2 4 N. - ) O T - % 0 5 f. n b. i u P ( - t. s o p b. b a d. e p S - 6 9 9 1 o ai n n e G 1 n. I e r t s e m e S - I I X o n n A oo uutt Contiene I.P. II ddiieecciiM M aaaattnneernrn i i BBddoeoellnlnli’i’ IIssCCttioiottnnssiilliiii 2 “Sodalitium” Periodico - Organo Ufficiale dell’Istituto Mater Boni Consilii - Loc. Carbignano, 36. 10020 VERRUA SAVOIA (TO) - Telef.: 0161/839335; Fax: 0161/839334 - C/CP 24681108 - Dir. Resp.: don Francesco Ricossa- Aut. Trib. di Ivrea n. 116 del 24-2-84 - Stampa: TECA - Torino Sommario Editoriale pag. 2 “Il Papa del Concilio” XIXpuntata pag. 3 Il Sionismo: un magnifico sogno o un terribile scacco? pag. 18 Julius Evola, uomo tradizionale o cabalista? pag. 46 L’Osservatore Romano pag. 53 Natale pag. 62 Notizie sul Modernismo pag. 64 Tra esoterismo e devozione, ovvero: relazioni pericolose di alcuni devoti... pag. 65 RECENSIONI: Un romanzo pericoloso pag. 68 Il celibato ecclesiastico pag. 69 La via Regale: XII stazione pag. 72 Vita dell’Istituto pag. 74 EEddiittoorriiaallee “Nei dubbi, pensa a Maria, invoca Ma- ria”. Queste parole di San Bernardo le ab- biamo vissute, mettendoci allora sotto il pa- trocinio della Madonna, Madre del Buon Dieci anni. Tanto tempo è passato da Consiglio... Questa buona Madre ci avrebbe quel 18 dicembre del 1985, in cui è na- consigliato, ci avrebbe protetto. Il 24 settem- to, a Torino, l’Istituto Mater Boni bre 1986, conoscemmo a Raveau Mons. Consilii. In quel giorno, quattro sacerdoti ita- Guérard des Lauriers, religioso domenicano, liani lasciavano le case della Fraternità Sacer- teologo, ora anche Vescovo, che come noi, dotale San Pio X, l’opera fondata da Mons. prima di noi, aveva dovuto, per amore della Lefebvre nel 1970, e da Montalenghe, Albano Verità, allontanarsi da Ecône (dopo essersi Laziale e Parigi, si ritrovavano a Torino, ospiti allontanato pure dal Saulchoir e dall’Uni- precari e provvisori in casa d’altri; potremmo versità Lateranense). La sua posizione sulla dire: senza fissa dimora... Avevamo raggiunto, situazione dell’Autorità nella Chiesa dopo il negli anni ‘70 della nostra giovinezza, Monsi- Vaticano II ci sembrò, ci sembra tuttora, gnor Lefebvre con entusiasmo, sicuri di segui- l’unica pienamente conforme all’insegna- re, nella sua persona di Vescovo cattolico fe- mento della Chiesa: il numero 13 di Sodali- dele alla Tradizione della Chiesa, la Chiesa tium diffuse pertanto la nostra ammenda stessa. Tanto maggiore la fiducia, tanto più pubblica per gli errori passati, e la nostra grande lo smarrimento, rendendoci conto che adesione alla Tesi teologica sulla Sede Apo- la posizione della Fraternità, pragmatica più stolica formalmente vacante, detta “Tesi di che dottrinale, comunque contraddittoria, non Cassiciacum”. Su questa tesi si fonda la legit- era in ogni punto quella della Chiesa. Non po- timità del nostro apostolato nella Chiesa e tevamo nascondere a noi stessi, ed alle anime per la Chiesa, cattolica, apostolica e romana, che avevano fiducia in noi, di trovarci su di nell’attesa che Essa, nella persona di un le- una falsa strada; ma dov’era la retta via? Dove gittimo Successore di Pietro, riconosca cano- la Verità? nicamente il nostro piccolo Istituto. In copertina: la Sacra immagine della Madonna Madre del Buon Consiglio, venerata nel santuario di Gennazzano, e Patrona del nostro Istituto che festeggia nel 1995 i suoi dieci anni.Mater Boni Consilii, Ora pro nobis. 3 In questi dieci anni, molte sono state le desidera, ed a fianco di altri sodalizi similari, prove (la più grave di tutte: l’abbandono di “in questi tempi di disorientamento, uno stru- uno dei quattro fondatori, e nostro primo mento per perseverare nella fedeltà assoluta superiore), molte sono state anche le grazie. al deposito della fede rivelato da Dio e pro- Se pensiamo a quei primi tempi, senza una posto dal Magistero infallibile della Chiesa” e casa, senza neppure una sedia... di tutti i suoi Sommi Pontefici (Statuti, II, a). Oggi l’Istituto ha due case, una a Verrua, Col soccorso della grazia di Dio, senza la qua- in Italia, una a Raveau, in Francia. Un’altra le siamo incapaci di fare alcunché di buono, aspetta di essere aperta in Argentina. Nel Se- siamo pronti a dare anche la nostra vita per minario San Pietro Martirestudiano sei semi- Gesù Cristo e la Sua Chiesa, che amiamo dal naristi, mentre sono già stati ordinati due sa- più profondo del cuore, unendo così il nostro cerdoti. La Crociata Eucaristica organizza, misero sacrificio a quello, oblazione pura e ogni estate, due colonie, una per i ragazzi, senza macchia, che Gesù offre alla SS. Tri- una per le ragazze, ed un campo per gli ado- nità, ogni giorno sull’altare, per mezzo delle lescenti. L’Associazione Mater Boni Consilii nostre mani sacerdotali. è riconosciuta come ente morale, ed agisce Il 18 dicembre, quindi, sarà gran festa fattivamente, in aiuto dei bisognosi e delle per tutti noi. Affidiamo il nostro passato alla famiglie numerose. Un libro è già stato stam- misericordia di Dio, ed il nostro futuro alla pato, un altro è in corso di stampa, a cura di Sua provvidenza, con un solo ideale ed un Sodalitium, e la nostra rivista, in edizione ita- solo intento: adveniat Regnum Tuum, fiat liana e francese, è sempre più diffusa e cono- voluntas Tua, sicut in cœlo et in terra: sia fat- sciuta. Ogni anno, sono predicati cinque tur- ta, o Signore, da noi e da tutte le anime, la ni di Esercizi Spirituali, ogni domenica i no- Tua volontà, venga il Tuo Regno, nei cuori, stri sacerdoti partono per celebrare la Santa nelle famiglie, nelle società e negli stati. Messa, raggiungendo ormai, alternativamen- Mater Boni Consilii, ora pro nobis! te, 14 località diverse. Per la gloria di Dio, e la santificazione delle anime, sono state co- struite e benedette, la chiesa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo a Verrua, e la Cappella del “Il Papa del Concilio” Sacro Cuore a Torino. E questo non è che l’aspetto esteriore, poiché solo Dio conosce il numero (e soprattutto il valore) delle anime che sono tornate a Lui, che si sono santifica- DICIANNOVESIMAPUNTATA: GIOVANNI te, che si sono salvate, mediante quel piccolo XXIII ELAMASSONERIA. strumento che è l’Istituto. Purtroppo, ci sono anche i nostri peccati, i nostri errori... Di tut- di don Francesco Ricossa to questo, chiediamo perdono a Dio, e a chi avessimo eventualmente offeso, mentre rin- Il 18 dicembre 1993, l’avvocato napoletano graziamo Iddio, la Madonna, e tutti i nostri Virgilio Gaito fu eletto Gran Maestro del benefattori, per le grazie ricevute ed il bene Grand’Oriente d’Italia, l’Obbedienza masso- che abbiamo potuto fare. nica detta di Palazzo Giustiniani. Poco dopo, L’Istituto, i suoi 14 membri, i suoi tanti e il Gran Maestro concesse due significative in- carissimi amici, alcuni dei quali ci hanno pre- terviste, la prima a Fabio Andriola, giornalista ceduto nel lasciare questa vita terrena, si met- de L’Italia Settimanale, la seconda a Giovanni tono nuovamente oggi, come dieci anni fa, Cubeddu, inviato del mensile ciellino Trenta sotto la protezione della Madonna del Buon Giorni, diretto da Giulio Andreotti. In en- Consiglio. Che ci guidi sempre e ci conservi trambe le interviste, Gaito accennò a Giovan- nella fedeltà al suo divin Figlio, Nostro Signo- ni XXIII. Le domande e le risposte sono simi- re Gesù Cristo, ed alla Sua Chiesa. Alla Chie- li, con lievi differenze. Eccole. sa cattolica, al suo insegnamento, alla sua Au- Andriola chiese a Gaito: “Le risulta che torità, pienamente ci sottomettiamo, pronti a ci siano sacerdoti nelle logge del Grande credere ciò che Essa ci propone a credere, a Oriente, si dice che qualche cardinale sia rigettare ciò che essa vuole che rigettiamo. stato un fratello...”. Semplice sodalizio di fedeli (a norma del can. Il Gran Maestro rispose: “Probabilmente. 707 del C.J.C.), l’Istituto non ha altra ambi- Io non ne ho notizia. Si dice che Giovanni zione che quella di rappresentare, per chi lo XXIII sia stato iniziato alla massoneria quan- 4 do era nunzio a Parigi. Riferisco quello che Secondo Virgilio Gaito la risposta è la mi è stato detto. Del resto nei suoi messaggi seguente: ho colto molti aspetti che sono proprio mas- 1) Pare che A. G. Roncalli frequentassse sonici. Mi ha fatto piacere sentirgli dire che le Logge a Istambul. bisogna porre l’accento sull’uomo” (1). 2) Pare che A. G. Roncalli sia stato ini- Cubeddu, a sua volta, chiese: “Che cosa ziato alla Massoneria a Parigi. dice allora il neo Gran Maestro dei rapporti 3) In ogni caso, a giudizio del Gran Mae- scottantitra Chiesa cattolica e massoneria?”. stro, che è senza dubbio un intenditore, mol- “Guardi - rispose Gaito - un prelato che ti aspetti del pensiero di Giovanni XXIII so- volesse iscriversi lo accoglieremmo a braccia no proprio massonici. aperte. Il problema è dalla parte della Chie- Abbiamo già espresso il nostro parere sa, non nostra: noi accogliamo tutti gli uomi- sulle notizie emananti da iscritti alla Masso- ni liberi, gli spiriti liberi. Papa Giovanni neria a proposito delle “rivelazioni” di Pier XXIII, del resto, pare che sia stato iniziato a Carpi (4). Benché Virgilio Gaito sia più au- Parigi ed abbia partecipato ai lavori delle torevole di Pier Carpi, dobbiamo ribadire Officine ad Istambul. Quando poi ho ascol- che, per noi, la parola di un massone è, a tato le gerarchie ecclesiastiche parlare nelle priori, sospetta. Gaito stesso non dà per cer- omelie dell’uomo come centro dell’universo ta l’affiliazione di Giovanni XXIII alla Mas- mi sono commosso fino alle lacrime” (2). soneria. Ciò non toglie che la sua testimo- Anche il Gran commendatore del Supremo nianza è di peso, e merita di essere messa al Consiglio della Massoneria messicana, Car- vaglio, cercando dei riscontri alle sue gravis- los Vasquez Rangel, ha recentemente rivela- sime affermazioni. È lo scopo di questa pun- to che Angelo Roncalli sarebbe stato inizia- tata, che ci costringerà a ritornare sul passa- to alla Massoneria a Parigi (3). to del nostro personaggio... Queste interviste del Gran Maestro della Massoneria italiana ripropongono autore- Il Grande Oriente in Oriente (Bulgaria, volmente una importantissima questione: Grecia, Turchia) quali erano i rapporti tra Giovanni XXIII e la Massoneria? E, addirittura: Angelo Giu- La quarta puntata de “il Papa del Conci- seppe Roncalli era un fratello massone? lio”, (“un ecumenista nei Balcani: 1925- 1939”) e quella successiva (“dalla seconda guerra mondiale alla nomina a Parigi: 1939- Virgilio Gaito Gran Maestro del Grand’Oriente d’Italia 1944) erano dedicate appunto al periodo passato da Mons. Roncalli in quella regione, come rappresentante della Santa Sede, pri- ma in Bulgaria e poi in Turchia (5). Secondo Pier Carpi, egli si affiliò ai Rosacroce nel 1935, appena giunto a Istambul, appunto. Se- condo Gaito, frequentò solo le Logge, pur senza essere iniziato. Non abbiamo nessuna esplicita conferma di queste informazioni. Possiamo però dimostrare che esse non sono assolutamente inverosimili. Abbiamo già parlato delle sue relazioni amichevoli, al di là dei doveri del diplomatico, con la gerarchia “ortodossa” e con il governo turco. Ora, in entrambi i casi, si può ipotizzare un’entrata in contatto col mondo massonico. È risaputo, infatti, come le confessioni anglicane ed “or- todosse” non abbiano, verso la Massoneria, le preclusioni della Chiesa cattolica. Il “Pa- triarca” di Costantinopoli, Atenagora, che paragonò Giovanni XXIII a San Giovanni Battista, era ad esempio, un alto dignitario della Massoneria (6). Il governo turco, poi, non era solamente di impronta rigidamente 5 laicista, ma emanazione di una società segre- nuovi particolari. Marsaudon ed il nunzio ta, i “Giovani Turchi”, appoggiata dalla Log- Roncalli si conobbero nel 1947 e divennero gia massonica di Salonicco e composta in amici, benché Marsaudon non facesse mistero gran parte dai membri di una “sètta giudaica della sua affiliazione massonica. L’occasione (i Dunmeh) che professavano esteriormente dei primi contatti fu causata dall’appartenenza l’Islam, ma mantenevano i culti ebraici nel del Barone all’Ordine di Malta: Marsaudon segreto delle loro case” (7). Questi “amici” chiedeva a Roncalli il suo appoggio per far ri- possono aver fatto conoscere la Massoneria conoscere l’Ordine nei paesi dell’America La- al Nostro. D’altra parte, l’atteggiamento ed i tina. Marsaudon, infatti, era stato iniziato alla discorsi di Roncalli, riportati nelle preceden- Massoneria nel 1926 da Pierre Valude, che nel ti succitate puntate di Sodalitium, indicano mondo profano era Ministro della Marina chiaramente come Mons. Roncalli, se non Mercantile e, dopo un anno, inviato da costui era un iniziato, aveva “degli aspetti che sono in Sudamerica come rappresentante delle proprio massonici”, per riprendere la felice Compagnie francesi di navigazione. Lavorò espressione del Gran Maestro. dal 1927 al 1932 per il governo francese e la Massoneria (che facevano tutt’uno!) e conob- Coi Massoni della III Repubblica be benissimo le Logge sudamericane. Tornato in Francia, e salito ai massimi gradi massonici È a Parigi che, secondo Gaito e Vasquez al seguito del grande iniziato spiritualista, Rangel, Mons. Roncalli sarebbe stato iniziato Oswald Wirth (12), Marsaudon venne nomina- ai segreti dei “Figli della Vedova”. A quanto to nel dopoguerra, dal Gran Maestro dell’Or- già detto su Sodalitium(8) si possono aggiun- dine di Malta, fra Ludovico Chigi Albani della gere alcune precisioni. L’intima amicizia del Rovere, Ministro plenipotenziario in missione Nunzio per due acerrimi anticlericali, il socia- speciale del Sovrano Militare Ordine di Malta lista Vincent Auriol ed il radicale Edouard (S.M.O.M.). Naturalmente, grazie ai suoi ap- Herriot, stupì il pur smaliziato mondo politi- poggi massonici, ottenne dal governo francese co parigino. Ora, lo storico della Massoneria il riconoscimento ufficiale della Delegazione Aldo Alessandro Mola precisa che entrambi, dell’Ordine in Francia. Conoscendo le sue en- Auriol ed Herriot, erano membri della Mas- trate in Sudamerica, l’Ordine di Malta aveva soneria (9). L’ambasciatore spagnolo a Ma- affidato a Marsaudon l’incarico di ottenere il drid, Miguel Matèu Pla, fu praticamente mes- medesimo riconoscimento in quel continente, so alla porta della nunziatura da Mons. Ron- e così andò a farsi consigliare al proposito dal calli, che evidentemente non gradiva il rap- Nunzio Roncalli. Secondo il Barone, da allora presentante del generale Franco quanto Au- Mons. Roncalli divenne, per sempre, il suo riol ed Herriot. “In un’altra occasione - pura- “protettore” e “confidente”. Nei loro lunghi mente protocollare - l’ambasciatore di Spa- colloqui, sia in nunziatura, che nella residenza gna (...) rimase stupefatto per una dichiara- di Marsaudon, i due parlarono dei problemi zione fatta in sua presenza dal nunzio Ron- dell’Ordine di Malta, “dei rapporti tra la Chie- calli, in tono quasi confidenziale, ad alcune sa e la Massoneria”, “dei problemi Spirituali”, personalità cattoliche. Il nunzio esprimeva lo- “del riavvicinamento tra le diverse Chiese Cri- ro l’amicizia che professava e la stima che stiane” (13). Secondo Marsaudon, Roncalli gli sentiva per la persona e l’opera del ministro avrebbe detto: “Non è la credenza o la non dell’educazione del governo francese; lo con- credenza in Dio che mi preoccupa, ma piutto- siderava - parole testuali - ‘molto bravo’. Es- sto, la vera concezione di Cristo, soprattutto sendo stato avvertito che, in Francia, fin dai come Gesù-Uomo”. Roncalli, “non parlava tempi di Combe, tutti i ministri dell’Educa- mai dell’inferno ma piuttosto, frequentemen- zione sono massoni, che il suo sullodato ami- te, di una vita futura che però evitava accura- co lo era anch’egli, Mons. Roncalli mostrò tamente di definire. Non bisogna dimenticare ostensibilmente il suo disappunto per l’osser- che era stato dieci anni in Oriente, e che, non vazione che gli era stata fatta” (10). solamente si avvicinava ai Patriarchi ortodos- Un altro indizio dell’affiliazione massonica si, ma non dimenticava neppure che essi erano di Roncalli, si trova nella sua amicizia per il i continuatori dei cristiani più prossimi agli Barone Marsaudon, attestata da questi in tre Apostoli e che avevano evitato con cura alcu- libri da lui pubblicati (11). Siccome ne ho già ne di quelle novità accolte con entusiasmo (...) parlato nelle precedenti puntate, riassumo so- negli ambienti cattolici romani” (14). Tra que- lamente e preciso quanto già detto, con alcuni ste novità, l’infallibilità del Papa, sulla quale 6 manteneva volontariamente il silenzio, e l’As- mi sono i membri professi che avevano fatto sunzione di Maria, che Pio XII si accingeva a i voti. Già dal 1799, nella bufera della Rivo- definire dogmaticamente (15). A proposito del- luzione, uno scismatico quale lo Zar di Rus- la Massoneria, il Nunzio “non disdegnò di in- sia, era stato eletto Gran Maestro (1799- teressarsi” alle “modeste concezioni” di Mar- 1800), e nel secolo scorso non pochi Cavalie- saudon sui “rapporti tra la Chiesa e la Masso- ri anglicani erano stati ricevuti dal Gran neria” (16), “si sforzava gentilmente di cogliere Maestro, prima di fondare un ramo separa- il significato dell’iniziazione (...) che in nessun to, il Saint John’s Order, legato alla (masso- modo è incompatibile con la fede, cosa della nicissima) monarchia inglese (21). L’ecume- quale era sempre più convinto” (17), al punto nismo ante litteram dell’Ordine è vantato che consigliò “formalmente” al Barone “di re- dallo stesso fratello Marsaudon (22). Ma, so- stare in Massoneria” (18). Il carattere e le idee prattutto, quello che preoccupava era l’infil- di Roncalli, come sono state descritte dal trazione della Massoneria nell’Ordine di Marsaudon, corrispondono al ritratto che di Malta (23). Questa infiltrazione è documen- lui fece un altro dignitario massonico e diplo- tata, ed ammessa dagli stessi massoni, quale matico svizzero, suo amico ai tempi della nun- Marsaudon e Mola (24). Fu così che interven- ziatura parigina, Carl J. Burckardt: “È un dei- ne il cardinale Nicola Canali (25). sta e un razionalista (...). Cambierà molte co- Mons. Canali, nella sua qualità di “Gran se; dopo di lui la Chiesa non sarà più la stessa” Priore Commendatario in Roma del sacro e (19). Sovrano Ordine Militare Gerosolimitano di Insomma, tutto andava per il verso giu- Malta”, aveva motivo di interessarsi all’Ordi- sto (dal punto di vista di Marsaudon) quan- ne. I suoi nemici lo accusavano di voler sop- do scoppiò lo scandalo dell’Ordine di Malta. primere o riformare l’Ordine di Malta per metterlo direttamente sotto il controllo della L’Ordine di Malta sotto inchiesta Santa Sede, ed in particolare dell’Ordine del Santo Sepolcro, di cui egli era Gran Maestro Roma, 14 novembre 1951: muore Lu- (26). In realtà, lo spirito di fede del Cardinal dovico Chigi Albani della Rovere, Gran Mae- Canali, che aveva contribuito alla battaglia stro dell’Ordine di Malta. I Cavalieri avrebbe- antimodernista di san Pio X, era allarmato ro dovuto riunirsi per eleggere il successore, dalle infiltrazioni massoniche di cui sopra. Lo ma non lo fecero. Non potevano farlo: Pio XII dimostra la “nota dell’editore” al libro di glielo aveva strettamente proibito. Il Papa no- Marsaudon, L’Œcuménisme vu par un franc- minò una Commissione cardinalizia incaricata maçon de Tradition”. “Vivamente attaccato di riformare (o sopprimere) l’Ordine di Malta dal clan integrista sotto il Pontificato di Pio e, finché Papa Pacelli visse, i Cavalieri non eb- XII - scrive l’editore Vitiano a proposito di bero più un Gran Maestro. Tutto si risolverà Marsaudon - diede le sue dimissioni da Pleni- il 24 giugno 1961. In quella data, festa di San potenziario dell’Ordine, ma fu immediata- Giovanni Battista, patrono dell’Ordine (e della mente promosso alla alta dignità di Ministro Massoneria), Giovanni XXIII ricevette in Va- Emerito, che è il solo cavaliere di Malta a pos- ticano i Cavalieri e con loro grande soddisfa- sedere attualmente. Il Gran Magistero di zione rese noto il Breve con il quale sopprime- Malta, nella sua lotta contro il Cardinal Cana- va la Commissione cardinalizia istituita da Pio li, non abbandonò mai il barone Marsaudon, XII ed approvava le nuove costituzioni il quale, da parte sua, si sforzò di continuare a dell’Ordine, autorizzandolo ad eleggere un rendergli servizio sui piani diplomatico e Gran Maestro, che sarà, nel maggio dell’anno ospedaliero” (27). Quindi, fu proprio Marsau- successivo, frà Angelo de Moiana, cugino di don ad essere scoperto e, conseguentemente, Mons. Mario Nasalli Rocca di Corneliano, costretto a dare le dimissioni! “Maestro di Camera di Sua Santità” (20). A questo punto, il racconto che fa dell’epi- Ma perché Pio XII aveva lasciato per sodio il discusso Franco Bellegrandi (28) non tanti anni l’Ordine senza un Gran Maestro, sembra del tutto infondato, e chiarisce vieppiù retto solamente da un Luogotenente gene- la faccenda. “In quel periodo francese - scrive rale, e sotto l’osservazione di una Com- Bellegrandi - si colloca un incidente, ignoto ai missione cardinalizia? più, che solleva per un attimo la cortina sulla Il fatto è che i problemi erano tanti: poco presunta appartenenza di Roncalli alla setta o nulla avevano conservato i Cavalieri del massonica. A Sua altezza eminentissima il loro carattere di Ordine religioso e pochissi- principe Chigi Albani della Rovere (...) era 7 giunta (...) una lettera del cardinal Canali, pe- quella voltata aveva trasecolato e il colpo di sante come una pietra: Pio XII (...) aveva ap- grazia lo ricevette quando, protestando che il pena saputo (...) che il ministro dell’Ordine di canone 2335 del Diritto Canonico prevede la Malta a Parigi era massone. (...) Si scoperse scomunica per gli affiliati alla Massoneria, si (...) che [Marsaudon] era stato fatto ‘gran cro- sentì rispondere dal suo interlocutore (...) che ce magisteriale’ su proposta del suo predeces- ‘la nunziatura di Parigi stava lavorando in sore [de Pierredon] e, soprattutto, nominato gran segreto per riconciliare la Chiesa cattoli- ministro su raccomandazione del nunzio a Pa- ca con la Massoneria’. Era il 1950!” (29). L’epi- rigi, Roncalli. L’esito di quella prima inchiesta sodio, così com’è raccontato da Bellegrandi, è fu immediatamente riferito in Vaticano al car- del tutto verosimile, e corrisponde a quanto dinal Canali che fu sentito esclamare: ‘Povero già sappiamo da altre fonti. Mons. Heim, di Roncalli! Sono afflitto di doverlo mettere in Basilea, è infatti di sentimenti liberal-monar- imbarazzo e spero che ciò non gli costi il gale- chici, del tutto sensibile, pertanto, ad una ro cardinalizio...’. Il Vaticano dispose nel più Massoneria di stile anglosassone, sicura forza gran riserbo che l’Ordine inviasse subito a Pa- di conservazione sociale. Trasferito in Austria rigi una persona di fiducia per svolgere esau- dopo l’incidente parigino, si ritrovò in Scandi- rientemente la delicata indagine. Si dovevano navia quando, nella conferenza plenaria della infatti trattare con riguardo tutti e tre i perso- Conferenza episcopale scandinavo-baltica, il naggi implicati nella storia. Il nunzio, per il 21-23 ottobre 1966, quei vescovi decisero di suo prezioso contributo dato all’Ordine di non chiedere l’abiura ai massoni che venivano Malta per la conclusione di certi delicati affari accolti nella Chiesa, permettendo così la dop- in Argentina, il conte di Pierredon per i suoi pia appartenenza, alla Chiesa ed alla Masso- pluriennali servigi, prima a Bucarest, poi a Pa- neria. Ora, riferisce Mola, questa decisione fu rigi, lo stesso barone Marsaudon per il suo preparata “dal delegato apostolico per la meritorio impegno al fine di ottenere il rico- Scandinavia, Mons. Bruno B. Heim, segreta- noscimento ufficiale dell’Ordine da parte del rio di Giovanni XXIII quando questi era nun- governo francese”. Fu nominato “visitatore zio a Parigi” (30). Qual’era, d’altra parte, il cli- magistrale” un cappellano professo dell’Ordi- ma che si respirava in certi ambienti cattolici ne, Mons. Rossi Stockalper, che si recò a Pari- francesi (ed anche germanici) di quegli anni? gi e si informò presso Padre Joseph Berteloot, Proprio il religioso gesuita Joseph Berteloot, gesuita esperto di cose massoniche, ed il vica- al quale si era rivolto per informazioni il visi- rio generale della diocesi, Mons. Maurice tatore romano, era un pioniere della riconci- Bohan. Entrambi confermarono l’affiliazione liazione tra la Chiesa e la Massoneria simboli- di Marsaudon. “Il visitatore magistrale, col ca (in chiave antimaterialista) fin dal 1947, ed cuore oppresso, si trascinò allora al numero 10 intimo amico del massone Albert Lantoine di avenue President Wilson, sede della nunzia- (31); i suoi libri sulla possibile riconciliazione tura. Chiese a Roncalli, con tatto, notizie cir- datano proprio dal 1947 e 1952, gli anni della costanziate del barone-massone. Il grosso pre- nunziatura Roncalli! I contatti tra certi masso- te di Sotto il Monte, fra un sorriso e una celia, ni e la nunziatura di Parigi, la convinzione dif- rimandò il cappellano dell’Ordine di Malta al fusa che una collaborazione era possibile, le segretario della nunziatura, Mons. Bruno idee di Mons. Heim e quelle di Mons. Roncal- Heim. Questo prete, diventato oggi apostolic li, la loro amicizia per Marsaudon, Herriot, legatein Gran Bretagna, finì di stupire l’invia- Auriol... Tutto porta alla conclusione che l’ini- to di Roma, prima col suo clergy-man e la pi- ziazione massonica a Parigi di Mons. Roncalli pa fumante fra i denti, poi con le sue sbalordi- è tuttaltro che inverosimile. In ogni caso, un tive affermazioni sulla massoneria definita fatto è certo: Pio XII, commissariando l’Ordi- ‘una delle ultime forze di conservazione socia- ne di Malta, approvò le preoccupazioni del le che ci sia al mondo e, quindi, una forza di cardinal Canali; Giovanni XXIII, al contrario, conservazione religiosa’, e con un giudizio en- rovesciò la decisione del suo predecessore e tusiasta sul barone Marsaudon che aveva avu- diede nuovamente il via libera all’infiltrazione to il merito di far comprendere alla nunziatura massonica nell’Ordine. Nell’Ordine solamen- il valore trascendente della massoneria. Pro- te, o anche nella Chiesa? È quel che vedremo. prio per questo suo merito, il nunzio a Parigi, Intanto, meno di due mesi dopo l’udienza ai Angelo Giuseppe Roncalli, aveva appoggiato cavalieri di Malta, il vecchio cardinal Canali e avallato la sua nomina a ministro dell’Ordi- morì, per nulla compianto dal suo antagonista, ne di Malta a Parigi. Monsignor Stockalper a Angelo Giuseppe Roncalli (32)... 8 Ombre massoniche sui Conclavi Trasferito a Venezia nel 1953, il cardinal Roncalli ribadì il suo vecchio principio, dall’aspetto “proprio massonico” (33) che bi- sogna guardare a ciò che ci unisce piuttosto che a ciò che ci divide, e continuò ad incon- trare i fratelli massoni Auriol e Marsaudon. Nel 1958, morì Pio XII, e venne eletto il no- L’avvocato Umberto Orto- stro, col nome di Giovanni XXIII. Abbiamo lani, che poi sarà coinvolto già parlato della strana certezza del Roncalli nelle faccende della loggia di essere lui l’eletto del conclave, certezza ali- massonica P.2 e nel falli- mentata dalle inquietanti profezie dell’esote- mento del Banco Ambro- siano, era negli anni ‘60 rico Jean-Gaston Bardet (34). Abbiamo anche ‘gentiluomo’ del Card. Ler- accennato al ruolo spiegato dalla Massoneria caro nel conclave del 1963, svoltosi dopo la morte di Giovanni XXIII e conclusosi con l’elezione di Frascati, preferì invece Montini; erano pre- di Paolo VI (35). Su quest’ultimo avvenimen- senti il fior fiore del progressismo: i cardinali to, si possono dare alcune precisazioni. Per Liénart, Frings, Suenens, König (39), Alfrink ben due volte il ‘vaticanista’ Benny Lai ne ha (40). Giovanni XXIII avrebbe apprezzato en- fatto esplicita menzione (36). Ma un primo, di- trambe le elezioni: nel marzo 1963, pochi me- screto accenno venne da un personaggio cer- si prima di morire, confidò al bergamasco tamente ben informato (a più titoli!), Giulio Mons. Pietro Sigismondi, di Propaganda Fide: Andreotti. “Nei giorni immediatamente pre- “Le mie valigie sono pronte e sono tranquillo cedenti il conclave - scrive Andreotti - una che chi verrà dopo di me porterà a termine notevole attività si svolse appunto attorno ai quel poco di buono che ho fatto, innanzitutto cardinali Frings e Lercaro che avevano avuto il concilio. C’è Montini, Agagianian e Lerca- un ruolo preminente [come capofila del fron- ro” (41). Fu così che Montini rese visita a Ler- te progressista, n.d.a.] nella prima sessione caro, la sera del 18 giugno, nella casa delle conciliare. Con grande sorpresa degli abitanti Oblate regolari benedettine di Priscilla, sulla di Grottaferrata si tenne, ad esempio, una nu- via Salaria, a Roma, congregazione religiosa merosa riunione di cardinali - italiani e stra- fondata dallo zio di Andreotti, don Belvederi, nieri - su invito dell’arcivescovo di Colonia, e lì si accordarono sul nome di Montini (42), Frings. Uno dei partecipanti mi disse, tra il se- che poi naturalmente dichiarò di non aver rio e il faceto, che c’era già la maggioranza ca- “mai minimamente desiderato, né tanto me- nonica: non mi specificò, né io gli chiesi, chi no favorito la nostra elezione!” (43). Le riunio- fosse il beneficiario della scelta. Ma da una ni per orientare il Concilio e poi per l’immi- serie di elementi mi confermai nella previsio- nente Conclave si tennero dunque nella casa ne del successo di Montini” (37). Andreotti di un massone come Ortolani, il quale aveva non ci dice chi fu il suo informatore; forse il già un certo ruolo in Vaticano sotto Giovanni padrone di casa, che si dimentica di nomina- XXIII. Che il ruolo di Ortolani e della masso- re... La riunione non ebbe luogo, infatti, in neria nell’elezione di Paolo VI non sia stato una delle numerosissime case religione di Ro- secondario lo ha confermato il sacerdote sale- ma e dintorni, ma nella villa dell’“avvocato siano don Pier Giorgio Garrino, che ricopri- Umberto Ortolani, che poi sarà coinvolto nel- va, fino alla sua tragica morte avvenuta que- le faccende della loggia massonica P.2 e nel sto mese di agosto, importanti funzioni nella fallimento del Banco Ambrosiano, a quel Curia arcivescovile di Torino. So, da fonte tempo ‘gentiluomo’ di Lercaro, [villa che] certa, che don Garrino sosteneva che l’elezio- aveva già ospitato Frings per consentire ne di Paolo VI fu favorita dalla Massoneria. all’arcivescovo di Bologna di ‘parlare a lungo Dati questi presupposti (condizioni delle cose del Concilio in piena tranquillità’ dell’elezione di Montini, sicurezza che aveva (G. Lercaro, Lettera dal Concilio, 1962-1965, Roncalli di essere eletto, “profezia” a proposi- EDB, Bologna 1980, p. III)” (38). Forse il mi- to di Bardet) non risulta del tutto inverosimile ni-conclave di Grottaferrata designò il cardi- un’altra affermazione di Bellegrandi, secondo nal Lercaro, “l’uomo” di Ortolani. Ma un’al- la quale Paolo Sella, della nota famiglia bielle- tra riunione, tenuta nel convento cappuccino se, avrebbe saputo prima del Conclave del 9 1958 che l’eletto sarebbe stato Angelo Giusep- vembre 1983 (49). Ignari del cambiamento di pe Roncalli. Da chi lo seppe? “Da un’alta au- rotta operato da Giovanni XXIII, i Vescovi torità massonica in contatto col Vaticano” (44). continuarono a condannare, per un po’ di Checché ne sia, appena eletto Giovanni tempo, la Massoneria, come fece l’episcopato XXIII ricevette i più vivi auguri del barone argentino nel 1959, e quello del Ruanda Marsaudon, e questi a sua volta ricevette la Urundi nel 1961 (50). Contemporaneamente risposta del suo amico: “per noi era una alla dichiarazione dei vescovi del Ruanda, se- grande emozione - scrisse poi Marsaudon - condo i quali la Massoneria era uno strumen- ma per molti dei nostri amici fu un segno” to di Satana, il Padre gesuita Michel Riquet, (45). Così commenta il fatto Aldo A. Mola, “con l’accordo delle autorità ecclesiastiche” non senza una strizzatina d’occhio agli intel- tenne una conferenza nella loggia Volney di ligenti: “Alla Gran Maestranza, Gamberini Laval, in Francia, il 18 marzo 1961... Per la pri- era salito vegliando sul testo della Mater et ma volta, sotto Giovanni XXIII quindi, il gran Magistradi quel Mons. Angelo Roncalli che pubblico veniva messo al corrente del dialogo per il suo pontificato aveva scelto il nome di in atto tra alcuni esponenti della Massoneria e Giovanni, ‘colui che viene nella luce del Si- della Chiesa. Era iniziata la grande svolta. gnore’, dell’apostolo, cioè, il cui vangelo è aperto sull’ara delle Logge, e che nel barone La svolta di Giovanni XXIII Yves Marsaudon, l’amico degli anni della nunziatura a Parigi, pur salito al Triregno, Se Giovanni XXIII ha interrotto la cate- avrebbe benedetto tutti i confrères” (46). A na di condanne e di scomuniche che accomu- buon intenditor, poche parole... nava tutti i suoi predecessori, tacendo sulla Massoneria, non si può dire però che sia ri- Giovanni XXIII non condanna la Massoneria masto indifferente a questo tema. Secondo il consenso unanime degli esperti, è sotto il suo Fin’ora, tornando sui nostri passi, abbia- pontificato che inizia la svolta e si apre, per mo riesaminato i rapporti di Angelo Roncal- la prima volta, il dialogo. Diamo la parola ai li con la Massoneria o, per lo meno, con dei testimoni. Il Gran Maestro della Gran loggia massoni. Ci dobbiamo chiedere, adesso, di Francia, Dupuy ha dichiarato che “Gio- quale fu l’attitudine di Giovanni XXIII, una vanni XXIII ed il Vaticano II hanno dato un volta eletto al Pontificato. impulso formidabile al lavoro di chiarifica- Un primo dato significativo, è questo: zione e di disarmo reciproco nei rapporti tra Giovanni XXIII non ha mai condannato la Chiesa e Massoneria” (51). Léon de Poncins, Massoneria (47). La cosa è tanto più strabilian- gran nemico della Massoneria, ha scritto: te se si pensa al fatto che, dalla Bolla In emi- “La campagna di riavvicinamento tra Masso- nenti del 28 aprile 1738, con la quale Clemente neria e Chiesa cattolica restò tuttavia allo XII condannava per la prima volta la Masso- stato latente sotto il pontificato di Pio XII. Il neria e ne scomunicava gli adepti, i Papi pro- fuoco covava sotto le ceneri, ma i progressi- dussero incessantemente una “enorme massa sti che avevano preso nella Chiesa un’in- di documenti di condanna e di scomunica” fluenza considerabile, si rendevano conto della Massoneria. Secondo Padre Esposito, che i loro sforzi non avevano alcuna speran- “una statistica accurata non è ancora stata fat- za finché viveva Pio XII. (...) Con l’elezione ta, ma per quanto è possibile ora arguire con di Giovanni XXIII ci fu bruscamente un alto indice di probabilità, questo corpus un’esplosione (...). Si ebbe nettamente l’im- antimassonicum non dovrebbe essere inferio- pressione di una campagna internazionale, re ai 400-450 documenti” di cui 145 per il solo metodicamente organizzata” (52). L’allora Pio IX e più di 226 per Leone XIII (48)! In Gran Maestro della Massoneria, Salvini, di- questa “guerra guerreggiata” (per usare chiarò nel 1970: “Giovanni XXIII ha recen- un’espressione di Padre Esposito) tra Chiesa e temente pubblicato un documento che si av- Massoneria, l’ultima voce papale a levarsi vicina molto su questo tema al nostro com- contro la sètta è quella di Pio XII, ancora il 23 portamento [consistente nel non domandare maggio del 1958, pochi mesi prima della sua ai fratelli di che religione essi siano] e in ef- morte. Poi, il nulla anzi, una serie di documen- fetti la Mater et Magistra e la Pacem in terris ti conciliativi, prima delle conferenze episco- offrono spunti molto suggestivi sull’avvicina- pali, e poi della “Santa Sede”, culminati mento umano anche là dove esistono diffe- nell’abrogazione della scomunica, il 28 no- renze ideologiche” (53). Il massone Volpicelli 10 benedizione rinnovandomi il suo incoraggia- mento per un’opera di riavvicinamento tra le Chiese, come pure tra la Chiesa e la Masso- neria di Tradizione (cioè: regolare)” (59). Questa seppur breve rassegna stabilisce che, a giudizio di quanti si sono occupati della questione, il governo di Giovanni XXIII ha mutato la secolare intransigenza della Chiesa nei confronti della Massoneria con una apertura che giunge fino al permet- tere la doppia appartenenza: alla Chiesa, cioè, ed alla Massoneria. Il Cardinal Lercaro Le grandi concordanze tra Roncalli e la Massoneria ha dichiarato che “ci sono due Pontefici re- centi ugualmente graditi alle due comunità Padre Esposito, dal lontano 1967, è impe- [Chiesa e Massoneria], Papa Giovanni e Pa- gnato nel dialogo con la Massoneria. Per di- pa Wojtyla” (54). Con vero linguaggio masso- mostrare la liceità e la possibilità di questo nico, Padre Esposito ci assicura che “quanto dialogo ha scritto numerose opere, alcune alla comunità ecclesiale, non è nemmeno da delle quali citate in questo articolo, tra cui Le dimostrare che essa a partire da Papa Gio- grandi concordanze tra Chiesa e Massoneria. vanni e dal Concilio, si è trasformata in un In realtà le “concordanze” in questione non cantiere di lavoro dove scalpellini, scultori e esistono tra la Chiesa e la Massoneria, ma artisti di tutte le specialità, architetti e cap- tra quest’ultima e Giovanni XXIII, Paolo VI pellani, si dedicano a una attività improba e e Giovanni Paolo II. Per confermare queste puntigliosa, nell’intento di edificare la nuova concordanze, Padre Esposito non cita sola- cattedrale del futuro” (55). Il cattolico Alec mente i rapporti diretti di alcuni uomini di Mellor, entrato in Loggia col permesso del Chiesa e la Massoneria, ma anche quelli con cardinale arcivescovo di Parigi, Mons. Mau- associazioni o princìpi che, pur non essendo rice Feltin, scrive: “L’ultima fase [del ‘cessa- esplicitamente massonici, sono stati fondati o te il fuoco’] doveva essere preparata dall’Ag- voluti dalla Massoneria, ovvero la Società giornamento voluto da Giovanni XXIII e dal delle Nazioni (e poi l’O.N.U.) con la Dichia- Vaticano II, e poi da Paolo VI” (56). Roberto razione universale dei diritti dell’uomo, la Fabiani scrive: “Fu Giovanni XXIII a rom- Croce Rossa, lo Scoutismo ed il Rotary Club. pere il ghiaccio con un provvedimento passa- In questo articolo tratto dei rapporti di Gio- to sotto completo silenzio: autorizzò i prote- vanni XXIII con questi organismi. stanti convertiti al cattolicesimo e iscritti alla I) L’O.N.U. e la Dichiarazione dei diritti Massoneria a restarsene tranquilli nelle log- dell’uomo. Il 10 dicembre 1948 l’O.N.U. votò ge. Da allora i segnali di contatti si moltipli- una Dichiarazione dei diritti dell’uomo che ri- carono...” (57). Il Padre gesuita José Antonio prendeva, nel nome e nei contenuti, quella del- Ferrer Benimelli conferma la posizione pos- la Rivoluzione Francese, già condannata da sibilista di Roncalli sulla doppia appartenen- Papa Pio VI. Ma «con Giovanni XXIII, scrive za: “ E questo [ che la Massoneria sia una as- Esposito, inizia l’epoca del superamento del sociazione in cui possono stare tutti i creden- narcisismo cattolico. L’accettazione delle rego- ti ] lo capirono molto bene Giovanni XXIII e le del dialogo e dell’ecumenismo inaugura la Paolo VI, così come il predecessore nello legge della reciprocità, nel senso che si ammet- stesso incarico del cardinal Ratzinger, il car- te l’esistenza e il riconoscimento esplicito dei dinal Seper, che già nel 1972 auspicò la possi- valori propri e di quelli altrui (...). Nell’Encicli- bilità della presenza dei cattolici nell’interno ca Pacem in terris (11 aprile 1963) papa Gio- della Massoneria” (58). La stessa cosa è stata vanni fa un esplicito riferimento e plauso tanto affermata da Marsaudon: “Mons. Roncalli all’ONU che alla Dichiarazione dei diritti mi ha consigliato formalmente di restare in dell’uomo: “Le Nazioni Unite si proposero co- Massoneria. (...) Mi ha ricevuto a Castel me fine essenziale di mantenere e consolidare Gandolfo nella mia qualità di Ministro eme- la pace tra i popoli, sviluppando fra essi le ami- rito dell’Ordine di Malta, e mi ha dato la sua chevoli relazioni fondate sui principi dell’ugua-
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