronico a cura di Danilo Romei Banca Dati “Nuovo Rinascimento” www.nuovorinascimento.org 2018 2 Primo tomo dell’inventario dei manoscritti poetici magliabechiani di- retto da Adolfo Bartoli: la pubblicazione risale al 1879, un’epoca remota, che fa sembrare ancor più datato, e non di poco, il metodo di descrizione. Per di più, ad aggravare questa impressione di diffusa senescenza si è ag- giunta la nuova serie (più snella, più funzionale) degli Inventari dei mano- scritti delle biblioteche d’Italia,che fra l’altro harivelato ancor più speciosa la segregazione di poesia e di prosa, qui attuata, che spesso taglia i codici a fette. Eppure quando si prendono in mano queste pagine ingiallite si scopre una straordinaria ricchezza d’informazione che negli strumenti più recenti purtroppo si è perduta, non solo perché quei nostri antichi precursori si con- cedevano la libertà di antologizzare con larghezza quello che scoprivano d’inedito o comunque di rimarchevole, ma soprattutto perché non si nega- vano l’agio di un’esposizione ancora a misura d’uomo, non ancora forzata entro gli aridi (e risibili) standard che la globalizzazione ci ha imposto. Io credo che sia sciocco dimenticare tanta ricchezza, anzi che sia un dovere cercare di rimetterla in circolo per quanto consentono i tempi e i mezzi di cui disponiamo. È proprio quello che mi propongo di fare con questa pub- blicazione telematica e con quelle che col tempo seguiranno. Naturalmente la traduzione del volume cartaceo in un testo elettronico comporta di per sé una perdita: toglie, se non altro, la possibilità di sfogliare lepagine (che non è soltanto fonte di un piacere tattile, ma unmezzo di ap- prendimento tutt’altro che trascurabile), però moltiplica le possibilità d’in- terrogare il testo. Da questo punto di vista, purtroppo, pesa l’assenza fre- quente di forme normalizzate. La trascrizione semi-diplomatica degli origi- nali rende problematica la ricerca (necessariamente per stringhe, in un sem- plice PDF) degliincipit e degli autori. Confido tuttavia che moltiplicando le fonti e i canali (il volume nelle biblioteche, il PDF-immagine e il PDF-testo in rete) si agevoli e si renda sempre più democratico l'accesso ai dati. La ri- dondanza giova alla comunicazione. La digitalizzazione del testo ha talora imposto, talora suggerito nume- rosi adattamenti tipografici, che tuttavia non ne alterano la sostanza, scrupo- losamente conservata (una volta corretti pochi errori materiali). 3 I MANOSCRITTI ITALIANI DELLA BIBLIOTECA NAZIONALE DI FIRENZE DESCRITTI DA UNA SOCIETÀ DI STUDIOSI SOTTO LA DIREZIONE DEL PROF. ADOLFO BARTOLI CON RIPRODUZIONI FOTOGRAFICHE DI MINIATURE ESEGUITE DA V. PAGANORI SEZIONE PRIMA CODICI MAGLIABECHIANI SERIE PRIMA POESIA Tomo I IN FIRENZE TIPOGRAFIA E LITOGRAFIA CARNESECCHI Piazza d’Arno, N. 1 1879 4 ALLA CARA E VENERATA MEMORIA DI GIAMPIETRO VIEUSSEUX 5 AVVERTIMENTO È noto a tutti gli studiosi italiani e stranieri che la Biblioteca Nazionale di Firenze, nelle sue tre sezioni Magliabechiana, Palatina e Riccardiana, conserva un numero cospicuo di Manoscritti della più alta importanza e ra- rità. Di questi Manoscritti, che superano il numero di diciassettemila, non esistono Cataloghi a stampa, salvo quello molto imperfetto del Lami, e l’altro del Palermo, il quale però registra un numero limitatissimo di Codici, e scelti specialmente tra quelli che potevano meglio servire ai suoi studi prediletti. Ci sono, è vero, alcuni Cataloghi a mano, per uso esclusivo della Biblioteca; ma questi, oltre ad essere accessibili solamente a coloro che pos- sono visitare di persona la Libreria, resultano ancora insufficienti al biso- gno. Manca infatti un Catalogo unico pei varii fondi che compongono la va- sta congerie dei Codici della Nazionale; ed i Cataloghi speciali non sono completi, non sono uniformi, e nel farli non si è certo avuto cura di esami- nare i Codici minutamente, carta per carta, con quella esattezza continua e scrupolosa, che rende tali lavori veramente proficui a chi studia. Potrebbe dirsi, in parte almeno, che, piuttosto che Cataloghi, non si abbiano che In- ventari: onde è chiaro che delle ricchezze d’ogni maniera esistenti nella massima Biblioteca Fiorentina, appena una tenue parte è nota, mentre tutto il rimanente resta sconosciuto. [VIII] Alcuni studiosi si sono ora riuniti, ed usando del diritto a tutti comune di lavorare sui manoscritti delle Biblioteche dello Stato, ma ottenu- to però il benevolo assenso e l’aiuto dell’egregio cav. Sacconi, Prefetto del- la Nazionale, hanno intrapreso un’opera che ad essi sembra dover riuscire di grande utilità. Oggi che gli studi si sono largamente sviluppati e che la lette- ratura italiana ha molti e dotti cultori anche fuori d’Italia, sarebbe tanto più deplorabile che le scritture importanti contenute nei Codici Fiorentini rima- nessero ancora così poco note. Noi quindi ci siamo prefisso di mettere in- sieme unIndice completo degli scritti italiani che si racchiudono nei Codici delle tre sezioni della Biblioteca Nazionale, Magliabechiana, Palatina e Ric- cardiana. 6 Dividiamo la nostra opera in due serie: la Poesia e la Prosa. Princi- piamo il nostro lavoro dai Codici dellaSezione Magliabechiana e dalla serie dellaPoesia. Diamo per ogni Codice le indicazioni paleografiche; e conservando sempre memoria delle antiche numerazioni, disponiamo i Codici secondo la numerazione nuova, già incominciata dal benemerito bibliotecario Follini, e che ora il signor Prefetto vuole estendere a tutti i Manoscritti della Naziona- le. Diamo ancora, dei Manoscritti miniati, acquerellati ecc., le più importan- ti notizie artistiche, assistiti in questo dalla dottrina ben nota degli illustri cav. Gaetano Milanesi e prof. Bartolommeo Malfatti. Per ogni singola poesia (di qualunque tempo, di qualunque genere e di qualunque estensione) notiamo il titolo e il nome dell’autore, quando sia conosciuto; il principio e la fine; e trattandosi di cose che ci sembrino di qualche curiosità ed importanza, inseriamo estratti più o meno lunghi. Delle miniature che abbiano pregio artistico o valore storico, offriamo la riproduzione fotografica. Non promettiamo ampie notizie bibliografiche; ma quelle sole che ci sembrino veramente indispensabili. Promettiamo invece nella descrizione esterna edinterna del Codice la diligenza e la precisione più puntuale. Il nostro modesto lavoro, al quale fummo mossi per solo amore degli studi e senza speranza di lucro, potrà forse age- [IX] volare quella illustra- zione generale dei Manoscritti, che anche la Direzione della Nazionale Fio- rentina desidera. L’opera nostra esce in fascicoli mensili di 64 pagine in-8°. Questi for- meranno due volumi annui, che saranno corredati degli indici alfabetici dei nomi degli autori e del primo verso d’ogni poesia. Giunti al termine della prima serie, per rendere il lavoro comodo alle ricerche degli studiosi, stam- peremo tre indici generali, degli autori, dei titoli delle poesie e del loro principio. E giunti poi al compimento della serie seconda, daremo l’indice generale di tutti i codici delle due serie di ognisezione, riunendo anche per mezzo di richiami le parti di quei Manoscritti che contengono insieme poe- sie e prose, con che verrà a reintegrarsi la loro forma costitutiva. Firenze, 1° novembre 1879. ADOLFOBARTOLI. 7 I MANOSCRITTI ITALIANI DELLA BIBLIOTECA NAZIONALE DI FIRENZE Cod. II, I, 18. Codice cartaceo di carattere del secoloXVI; 34×24, di carte255, legato in pelle; appartenuto al Magliabechi. (Antica numerazioneCl. VI, Cod. 12). Dopo una lungaVita di Ulivieri, in prosa, dac. 251r a 252r contiene: I.Questo è un chapitolo in terza rima del medesimo autor del libro in prosa do- ve si mostra quanto facilmente in goventù si chaschi ne’ vizi1et quanto dificile sia a ritrarsi da essi alle virtù chardinalj onde si viene alle tre theologiche che fanno l’uomo felice et poi beato, e dice così. Comincia: Da hozio et da piacer tirato e spinto Finisce: E presemi Morfeo loddio del sonno. II. Altro capitolo dac. 252r a 252v. Comincia: El sonno mio se ruppe in pocho tempo Finisce: Perche gle gusto, buono, clemente et pio. Seguono cinque ternari appartenenti al capitolo, e che il copista dice di ave- re per errorelasciati.[2] 1 IlFollini lesse erroneamente: « si castighi i novizi ». 8 III. Chapitolo di cento versi fatto l’anno 1475 in laulde di Matteo Palmieri poeta fiorentino. Va dac. 253r a 253v. Comincia: Discenda sopra me dal sacro lume Finisce: Volsimi indretro assai pensoso ettardo. IV.Sonetto alla burchiellesca per risposta a una lettera mandatami a Quaran- tole l’anno 1475 del mese di gungno domandando che facevo in villa dove sono certi be’ motti. È ac. 253v. Comincia: Io son tra tola manola et sengna Finisce: Se tel dicho per benperché mi gharri. V. Questa è una pistola di cento versi che mando Ponpeo mangno a Cesare Agusto nell’inferno dolendosi di luj che aveva anichillata la fama sua. È dac. 253va 254v. Comincia: Rimembrando dolor dolor premendo Finisce: Per quella arringha che fe Lutio Lentulo. VI.Risposta di Cesare alla pistola di Ponpeo per cento versi e dice così. È dac. 254v a 255v. Comincia: Iulio a ben letto la pistola vostra Finisce: Ma senpre si portar più grave pondo. VII.Sonetto fatto per la morte di papa Leone X. È ac. 255v. Comincia: Leone a messo l’ale e può volarne. Finisce: Dunque si placca al peschatore et Polo. VIII. Sonetto a papa Clemente septimo per riavere l’ossa de gran teolaghe Dante fiorentino poeta l’anno 1523 e dice chosi.[3] È pure ac. 255r. Comincia: El tuo fratel Leon sommo pastore. Finisce: e dove si sepulto fia in che et chome. 9 Cod. II, I, 23. Cod. cart., finito di scrivere il 25 luglio del 1396 da un Nicola monaco dell’ordine di san Bene- detto, come sta scritto in fine del codice; 35×27, dic. 208 numerate, leg. in pelle; proveniente dalla Bibl. del cav. Anton Francesco Marmi. (Ant. numeraz. Cl. VI, Cod. 15). Contiene ilDecameron di G. Boccaccio. 1. Ac. 23v: Comincia: I son vagha della mia bellezza. Finisce: Simile non sentirò qui di vaghezza. 2. Ac. 52v: Comincia: Quala donna chantera si non cantio Finisce: De regnio suo anchora ne sarà pio 3. Ac. 75r: Comincia: Niuna schonsolata Finisce: E chostassu minpetra la tornata 4. Ac. 94v: Comincia: Lagrimando o dimostrato Finisce: Porto ne porgha per lo suo valore 5. Ac. 115r: Comincia: Amor la vaga luce Finisce: che teco affario volentier verrei 6. Ac. 115r: Comincia: Amor si posso uscir de tuoi artigli Finisce: Di bianchi fiori ornarti e di vermigli[4] 7. Ac.142v: Comincia: De lassa la mia vita Finisce: Chel pur pensallo di chantare minvita 8. Ac. 167r: Comincia: Tanto e amore il bene Finisce: Ondio malegro e giocho 9. Ac. 181r: Comincia: Io sono giovinetta evolentieri Finisce: Chio son per dire de vieni chio non desperi 10. Ac. 192r: Comincia: Muoviti amore e vattene a Messere Finisce: Inamorata sì che il mio chore pere 10 11. Ac. 207r: Comincia: Samor venisse sanza gelosia Finisce: Piangner falloro ama tal fia(sic). Cod. II, I, 28. Cod. cart. miscell. di caratt. dei sec.XVII eXVIII; 34×23, composto di quattro quaderni di vario formato, dic. 80 numerate, ma il num. 4 è ripetuto su due carte; leg. in mezza pelle; i primi tre quaderni fino ac. 73 sono di caratt. di A. M. Salvini; comprato da Ferdinando Fossi, bibliot. della Magliab., il 29 settembre 1796 dal libraio Gio. Paolo Mazzini. (Ant. numeraz. Cl. VII, Cod. senza numero). Contiene: I. OPPIANO,Della natura e della caccia degli animali tradotto da A. M. Salvini, dac. 1 a 26r. Comincia: A te beato io canto della terra Finisce: Benché prodi la doman senza sangue. II. OPPIANO,Della natura e della caccia de’ pesci, trad. dal medesimo, dac. 27 a 66r. Comincia: I popolidel mare e le falangi Finisce: Ed incorrotte guardi sotto e serbi.[5] Seguono alcune annotazioni del Salvini su i due poemi, dac. 67 a 73r. III. Sonetti sopra il Pater Noster fatti dal Sig. Dottore Anton Maria Salvini il giorno dell’Ascensione l’anno 1721 nel tempo della sua gotta per divozione del giorno e per allegerimento di quella. 1. Pater noster qui es in Coelis Comincia: Padre delciel, tua stirpe siam qui in terra Finisce: Che al padre tuo d’unirti ti consiglia. 2. Comincia: O pocanostra nobiltà di sangue Finisce: Spera all’eterna sua Patria natia. 3. Comincia: Città qui non abbiam stabile e ferma Finisce: Di speranza di gloria ti riveste? 4. Santificetur nomen tuum Comincia: Quel Nome che non è Nome ma pura

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